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  1. #1721
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    La ragazza sembra alterarsi, ribatte infatti poggiando con forza il recipiente ormai vuoto sul tavolo "Tuo fratello le colleziona le teste, no? Non è questo, forse, uno dei suoi passatempi preferiti? Non si limita a perdere solo la sua. E toglimi una curiosità... è un passatempo solo suo o voi nobili vi divertite tutti così? Uno così sta fuori come una piccionaia, quindi sì... direi che qualcosa da rimproverarti ce l'hai. Avresti potuto evitare tante cose..." conclude poi, più calma, senza particolare tono nella voce.



    Sto per risponderle, quando la sua domanda successiva mi spiazza, assieme alla sensazione che la rabbia che prova si sia leggermente placata "In cosa credi?" mi chiede, quasi accorata, quasi come se lo stesse chiedendo a se stessa.



    Lascio scivolare anche la mia di tensione, e mi preparo a risponderle spiegandole quello che ho provato a fare alla Torre e quello che in realtà mi imponeva il mio ruolo. Il muro contro cui mi sono scontrata, il senso di impotenza che mi ha fatto passare tante notti insonni dal giorno del Giudizio, dall'uccisione di quei soldati, dalla condanna di Drako. "Niniel, lascia che ti spieg-.." "Mh.. Mh" qualcuno ci interrompe, e voltandomi di spalle vedo Ryuk nella tenda che ci guarda, con solo un telo attorno alla vita. Guardo prima il telo e poi lui con disappunto, lasciando trasparire tutta la mia contrarietà a questi suoi modi rozzi ed inopportuni, non è questo il modo di presentarsi a due donne, per quanto questo sia un campo di addestramento. Eppure dovrebbe saperlo, ha avuto un'educazione di tutto rispetto anche se sembra averla rimossa. "Non sono riuscito a fare a meno di ascoltare la vostra... amabile conversazione" aggiunge, avvicinandosi poi al ripiano e prendendo un unguento, di cui lascia scivolare alcune gocce sulla mano che avvicina poi al petto. Distolgo immediatamente lo sguardo contrariata, tornando a guardare Niniel, che ribatte alle sue parole "Ma davvero? Eppure c'era un modo molto semplice ed efficace: proseguire per la tua strada, senza intrometterti nei discorsi altrui. Facile, no?". Continuo a guardarla, stupita per questo suo temperamento e per questi suoi modi così lontani dai miei, mentre Ryuk riprende a parlare.



    "Niniel, quanto ne sai tu della vita di corte? Perchè se ti piace parlare così tanto, vuol dire che almeno qualche nozione base dovresti averla, no? Lo sai quanto vale la parola di una Principessa, per di più secondogenita, al Castello?" non riesco ad evitare di notare i suoi movimenti con la coda dell'occhio, data la vicinanza, ed incrocio le braccia ancora più infastidita, nonostante ciò che sta dicendo corrisponda esattamente a ciò che stavo per spiegare io alla ragazza. " Te lo dico io: niente! Se Esperin è qui è solo perchè ha dimostrato grande coraggio e ti assicuro che è l'unico modo che ha per fare qualcosa di concreto in questa guerra, quindi No... non ha nulla da rimproverarsi" conclude, continuando a guardare Niniel. "Si Niniel... era quello che stavo per spiegarti. Grazie, Ryuk" dico fredda, più infastidita per la sua intromissione che realmente riconoscente per quello che ha detto.



