Devon Balythòn
Zagarth sorride. Finge, ma sorride. Egli si solleva dal pagliericcio e al contempo mi fa sapere che i rimasugli delle ferite saranno spazzati via dalla pozione di Sephyra, non esita a pigliarla dal tavolino e a tracannarla fino all’ultima goccia... facendo concorrenza a un pover’uomo disperso nel deserto in preda alla miserevolezza nel rintracciare una fonte liquida, per lenire il desiderio della sete. Con comodo eh, mica te la rubano. In seguito si allontana dalla tenda poiché constatava il bisogno di dedicarsi alla propria igiene, senza prima avermi rivolto un secondo ringraziamento e... un secondo grossolano errore nel pronunziare il mio nome.
Sbuffo irritato e prendo l’iniziativa di incamminarmi fuori, posso già sentire il silenzio tombale che aleggia nell’aria, in lontananza giungono i versi di qualche rapace notturno, ma del resto nulla di nuovo. E’ notte inoltrata, e mi stupisco dell’idea di non essere pienamente assonnato. Beh… vorrà dire che stanotte si faranno le ore piccole, magari al campo. Sempre se qualcuno non metta i bastoni tra le ruote. E chi potrebbe guastare il momento se non la tizia funebre in maschera e mantello?
Ogni volta che m’imbatto in lei, decifrare in pieno le sue espressioni facciali è un’impresa titanica, tre buchi non bastano a indagare oltre nonostante le loro dimensioni. Sul palmo sinistro regge un tessuto scuro, e al contempo mi fa cenno di seguirla presso la sua tenda.
Inclino la testa di lato con aria interrogativa, a che punto intende arrivare? Vuole che gli sistemassi la manica lacerata del suo abito? No aspetta, quella è... una benda.
«Perdonatemi Lady, ma giocare a nascondino è un'attività più che puerile per la Vostra età, non credete?» dico dando voce ai miei pensieri, trattenendo pur sempre un tono discreto che utilizzavo ai vecchi tempi con la gente di corte. Voglio proprio vedere se con questa donna funzionano le buone maniere... non so ma qualcosa mi dice che non devo fidarmi, mi conviene tirar fuori l’asso della manica per tagliare corto: il silenzio della donna potrebbe essere un trucco per giocarmi uno scherzo di pessimo gusto, e di certo non è la prima volta che succede in vita mia. I miei fratelli me ne hanno combinate tante, c'era di peggio. Continuando a esaminare quelle fessure cercherò di sfruttare il dono dei Siamesi per stabilire un legame psichico con una razza comune di volatile notturno, visualizzando ogni dettaglio dei suoi lineamenti fisici: i chirotteri.
Simbiosi - Allievo
Avverte le sensazioni ed emozioni altrui, è dunque difficile ingannarlo, se chi gli sta di fronte cerca di celare le proprie intenzioni.
Uno stormo basato da una dozzina di esemplari planeranno alle spalle della donna, mutamente; secondo i miei ordini dovranno deconcentrarla dalle sue reali intenzioni nei miei riguardi. Le daranno pan per focaccia: le offuscheranno la vista, s’intrufoleranno all’interno delle fessure e azzanneranno la carne scoperta.
Ignorando l’esito dell’azione ne approfitto per fuggire, confondendomi tra una tenda e l’altra finché non sbocco nella mia, attraverso la quale inizia il sentiero che condurrà al campo. Senza indugiare oltre proseguo e riprendo l'allenamento in sospeso. Ho già speso mezza giornata nel ricoprire il dovere di infermiere a tempo pieno, ora lasciatemi in pace. Ho i miei spazi da dedicare...