Un giorno, mentre ero sull’uscio della sua stanza, Christabel era intenta a dipingere, adorava farlo, sembrava più tranquilla nel disegnare qui volti… notai che la sua pancia era gonfia, un gonfiore simile a quello che avevo io, quello era il ventre di donna gravida, ma era totalmente impossibile, nessun uomo aveva accesso a quelle stanze.
Così chiamai i medici e la feci visitare, incredibilmente aspettava un bambino anche lei e si rifiutava di dire di chi fosse. A nulla valsero i miei tentativi di farla parlare, possedeva uno scudo mentale ed il mio stesso charme, se non più forte, presto mi convinsi di non voler più sapere chi fosse l’abominio che aveva approfittato dello stato di mia sorella, anche perché divenne sempre più calma, quel bambino la stava forse guarendo e tutto sommato cominciai a pensare che quel dono fosse voluto dagli dei benevoli.
Ricominciai a frequentare le sue stanze con maggior assiduità ed ero felice del rapporto che stavamo ricostruendo.
Christabel uscì persino da quella torre, aveva ancora molto timore di uscire dal castello, ma non disdegnava qualche passo per i corridoi e le mie stanze private, ancora non si sentiva a proprio agio tra la folla. Progettavamo di far crescere i nostri figli insieme, lei avrebbe ripreso la vita normale, forse… ancor meglio che del passato.
Era inverno, ricordo bene la neve che cominciava a ricoprire tutto con il suo manto spesso, per una strega agli ultimi tempi della gravidanza quello è periodo di forte ansia, la notte del primo dell’anno era vicina ed il terrore per me e mia sorella di dare alla luce i bambini proprio nel giorno di Raiden era una costante, anche ero certa che le mie fossero paure infondate, le probabilità che mio figlio venisse sacrificato erano minime, io e mia sorella non eravamo di certo le uniche donne ad attendere un figlio in quel periodo.
Eppure… quella notte giunse e tutte le mie paure si manifestarono nuovamente con i dolori delle doglie. Mi disperai, piansi nel tentativo di sedare quel bambino che voleva nascere, sembrava che non vedesse l’ora di venir al mondo proprio nel giorno in cui me lo avrebbero portato via. Ero nel mio letto, Rickard era in missione, ma fortunatamente lo avvisarono e stava tornando da me di corsa.
Mancava meno di un’ora al giorno nuovo, mi avrebbero portato via mio figlio se fosse nato per primo, Tywin mi avrebbe osservata come se fossi stata la genitrice di un demone, un privilegio a suo dire, era uno stregone, lo sapevamo per certo, un Gran Maestro poteva avvertire con certezza la presenza di un esponente della propria razza anche se non era ancora nato. Un urlo… le nutrici slittarono con i loro sguardi da me a Christabel, aveva urlato, si era piegata, inginocchiata in terra al letto ed a stento riuscivo a vedere il suo capo chino. Tremava e continuava ad urlare
“Aiutatela”
alzai la voce impartendo l’ordine alle due donne che aiutarono mia sorella ad alzarsi
“Fatela stendere accanto a me” così fecero: io e Christabel eravamo entrambe preda degli spasmi, entrambe ormai consapevoli che saremmo diventate madri nel giorno di Raiden. Ci stringemmo la mano, ci guardammo per farci forza a vicenda, ormai era sempre più probabile che il primo venuto al mondo dei bambini, avrebbe lasciato presto le braccia della propria madre e morii dentro con il desiderio che quel bambino fosse mio nipote.
Una nutrice si occupava di me e l’altra di Christabel, urlai e le urla di entrambe si mischiarono, fino a quando il dolore svanì…