Nella fossa dei leoni
Lo spettacolo dei monti Adamantem, il loro rigido e geometrico profilo che si scaglia nel cielo plumbeo, quell'aspetto così severo che racchiude immense e quasi infinite ricchezze, contrasta nella candida neve con la bellezza e la raffinatezza dei diamanti, con la loro luce, con il loro preziosissimo valore, con cui poter ottenere tutti i piaceri e i vizi che il mondo può offrire. Il Castello Nero è silenzioso, spartano ma elegante, i colori della casata Leithien sono ridondanti ad ogni angolo, persino nella grande sala del camino, quella che è quasi sempre vuota, adibita ai balli, ai banchetti che però sono eventi rari, perchè il Lord non ama la marmaglia se non gli è utile in qualche modo.
E quando sei così ricco e potente, l'utilità degli altri viene a svanire sempre di più. Lantis avanza con passo deciso, inquieto; è indispettito per questa richiesta di Lord Tywin, per questa sua arroganza ostentata.
Eppure, il giovane Re immagina che ci sia qualcos'altro dietro un gesto che può apparire avventato. Mai, mai Tywin Leithien si è mostrato poco saggio. Le alte figure bionde dei due fratelli Leithien si stagliano alla fine della sala e il maggiore di loro è poggiato al camino di pietra, il fuoco è acceso e dà luce al lugubre ambiente. Alla Barriera, sembra che sia sempre notte, sembra che sia la neve l'unica fonte di luce, anche quando il sole è alto in cielo, così il fuoco divampa nella penombra della stanza, illuminando il viso dei tre uomini.
Gordon Leithien è in silenzio, le storie narrano di un uomo efferato e crudele, ma Lantis non l'ha mai conosciuto bene, perchè è raro sentirlo intervenire in una conversazione, con quell'espressione atona perennemente dipinta sul viso: un enigma, ecco cos'è per lui il padre di Lady Lumen.
Lord Tywin è, invece, emaciato in viso, sembra provato, stanco, esausto. "Ben arrivato, Re Lantis. Allora, quanto è pesante quella corona che portate sul capo?" domanda sarcastico il Gran Maestro degli stregoni. "Le mie spalle sono abbastanza forti, Lord Tywin, non scordate mai che ho il sangue di mio padre che scorre nelle vene... e quello di mia madre" risponde serio, decisamente sospettoso sui modi di fare del Signore di Adamantem. Inutile rimarcare l'affronto che poteva rappresentare l'aver convocato il Re al Castello Nero, Lantis sa bene quanto poco queste facezie possano impensierire un uomo come lui. Un accenno di un ghigno sulle labbra del Gran Maestro... ricorda bene Margarete, la sua freddezza, la sua eleganza, la sua distaccata nobiltà. Quell'atteggiamento di dignitosa superiorità che l'ha resa oggetto delle sue brame per così tanti anni. "Non ne avevo dubbi, sono certo che darete il via ad una nuova Era per Dohaeris, Voi... e la Vostra consorte ovviamente..." ribatte con sagacia, come un sibilo di serpente il Leone. Il più giovane dei Leithien piega la bocca in un mezzo sorriso, quegli occhi dorati così simili al male che ha generato fissi sul Raeghar: "Mia figlia come sta, Maestà? Purtroppo i numerosi impegni che traviano le mie giornate mi hanno impedito di assistere agli ultimi eventi di Dohaeris... la guerra non conosce sosta" apostrofa malignamente lo Sterminatore di Clan.
Assottiglia lo sguardo, Lantis del Fulmine e sente l'ira divampare nel suo animo.
Ma deve acquietarsi: persino suo padre ha dovuto farlo, ha dovuto scendere a patti con la potente casata. Con questi due spregevoli mentecatti. "Vostra figlia, Sir Gordon, gode di ottima salute, era così radiosa all'incoronazione da nascondere bene il dolore lacerante che certamente la consuma per la perdita di un marito eccelso come Re Rickard" esclama con ironia il giovane Re. "Miei Lord, io sono un uomo pratico, così come lo siete voi, quindi credo sia sciocco perder altro tempo. Vostro figlio, Lord Tywin... entrambi sappiamo bene che non tornerà a vestire l'armatura del Regno... il sacrificio di mia sorella Esperin è decisamente fuori luogo" spiega con serietà il Domatore del Fulmine. "Ed è per questo che sarete Voi stesso ad unire le nostre casate, non è vero? Re Lantis?" insinua il Lord della Barriera.