    So come esporre le mie ragioni, come spiegare le motivazioni che mi hanno condotto qui, non ho bisogno di sostegno esterno. "Ho dovuto sopportare molto da quando mio Fratello ha assunto la reggenza di Dohaeris. Ho visto uccidere innocenti, ho visto condannare ingiustamente Drako che era parte della mia famiglia, ho visto il mio Regno cadere sotto un regime di terrore e violenza, e sebbene provassi a farlo ragionare - e ti posso assicurare che l'ho fatto - mi sono sempre scontrata solo contro un muro. Ero una merce di scambio, l'assicurazione per un matrimonio vantaggioso, una combattente valida da schierare in battaglia persino in un giorno di lutto. Ma di certo non qualcuno con potere decisionale riguardo le questioni importanti. Come ha detto Ryuk, potevo solo schierarmi apertamente contro di lui e combatterlo, oppure restare a Castello a guardarlo distruggere il mio Regno" continuo a guardarla determinata, spero che interpreti bene le mie parole nonostante mi conosca così poco. "Mi chiedi in cosa credo... credo in Dohaeris, credo nel nostro Regno, credo nel mio vessillo che da sempre ha sostenuto, e non sfruttato, il mio popolo con rispetto e senso della giustizia. Credo nella possibilità di cambiare le cose se combatteremo tutti assieme, e credo che... sia sempre necessario credere e lottare per ciò in cui si crede, per andare avanti". Niniel mi guarda per un istante, prima di rispondere guardando Ryuk "A quanto pare chi ha ricevuto le nozioni di base, poi non sa metterle in pratica, vero?" poi continua, rivolgendosi a me "Comunque Esperin...se sei d'accordo vorrei parlare con te in un secondo momento. Quando non ci saranno altre persone che si intromettono nei discorsi altrui".



    Faccio appena in tempo ad annuire che la vedo uscire spedita, mormorando un "Buonanotte, ad entrambi". Torno a rivolgermi a Ryuk, ancora fermo all'interno della tenda, scommetto che non ha sentito neanche una parola di quello che ho detto, e se l'ha fatto avrà certamente continuato a sbadigliare pensando a quanto io sia stupida ed idealista, ma non mi importa minimamente del suo giudizio. "Ti ringrazio per il tuo intervento, ma sono in grado di sostenere da sola una conversazione. Inoltre... questa è un'infermeria, la tenda bagno se non sbaglio è poco più avanti. Probabilmente sei abituato diversamente, ma per rispetto degli altri sarebbe opportuno che facessi lo sforzo di andare in giro presentabile, come tutti" lo guardo contrariata, aspettandomi che si esibisca in una grassa risata delle sue. Che individuo... tremendamente rozzo e volgare.


    *Frasi ed azioni di Niniel concordate con Valuccia

  2. #1722
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    "Ma davvero? Eppure c'era un modo molto semplice ed efficace: proseguire per la tua strada, senza intrometterti nei discorsi altrui. Facile, no?" Alzo un sopracciglio con espressione sarcastica "Ricordati questa frase sul non intromettersi, la prossima volta che mi alleno con qualcuno" Le rivolgo un occhiolino d'intesa, sa bene a cosa mi riferisco, a quanto pare qui non ci si può infilare in un discorso, ma si può attaccare alle spalle qualcuno che si sta allenando"Ho dovuto sopportare molto da quando mio Fratello ha assunto la reggenza di Dohaeris. Ho visto uccidere innocenti, ho visto condannare ingiustamente Drako che era parte della mia famiglia, ho visto il mio Regno cadere sotto un regime di terrore e violenza, e sebbene provassi a farlo ragionare - e ti posso assicurare che l'ho fatto - mi sono sempre scontrata solo contro un muro. Ero una merce di scambio, l'assicurazione per un matrimonio vantaggioso, una combattente valida da schierare in battaglia persino in un giorno di lutto. Ma di certo non qualcuno con potere decisionale riguardo le questioni importanti. Come ha detto Ryuk, potevo solo schierarmi apertamente contro di lui e combatterlo, oppure restare a Castello a guardarlo distruggere il mio Regno" Risponde col suo solito modo di fare fiero, con la schiena dritta, lo sguardo severo, le parole ponderate, il tono della voce modulato, un perfetto soldatino che ha imparato a memoria un copione ad effetto "Mi chiedi in cosa credo... credo in Dohaeris, credo nel nostro Regno, credo nel mio vessillo che da sempre ha sostenuto, e non sfruttato, il mio popolo con rispetto e senso della giustizia. Credo nella possibilità di cambiare le cose se combatteremo tutti assieme, e credo che... sia sempre necessario credere e lottare per ciò in cui si crede, per andare avanti" "A quanto pare chi ha ricevuto le nozioni di base, poi non sa metterle in pratica, vero?" "Impara l'arte e mettila da parte" le propino un occhiolino, questa tiene il ciclo! "Comunque Esperin...se sei d'accordo vorrei parlare con te in un secondo momento. Quando non ci saranno altre persone che si intromettono nei discorsi altrui" Quando si dice: il cranio per dividere le orecchie, vorrei provare l'ebrezza di stare in quella testa per capire che si prova nel ritrovarsi al centro del vuoto cosmico."Buonanotte, ad entrambi" Mi limito a farle un salutino con la mano ed un sorrisino tirato e falso, prima che esca dalla tenda. Esperin poi mi guarda, mi rendo conto solo ora che indossa uno scialle, il suo senso del pudore è più alto di quello di una monaca con la cintura di castità "Ti ringrazio per il tuo intervento, ma sono in grado di sostenere da sola una conversazione. Inoltre... questa è un'infermeria, la tenda bagno se non sbaglio è poco più avanti. Probabilmente sei abituato diversamente, ma per rispetto degli altri sarebbe opportuno che facessi lo sforzo di andare in giro presentabile, come tutti" Mi avvicino d'un passo, sostenendo il suo sguardo, la supero in altezza di molti centimetri, la guardo dunque dall'alto, mentre termino di spalmarmi l'unguento sul petto "Qui non siamo alla torre principessina, puoi sfilarti quel palo che hai nel culo" Resto fermo ed in silenzio fissandola negli occhi "Cerca di rilassarti, magari risulti meno presuntuosa e viziata. Hai visto il mondo dalla tua bella gabbia dorata fatta di fiocchetti e formalità, la vita vera funziona diversamente, prima lo capirai e meglio sarà per te" Le sorrido poi a bocca chiusa senza mostrare i denti "A nessuno dispiace il modo di presentarmi, manchi più di rispetto tu con quella puzza sotto al naso che io con i pettorali a vista. Scendi dal piedistallo e sporcati i piedi di fango, come tutti"

