Copertina by Rayky
Copertina by Rayky
Prologo
L'alba della rivolta
parte prima - parte seconda - parte terza
All'ombra della Luna
parte prima - parte seconda
Oro al Sole
prima parte - parte seconda
Il mistero più cupo
Terra in fiamme
Parte prima - Parte seconda
Lantis del fulmine
Decisione difficile
La danza delle spade
Vento che incendia, terra che soffoca
Parte prima - Parte seconda
Terra che rinasce
Il Grifone e la Serpe
prima parte - seconda parte
Il Grifone ed il Corvo
prima parte - seconda parte - terza parte
The Night is Dark ad full of Terrors
prima parte - seconda parte
Quelle antiche parole...
Valar Morghulis
Addio, Rickard
L'ombra del passato
L'incoronazione
Nella fossa dei Leoni
Acqua che sfugge, Fulmine che tuona
Quel dì che ti tenni la mano...
In medio stat virtus
L'ombra del gigante
Prima parte - Seconda parte
Fuoco che arde, Fuoco che soffoca
Ingnis perpetuus et pereat Mundus
Prima parte - Seconda parte - Terza parte - Quarta parte
Il rosso e il nero
Il tarlo della ribellione
Prima parte - Seconda parte - Terza parte
Amore e Morte
Prima parte - Seconda parte - Terza parte
Il Corvo e la Serpe
Prima parte - Seconda parte
Alea Iacta Est
... Et Pereat Mundus
Prima parte - Seconda parte
Nomen Omen
I Corvi e il Grifone
Prima parte - Seconda parte
Scripta Manent
Prima parte - Seconda parte - Terza parte
Il Fulmine nero e la Terra
Prima parte - Seconda parte
In tenebris lumen rectis
Unbowed, Unbent, Unbroken
Prima parte - Seconda parte - Terza parte
Ultima modifica di SimsKingdom; 17th December 2014 alle 01:15
Dohaeris (in origine Valdohaeris da Valar Dohaeris)
In antichità c’erano le valli, c’erano i draghi, c’era il fuoco del vulcano e le acque del lago… i rifugiati del vecchio mondo, distrutto da guerre, si ritrovarono in questo luogo dopo anni di esilio, stabilendosi in quella che sarebbe stata la culla della nuova civiltà. Gli uomini e gl’incantatori erano diversi, ognuno con la sua storia, ognuno appartenente ad un popolo ed una cultura diversa, provenienti da luoghi vicini e lontani, adoranti degli Dei vecchi e nuovi, un miscuglio di vite con un’unica volontà: la sopravvivenza. Quando le mura vennero alzate e le prime abitazioni furono costruite, nella zona centrale della roccaforte venne posta una pietra monumentale e su quella superficie solida, venne inciso “Tutti gli uomini vanno salvati” per ricordare ai posteri, il travaglio ed i sacrifici dei propri antenati.
Sono trascorsi cinque secoli dalla fondazione di Dohaeris, al trono si sono succeduti i discendenti di Esbern Rhaegar, valoroso condottiero e primo Re della storia dei Dohariani, un popolo che ha vissuto nella tranquillità e nella pace per lungo tempo, tra il benessere derivato dai frutti della generosa terra e l’agio dei tesori della montagna di Diamante. Ma nell’ultimo anno qualcosa si è guastato nell’equilibrio del reame, il Re Rickard si è ammalato, un male oscuro al quale non si trova una cura ed in sua vece, il principe erede, si è seduto al trono per governare e mantenere le redini del tutto. L’uomo però è dotato di un forte temperamento e le tendenze dittatoriali sono in netto contrasto con quelle pacifiche del padre, così il malcontento del popolo ha iniziato a farsi forte…
Anno DXIII D.D.
I mese delle foglie
I Giorno di Marte
“No, non ti credo”
La voce del Principe riecheggia per i corridoi della Domus Legis, il silenzio è rotto dall’eco che si espande per le grandi sale, come ad incrementare il tono duro delle parole dell’uomo
“Lantis…”
Drako risponde sommesso, come chi desidera parlare e non lasciarsi andare a discussioni furiose
“Non osare chiamarmi per nome, non osare…”
“Mio Principe, ciò che vi ho narrato è la realtà dei fatti”
Lantis, l’erede al trono, fissa negli occhi il Primo cavaliere, colui che della spada ne ha fatta la propria vita, rinunziando alla possibilità di crearsi una famiglia, perché l’unico scopo della propria esistenza è quello di proteggere i reali ed il regno di Dohaeris.
