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  1. #1511
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien


    <<BENE!>> Alzo un sopracciglio di riflesso, ma non la guardo, non m'interessa più di tanto <<Al diavolo pure questo stupido gatto!>>



    Pure! Che vuole la riverenza pure dal gatto? Scusami micio, levati dai miei piedi e vatti a strusciare conto quel pezzo di legno a forma di donna, che sta frignando, altrimenti le viene un'altra crisi isterica, non vorrei mai che iniziasse a prendere a pugni pure il tavolo, così come ha fatto col Glados. Se ne sta ferma e zitta per un pò, GRAZIE RAIDEN, GRAZIE! Riesco a godermi la zuppa, non è delle migliori, il pollo macellato era vecchio, ma meglio di nulla, mi sforzo addirittura di non essere un grezzo, come tanto mi piace mostrarmi, e non succhio il sugo dal cucchiaio nel modo più rumoroso mi sia concesso.



    Ad un certo punto sento un rumore... un gorgoglio che proviene direttamente da Esperin, ohhh... allora ha fame, ma sì, chi se ne frega, che patisca pure la fame, non le chiederò ancora di sfamarsi, non insisto come si fa coi bambini. La osservo e sorrido, come mio solito fare, ma non muovo un muscolo e continuo a mangiare come niente fosse <<Credo approfitterò del bagno, devo togliermi tutto questo...schifo di dosso>>



    "Mh" sarebbe quasi ora, almeno al campo non penseranno che io l'abbia tenuta per i capelli ed infilata in un secchio colmo di merda. Già... al campo, bel problema, sto cercando di sforzarmi di ricordare dove si trovi, ma niente... è come se i miei ricordi del luogo in cui sono stato i questi giorni, si siano sbiaditi a tal punto da diventare irriconoscibili, i volti... tutto ciò che è accaduto è perfettamente chiaro e delineato, ma non il contorno. E' come avere in testa il dipinto di un paesaggio ed immergerlo nell'acqua, quando lo si solleva la tempera è totalmente sciolta ed i colori, le forme, le linee sono tutte mischiate tra loro, tranne che per i protagonisti del soggetto, quelli sono ancora visibili e nitidi. Devo capire come tornarci, maledetto Drako... a destarmi è ancora il gatto che sale sulle gambe ed inizia a strofinare la testa sotto al mio mento, sembra contenta a giudicare dalle fusa. Le faccio una singola carezza che parte dal collo ed arriva alla base della coda, mi rilassa e mi seda in qualche modo. Sospiro pesantemente e l'accarezzo ancora una volta "Dici che le devo portare da mangiare?"

    in risposta miagola, come se realmente mi abbia capito. Mi sollevo dalla sedia e lascio che il gatto scenda a sua volta, prendo una ciotola più o meno pulita e la riempio di pollo e di brodo ormai tiepido, anche se dubito che lo mangerà, ma tanto il problema non è mio.



    Dopo aver preso anche un cucchiaio salgo al piano superiore e passando accanto la stanza da bagno, sento lo scrosciare di acqua al suo interno, d'istinto mi vien da accovacciarmi e sbirciare attraverso la serratura, ma la chiave mi impedisce di osservare qualsiasi cosa. Tanto avrei visto solo una mazza di scopa con due sacche di grasso a forma di chiappe. Proseguo ed arrivo in camera da letto, dove c'è l'armadio contente gli abiti di mia madre, poggio il piatto ed il cucchiaio su di un pianale e resto fermo qualche istante, per quanto io sia tentato di restare ed aspettarla qui, decido di uscire e recarmi nello stanzino accanto, dove ho poggiato il violino. Il ciondolo è ancora al suo interno e cerco di prenderlo, inclinando lo strumento, così prima ne fuoriesce la lunga catena, col la quale tiro fuori il piccolo monile. Questo deve restare qui, lo infilo in un cassetto, quando tutta questa storia sarà terminata avrò modo di riportarlo alla tomba di Elysa e sistemare tutto a dovere. Chissà se quella ha finito con la toilettatura, tra poco vado vedere