  3. #1723
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Continuo a mantenere le braccia incrociate e l'espressione del viso irritata, mentre Ryuk in risposta alla mia affermazione fa un passo verso di me, continuando a spalmarsi con estrema calma quell'unguento addosso, sembra che abbia proprio intenzione di consumare l'intera boccetta! Abbasso lo sguardo con una smorfia di fastidio, per evitare di ritrovarmi a guardare i suoi pettorali data la differenza d'altezza, e mi limito a fissare il ripiano con i medicinali per un secondo, accennando ad andarmene e lasciarlo alla sua toilettatura, quando sento le sue parole. "Qui non siamo alla torre principessina, puoi sfilarti quel palo che hai nel culo". Ma come osa parlarmi in questo modo?





    Alzo immediatamente il viso così da incrociare i suoi occhi, mantenendo il suo sguardo ancora più infastidita per questo tono e questo linguaggio che si permette di usare con me, con le braccia ancora conserte.



    "Cerca di rilassarti, magari risulti meno presuntuosa e viziata. Hai visto il mondo dalla tua bella gabbia dorata fatta di fiocchetti e formalità, la vita vera funziona diversamente, prima lo capirai e meglio sarà per te. A nessuno dispiace il modo di presentarmi, manchi più di rispetto tu con quella puzza sotto al naso che io con i pettorali a vista. Scendi dal piedistallo e sporcati i piedi di fango, come tutti" conclude, sorridendo senza mostrare i denti ma senza celare quella solita aria da sbruffone che lo contraddistingue. Non lo sopporto, non sopporto il suo modo di fare, non sopporto la faccia da schiaffi che si ritrova, non sopporto la sua voce e la supponenza che mostra con le sue parole. "Bene!" esclamo stizzita, schiarendomi poi la voce, "Spiegami allora come funziona la vita vera, visto che fai tanto il saccente. Se ora mi spogliassi e andassi nuda al lago a lavarmi saprei com'è? A me sembra solo un modo per esibire il proprio corpo come si fa con la merce al mercato" di riflesso stringo ancora di più lo scialle a coprire il seno, non sia mai una cosa del genere! "Oppure dovrei iniziare a ruttare o scoreggiare per sentirmi una di voi o libera dalle convenzioni, così forse saprei cos'è la vita vera" continuo, con una smorfia di disgusto sul viso e con tentennamento nel pronunciare simili termini volgari.



    "Spiegamelo, visto che a tuo dire non so niente, e sarà anche vero, so benissimo di aver vissuto nell'agio e di non aver dovuto affrontare determinate situazioni, ma non credo che siano queste cose rozze ed inopportune a fare la differenza". Sento il bisogno di allontanarmi, non sopporto... si, non sopporto l'odore nauseante di questo dannato unguento, mi da il voltastomaco.