“Mi stai costringendo…”
“E’ una tua scelta…”
“Credi che sia così semplice? Credi che io possa lasciar correre tutto, dopo quel che mi hai detto?”
“Potresti”
Silenzio… un silenzio che dura pochi istanti, quel tipo di silenzio che sembra riempito da parole, parole che si esprimono con gli sguardi ed in quello sguardo tra Lantis e Drako vi è un discorso silente, che nessuno può capire… ma loro sì, loro si sono sempre capiti, le parole sono sempre state superflue, in battaglia quando non c’era tempo per perdersi in chiacchiere, gli bastava scambiarsi uno sguardo per coordinarsi e devastare i nemici, loro che potrebbero dir nulla… ma capirsi al volo, in questo momento urlano l’uno contro l’altro, senza proferire verbo.
“Ebbene… ho preso la mia decisione”
Ancora silenzio, nuove parole non dette, che Drako coglie al volo…
“Guardie” Lantis le chiama a gran voce, restando con lo sguardo incatenato a quello del Primo. Nessuno dei due muove un muscolo, nessuno dei due desiste
“Se credi che sia mia intenzione reagire, ti sbagli”
Le guardie lo afferrano per entrambe le braccia bloccandolo ed è il quell’istante, che Lantis si avvicina a Drako, accorciando le distanze
“Domani stesso verrai giudicato, così ti metterò a tacere”
“Se questo è il modo in cui pensi di risolvere la faccenda, non mi oppongo”
“Non puoi opporti, io sono la legge qui. Portatelo nelle celle, ma senza trascinarlo, lasciategli le braccia, è ancora il Primo Cavaliere…” Le due guardie eseguono l’ordine, incamminandosi verso le celle
“Non ci riuscirebbero comunque, sono miei uomini, lo sanno bene e lo sapete anche Voi… mio Principe. Conosco la strada”
Drako s’incammina, i passi pesanti si spengono man mano che si allontana e solo quando Lantis è ormai certo, di non esser visto da anima alcuna, si lascia andare al dispiacere: un sentimento di amicizia che non va mostrato, un sentimento che non ha più ragione di esistere, ma che è difficile da estirpare, perché dalle profonde radici
Anno DXIII D.D.
I mese delle foglie
I Giorno di Mercurio
La grande sala del castello è gremita: reali, soldati, popolani…
Si è sparsa rapidamente la voce che quello è il giorno del Giudizio, un evento straordinario che rare volte si è verificato nel corso dei secoli, è infatti riservato solo ai Cavalieri ed alle alte personalità del regno, le quali sono accusate di aver tentato di infangare il nome della famiglia reale o di complottare contro di essa.
Drako siede su di una sedia, posta su di un piccolo palco al centro della sala, alle sue spalle gli occhi curiosi di chi attende di conoscere il motivo di quell’evento e di saperne l’esito, mentre di fronte a lui siedono il Principe Lantis e la Regina Lumen, la quale ha sposato in seconde nozze Re Rickard.
La giuria è composta da tre personalità di spicco a Dohaeris: Il Mago Callien, lo stregone Taras e l’Elfo Niniel, tutti consiglieri di corte, profumatamente pagati dai reali per tenere sotto controllo il popolo ed evitare l’insorgere di dissidi.
“Drako Kalisy, Primo Cavaliere del Regno, Custode dell’arma reale e domatore del Fuoco, sei accusato di alto tradimento per aver tentato di circuire la Consorte Reale, approfittando dello stato di malattia di Re Rickard ed infrangendo il tuo voto solenne di castità” Niniel espone con tono fermo e l’espressione impassibile il capo d’accusa.