  2. #1512
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    DAHMER GRAY

    Credo proprio di aver fatto centro, la ragazza sembra essersi bevuta la mia pantomima. Mi chiede il motivo di tanto odio... la cosa buffa, è che a volte me lo sono sempre chiesto anch'io. Come mai dentro di me c'è così tanto odio e rabbia? Non per le botte di Ulfric... quanti bambini sono stati selvaggiamente malmenati dal proprio nonno e sono diventati comunque delle brave persone? Mio padre, con questo incontro, ha chiarito tutto: sono un demone che cammina tra gli uomini. Il mio destino, quello che gli dei desideravano per me era diventare il sacrificio dell'Abgruntis, il mio sangue avrebbe bagnato la spada di Lord Tywin Leithien e ora sarei parte della schiera di Raiden. Non sarei dovuto sopravvivere all'alba della mia nascita e invece... è andato tutto storto perchè uno stupido mago si è messo in mezzo. Voleva una famiglia lui! Gettandomi in questo mondo crudele e aspro, pensa di avermi fatto un piacere? Farmi condividere il mio ossigeno con gente idiota come la falena, pensa che sia una cosa buona? Tutto ha acquistato senso. Sono una piaga in questa terra, una punizione divina. E come un cancro, divorerò questo mondo, conquistando il potere e la gloria. "Mio padre è un Dreth... sono una famiglia votata all'onore, alla lealtà, alla fedeltà verso il Re. Sono nato da una notte di follia, da un errore e sono diventato la macchia sulla sua casacca virtuosa. Uccidermi non rientrava nei suoi doveri, nel suo codice da cavaliere... così ogni mio respiro è stata la sua punizione per il peccato che ha commesso" dico con il capo chino, mentre mi incammino al lago. Si è alzata dal pagliericcio, penso mi seguirà anche lei. Già... ma davvero l'ha fatto perchè voleva una famiglia? O solo per il suo senso di colpa per quell'onta al suo onore che rappresento? Perchè dirmi di Ulfric? Per la prima volta nella mia vita, non so quanto profonde siano le mie bugie... e quanto lo sia la verità. Sono crucciato e questa non è una maschera. Scaccio questi pensieri, non è carino intristire una fanciulla che ti vuoi portare a letto. "Oh mi spiace Larieth, parliamo di qualcosa di più allegro eh? Anche se qua scarseggiamo di argomenti" esclamo sorridendole. Ma sì, meglio spostarci su un argomento più leggero, mi fa male la testa a pensare a queste cose. Poi voglio sapere di Ryuk... già... che sarà successo? "Drako poi... lo ha cacciato davvero? Sai... ti ho vista al lago con Ryuk... deve averti fatto male questa decisione del Capo" domando tutto timido. Non voglio sembrarle indiscrto, ma voglio capire come ho fatto a perdere una scommessa che sembrava già vinta. Al lago scorgiamo pure Devon a... bho a non fare niente, come al solito. "Che pensi del nuovo arrivato?" le chiedo curioso. Non voglio espormi troppo su di lui se non ho ben in mente che idea ne ha lei.

  3. #1513
    sim dio L'avatar di scarygirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Lady Blackstone



    Il miracoloso bagliore svanisce quando Elen termina di curare le mie braccia. Non sono più doloranti e hanno ripreso sensibilità. Apro e chiudo i palmi delle mani un paio di volte per accertarmene.
    <<Va bene, le braccia sono guarite... Se cambi idea per quelle sai dove trovarmi.>> mi dice riferendosi alle mie gambe.



    Resto a fissarla per qualche istante mentre sbadiglia. In lei rivedo molto Mira, i suoi modi, il suo sorriso, l'instancabile voglia di aiutare gli altri.



    Le prendo qualche ciocca di quei capelli argenetei spostandogliela sulla spalla.
    "Dovresti tenerli raccolti in una treccia." Come Mira.



    Mentre mi allontano le rivolgo un ultimo sguardo.
    "Grazie." sussurro a fatica, per poi lasciare la sua tenda e rientrare nella mia.



    Ultima modifica di scarygirl; 30th July 2015 alle 16:34


  4. #1514
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar
    - Faradorn -


    Entrata nel catino resto per qualche secondo sott'acqua per poi riemergere e tirarmi indietro i capelli bagnati, strofino energicamente la pelle per togliere i residui di terra e sangue e poi lavo il viso più volte, fin quando non sento nuovamente la pelle morbida e liscia. Si, decisamente ci voleva, ora mi sento molto meglio, molto più calma. Calma...si! Sono calma...più o meno.



    Quando finalmente mi sento pulita e profumata esco e mi avvolgo in un telo, tamponando con un altro i capelli gocciolanti.



