Mia zia prova ad aprire quel forno di bocca e io gliela tappo subito con una mano, stringendola forte tanto da farle male. Piange, mi guarda ma io sono atono, senza alcuna espressione sul viso.
"Stai zitta e non ti succederà nulla; urla e siete morti entrambi" le sussurro freddo, spietato all'orecchio. Le sorrido mentre la sollevo e la getto con forza sul letto. Inizio a slacciarmi i calzoni, è tempo che zia Sybil conosca l'affondo di un vero uomo.
"Sai zio, mi sono sempre chiesto come facesse una donna così bella come Lady Sybil a stare con un imbecille come te... come potesse mai scorrere nelle tue vene lo stesso sangue di nonno Ulfric... una vera ingiustizia il posto in cui sei nato, un posto che non ti meriti affatto, inetto come sei" sghignazzo divertito, non lasciando mai la paura delle lacrime della nobildonna.
La femmina sarà in calore, con una vocina tutta tremolante mi prega di non farle del male, di lasciarla andare. Vuole sedurmi? Dovrebbe sapere quanto queste moine mi infiammino ancora di più! Si dibatte, cerca di lottare ma poi s'arrende all'inevitabile, a quando la faccio mia e la umilio in tutti i modi in cui un uomo potrebbe far male ad una donna. Mio zio non fa che frignare tutto il tempo, non fa che ripetere come una nenia il perchè, il fatto che lui è sempre stato buono con me, che loro non mi hanno mai fatto del male. Ma quelle suppliche sono come una brocca di idromele dolce e prelibato, che inebriano ancora di più i miei sensi, che mi danno ancora più energie! La lascio quando sono soddisfatto, anche se potrei continuare per giorni. Purtroppo, non ho tutto questo tempo. Si rannicchia dolorante sul letto, i segni della mia passione la marchiano ogni centimetro del corpo. Non smette di piagnucolare, mi piego ancora verso di lei e le accarezzo la guancia con la mano gentile. Mi guarda e la vedo, quella luce di speranza, quella disperata voglia di sopravvivere. Il mio viso si rasserena, il mio sorriso si fa confortante.
"Se pensi che ci sarà un lieto fine, non hai prestato attenzione" le sussurro con la voce crudele e poi la trascino per i capelli, a bocconi per terra con di fronte suo marito. Le drizzo la schiena tirandola verso l'alto per la coda corvina e nell'altra mia mano, tetra e terrificante, riprendo la mia Ripper. Un taglio netto, una decapitazione da primo premio. Sono proprio bravo nel mio lavoro. Osservo la testa con sufficienza, sono riuscito a catturare una bellissima espressione della zia.