“Sei inoltre accusato di aver introdotto tra le schiere dei soldati reali, una ingente quantità di dissidenti, provenienti da altri regni, al solo scopo di sgretolare dall’interno le armate di Dohaeris ed appropriarti del trono” Taras fissa Drako con sguardo vuoto, che enfatizza la freddezza con la quale ha esposto la seconda accusa
“A tale scopo riteniamo che sia stato tu stesso, a provocare la malattia di Re Rickard, in modo da destabilizzare il principe Lantis ed approfittare di tale stato per i tuoi piani. Hai qualcosa da dire in tua discolpa?” Callien è un mago come Drako, ma famoso per l' ingordigia per il denaro e gli agi della vita di corte.
“Ho dedicato la mia intera esistenza per proteggere Dohaeris, ho affrontato decine e… decine di battaglie in suo nome, mi sono sporcato le mani col sangue di chi ha tentato di sopraffarci e quei soldati che ho risparmiato, ci sono ora fedeli. Loro stessi hanno ucciso in nome del regno, hanno famiglie, hanno sposato donne e uomini Dohariani, questa è casa loro, come è anche la mia. Re Rickard è come un padre, un padre buono e giusto, lo è per tutti noi. Nutro profonda stima ed affetto per il principe Lantis, non posso affermare lo stesso per la Regina Lumen, ho fatto giuramento di proteggerla, ma preferisco farlo a distanza, la mia castità non è affatto in discussione”
“Maestà, lei conferma l’accusa ai danni del Primo?” Niniel continua senza farsi influenzare dalle parole di Drako
“Confermo tutto, il Primo Cavaliere ha iniziato ad approcciarsi a me appena il Re ha accusato i primi malori. All’inizio ho pensato fosse un suo modo particolare per dimostrare affezione, ma… è diventato man mano più insistente, così tanto da dover ricorrere a tutto ciò. Io mi fidavo di lui, tutti hanno sempre avuto enorme stima, il Principe Lantis lo considera un fratello... vedermi molestata in quel modo così violento... mi sono sentita impotente... lui è così forte e io sono così gracile... come posso sentirmi di nuovo sicura tra le mura della mia casa con lui in circolazione?" Lumen ha gli occhi arrossati e nonostante sembra voglia trattenere le lacrime, conservando una espressione solenne, perché troppo fiera per dimostrarsi debole, alcune ne bagnano sulle gote pallide.
“Menzogne” Un uomo si alza di scatto dalla platea “Drako non farebbe mai una cosa del genere, è l’uomo più leale che io conosca, è una congiura!”
“Stai parlando alla tua Regina. Sir Efrem Targaryus, se non mi sbaglio…” Lantis prende parola per la prima volta, da quando è iniziato il processo “Sei uno dei soldati più fedeli al Primo Cavaliere, non mi sorprende questo tuo atteggiamento, devo comunque ricordati che rivolgersi in questa maniera ad un Sovrano è punibile con la condanna a morte”
“E’ innocente…” Efrem ha la voce tremolante, è cosciente del fatto di non poter intervenire in alcuna maniera, ma ciò che si sta svolgendo sotto i suoi occhi è al pari di una eresia.
“Puoi dimostrarmi questa sua innocenza? Non solo a parole intendo, qualcosa che possa mettere in discussione l’accusa della tua Regina”
Tutti gli sguardi sono puntati sull’uomo dai capelli rossi, il quale resta in silenzio per un lungo istante, per poi rivolgere lo sguardo al Primo “… no, non posso dimostrarlo, ma…”
“Visto che le cose stanno così: io… Principe Lantis, detentore del trono di mio padre re Rickard, domatore del Fulmine e Sommo Giudice in questa sede della Domus Legis…” mentre proferisce la sentenza si alza ed a passi lenti, scende i pochi gradini che lo separano da Drako, avvicinandosi a lui “...spoglio Drako Kalisy dall’armatura di Primo Cavaliere, condannandolo a morte tramite taglio della testa”
“Sai quali saranno le conseguenze di questo gesto? I soldati non lo accetteranno” Drako risponde con tono basso, come per voler far sentire quelle parole esclusivamente a Lantis
“Ho già provveduto a far pulizie tra i soldati, tutti coloro che appartenevano ad un altro regno, sono ora nel giardino con la propria testa su di una picca, così che tutti possano vederli”
Drako si alza dalla sedia e si sporge verso il Principe. Lo fissa… in silenzio per qualche istante… “…tuo padre non lo accetterà, Lantis…”
Il Principe resta fermo come una statua di marmo, con le parole smorzate e lo sguardo cristallino, sul quale cala un velo ad appannarlo. Chiude gli occhi e si volta di spalle, non vuole più guardarlo, non vuole più sentirlo… “Portatelo via, domani verrà giustiziato all’ora del Sole”
Attimi… Attimi che sembrano svolgersi a rallentatore… Drako, ex Primo Cavaliere, viene portato via dalle guardie, sotto gli occhi attoniti di chi siede nella sala, Efrem divide lo sguardo tra l’amico condannato a morte ed il suo aguzzino, Lantis lascia la sala… in silenzio e senza voltarsi.