    Poi tolgo quella stupida sedia da dietro la porta e lentamente la apro, portando fuori la testa per controllare che non ci sia nessuno. Quando me ne sincero raccolgo l'abito e la spada da terra, esco dal bagno e velocemente raggiungo la camera, tirando la porta alle mie spalle. Mi avvicino al letto dove poggio ciò che ho in mano, notando lì vicino un ritratto raffigurante una donna... credo sia Rosalinde, sua madre, per lo meno dai ritratti che mi è capitato di vedere. Povera donna, con quel marito che si ritrovava deve aver patito sorprusi infiniti, arrivare persino a provare a toglierle il conforto di avere vicino il figlio negli ultimi istanti di vita... che mostro, che essere infame, che sia dannato assieme a tutta la sua stirpe!



    Mi volto verso l'armadio, nervosa... quando sento nuovamente quell'odore di pollo. Mi volto dall'altra parte e vedo una ciotola di zuppa ed una posata, appoggiati al ripiano. Mi ha portato la cena?! Davvero pensa che mangerò quella brodaglia? Non sono neanche tanto certa che sia pollo! Ignoro la ciotola dirigendomi verso l'armadio a piedi scalzi e con ancora il telo addosso, lo apro e mi ritrovo davanti un turbinio di vestiti di ogni tipo. I colori predominanti sono il nero ed il viola e faccio un enorme sforzo per non richiuderlo immediatamente per il senso di ribrezzo che sento, ma ciò mi fa dedurre che probabilmente siano gli abiti della madre, è fin troppo evidente che siano gli abiti di una Leithien. Ma poi in un angolo vedo dei vestiti di un colore molto più chiaro e vivace: rosa. Un rosa acceso, radioso... non credevo che Rosalinde fosse il tipo di donna da indossare il rosa, perlomeno nei ritratti indossava sempre e solo abiti con gli orribili colori della sua casata. Probabilmente sono gli abiti di qualche sgualdrina che si è portato in casa, se non avessi urgente bisogno di un vestito col cavolo che toccherei questa roba! Un secondo brontolio dello stomaco mi fa sbuffare nervosa, e torno a voltarmi verso la ciotola che sembra quasi invitarmi. Non posso, ma che schifo... chissà che roba è... si sarà lavato le mani prima di cucinare? Ne dubito, figuriamoci. Torno a guardare i vestiti, ignorando sia gli abiti rosa che decisamente non sono adatti a me e sia gli abiti ricchi e pomposi che ormai non rispecchiano più la mia condizione. Ed infine in un angolo trovo un vestito nero di cotone molto semplice, anche un pò consumato, probabilmente deve essere molto vecchio. Lo estraggo dall'armadio osservandolo, credo che faccia al caso mio, e dopo averlo annusato per controllare che sia pulito lo poggio sul letto pronta a cambiarmi, quando lo stomaco mi brontola ancora. Oh...e basta! Lascio cadere il vestito sul letto e mi avvicino alla ciotola, guardandola schifata... credo ci sia persino un sottile strato di grasso intorno, o forse è solo una mia impressione... non lo so, mi fa schifo tutto qui dentro. Ma ho fame... e l'odore sembra invitante...forse solo un assaggino, che sarà mai. Prendo la posata e giro la brodaglia perplessa, prima di farmi coraggio e prenderne un poco che mi porto alle labbra dopo aver al solito controllato che non sia avvelenato. Non che lo pensi, ma ormai mi viene naturale farlo sempre. Lo annuso circospetta, esaminando attentamente il contenuto del piatto, ed infine chiudo gli occhi ed infilo in bocca la carne. Mastico lentamente, fin quando non mi assicuro che il sapore sia decente, e poi ne prendo una seconda razione...ed una terza. In pochi minuti, senza rendermi conto, mi ritrovo ad aver finito tutto, sbalordita. Lascio la posata nella ciotola e mi alzo dal letto, avvicinandomi nuovamente al vestito, mi volto verso il muro e lo indosso, lasciando che il tessuto scivoli dall'alto fino a coprire tutto il corpo, perdendo qualche minuto ad allacciare tutti, o quasi, i bottoncini sul petto.



    Mi entra, anche se forse è leggermente aderente nelle forme, Rosalinde, o chiunque sia la donna che l'ha lasciato qui, doveva essere poco più magra di me. Non è comunque esagerato, nel complesso mi sta bene, è passabile e decoroso per qualche giorno... fin quando non avrò lavato il mio vestito, poi glielo restituirò immediatamente. Indosso anche un paio di sandali comodi, per fortuna mi entrano, non posso restare scalza e le mie scarpe... boh, non so neanche dove siano finite.



