Devon Balythòn
Mugugno con non poca delicatezza nel sonno.
Cambio ininterrottamente posizione, cercando di assumerne una decentemente comoda. Mi capovolgo, mi piego, alzo i piedi in aria, affogo la testa sul morbido e pungente fieno, ma... non ci riesco. Tutti questi bruschi movimenti non fanno altro che provocarmi giramenti di testa atroci, cavolo. Là fuori circolano suoni e voci incomprensibili che, nonostante siano distanti da questa tenda, non fanno altro che arrecarmi disturbo. Apro gli occhi di malavoglia e automaticamente puntano il soffitto: da come si evince il fatto che io non abbia dormito a sufficienza, è ancora notte fonda.
Ciò significa che Madre Tenebra non ha alcuna intenzione di levarsi dalle calcagna per assegnare il turno di lavoro a Madre Luce. In poche parole, non è ancora sorto il sole. Se volessi godere al meglio il riposo, mi converrebbe srotolare l'apertura della tenda, in modo che ogni genere di suono giunga ovattato o meglio assente. Mi alzo di scatto dal giaciglio e, non appena il mio corpo si prepara ad accogliere la temperatura attuale, istintivamente porto le mani in entrambe le braccia, le quali eseguono dei tremolii involontari... ragazzi, ma qui si congela! Colui o colei che mi ha posato addosso una coperta di fieno, ha fatto bene. Senza attendere un secondo di più allungo le mani verso i lembi che sostengono il "portone" dell'infermeria
e li sciolgo in un batter d'occhio, ogni anfratto del tessuto scivola libero sull'erba, coprendo bellamente l'interno.
Apposto, ora posso dirigermi tranquillamente nel pagliericcio. Sollevo leggermente il tessuto dalla consistenza rigida giusto per rientrare, mi butto a peso morto nel pagliericcio e mi lascerò cullare dall'abbraccio caloroso che la morbida coperta di fieno mi offrirà ancora una volta...
*Azione di Devon concordata con Ecli.