Il forte odore di umidità impregna le pareti delle celle, piccole goccioline d’acqua scivolano sui muri e bagnano i pavimenti, l’ambiente è scuro, vi sono solo poche candele ed una torcia ad illuminare il tutto, c’è silenzio… l’unico prigioniero è Drako. Non ha diritto ad un letto, solo cumuli di fieno ai quali è poggiato con la schiena. Sta pensando… sta pensando a tutto ciò che è accaduto: a Lantis, Lumen, il Processo ed ai suoi uomini uccisi e seviziati come fossero animali da macello, solo per dimostrare che la Corona è forte e non va sfidata, solo per imporre una supremazia di violenza e che Rickard non avrebbe agito a quel modo.
“Non è un po’ scomoda quella posizione per dormire?”
Una voce rompe il silenzio, Drako, perso tra i mille pensieri, non ha sentito alcun passo avvicinarsi alla cella, alza lo sguardo e…
“Efrem… ma che?”
“Sono venuto a liberati, cosa che avresti potuto fare benissimo da solo… non mi capacito ancora del perché tu te ne stia là ad aspettare la fine! Ora ti libero e vieni con noi, perché ho deciso così!”
“Noi?”
Dal corridoio spuntano altre figure, avvolte parzialmente dal buio, una donna dai capelli rossi si avvina alle sbarre e tocca la parte della serratura.
“E’ sorprendente come il ghiaccio possa rendere le cose… fragili” La donna è una maga esperta ed al suo tocco il metallo cala rapidamente di temperatura, tramutandone il colore in un lieve azzurrino.
Efrem si mette in posizione e carica un forte calcio su di un punto preciso, basta un colpo secco e la serratura cede, facendo spalancare la porta della cella.
“Efrem no… io…”
“Shhh, muoviamoci, abbiamo fatto un po’ di baccano, non vorrai che domani ci siano anche le nostre teste sulle picche!” Si avvicina alla donna abbracciandola “Ti ringrazierò come si deve più tardi”
Un uomo entra nella cella ed afferra Drako per un braccio, tirandolo a sé “Forza andiamo”
“Mi stai mettendo con le spalle al muro Efrem… ”
Il Gruppo si muove velocemente, i passi riecheggiano per i corridoi di pietra dei sotterranei, solo pochi istanti ed un passaggio segreto li conduce verso l’esterno.
Il cielo è terso, non una nuvola ad oscurar le stelle, la luna si mostra per metà a riflettere pallidamente la luce nella notte, il castello è poco distante, ma l’aperta campagna non oppone ostacoli alla fuga. Vi sono altri uomini e donne ad attendere i fuggitivi, sono in molti ed ognuno pronto a rischiare la propria esistenza per opporsi alla legge della morte imposta dai reali.