    Lascio i capelli bagnati liberi sulle spalle, si asciugheranno in breve tempo, e poi ripiego i teli in modo molto accurato, mi avvicino alla porta e la apro per dirigermi in bagno e rimetterli al loro posto.

  5. #1515
    sim dio L'avatar di valuccia85
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti




    Tatto. Stringere le mani della donna, mentre crolla a terra in un pianto disperato.



    Il corpo è scosso da fremiti, come se un essere misterioso si fosse impossessato di lei, ed il volto è sconvolto dal dolore.
    L'uomo, ancora in piedi, dietro la moglie, ha le mani sul viso, nel vano tentativo di coprire le lacrime che stanno rigando il suo volto. Continua a ripetere, con la voce scossa dai singhiozzi, che ciò che è accaduto non è possibile. Continua a domandarsi come può essere accaduto tutto questo, a chiedersi il perché di tanta crudeltà, perché li ha abbandonati in quel modo. Ora, tra le mani, stringe il recipiente contenente le ceneri della sua amata figlia scomparsa.


    Udito. Ascoltare le loro grida, le loro domande, i loro dubbi, i loro lamenti. Il loro dolore. Le orecchie si riempiono della loro sofferenza e dei loro tormenti e ciò le spezza il cuore.



    Vorrebbe alleviare la loro pena, ingannare il loro dolore, ma non ha questo dono. Come non ha avuto il potere di riportare a casa la loro figlia, sana e salva. Di proteggerla e di prendersi cura di lei, proprio come aveva giurato a se stessa di fare da quando non erano che due bambine indifese.


    Vista. Osservare la mano della donna che scivola via dalla sua, come se fosse priva di forza e di vita. Vedere l'uomo che, ancora con il volto bagnato di lacrime, si inginocchia accanto a lei, nel tentativo di starle accanto.



    Ora la mano è sul cuore e stringe forte il petto, quasi nel voler afferrare l'organo che, se fino a qualche minuto fa era colmo di preoccupazione ed ansia, ora è pieno di dolore e disperazione, per poterlo strappare via dal petto.
    Poi, improvvisamente, la donna perde i sensi sotto ai suoi occhi, tra le braccia del marito.


    Gusto. Assaporare le lacrime che le colano lungo la guancia, solcano le sue labbra e muoiono nella sua gola.



    Hanno un sapore amaro, acre come la delusione che avverte nel suo animo e la rabbia che pulsa all'impazzata nel suo cuore. Si morde il labbro inferiore con collera e dopo pochi secondi avverte chiaramente il sapore metallico del sangue sulla lingua. Il sangue che ha imbrattato la sua armatura il giorno della battaglia. Il sangue della sua migliore Amica. Di sua sorella. Chiude un attimo gli occhi ed un'immagine affiora nella sua mente: il cavaliere cade a terra ed il suo sangue schizza sul volto della giovane elfa che, con un rapido gesto della lingua, si pulisce le labbra. Ora è il suo sangue che cola nella sua gola. Il sapore della vendetta.


    Olfatto. Fiutare l'odore di morte che aleggia nell'aria. Il familiare aroma di dolci appena sfornati che, fino a qualche mese fa, inondava la stanza e che da bambina poteva inalare a pieni polmoni, ora è svanito e non tornerà mai più. La donna, destata dall'apparente sonno, la lega in un abbraccio e solo in quel momento un intenso profumo di lavanda le invade le narici.



    Forse non sentirà mai più quel dolce profumo. Né qui, né altrove. L'odore della morte non potrà mai più abbandonarla.


    Le lacrime bagnano ancora i loro volti, ma tutti e tre sono consapevoli che è giunto il momento di separarsi. Non sanno se e quando potranno incontrarsi di nuovo, ma i loro cuori, sebbene colmi di dolore, rabbia e disperazione, saranno legati in eterno. La morte, per uno strano scherzo del destino, li ha uniti in un legame indissolubile.
    Stringono la giovane ancora una volta, sussurrandole parole di incoraggiamento e prudenza.
    Vorrebbero che fuggisse con loro, che si allontanasse per sempre da questa guerra che già ha arrecato loro tanto dolore, ma devono lasciarla andare. Non possono far altro che restare a guardare, mentre si allontana silenziosa nella notte.

