Devon Balythòn
Camminando a passo moderato presso l'infermeria, mi rendo conto che la luce del giorno è divenuta più intensa, rispetto a prima.
D'istinto sollevo la visuale portandola al cielo, socchiudendo gli occhi quando incontro la figura circolare e accecante del sole: se ne sta lì, immobile, a sorvegliare l'umanità e qualunque altra forma di vita esistente sulla faccia di questo mondo. Distolgo l'attenzione e ritorno alla realtà, affrettandomi a raggiungere Drako e gli altri, nel mentre udisco differenti domande che ricevono differenti risposte. In particolare, la frase dell'amico di vecchia data mi costringe ad esporre diversi dubbi.
Che intende dire? A cosa si riferisce? Mi sarò perso gran parte del discorso, non ho potuto cogliere ogni dettaglio, poiché ero concentrato sul fare l'assistente di turno a tutta questa gente. Non appena scambio un'occhiata con i presenti, il mio sguardo cade su una cosa a dir poco agghiacciante... su quel che è rimasto di lui. Ryuk. Adesso le cose mi tornano, adesso mi è tutto chiaro. Conoscendo Drako, avrà avuto delle buone motivazioni per assegnare una punizione del genere all'uomo... e a questo punto, se lui è ridotto atrocemente in confronto agli altri, lui dovrebbe essere il responsabile della carneficina che ha coinvolto mezzo accampamento. E scommetto che la zuffa tra egli e l'altro Immaturo si è andata a sviluppare in tal modo. Dovrei essere nauseato, dovrei tremare come una foglia alla vista di tutto questo schifo, ma non più. Nel mio viso vi è solo una maschera impassibile, con uno spiccato senso della ragione e disciplina.
In tutti questi anni, ho compreso in pieno che Drako è un uomo che sa il fatto suo, è una persona che prende delle decisioni sensate e non si lascia mai tentare dall'istinto selvaggio, a differenza del signorino qui presente e l'altro, il quale se ne sta in un angolino della tenda ad assistere in tutta tranquillità. Elen utilizza i suoi poteri rigenerativi per rimettere in sesto Ryuk, migliorandolo parecchio: la pelle riacquista il suo colorito naturale, ma non del tutto, la chioma parzialmente bruciata ricresce come se nulla fosse. Gli sussurra poi qualcosa che non comprendo... nemmeno una sillaba, tantomeno una parola.
Rimango in silenzio, senza fiatare, limitandomi esclusivamente a scrutare attentamente, con i miei occhi buoni, gli avanzi delle ferite di costui che dovranno ricevere la mia assistenza...