“Il tempo della vendetta è vicino Drako, ti ricordi le parole che ti dissi tempo fa? Finalmente è giunto il momento”
Drako ferma la folle corsa “Eri solo un bambino Efrem… credevo che avessi capito in tutto questo tempo”
Efrem si volta di scatto verso l’uomo “Che cosa devo aver capito? Che la mia famiglia è stata devastata per una giusta causa? Che esiste il perdono? No Drako, cazzate… mia madre è morta tra le mie braccia quando avevo solo nove anni, non ci sono motivi per i quali io non debba bramare vendetta”
“Puoi avere vendetta anche senza sterminare altre vite, ci sono altri modi, poniamo fine a tutto ciò”
“Sono anni che cerco persone come me, persone stanche di subire e per quanto io odiassi Re Rickard per quel che mi ha fatto, il clima di terrore imposto dal Principe non ha eguali, la mia vita è stata un inferno e…”
“Anche la mia, Efrem…” L’uomo che fino a quel momento ha saputo conservare la calma, persino nell’istante della sua condanna a morte, esplode in un urlo di rabbia “…ma ho scelto di non imporre lo stesso destino ad altri per mano mia”
“Combattiamo insieme, tutti questi soldati che vedi sono dalla nostra parte, uccideremo i reali uno per uno e ci sarà un nuovo regno”
“No, non diventerò un carnefice a mia volta, combatterò e li piegherò, ma non voglio il loro sangue sulle mie mani”
“Tutto quello che so, me lo hai insegnato tu, ti considero un fratello, non costringermi a schierarmi anche contro di te, vieni con noi avanti…” Efrem si avvicina a Drako con aria sprezzante, convinto che l’amico possa cambiare idea, ma ciò che accade va contro ogni sua previsione: L’ex Primo Cavaliere concentra nella propria mano un picco di energia infuocata, segno che la sua decisione è irrevocabile
“Le cose stanno così allora…”
“Sì, stanno così”
“Non abbiamo più niente da dividere, io e te… da questo momento siamo nemici e se per avere la mia vedetta, la stessa di tutti noi, dovrò affrontarti lo farò, Drako Kalisy”
I due uomini si osservano in silenzio, nessuno dei presenti emette fiato… la tensione è alta.
“Chi è con me mi segua, chi è con lui resti… e soccomba”
“Distruggerò i pilastri del regno e risorgeremo più forti di prima, Efrem… avremo la pace per tutti noi, ma se per ottenerla dovrò combatterti, se per ottenerla dovrò piegare anche il tuo esercito oltre che quello di Dohaeris… lo farò. Chi è con me resti, chi è con lui lo segua, tornerete quando l’equilibrio sarà ristabilito”
E tu… da che parte ti schieri?
Reali con il Principe Lantis
Ribelli con Efrem
Reietti con Drako
Fai la tua scelta, combatti per la tua causa.
L'alba della rivolta
Anno DXIII D.D.
I mese delle foglie
I Giorno di Giove“Guardali negl’occhi…” diceva
“…gli occhi parlano… puoi sentire ciò che le parole non dicono, puoi capire ciò che pensano, se capisci i loro occhi, sai chi sono veramente!”
Drako ripensa a queste parole, passo dopo passo mentre si allontana da Efrem, mentre si allontana dai suoi occhi e dalle parole che gli ha appena detto. E’ consapevole che non c’è ragionamento che tenga, il suo desiderio di vendetta è più forte di qualunque altra cosa e Drako l’ha capito, perché conosce la verità di quegl’occhi, sin da quando erano piccoli ed Efrem appena un bambino. Ma l’ex Primo ha visto troppo sangue, le sue mani… le sue mani hanno sollevato corpi di amici, per poi riportarli ai familiari, troppi occhi… troppe lacrime di sangue, troppe vite spezzate ed un ciclo continuo di morte, una ruota che gira… “Prima a me e poi a te…”, non può seguire il suo amico, non hanno lo stesso desiderio, ma Drako lo sa… non può fermarlo, la vendetta è una fiamma alta che brucia e distrugge l’animo, lo logora e non la si può spegnere così facilmente. Cosa può fare un uomo che ha sempre lottato per il giusto? Non può schierarsi da una parte né dall’altra, perché entrambe seguono la via della distruzione, se solo il Re fosse in condizione di adempiere ai suoi doveri… se solo Lantis fosse come lui… ma troppi eventi hanno segnato la sua vita e purtroppo, Drako, ne è a conoscenza.