"Non avete diseredato vostro figlio... e io sono per stipulare patti chiari. Sposerò vostra nipote e figlia, convolerò a nozze con Lady Lumen riconfermandola Regina di questo Regno... ma i vostri uomini, i vostri soldati, le vostre ricchezze... mi dovete dare la garanzia che sono al servizio della Corona... anche se Lord Horas rifiutasse la mia proposta di pace" afferma sicuro di sè, serio, determinato. Lantis del Fulmine sa che non avrà garanzie certe, ma sposando Lumen avrà comunque metà famiglia Leithien con gli stessi interessi in comune. E' questa l'unica cosa che tiene fedele un uomo come Tywin: l'interesse per il suo clan. Sa anche che vorrebbe distruggere tutto e tutti, radere al suolo quel luogo impregnato di male e di arroganza, ma non può, nessuno può farlo. Nemmeno suo padre ha potuto. "Ve lo garantisco, avrete i miei diamanti, le mie truppe e le spalle coperte dalla nostra casata, inutile rimarcare che nessuno è al pari dei Leithien. Non ho diseredato Ryuk e non lo farò, il suo è solo un capriccio, quando inizierà ad annoiarsi tornerà all'ovile. Date pure la notizia dello scioglimento del..." dice tossendo forte Lord Tywin "... del fidanzamento". Poi, rivolgendo uno sguardo a suo fratello Gordon, esclama: "Sapete, Re Lantis... convolerò a nozze unendo il mio nome a quello dei Feralys, ho fatto durare il lutto per mia moglie fin troppo tempo, non che me importasse molto, a differenza di mio fratello che si ostina a voler conservare il velo nero sul suo capo".
Un momento, un istante di sorpresa lascia Lantis attonito a fissare il volto cupo e inespressivo di Sir Gordon. Se un Leithien deve prendere moglie, certamente una casata di fuoco come i Feralys è adatta, ma mai avrebbe immaginato che un uomo con il suo potere e la sua età potesse pensare di risposarsi. Anche lo sguardo di Lantis diviene più pensieroso, perchè Lady Adamantia è bella e giovane e tanti altri piccoli demoni biondi può mettere al mondo. Ryuk Leithien... un capriccio? Non lo pensa, ma Lord Tywin ha sottovalutato questa guerra sin dall'inizio e gli uomini superbi spesso perdono il contatto con la realtà. Eppure prenderà moglie, conoscendolo le darà altri figli, altri eredi. E' Gordon a rompere il silenzio, con una frase schietta, asciutta, crudele. "Mettere al mondo due demoni è stata un'impresa inarrivabile. Nessun'altra donna potrebbe darmi lo stesso onore" dice senza emozioni, spento, come qualcosa lo avesse svuotato della malizia precedente.
Si congeda, ha da fare, le mani prudono, il fuoco divampa nel suo cuore tanto che potrebbe sciogliere tutta la neve di Adamantem se volesse. Tywin guarda il Re compiaciuto, i giochi stanno procedendo come egli voleva, non proprio come aveva previsto, ma ha saputo ribaltare ancora una situazione precaria a suo vantaggio. Vorrebbe sedersi, è esausto, ma la sua volontà si impone, si avvicina al Re e gli porge la mano. Lantis lo guarda torvo... nessuno dovrebbe avere lo stesso potere di Tywin Leithien. Non dovrebbero esistere gli animali come i Leithien. Ma ci sono e sono potenti, più di chiunque altro. Horas Waters è un buon uomo... ma non è uno stolto. Oserà davvero mettersi contro Adamantem e la Corona? "Allora è deciso, su vostro figlio non penderà nemmeno alcuna taglia, lo comunicherò immediatamente al Primo al mio ritorno. Lady Adamantia è una donna seducente e proviene da un casato importante, avete fatto un'ottima scelta, come sempre. Me ne congratulo" ribatte il Grifone ricambiando la stretta. Se solo potesse stritolargli la mano, cavare quegli occhi di serpente, distruggere ciò che resta del suo corpo. Mai aveva provato un odio così profondo per qualcuno. Ma non è il momento, non è questo il giorno. Arriverà, Lantis lo attenderà pazientemente. E appena il leone sarà distratto dalla gazzella, il grifone scenderà dal cielo e lo arpionerà con i suoi artigli, lo divorerà con le sue fauci.
Si dirige al Glados, che lo porta alla Torre dove intravede subito il Decimo Idra. Gli ordina ciò che è stato pattuito dal mefistofelico accordo e si congeda al Castello. Non gli interessa di nessuno, non cerca Lady Lumen o sua sorella. Vuole stare solo, coi suoi pensieri, coi suoi ricordi, perchè è bruciante ancora il pensiero, il rimpianto fatale di quei capelli rossi, di Reneè, di come le cose si sarebbero evolute diversamente. Della gioia che ora lo attenderebbe al Castello che invece è ora vuoto, oscuro e pieno di terrori.
Foto di Eclisse84