    Ultima modifica di valuccia85; 26th July 2015 alle 03:06

  6. #1516
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien
    - Faradorn -

    Quando esco dalla stanza faccio giusto in tempo a notare una chioma scura dirigersi in camera da letto, resto fermo un attimo per non farle capire della mia presenza e quando sento il rumore dalla porta chiudersi, esco allo scoperto.



    Qui non c'è la chiave, posso benissimo sbirciare, mi avvicino piano all'uscio in punta di piedi, in modo che non possa sentirmi, almeno spero, e mi chino guardando dalla serratura.



    La stanza è abbastanza grande e non riesco a vedere tutto perfettamente, inoltre è poco illuminata, c'è solo qualche candela consumata a rischiarare l'ambiente con un fioco barlume. Si muove, la vedo passare, si dirige verso l'armadio per poi aprirlo, ci mette un pò di tempo, ma alla fine afferra qualcosa, un abito nero, il colore predominante tra l'altro, non riesco a capir bene quale sia la sua scelta, non che m'importi molto. La intravedo poi mentre si avvicina al punto dove ho lasciato il piatto e sento il rumore del cucchiaio che tocca il bordo della ciotola... sta mangiando, ehehehehe, ma anche qui ci impiega un pò di tempo, che palle... noto però che non ha ancora l'abito indosso, forse non c'è nulla di suo gradimento, oh povera figlia dell'estate costretta a vestire con abiti che non rientrano nei suoi gusti. Finalmente intravedo nuovamente la sua figura, si volta di spalle e si sfila l'abito, intravedo solo la schiena nuda, sulla quale ricascano i capelli lunghi ed ancora bagnati, non ho una visuale più ampia purtroppo, avrei proprio voluto osservare per bene quelle belle curve ampie che si ritrova. Resto fermo ad osservarne i movimenti lenti ed eleganti, anche quando è sola ha il palo infilato dritto attraverso il deretano, ma quando noto che si dirige verso la porta, mi sposto istintivamente di qualche passo in dietro e torno in posizione eretta, come se fossi appena arrivato... ops. Me la ritrovo avanti, con i teli tra le mani ed il lungo abito scuro a fasciarle il corpo, anche se le sue forme sono decisamente più abbondanti di quelle di mie madre, lo dimostrano i bottoni aperti sul petto, che sicuramente non è riuscita a chiudere, data una certa abbondanza che non mi dispiace osservare... sì, decisamente...
    <<Grazie.>>

    riporto l'attenzione al suo viso, mi ringrazia... che cosa strana, forse è troppo educata, non può evitare di essere riconoscente per la zuppa e l'abito, ma dovrebbe sforzarsi di avere un tono meno scocciato ed una espressione un tantinello più solare e convincente, giusto per gradire. <<Non appena avrò lavato il mio vestito, ti restituirò questo>> La osservo qualche istante prima di oltrepassarla ed entrare nella stanza, porto la mia attenzione prima al piatto, totalmente vuoto, poi all'abito sporco di sangue steso sul talamo. Mi guardo bene dallo spostare o anche solo sfiorare la spada che è poggiata sul tessuto intriso di rosso cremisi e solo dopo qualche istante guardo nuovamente la ragazza "Non lavarlo" le dico diretto con tono sicuro "Questo sangue ha un significato, non va cancellato, devi tenerlo così com'è" Sorrido, questa volta non è il mio solito sorriso spavaldo che vien fuori quando è meno opportuno, è più qualcosa di istintivo, ma presumo che non noterà la differenza. Mi volto ed apro l'armadio alle mie spalle. "Ho tenuto il mio... quello della prima volta che ho tolto una vita"



    Così dicendo le mostro un mio abito, probabilmente si sarebbe aspettata le vesti di un uomo o almeno quelle di un giovane ragazzo, ma ciò che le mostro sono i vestiti di un bambino: il tessuto nero ha delle chiazze di sangue, ormai scuro e secco, su tutta la parte anteriore, il petto è quasi totalmente sporco, così come le ginocchia. "Avevo sette anni, il ricordo di quel giorno è talmente chiaro che mi ricordo persino la sensazione del coltello stretto nella mia mano" Mi perdo per un attimo nelle immagini che prendono a scorrere veloci nella mia mente: il volto di quell'uomo, la carne dilaniata, il sangue che abbondante defluiva in una pozza sul pavimento di marmo, l'espressione di mio padre e tutto ciò che ho sentito in quel momento. "Che cosa hai provato quando l'hai uccisa?"

