Devon Balythòn
Non appena intravedo tre oggetti bianchi, i quali si rivelano dei panni ben puliti posti sopra il tavolino accanto al pagliericcio in cui sta giacendo il tizio,
ne afferro uno senza la minima esitazione.
Lo strofino energicamente su ogni angolo della mia faccia, facendo attenzione a non trascurare neanche un frammento di sangue, questa schifezza deve sparire dalla circolazione.
Nel frattempo il ragazzo mi elogia con poche parole,
dice di chiamarsi Dahmer e mi comunica il suo benvenuto e si scusa ancora una volta per il disastro. Mi sorride gentile, non posso fare a meno di contraccambiare, ma stavolta con una leggera finzione, ancora devo capire se posso fidarmi veramente di lui o se mi sta prendendo in giro.
Mostrerò o non mostrerò la mia voce adesso? Con tutta la... gente che ho avuto a che fare in passato, sono sempre stato reputato uno che ha la voce calda, mascolina e perfino attraente. Va bene, lo farò, ma solo perchè ha chiesto di me.
«Devon.» mi limito a dire, sinceramente mi aspettavo un altro genere di accoglienza, ma vabbè. Ma dov'è sarà finito Drako? Le missive dicevano che egli mi avrebbe accolto fin da subito non appena avrei messo il primo piede in questo luogo. Magari avrà avuto dei contrattempi, non cambia nulla se si accorgerà in ritardo della mia presenza, il giudizio positivo che ho nei suoi confronti resterà inalterato.
Nel frattempo gli altri parlano dell'esito della guerra, ma sono troppo preso dai miei pensieri per analizzare attentamente il colloquio.
Cerco lo sguardo di Elen e Larieth: la prima è piuttosto sfinita, so quanto possa essere faticoso sprecare le proprie energie. Mi renderò utile anche per lei: afferrerò un altro panno, non quello sudicio di sangue ma uno bianco splendente e immacolato,
e con delicatezza comincierò ad asciugarle il sudore a partire dalla fronte...