Lysa e Jarak riacquistano la costituzione
Ryuk - 10 per le ferite alla mano
Lysa e Jarak riacquistano la costituzione
Ryuk - 10 per le ferite alla mano
Larieth Slagant
Credo che se mia madre, potesse vedermi ora, rimarebbe di sicuro molto delusa di me.
Fin da piccola, ha sempre cercato di sedare il mio carattere troppo irruente e impulsivo.
Diceva sempre che una donna, non deve mai far trapelare le sue emozioni, negative o positive che siano, perché chiunque, le può usare contro di te.
Purtroppo è una lezione che non ho mai imparato, come il parlare prima di pensare, non agire se non si è riflettuto abbastanza ecc…
Prima per poco non stavo per buttarmi piangete tra le braccia d Ryuk. Cosa c’è di più patetico? Dov’è finito il mio amor proprio, il mio orgoglio?
Mentre sono sola nel campo di allenamento sento dei passi che ormai ho imparato a conoscere fin troppo bene.
Cavoli! Non ci arriva proprio a capire che voglio restar sola? Drako non poteva trovarci un accampamento più grande? Non ne posso più di trovarmelo sempre tra i piedi, sta diventando il mio incubo.
<<Che ne dici di usare quello scudo, contro qualcuno che possa risponderti nell’attacco>> afferma Ryuk avvicinandosi tenendo il suo sguardo fisso su di me.
Lo guardo socchiudendo gli occhi, odio me stessa con tutto il cuore per esser stata così debole, sento la rabbia salire come una vampata. Cerco di ignorarlo, se lo lascio perdere magari se ne va ad infastidire qualcun altro.
Poi le vedo tendere il palmo verso il mio scudo, naturalmente, la barriera d’acqua attorno a me, comincia a tagliarli la carne, ma lui sembra quasi non accorgersene. << Sfogati>> afferma restando immobile continuando a fissarmi.
Stringo forte i pugni dalla collera mentre il mio scudo evapora. << Cosa vuoi da me Ryuk?>> dico con voce inespressiva << Non hai nessun altro da infastidire?>>.
Respiro profondamente per cercare di calmarmi prima che la rabbia prenda il sopravvento su di me.
Ryuk Leithien
Lo scudo di Larieth si dissolve, ma al contrario di quel che sperassi, non vi è reazione alcuna da parte sua, si limita a restare sul posto a fissarmi con l'espressione inviperita. Ce l'ha a morte con me, non ha torto, ma non è neanche nel pieno della ragione. Mi ha posto una domanda prima e le ho risposto, sono cosciente di non essere esattamente delicato nell'espormi, ma che credeva? Che le avrei aperto il mio cuore e poi mi sarei fatto fare le treccine? Sono certo che sapeva benissimo a cosa andava in contro ed ora eccola qui, tesa come una corda di violino << Cosa vuoi da me Ryuk?>> risponde atona, ancora ferma sul suo posto, senza muovere un muscolo, senza darmi contro, si limita a rispondere, come se io fossi l'ultimo essere sulla terra col quale desidera parlare e francamente non me ne importerebbe un accidenti, ma come lei necessito anche io si sfogarmi, non di certo in orizzontale, questa volta ho bisogno di altro << Non hai nessun altro da infastidire?>> La guardo con espressione seria, deve capire che questa volta non si tratta del suo bel davanzale "Ti ho detto di sfogarti principessina, che c'è? Non vuoi sfogare la rabbia repressa? Non desideri colpirmi e farmi male? Avanti, fammi vedere di cosa sei capace, non ti trattenere" Colpisci dannazione.
LARIETH SLAGANT
<< Ti ho detto di sfogarti principessina, che c'è? Non vuoi sfogare la rabbia repressa? Non desideri colpirmi e farmi male? Avanti, fammi vedere di cosa sei capace, non ti trattenere>>.
Mi guarda serio, sembra quasi che anche lui sia arrabbiato, non ho idea di che cosa gli sia successo, francamente nemmeno mi interessa.
No non voglio farti male, vorrei vederti strisicare ai miei piedi supplicante, vorrei ferirti nell'orgoglio come lo sono io, sono coscente di aver fatto tutto da sola, sono io che gli ho servito la mia debolezza in un piatto d'argento.
Sono avvolta dalla collera, non riesco a rimanere lucida, comincio a tremare e a serrare forte la mandibola continuando a fissare Ryuk.
La mia tattica di ignorarlo si sta sciogliendo come neve al sole, sono consapevole che sono molto più debole di lui, ma qualcosa dentro di me mi fa scattare e senza pensare, mi getto su di lui con l'intento di colpirlo forte con un pugno sulla mascella, e nello stesso istante sferrargliene un altro con la mano sinistra sullo stomaco e infine dargli una ginocchiata sul lato destro della gamba all'altezza del ginocchio speramdo di fargli perdere l'ecquilibrio.