    Lo supero, dirigendomi verso l'esterno, per poi voltarmi verso di lui e riprendere a parlare. "Io sono cresciuta così, sono stata educata così, ho vissuto in un mondo che tu conosci bene, con determinate regole comportamentali che a differenza tua reputo giuste ed opportune, e perdonami se non ho mai avuto necessità di sporcarmi nel fango ma beh... non posso certo farmene una colpa. La mia non è né presunzione né vizio né un palo nel culo, Ryuk... altrimenti ora sarei ancora a Luna di Diamante nella mia bella gabbia dorata, servita e riverita da tutti, e non qui." continuo a mantenere il suo sguardo, irritata ed offesa dalle sue parole.

  4. #1724
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    "Bene!" La Principessina esordisce in risposta alle mie parole, schiarendosi la voce. Ha distolto lo sguardo per qualche istante, ma è durato poco, torna a fissarmi, ma ora mi sembra meno impostata, l'avrò offesa? Che dispiacere! Spiegami allora come funziona la vita vera, visto che fai tanto il saccente. Se ora mi spogliassi e andassi nuda al lago a lavarmi saprei com'è? A me sembra solo un modo per esibire il proprio corpo come si fa con la merce al mercato" La osservo mostrando un sorriso malizioso, come a rimarcare che resterei volentieri a vederla nuda mentre si lava al lago "Oppure dovrei iniziare a ruttare o scoreggiare per sentirmi una di voi o libera dalle convenzioni, così forse saprei cos'è la vita vera" Anche questa idea mi diverte non poco "Beh, potresti provare entrambe le cose, magari scopri che ti diverte ruttare mentre passeggi col con le tette al vento""Spiegamelo, visto che a tuo dire non so niente, e sarà anche vero, so benissimo di aver vissuto nell'agio e di non aver dovuto affrontare determinate situazioni, ma non credo che siano queste cose rozze ed inopportune a fare la differenza" E' vergine, è sicuramente vergine, questa non ne ha mai preso uno. Mi guarda con una espressione mista tra lo schifato, l'arrabbiato ed il viso di una che è nel pieno del suo ciclo di luna. Mi supera, ma non mi fa la grazia di andarsene, si volta e continua a parlare, quanto fiato ha in corpo? "Io sono cresciuta così, sono stata educata così, ho vissuto in un mondo che tu conosci bene, con determinate regole comportamentali che a differenza tua reputo giuste ed opportune, e perdonami se non ho mai avuto necessità di sporcarmi nel fango ma beh... non posso certo farmene una colpa. La mia non è né presunzione né vizio né un palo nel culo, Ryuk... altrimenti ora sarei ancora a Luna di Diamante nella mia bella gabbia dorata, servita e riverita da tutti, e non qui." Rido sommessamente, prima di avvicinarmi ancora a lei e risponderle "Non ho detto che reputo quelle regole sbagliate, a differenza tua, mi sono state imposte in ben altra maniera, saprei comportarmi come un perfetto lord dal palo in culo peggio di tuo fratello il Re. Tu hai avuto una gabbia, io delle catene, tu sei stata cresciuta nell'ovatta io con i calci in pancia, quindi scusami se tutte queste belle regole che tu esegui alla lettera, mi soffocano." Assumo un tono più serio, sostenendo ancora il suo sguardo "Qui ci sono persone cresciute nel popolo o nei villaggi, pensi che badano al petto nudo o ad una signorina che li guarda come fossero dei buzzurri? Ti darei uno specchio per farti vedere la faccia schifata che fai guardandoti in giro"

  5. #1725
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    FINE QUINTA TURNAZIONE. LE VALUTAZIONI VERRANNO EFFETTUATE FIN QUI