    Le chiedo quasi senza pensarci, ho perso il senso della vita, uccidere non mi provoca più alcuna emozione, non un brivido, non ha alcun significato osservare la morte impossessarsi di qualcuno per causa mia, le mie uniche emozioni sono legate al giorno di quel ricordo di quasi trent'anni fa.

    *Frase di Esperin concordata

  7. #1517
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar
    - Faradorn -


    Apro la porta distrattamente con l'intenzione di raggiungere il bagno e sobbalzo quando mi ritrovo Ryuk davanti, credo appena arrivato.



    Mi guarda insistentemente e la cosa mi infastidisce molto, alzo un sopracciglio contrariata per i suoi modi inappropriati esclamando poi un <<Grazie.>> decisamente molto forzato, sia per riportare la sua attenzione sui miei occhi e sia per educazione. Non sia mai che si dica che sono maleducata, o che non so ringraziare chi in qualche modo mi aiuta, anche se si tratta di un rozzo zoticone come questo, ma ammetto che pronunciare quella parola non mi ha mai richiesto tanto sforzo come in questo momento.



    Abbasso lo sguardo sul vestito che ho preso in prestito, rassicurandolo che glielo restituirò non appena avrò lavato il mio, ed ho intenzione di farlo al più presto, non mi sento a mio agio vestita in questo modo e non voglio avere debiti con lui. Fa qualche passo per entrare nella stanza e mi scosto per lasciarlo passare, guardandolo poi mentre osserva prima la ciotola vuota e poi il mio vestito sul letto. "Non lavarlo" mi dice con sicurezza "Questo sangue ha un significato, non va cancellato, devi tenerlo così com'è". Lo osservo mentre sorride ancora, chiedendomi cosa trovi da ridere in ogni occasione, anche se stavolta sembra aver accantonato quell'aria da sbruffone, e resto in silenzio mentre si avvicina all'armadio alle sue spalle.



    "Ho tenuto il mio... quello della prima volta che ho tolto una vita" estrae un vestito dall'armadio, e lo osservo dapprima riluttante, poi sempre più sconcertata quando mi rendo conto che sono gli abiti di un bambino, il sangue secco ricopre quasi totalmente la parte anteriore del vestito fino alle ginocchia. "Avevo sette anni, il ricordo di quel giorno è talmente chiaro che mi ricordo persino la sensazione del coltello stretto nella mia mano" continua a fissare il vuoto come perso nei ricordi, mentre mi chiedo come sia possibile che un bambino di sette anni possa già uccidere, magari provare piacere nel farlo, ed avere poi la lucidità di conservare il vestito e ricordare in maniera così vivida quella esperienza dopo trent'anni.



    Sento un brivido lungo la schiena ed il desiderio di allontanarmi subito da lui e da questo posto e di riflesso abbasso lo sguardo, mentre una smorfia di disappunto compare sul mio viso. Sono questioni sue, non mi riguardano. "Che cosa hai provato quando l'hai uccisa?" rialzo lo sguardo su di lui quando mi fa questa domanda, e poi torno a guardare il vestito e la spada ancora sporche del sangue di quell'infame. Lascio i teli sul pianale e mi avvicino al talamo piegando grossolanamente il tessuto del vestito e prendendolo in mano assieme alla spada <<Non ho bisogno di vedere un vestito per ricordare quello che ho fatto>> rispondo apatica, mentre l'ansia si impossessa nuovamente di me provocandomi un senso di oppressione al petto <<Questo sangue indica solo che è stata fatta giustizia, nient'altro>> ripeto più a me stessa, come a convincermene ancora <<Quello che ho provato...>> abbasso nuovamente lo sguardo, ripensando a come mi sono lasciata andare prima, alle lacrime e a quel senso di colpa per aver provato piacere e soddisfazione nel porre fine alla vita di quella donna, alla consapevolezza che tornando indietro lo rifarei, probabilmente anche in maniera più cruenta...al pensiero di dovermi sentire un mostro per questo, anche se il fine era giusto, ai miei occhi <<...non ha più importanza>> e non ha senso parlarne, lui non può certamente capirmi, forse nessuno può farlo.