Non penso a nulla, sono solo guidata dalla rabbia.
Dopo aver trascorso l'intera giornata con la sua migliore amica, la piccola elfa capisce che è arrivato il momento di rincasare.
Non che il posto dove si sta recando possa considerarsi davvero una casa, ma almeno per ora è l'unico luogo in cui può andare per avere un tetto sopra la testa.
Mentre si incammina nella fitta boscaglia, si guarda intorno con circospezione: sa bene che prima di accedere al rifugio deve sempre controllare di non essere seguita, è la procedura che le è stata insegnata diversi anni fa.
Dopo aver sfiorato il pulsante segreto con la mano destra, le porte, nascoste dalla grotta, si aprono, consentendole l'accesso al lungo corridoio bianco.
"Oh, guarda chi è di ritorno - proferisce una voce femminile a lei nota, nel momento in cui le porte del rifugio si spalancano - Si può sapere dove sei stata finora?"
"Non sono affari tuoi, Jo..."
"Direi che mi interessa eccome, mocciosetta. Cloak è di pessimo umore e quando lui è di pessimo umore, qua ne risentiamo tutti e lo sai bene!"
"Non vorrai dirmi che hai paura di Cloak, vero?" replica la bambina con tono di sfida.
La donna fissa la bimba con odio e con uno scatto si avvicina rapidamente a lei, cercando di afferrarla.
"Come osi parlarmi così, stupida mocciosa?!"
"Prova ad avvicinarti di nuovo a me e giuro che non potrai provarci una prossima volta!"
"ORA BASTA! - una voce possente riecheggia nella stanza - FATELA FINITA! IMMEDIATAMENTE!"
Le due si voltano di scatto, entrambe turbate dalla voce dell'uomo.
"TU - tuona ancora una volta l'uomo, indicando la donna dai capelli rossi - SPARISCI SUBITO DALLA MIA VISTA. ORA."
La donna abbassa la testa e, senza proferire parola, si allontana dalla stanza.
"Dove sei stata?" domanda l'uomo incrociando le braccia al petto.
"In giro" replica istintivamente la bimba.
Sebbene cerchi di mascherare il timore che prova nei confronti di quell'uomo usando un tono di voce sprezzante, percepisce uno stato di inquietudine comprimerle l'animo. L'uomo osserva la bimba per pochi secondi, per poi scattare nella sua direzione ed afferrarla per la gola.
"Azzardati ancora una volta a rispondermi con quel tono - le sussurra lentamente nell'orecchio - e posso assicurarti che la prossima volta ti spezzerò direttamente l'osso del collo, stupida cagna!"
Nell'istante in cui l'uomo la poggia nuovamente a terra, la piccola elfa lo colpisce in pieno stomaco con un pugno carico d'acqua.
"Io ti servo, lo sai. Perciò vedi tu di non azzardarti mai più a farmi del male!"
La voce le trema, le gambe traballano ed un brivido le scorre lungo la schiena. Ha paura, tremendamente paura di lui, ma sa che deve reagire. Prima o poi dovrà imparare a farlo.
Lady Blackstone
La stolta sorride alle mie parole.
Non immagina neanche lontanamente in quella sua piccola testolina vacante cosa sia in grado di fare un uomo.
La fisso in malo modo, fino a quando non comincia a ripulire le mie ferite cominciando da quella al polpaccio.
Stringo nuovamente l'asta della mia falce che non ho ancora mai abbandonato quando Ryuk rientra.
Fortunatamente Elen lo manda subito via, ma prima di allontanarsi mi fissa, rivolgendomi quella che ha tutta l'aria di essere una minaccia.
Se avessi avuto il dono di uccidere con lo sguardo, ora Ryuk avrebbe gli occhi cavati. Il sangue scivolerebbe via dalle orbite e le mie orecchie si delizierebbero ad ascoltare il suo urlo di dolore.
Non hai idea di quello che può partorire la mia mente, essere immondo, non puoi neanche immaginarlo. La realtà sarà lontana mille miglia da ciò che ti aspetti.
Te lo assicuro.
Quando finalmente abbandona l'infermieria, mi sento più tranquilla. Tanto da lasciare la presa sulla mia falce, adagiandola accanto al pagliericcio.
Un senso di sollievo e di tepore mi pervade subito dopo, quando finalmente Elen usa la sua magia curativa sulle mie ferite.
L'abbandono alla sensazione di benessere viene interrotta proprio dalla ragazzina, che apre bocca.
<<Devi essere molto forte...>> asserisce, dopo uno sguardo furtivo in direzione dell'uomo con la benda.