Efrem e Lantis ognuno con la propria storia, l’ex Primo ha condiviso la sua intera esistenza con loro, li conosce nel profondo, sa cosa smuove i loro animi e consapevole del perché del loro agire, nulla che abbia a che fare con l’egoismo, nulla che sia riconducibile ad infantilismo, ma motivazioni concrete che hanno lasciato profonde cicatrici, un male che neanche l’affetto più vero e profondo di Drako nei loro confronti, ha saputo guarire…
Ciò nonostante è deciso a non seguire i loro ideali, desidera ristabilire l’ordine, piegarli e solo se ne necessario spezzarli, ma è l’ultimo dei suoi desideri. Si vis pacem, para bellum, per una Dohaeris ai vecchi albori… per una Dohaeris che vivrà in tempo di pace.
I Reietti, coloro i quali non si inchinano ad un potere tiranno ed ingiusto e non si bagnano del sangue degl’innocenti. Drako si volta verso il gruppo, vi sono visi conosciuti ed altri mai visti prima di quel momento, dopo aver percorso un tratto di strada in silenzio, per la prima volta fa sentire la sua voce:
“Vi condurrò all’accampamento dove alleno… allenavo i soldati, alcuni di voi ci sono già stati probabilmente, una volta lì sarete al sicuro, conosco il modo per occultarci al meglio. Seguitemi”
Poche decine di metri ed il gruppo si ritrova nelle vicinanze del bosco, di fronte a loro vi è un imponente portale, senza esitazione e con passo veloce Drako si avvicina al Glados, sfiorandone la superficie. Trascorrono solo pochi istanti ed una luce persistente segnala l’attivazione del passaggio.
Drako muove un passo all’interno del portarle, conosce la sua destinazione ed, una volta oltrepassato, attende che i suoi compagni di viaggio lo raggiungano uno alla volta.
Li osserva in volto, alcuni sconosciuti, altri amici e seguaci da tempo immemore, donne e uomini… ognuno con la sua storia scritta in quegl’occhi che si posano su di lui. Quando l’ultimo piede è posato sul suolo dell’accampamento, l’uomo rivolge un ultimo sguardo al Glados, il quale immediatamente si richiude.
“Ascoltatemi, ci troviamo ora al Lacrima Mundi, per chi non conosca già questo luogo, sappiate che è sacro e che nulla potrà disturbarvi qui…” Porta in alto le mani e pronuncia una formula magica a bassa voce, in seguito… una luce azzurra prende vita dagli alberi che circondano la zona: un flash che dura solo pochi attimi, per poi essere riassorbita.
“Ho attivato dei sigilli che ci rendono invisibili agli occhi di possibili incursori, non abbiate timore, non potranno scoprirci. Ora… è tardi, alle vostre spalle vi sono delle tende, ognuno ne scelga una, ce ne sono per tutti. Ryuk, tu vicino la mia, seguimi”
Drako conosce fin troppo bene quell’uomo, uno dei pochi che non avrebbe mai voluto vedere al suo seguito, è certo che causerà non pochi problemi e che tenerlo a bada potrebbe essere una vera impresa.
L’ex primo si rivolge al resto del gruppo, prima di congedarsi “Cercate di riposare, domattina avremo molto da discutere”
Efrem corre nella notte. I suoi passi pesanti e rabbiosi rimbombano sul terreno rendendoli udibili a chi gli sta nelle immediate vicinanze, non è il cavaliere dal passo felpato e dalla leggerezza di movimenti che tutti conoscono, ora è solo un pazzo accecato dall’odio che corre furiosamente verso una meta non precisata.Andreus, ex scudiero dell’esercito gli è pochi passi più dietro, conosce l’uomo che gli sta davanti, forse anche fin troppo bene e sa del suo odio per i rifiuti. Ma quello che Efrem prova non è il solo e semplice nervosismo per l’opposizione di Drako.
No. È l’odio che gli ribolle dentro. Un odio provato per anni e che ora gli inonda le vene come lava bollente, un odio peggiorato solo dallo stesso rifiuto del fidato compagno d’armi. L’unico uomo che considerava davvero come un parente a lui prossimo, avevano condiviso tutto fin dall’adolescenza e ora quel tutto si era sgretolato lasciando solo un cumulo di ricordi dolorosi. Ma Efrem non piange. Non può permetterselo. Dopotutto è una promessa che ha fatto a se stesso quando era bambino, niente l’avrebbe fatto più tremare o piangere dopo la morte di sua madre, quella notte intrisa di sangue e fiamme ora è più vivida che mai nella sua mente, ha giurato vendetta e l’avrà. Pur di distruggere tutto, a costo di passare anche sopra al cadavere dell’amico.
