Devon Balythòn
Dovrei rimanere in silenzio spirituale e limitarmi ad osservare tutto quel che avviene nell’accampamento... ma ancora una volta mi sorprendo di aver proferito così apertamente dinanzi al cospetto di gente, in parole povere, estranea. Sarà il fatto che certi membri di questa fazione sono parecchio affini alla mia personalità, saranno le circostanze del momento che incitano me ad aprirmi verso gli altri... boh, tutto può essere. Ad un tratto avverto una strana sensazione... qualcosa che rimanda alla negatività, qualcosa che provoca in me una sorta di confusione psichica ma non saprei definirla precisamente. Porto una mano sulla fronte, non posso reggere le loro voci che vanno e vengono provocandomi... Rina, Kubasa, Tera, Daemos... no, è solo la mia immaginazione. Non mi lascerò piegare da quest’ultima, loro non ci sono più e la vita va avanti con o senza volti familiari, ed è così che dev’essere. Osservo le mani incantate di Elen pronte a sfiorare le carni danneggiate di Jarak, quando una fitta allucinante alla spalla destra mi persuade nel piegarmi in avanti col busto, portando istintivamente la mano sul punto dolente. Digrigno i denti per l’intenso bruciore, e per di più avverto un notevole calore sul palmo... sento che sto perdendo nuovamente sangue, dannazione! Mi volto per scoprire il movente di questa storia, i dubbi vengono chiariti non appena intravedo la donna mascherata, armata di una falce dalla lama imbrattata del sangue. Il mio sangue. Da lei non me lo aspettavo proprio, ma che le ho fatto di male? E’ la seconda volta che vengo attaccato alle spalle, ma chi vi credete di essere? Cerco di mantenere il controllo, con individui del genere non si può ragionare, bisogna solo ricambiare il torto subito ma con il doppio delle conseguenze.

«Buonasera a lei, signora... cercava qualcosa?» dico fingendo un sorriso, nel mentre interpello un aiutino a madre natura provando ad instaurare una connessione mentale con un genere di volatile notturno assai noto tra i rami degli alberi: il gufo.
Simbiosi - Allievo
Avverte le sensazioni ed emozioni altrui, è dunque difficile ingannarlo, se chi gli sta di fronte cerca di celare le proprie intenzioni.
Non ci sarà un solo esemplare a non darle corda, ma uno stormo costituito da una dozzina di esemplari che planeranno alle spalle della donna: picchietteranno violentemente sulla fessure della maschera in cui si intravedono gli occhi, zampetteranno su ogni angolo dell’abito dai toni funebri tentando di rovinarlo con tutto il disprezzo che nutrono su costei, come il loro "padrone".
Senza badare all’esito mi volto nuovamente verso Elen, la quale si mostra sicura di sé e delle sue capacità belliche. Mi chiede in seguito di sperimentare una cosa appoggiando il mio aiuto
mentre vedo Jarak separarsi da noi e scomparire in mezzo alle tende a cui noi voltiamo le spalle.
Rivolgo nuovamente l'attenzione ad Elen dando conferma col pollice destro piegato all'insù, ma ritraggo immediatamente la mano e serro gli occhi digrignando i denti, a causa di quella dannata ferita alla spalla che mi impedisce di compiere movimenti normali...