Sospiro, infastidita. Odio parlare e nessuno sembra capirlo.
Avverto l'istinto di colpirla con una ginocchiata, ordinandole di tacere, di non dire idiozie, ma dubito che poi continuerebbe a curarmi. Scapperebbe via piangendo dalle sue stupide amiche.
"La forza serve a poco." pronuncio con fatica.
FINE QUARTA TURNAZIONE. LE VALUTAZIONI VERRANNO EFFETTUATE FIN QUI
Ryuk Leithien
Larieth è ancora titubante, ma c'è qualcosa di diverso nel suo sguardo, una scintilla di rabbia la tradisce e mi appare chiaro come il sole, che sto riuscendo a scalfirla.
In attimo si getta contro di me, non mi smuovo, un colpo al visto m'investe la mascella, volto giusto di qualche centimetro il viso seguendo la direzione impressa dal pugno, un altro colpo diretto allo stomaco, non indurisco l'addome nè caccio aria nel momento stesso dell'impatto, successivamente un colpo al ginocchio, il quale si flette leggermente.
Resto impassibile mentre riporto il viso a lei e riacquisto una posizione eretta, un piccolo rivolo di sangue cola dal labbro, deve esserci una lieve ferita all'interno della bocca.
Inclino la testa e sorrido, probabilmente i denti sono imbrattati da qualche goccia purpurea. "Sai fare di meglio", mi avvicino a lei con l'intento di darle uno spintone, non voglio che cada, il mio intento è solo quello di infastidirla, poi ancora la spintonerò ancora in maniera leggermente più forte
"Avanti moscerino, fammi vedere quanto sei rabbiosa quando vuoi"
Jarak
Un pollice in su. È questa la risposta che ottengo da Ryuk.
Lo guardo inebetito mentre lascia la tenda seguendo Larieth, pare esserci dell'astio tra i due. Non me ne domando il perché... ricordo la scena che ho visto ieri a tavola.
Elen si dedica alla cura della donna mascherata e scelgo di sdraiarmi per qualche minuto sul pagliericcio, per recuperare un po' le energie.
Mi sento bene, le ferite sono scomparse, ma sono ancora molto debole. Chiudo gli occhi e mi permetto di fare un brevissimo pisolino.
Quando mi risveglio la guaritrice si sta ancora occupando della donna incappucciata, quindi devo aver dormito per davvero pochissimo tempo. Ma va bene così: non ho voglia di riposare, l'allenamento ha dimostrato che devo impegnarmi per raggiungere il livello dei miei alleati.
Mi alzo dal letto improvvisato e ignorando le due donne esco dall'infermeria.
Il sole è ormai tramontato, e al tavolo vi è solo Drako. Prendo anche io qualcosa da mangiare dal pentolone e mi siedo a qualche posto di distanza da lui, attaccando poi col cucchiaio la mia ciotola. Ho bisogno di nutrirmi, forse anche più di quanto abbia bisogno di riposare. Non so se dire qualcosa, forse dovrei fargli le condoglianze, o dire qualcosa di carino... dannazione. <<Mi spiace per la tua perdita>>, mi limito a dire, senza distrarmi dal piatto, per poi ricadere nel solito confortevole silenzio.
Our wills and fates do so contrary run
Larieth Slagant
I miei pugni vanno a segno, però non sono soddisfatta, un po' di sangue gli cola dal labbro, ma sembra non farci nemmeno caso, come se i miei colpi gli avessero fatto solo il solletico, non ha fatto nulla per proteggersi, sembra quasi che voglia essere picchiato.
Cosa gli sarà successo? << Sai fare di meglio>> afferma lui avvicinandosi e dandomi uno spintone << Avanti moscerino, fammi vedere quanto sei rabbiosa quando vuoi>>. E' ovvio che mi vuole infastidire, devo dire che gli sta riuscendo benissimo.
Va bene, vuoi soffrire? Allora ti accontento, non chiedo niente di meglio.
Il mio potere comincia a scorrere con forza dentro di me, parte dallo stomaco, per poi diffondersi in tutto il corpo, non so se è solo una mia impressione ma mi sembra più impetuoso dell'ultima volta che l'ho evocato.
Fisso Ryuk con ferocia, quando sento l'acqua uscire con prepotenza dalle mani, due sfere enormi cominciano a vorticare furiose sopra i miei palmi, gliele scaglio addosso con forza.
Nello stesso istante scatto verso di lui, se le sfere faranno il loro dovere, Ryuk dovrebbe finire a terra, quindi approfitterò di quell'occasione per saltargli sull'addome e colpirlo ripetutamente al viso con i pugni, fino a quando lui non mi fermerà.