    Alzo nuovamente lo sguardo su di lui, stanca e provata <<Vogliamo andare adesso?>>

  8. #1518
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien
    - Faradorn -

    Esperin mi osserva con espressione diversa, la presa di coscienza di quanti anni avessi al mio primo omicidio deve averla turbata ed è più che comprensibile. La realtà è che non so se dovrei ringraziare in qualche modo il Lord, per il modo più che particolarem che mi ha riservato, nell'impartirmi i suoi insegnamenti di vita, è certo che con un padre "normale", ora, avrei ben altro carattere, forse sarei come la Principessina qui presente, avrei la puzza sotto al naso e mi schiferei alla vista di un pò di fango sotto la suola delle mie pregiatissime scarpe tempestate di diamanti.



    Non sarei il Ryuk Leithien di ora, non posso affermare con sicurezza, che sarebbe stato un bene o un male, l'unica mia certezza è che ora sarei morto. Essere Leithien non ha alcun privilegio, io non ne ho mai visti, a parte i diamanti, siamo dei demoni in terra con un corpo mortale, siamo dei condannati a morte dal giorno della nascita e sono certo che tutti vorremmo fare a cambio con la vita di un altro, tutti... tranne lui.<<Non ho bisogno di vedere un vestito per ricordare quello che ho fatto. Questo sangue indica solo che è stata fatta giustizia, nient'altro>>



    Non è abbastanza lucida ancora, quell'abito è ben altro, non è solo il simbolo di ciò che ha fatto, non è legato al singolo ricordo, quell'abito è la vecchia Esperin, quell'abito è un guscio dal quale è stata strappata con violenza, quell'abito simboleggia tutto ciò che era prima di oggi, perchè la morte cambia le persone, non sarà mai più la stessa, anche se ora non può saperlo e se glielo dicessi, non capirebbe comunque<<Quello che ho provato...non ha più importanza>>



    Non ha importanza per me, questo è sicuro, la mia curiosità si è già esaurita nel momento in cui prima mi ha detto che le è piaciuto<<Vogliamo andare adesso?>>



    La osservo titubante, non posso dirle che non so dove dobbiamo andare... ho bisogno di tergiversare, ma ora che ci penso, non le ho ancora chiesto nulla, so solo che ha ucciso Niniel, non può essere fuggita solo per questo, solo ieri era convinta di restare al suo posto tra le fila reali, che cosa può essere mai accaduto... "No"



    la osservo fisso "Non ancora. Prima voglio sapere cosa è accaduto in così poche ore, da spingerti a rivalutare la mia offerta e non risparmiarti i dettagli"

  9. #1519
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar
    -Faradorn-


    "No" risponde secco Ryuk alla mia proposta di andare. No? Come no? Sta scherzando spero! Aveva fame, ha mangiato, io mi sono resa presentabile, ora che altro c'è?



    "Non ancora. Prima voglio sapere cosa è accaduto in così poche ore, da spingerti a rivalutare la mia offerta e non risparmiarti i dettagli". Sbatto un paio di volte le ciglia guardandolo perplessa, questo suo comportamento inizia a darmi davvero sui nervi, soprattutto perchè non ne capisco il senso, o l'utilità. Avrebbe potuto chiedermi delucidazioni mentre mi conduceva lì, sembra quasi non avere voglia di andarci. <<Ryuk... stai tergiversando e non capisco per quale motivo, ma non mi piace affatto. Mi stai facendo perdere tempo, e non sono venuta qui per questo>> rispondo secca, scocciata, incrociando le braccia al petto dopo aver nuovamente poggiato il vestito e la spada sul pianale.



    Poi sbuffo, prima di decidermi a parlare, altrimenti sento che non ci muoveremo da qui per quel poco che ho capito di lui, e che quindi resterò con questa confusione in testa. Spero, anzi, sono certa che Drako saprà rassicurarmi di aver fatto la scelta giusta, dopo una normale titubanza iniziale. Ed io ho bisogno in questo momento di sentirmi dire di non aver fatto la più grande sciocchezza della mia vita, ma di stare lottando per ciò che è giusto, per ciò che avrebbe voluto mio Padre <<Ho riflettuto, ho appreso varie cose, mi sono scontrata con l'ottusità di Lantis e con la sua debolezza...e per quanto io tenga a lui mi sono resa conto che non avrei potuto cambiare le cose stando al suo fianco. Voglio che Dohaeris risplenda come quando regnava mio Padre, voglio che il mio vessillo sventoli sorretto da qualcuno che segue i suoi ideali, voglio salvare Lantis da se stesso, ma soprattutto... voglio che la tua stirpe si estingua>> torno a fissarlo, lasciando trasparire l'odio che provo per tutti loro, esseri senza onore e senza coscienza.



