Devon Balythòn
Silenzio... è questa l'atmosfera che, in tempo reale, alleggia nell'aria. Esperin appare immersa nei suoi pensieri, fino a qualche istante fa lo era anche Dahmer, che siano preoccupati per i nostri guerrieri scesi al Sinelux? Che vincano o meno non ha alcuna importanza, quel che conta è che facciano il loro ritorno con le proprie ossa ben salde al loro posto, anche se l'esito delle mie supposizioni potrebbero rappresentare ben altro. A rompere il mortorio è proprio il tizio accanto, ringraziandomi con una nota di sarcasmo quando accenna i suoi valyrie... immaginari. E mi chiama pure ragazzo. Ok, mi ha preso per un bambino che scrocca l'elemosina ai suoi genitori... quando proprio 'sto qui dimostra un'età inferiore alla mia.
Ma sì caro, ci mancherebbe altro guarda... non posso fare a meno di ridacchiare ironicamente per la sua sparata
«E grazie, con quella mancia mi acquisterei un'altra pelliccia... più pesante magari!» quelle volte che incrocio una faccia da schiaffi come questa, una sola e unica immagine si fissa nella mia mente: le dita di una mano che si scontrano tra di loro ripetutamente, come per dire "bla bla bla". Perchè gente del genere dice solo stronzate a vanvera, e nient'altro. Qui dentro non serve più il mio aiuto, ho fatto il possibile per Dahmer, fortunatamente lo vedo più sollevato psicologicamente, dunque posso andarmene.
Mi allontano dall'infermeria, senza prima essermi congedato ad entrambi con un cenno del capo; passando tra una tenda e l'altra scorgo la mia,
afferro il bastone e raggiungo il campo d'addestramento, dove qui mi fermerò per parecchio tempo...