«Muoviamoci!» urla l’ormai ex cavaliere accelerando il passo, il gruppo dei ribelli è appena dietro di lui e lo segue in silenzio. Passano alcuni minuti prima che il capo del gruppo si fermi dinanzi un’enorme struttura decadente e abbandonata, il vecchio monastero di Dohaeris, Lapis Ancestralia. Abbandonato anni addietro dalla popolazione dopo che i precetti di salvezza del vecchio regno vennero dimenticati. Efrem si fa strada tra le lapidi fragili e malferme del vecchio cimitero soffermandosi per un attimo a rimirare la vecchia struttura accanto. I buchi nei muri la rendono meno imponente e possente di quello che era un tempo e la nebbia notturna unita all’oscurità le infonde un aspetto ancora più sinistro.
L’uomo si ferma davanti l’entrata del piccolo mausoleo e spinge con forza il pesante portone in legno ormai vecchio e logoro. La stanza odora di morte d i muffa e l’unica illuminazione è data da una piccola torcia posta sopra un sarcofago di pietra, «state indietro!» dice Efrem tirando un angolo del sarcofago e trascinandolo da parte rivelando una scala a chiocciola in pietra stretta che scende nel terreno l’intero gruppo scende nella stanza sotto di essa a eccezione di Andreus il quale scende per ultimo ricoprendo l’entrata col sarcofago. I ribelli si trovano quindi all’interno di quella che sembra essere una vecchia sala riunioni con al centro una serie di tavoli rettangolari, un vecchio divano polveroso su un lato e quattro imponenti librerie di fronte alla scala. «Statemi vicino nella prossima stanza, è facile perdersi!» all’interno del gruppo cominciano ad apparire delle facce dubbiose in netto contrasto con la rabbia e la sicurezza del loro capo
che con passo deciso e veloce si dirige verso una delle librerie centrali e ne tira uno dei tomi, l’intera struttura vibra e dopo poco gli scaffali indietreggiano strisciando sulla pietra del pavimento, il mobile quindi scivola di lato sparendo dietro quello accanto e lasciando libero un passaggio poco illuminato. Efrem sorride compiaciuto
attraversando la cripta retrostante con passo fiero, alle pareti molti loculi contengono le ossa dei vecchi monaci messe in preghiera perenne, il tutto sistemato in una struttura labirintica volta al disorientare e far perdere eventuali intrusi.
Dopo alcuni minuti di camminata il gruppo entra in una seconda cripta, ben più larga della precedente al cui interno vi sono solo dei sarcofagi appartenuti alle alte cariche monacali. L’ex cavaliere svolta dietro un angolo seguito dagli altri membri della sua fazione. «Perfetto! Siamo arrivati gente…» guarda ognuno di loro con una nuova luce negli occhi, la rabbia che gli scorre nelle vene ribolle e fomenta quel desiderio bruciante di vendetta che si mostra in un sorriso compiaciuto.
Si volta nuovamente spingendo quindi il muro di mattoni dietro l’altare, quello trema per un po’ per poi cominciare a ruotare sgretolandosi leggermente nella parte superiore e liberando un secondo passaggio segreto.
L’uomo avanza fermandosi al centro della stanza e allargando le braccia «questa notte signori e signore… vi siete ribellati al vostro regno! Tutti voi avete scelto la via della vendetta seguendo il mio cammino! Bene, benvenuti a casa, ribelli di Dohaeris!»
urla sollevando il pugno in alto e spostandosi di lato rivelando un’altra scala di pietra, «seguendo questa scala arriverete al cuore del rifugio stesso, la struttura è formata da tre piani e sono tutti uguali tra loro tranne per alcune stanze al primo e all’ultimo piano. Scegliete la vostra camera e riposatevi. Domattina ci aspetta un nuovo giorno!» detto ciò scende le scale dirigendosi all’ultimo piano della struttura.
Ultima modifica di SimsKingdom; 19th November 2014 alle 00:05