    <<E voglio tua cugina morta prima che riesca ad infilarsi quell'anello al dito, o a mettere al mondo un erede>> concludo, apatica, sapendo benissimo che di quello che gli sto dicendo non gli importa un bel niente.



    Non gli importa delle mie motivazioni, come non gli importa di cosa io abbia pensato in queste ore. Mi chiedo per quale motivo abbia mostrato interesse, quando ciò che conta per lui è semplicemente che io ora sia qui, come aveva pianificato, anche se fossi un vegetale... come ha chiarito prima. Le mie parole a gente come lui non possono che sembrare stupidi idealismi, ma la sua opinione non mi interessa, io so che non è così. Mi avvicino alla porta, aprendola <<Ora, se sei soddisfatto, possiamo andare oppure devo recarmi dai Saggi e fare da me?>> Drako proverà a convincermi a tornare alla Torre, a restare con Lantis, se mi avesse visto arrivare con Ryuk si sarebbe trovato davanti al fatto compiuto e sarebbe stato per me più semplice... ma non importa, non mi farà cambiare idea neanche lui. Lantis sta consegnando Dohaeris nelle mani dei Leithien, ed io non posso permetterlo.


  10. #1520
    sim dio L'avatar di saphira_84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Larieth Slagant


    <<Mio padre è un Dreth... sono una famiglia votata all'onore, alla lealtà, alla fedeltà verso il Re. Sono nato da una notte di follia, da un errore e sono diventato la macchia sulla sua casacca virtuosa. Uccidermi non rientrava nei suoi doveri, nel suo codice da cavaliere... così ogni mio respiro è stata la sua punizione per il peccato che ha commesso>> afferma Dahmer affitto, mentre camminiamo per raggiungere il lago.


    Io lo ascolto in silenzio, mi dispiace sinceramente, non è affatto giusto che sia lui a pagare per uno sbaglio commesso dai suoi genitori.
    Vorrei chiedergli anche della madre, ma il ragazzo vuole cambiare discorso e a me va bene così, non voglio che si addolori maggiormente.
    << Drako poi... lo ha cacciato davvero? Sai... ti ho vista al lago con Ryuk... deve averti fatto male questa decisione del Capo>>.


    COSA???? CI HA VISTI??? Lo guardo esterrefatta girandomi si scatto verso di lui con la bocca aperta ,sbarrando gli occhi e arrossendo con prepotenza.
    Mi siedo in riva al lago ben distante da Devon, nascondendomi la faccia tra le mani per l’imbarazzo << Oh dei, oh dei>>.
    Dannazione, è la seconda persona oggi che mi chiede di me e di Ryuk, perché sono tutti così interessati alla mia vita sentimentale? Dopo tutto, se faccio queste cose all’aperto è possibile che qualcuno mi veda. Stupida, stupida, sei solo una stupida!


    Dopo un po’ alzo la testa e fisso negli occhi << Si se n’è andato>> gli rispondo secca. << Tra noi non c’era nulla, ci siamo solo divertiti e basta, mi dispiace solo che abbiamo perso un grande guerriero tutto qui, ma Drako lo conosce bene e se ha deciso così, avrà avuto le sue buone ragioni>>.
    Non riesco a nascondere la mia irritazione, odio parlare di queste cose, ma dopo tutto, la colpa è solo mia, non dovevo farmi trascinare così nel lago.
    Dahmer mi chiede cosa penso di Devon, riesco a calmarmi del tutto e lo ringrazio mentalmente per aver cambiato discorso.
    Mi giro verso il nuovo arrivato che è seduto immobile vicino al Glados.


    << Sinceramente non lo so, è qui da solo un giorno, è presto per avere un opinione su di lui, però da quello che ho visto, mi sembra abbastanza lunatico, prima si è messo a gridare come un pazzo dicendo che ce l’abbiamo tutti con lui senza un motivo>> gli dico cercando di non mettermi al ridere al ricordo di quella scenata,


    poi aggiungo: << E tu? ti sei già fatto un' idea su di lui?>>


    Ultima modifica di saphira_84; 6th August 2015 alle 21:17

 

 

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