Devon Balythòn
Le luci dell’alba filtrano in minor quantità, seppur intensi, mediante uno strato trasparente che funge da parasole all'unica finestra della tenda. Esse sopraggiungono ai miei piedi, risalendo sempre più in alto, fino a percepire il calore in una delle zone più sensibili del corpo: gli occhi.
Questi, disconnessi dal mondo reale, lasciano spazio a una visuale nera che ben presto assume una tinta rossastra né troppo chiara né troppo scura, segno che se li aprissi completamente potrei patire la cecità mattutina.
D'istinto tiro con forza la coperta fienosa e mi giro dall’altra parte
dove prende esclusivamente l’ombra, biascicando una scusa per rilassarmi ancora su questo fieno così morbido e stimolante nel solleticare le piante dei piedi. Sono ben due giorni che non chiudo occhio come si deve.
«Fì Fì arriFo... aFFi Finque minuFiH!»
Sembro inquietante così... ma in fin dei conti che ci posso fare. Non è colpa mia se ho lasciato il linguaggio a casa, pure lui c’ha sonno.
Un po' alla volta riprendo consapevolezza di me e quella lucidità mentale che ieri lasciava a desiderare, se non avessi avuto le forze necessarie per medicare certa gente.. a quest'ora nessuno mi avrebbe destato più, nemmeno con le cannonate.
Inizierò la giornata con una buona doccia: meglio essere freschi e profumati, per non fare brutta figura.
Mi alzo deciso dal pagliericcio, notando per un attimo la forma che ha preso quest'ultimo: il mio fondoschiena. Ridacchio e scosto la giacca dallo zaino che poggiai la sera precedente prima di concedermi una dormita, prelevo dall'interno un flaconcino di vetro con dentro del succo di aloe, regalatomi da Lucynda prima che intraprendessi questo viaggio. Maneggiando quest'oggetto così prezioso mi sento completamente disperso, con i miei pensieri e sentimenti che vagano confusi e senza uno scopo preciso per la mente. Il suo sguardo da gatta furba, i suoi incomparabili occhi verdeggianti, la sua morbida e vellutata scura carnagione con cui ci ho passato tanti bei momenti, che dovranno ripetersi senza ombra di dubbio... per non parlare dei suoi capelli sbarazzini. Dei! Farei qualunque cosa pur di rivederla ancora una volta, ma... non credo sia una cosa del tutto facile. La guerra divide i nostri cuori in due strade differenti, con ostacoli differenti e obiettivi altrettanto differenti; una lacrima sfugge al mio controllo, lacrima che non caccio indietro ma che lascerò percorrere il sentiero da lui stabilito, senza alcuna interruzione.
Porto con me la boccetta, giacca e zaino alle spalle compresi e mi allontano da qui, sollevando prima l'ingresso della tenda semi-chiusa. Rimango per un attimo accecato dalla luce del sole, gli occhi devono ancora abituarsi. Nei dintorni dovrebbe esserci una tenda dedicata al bagno... mi pare che si trovi dietro quel cespuglio di rose laggiù. Dopotutto, quella tenda è isolata da tutto e tutti, rispetto a queste che mi circondano. Mi fiondo là dentro e ripongo tutto (a parte la mia boccetta) sul baule affianco alla vasca, per poi spogliarmi dai pantaloni e dalla biancheria intima, rimanendo completamente nudo con il... simbolo penzolante della fertilità. Opto per la zona doccia in legno, apro l'acqua e la lascio scorrere, attendendo che i getti tiepidi e rigeneranti mi purifichino dalla testa ai piedi, finché nel momento in cui sentirò il bisogno di rinfrescarmi stapperò il flaconcino e mi riverserò il succo addosso, curandomi poi di spalmarlo dappertutto, a partire dai capelli fino a scendere nel petto, poi nelle braccia, le gambe e così via. Lascio agire il composto gelatinoso ma fresco sulla mia pelle in meno di un minuto, dopodiché risciacquo abbondantemente. Adesso sì che mi sento molto meglio, per lo più rigenerato.
Piglio un asciugamano e mi strofino accuratamente, dopodiché mi rivesto e ripongo la boccetta ormai vuota nello zaino... più tardi dovrò riempirla nuovamente.
Esco dalla tenda e mi guardo intorno: oggi c'è troppa calma... fin troppa calma. Dove sono finiti tutti? Elen? Ryuk? Larieth? Forse staranno ancora riposando. Buon per loro e buon per me. No aspetta, c'è la donna mascherata che si sta nutrendo di frutta.
Ora che la guardo meglio, ha proprio una bella maschera. Adoro in particolare quel gioco di colori dorati e aranciati, davvero notevole. Chi ha creato quella maschera, è un genio! Mi domando però quale fosse il vero volto di costei. Se non vuole rivelarsi per motivi personali mi va bene così, rispetto la sua volontà.
Saluto la donna sorridendo a bocca chiusa con un cenno del capo, per poi avviarmi in dispensa: lo stomaco comincia a farsi sentire, direi che mi ci vuole una sana colazione.
Una frittata di funghi è l'ideale per iniziare bene la giornata. Devo solo cercare gli ingredienti: tre uova e qualche fungo, magari anche delle spezie per insaporire meglio...