“Dopo poco più di due anni dal nostro matrimonio, mi concessi una passeggiata con alcune donne di corte all’Auspex, nonostante quel luogo entri in contrasto con la mia natura da Strega, l’ho sempre considerato al pari di una casa per via del forte legame con Rickard, c’era un po’ di lui ovunque io spostassi lo sguardo ed il mio animo si acquietava al solo sentire lo scrosciare della cascata. Avanzai sul manto erboso, avevo intenzione di giungere all’altare, ma è là che vidi la figura di una donna dai capelli rossi, con una bambina tra le braccia, anche lei come me sembrava apprezzare la calma che infondeva quel luogo e se Rickard non me ne avesse parlato così a lungo, di quella donna che anni addietro gli aveva rapito l’animo, probabilmente non l’avrei riconosciuta.
Mi si raggelò il sangue nelle vene nell’osservare quella bambina che poteva avere circa due anni. Mi avvicinai con passo fermo, sforzandomi di non mostrare turbamento e le rivolsi la parola
“E’ una bambina molto bella, Vostra figlia?” La giovane si voltò e rispose ancor prima di guardarmi in volto
“Sì, è mia figlia”
ricordo ancora la sua espressione quando incrociò i miei occhi, le pupille si dilatarono ed il verde tanto decantato da Rickard si spense in due pozzi neri
“Mia… mia Regina, perdonatemi, non vi avevo riconosciuta” l’osservai in silenzio per qualche istante, ero quasi compiaciuta da quel moto di sottomissione che mi stava dimostrando, ma gli occhi di quella bambina mi bruciavano addosso.
Mi piegai per accarezzarle il viso e le spostai una ciocca di capelli
“Ti somiglia molto, ma non ha le tue orecchie, che sia una piccola maga?” Ysotta serrò la bambina al proprio petto e si alzò dal proprio posto, mi bastò come risposta. Portai lo sguardo alle sue mani, non mi era traccia di anello nuziale.
Mi avvicinai nuovamente a loro di qualche passo e questa volta mi rivolsi alla bambina, era piccola, ma a quell’età sanno già pronunciare qualche parola ed il proprio nome, solitamente è il primo che imparano
“Come ti chiami” le rivolsi un sorriso gentile, non avevo intenzione di spaventarla e lei mi rispose diretta
“Reneè” con una vocina squillante, tanto chiara quando fastidiosa.
Portai la mia attenzione alla donna, tornai eretta, col capo alto a mostrare tutta la mia fierezza, le rivolsi una semplice frase e sperai con tutta me stessa che quelle poche parole, le sarebbero state immediatamente chiare
“Sembra molto delicata, vi sono luoghi lontani da Dohaeris, dove una bambina come lei potrebbe crescere tranquillamente ed in piena salute”
La fissai negli occhi, fui tentata di liberare la mia aura, ma ero convinta che non fosse necessario intervenire invasivamente, desiderai che la sua paura fosse dovuta alla lucidità, alla coscienza del reale e di ciò che sarebbe potuto accadere, nel caso non avesse lasciato Dohaeris il prima possibile.