Devon Balythòn
Tiro su col naso, continuando a fissare un punto indefinito della fontana dinanzi a me che scroscia imponente riversandosi ininterrottamente sui molteplici massi che la recingono.
Ogni elemento circostante mi è privo di significato, ogni suono mi è privo di valore, l’unico a cui non posso fare a meno di prestare ascolto sono i miei singulti. Singulti smorzati a momenti dal respiro ansimante, singulti che rispecchiano la personalità fiacca di un uomo. Gli insegnamenti di Kalisi denotavano la sensibilità dell’uomo come il seme della fortezza... peccato che il mio è un caso viceversa. Sì, mi sento fragile, poiché non ho fatto altro che reperire le sensazioni del passato, anziché metterci una pietra sopra e resettare tutto da zero. In parte mi sento un perdente, un soggetto a cui è stato strappato ogni gioia della vita per mano del fato. Ho perso la casa, ho perso la famiglia, ho perso la verginità, ho perso la dignità... ho perso tutto. Avanza esclusivamente il barlume della sopravvivenza e non consentirò che me lo portino via. In lontananza odo un gruppo di voci che mano a mano si avvicinano, sovrastando il folle caos mentale. Alzo gli occhi dai miei stivali, Il bagliore del portale mi permette di scrutare parzialmente le misteriose figure immerse nel buio pesto, figure che ben presto identifico: Dahmer e Larieth. Che ci fanno qui? Un dubbio riferito più a costui che a costei, li vedo accomodarsi sull’erba e iniziano a confabulare di cose che mi giungono ovattate per via della nostra distanza. Scommetto che mi stanno calunniando alle spalle... avanti, sputate il rospo, dite pure che non sono normale, dite pure che sono un ragazzino che si piange addosso per una cazzata, tanto non me ne importa nulla, non più. Nessuno qui dentro conosce la realtà dei fatti relativi alla mia storia, nessuno. Io l’avevo detto: la gente è brava a giudicare, ma non a farsi un esame di coscienza. Basta Devon, basta farti certi complessi, il mondo non sarà mai secondo le tue aspettative. E’ colma di gente bastarda ma anche di gente buona, seppur infrequente. Mi asciugo i rimasugli delle lacrime con la mano
e decido di distendere la schiena sull’erba fresca, portando le mani dietro la nuca e mantenendo ferma la visuale sul panorama stellare
per poi socchiudere gli occhi, lasciandomi accarezzare dalla brezza notturna.
Fregatene Devon, fregatene...