Devon Balythòn
Dolore.
L’ennesimo crampo alla caviglia mi costringe a fermare una corsa intrapresa da chissà quanto tempo.
Sudore.
Ho una voglia matta di levarmi lo zaino e la giacca dalle spalle, ma pazienterò ancora: la destinazione è pressappoco raggiunta, me lo sento.
Non posso fallire anche questa volta, le indicazioni finali delle missive parlano chiaro:
“...Superato il bosco di Metasequoie, procedi in direzione Nord-Ovest e imbocca il quarto e ultimo sentiero che ti condurrà al Saliceto. Mantieni la sinistra e, non appena avrai identificato l’unico Glados della zona circostante, attraversalo e sarai finalmente giunto nella tua nuova dimora.”
...Nuova dimora...
...Nuova dimora...
No, non posso e non devo permettermi di ricordare il passato, non adesso. Piuttosto, devo pormi molteplici questioni che dovrebbero raggiungere un chiarimento ben definito. Che genere di luogo è? Una sede all’aperto o viceversa? E’ popolata da gente affidabile o da gente che non esita a prenderti per i fondelli, divenendo il loro nuovo bersaglio preferito? Riuscirò ad orientarmi positivamente a colpo d’occhio, come è giusto che sia? Drako è rimasto l’uomo eticamente corretto di tanti anni addietro oppure ha dato una svolta?
Non è facile scovare tutte le risposte, ma un giorno all’altro questo accadrà... ne sono certo.
Senza fare ulteriori indugi ripongo le missive già controllate nelle tasche della giacca e risistemo con calma le spalle dello zaino, per poi tentare di farmi forza nel ricompormi in piedi... così che possa proseguire il tragitto, seguendo nuovamente il ritmo del passo fugace.
I miei stivali in pelle d’orso, bellamente consumati per quanto li stia sfruttando dai tempi della pubertà, non fanno altro che incontrare numerosi tappeti di foglie che, calpestandoci sopra, producono il solito fragore dello scricchiolio secco che riverbera perennemente, cosicché il silenzio abissale della foresta cessasse la sua imponenza.
«Devo darmi una mossa... ora o mai più...» mormoro ardito, con il fiatone che mi sale in gola per il notevole sforzo fisico.
Corro, filo a tutta birra, nonostante i dolori muscolari si ripresentano dirompenti come non mai. La vegetazione diviene fitta a mano a mano che avanzo sempre più sfacchinato, finché nei dintorni inizio a intravedere delle lunghe e verdi foglie lanceolate. Eccoli, i noti Salici Piangenti. Poverini, sono più disperati di me, vorrei consolarli uno ad uno, ma con il poco tempo a disposizione mi è praticamente impossibile.
Un tenue sorriso prende vita nel mio volto non appena una luce candida troppo familiare attira la mia attenzione; alzo gli occhi verso cotanta bellezza celestiale, non avrei mai pensato che il Glados rischiarasse notevolmente l’oscurità della foresta ormai superata con successo, tralasciando i vari spasmi causati dalla fuori forma.
Porto la mano destra verso il sottile strato di plasma che qualifica la consistenza del portale e, serrando gli occhi, mi lascio trasportare dalla sua immensa e abbagliante energia verso l’altra parte del luogo, ovvero il punto d'incontro a me ignoto.
Nel momento in cui tutto si materializzerà dinanzi a me, muoverò qualche passo in avanti e mi guarderò intorno, senza dire nulla. Magari potrei adocchiare repentinamente la figura di Drako, sempre se a quest’ora non stia poltrendo nel suo giaciglio...
N.B.: Lo zaino utilizzato da Devon è questo
Se ci fosse qualcosa di errato, fatemi sapere e provvederò.