  6. #1726
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Jarak

    Sinelux

    La scarica elettrica fa il suo dovere e il ribelle rimane immobilizzato sotto di me, vittima degli spasmi. È innocuo, potrei ucciderlo, qui e ora, dovrei solo pugnalarlo un po' più a destra... ma non è questa la mia missione. L'omicidio non è ciò in cui credo. Gli trapasso la gola con la lama, assicurandomi di nemmeno sfiorare la carotide, e mi illudo per pochi istanti di averlo messo fuori combattimento, quando lo sento muoversi sotto di me e tentare di controbattere. Stringo i denti, non voglio lasciarlo andare, e nel cercare di trattenerlo mi distraggo e qualcosa mi colpisce alla schiena, provocandomi un dolore indicibile. È stato lui, mi ha trafitto con la sua dannata ascia... il bruciore è insopportabile, ma lentamente lo sento affievolirsi, credo grazie all'adrenalina. Fatto sta che dobbiamo tornare al Lacrima Mundi in fretta, o questa ferita mi farà vedere le stelle. Proprio quando penso che sia finita, un calore fortissimo mi colpisce il viso e un grido di dolore sfugge al mio controllo: è ancora lui, ha usato la sua bocca per ustionarmi, lurido... Ora, ora è finita, l'uomo è infatti stremato, senza forze, e non so con quale energie stia cercando di rimanere aggrappato alla vita. Prendo il mio pugnale, mi alzo e lo irradio in pochi secondi con l'elettricità: devo trovare Elen e andarmene da questo posto maledetto.

    Arma - Pugnale in forma attiva - Fulmine
    Simmiller knife - Kajeet-Kivar
    Mi guardo intorno, valutando bene come agire e dove dirigermi: vedo il compagno del ribelle, sembra messo meglio del suo amico, e una donna in armatura reale conciata decisamente male, credo... credo che abbia perso un braccio. Scaccio con un brivido il ricordo delle gambe mozzatemi da Ryuk e controllo un'altra parte di campo, dove finalmente individuo Elen: sembra indenne, o almeno non presenta ferite evidenti, il che è un ottimo segno. Faccio per andare verso di lei, ma dei rumori fin troppo vicini mi distraggono. Mi volto tempestivamente per scoprire che si tratta solo del ribelle che sta strisciando verso la sua ascia, forse approfittando della mia luce. Quasi come se si fosse accorto che lo sto osservando, per un breve istante i nostri occhi si incontrano, e tutto ciò che vi leggo è... odio. Puro odio. Sostengo il suo sguardo, perché se lo merita, perché non è da tutti un tale desiderio di sopravvivere. E glielo invidio. Se ci rincontreremo... me la farà pagare, questo è certo. Ma non posso perdere altro tempo: devo raggiungere Elen. È solo quando inizio a correre verso di lei che mi rendo conto di quanto mi abbia effettivamente fatto male quell'uomo, nonostante le mie gambe siano indenni la ferita alla schiena è davvero insopportabile, e la vista è lievemente offuscata per via delle ustioni. <<Elen>>, la chiamo, con la voce più rauca del solito, <<Andiamocene>>. Mi assicuro che mi abbia sentito e corriamo verso il Glados, seguendo fedeli la luce del mio pugnale, finché non ci troviamo davanti alla superficie azzurra del portale. La tocco, visualizzo il Lacrima Mundi e lo attraversiamo.

    Lacrima Mundi

    A quanto pare siamo stati via tutto il giorno, ed è già notte.




    È... strano, al Sinelux è impossibile sapere che ore siano, è come se il tempo si fosse fermato... Dato che è scuro non mi sorprende il fatto che nessuno ci stia aspettando al Glados, anche se la cosa mi lascia un po' con l'amaro in bocca: fortunatamente abbiamo vinto e non siamo feriti mortalmente, ma, se le cose fossero andate diversamente, non ci sarebbe stato nessuno ad aiutarci.


    Quasi come se Raiden volesse divertirsi col sottoscritto, proprio in questo esatto momento sento un'altra fortissima fitta, ma stavolta al viso, che mi fa quasi accasciare a terra. Devo curarmi, e alla svelta, ma non sono sicuro che Elen abbia la forza di farlo.


    <<Le ustioni mi stanno uccidendo, ce la fai a curarmi?>>, le chiedo atono, con un po' di rimorso nella voce: mi sento in colpa a chiederglielo dopo una battaglia tanto impegnativa, ma il dolore è davvero insopportabile. <<Comunque... complimenti>>, aggiungo.


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  7. #1727
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Elen Nárë Vanya

    SINELUX

    Quando affondo la mia spada nella strega provo un moto di soddisfazione e gioia: fino a qualche tempo fa avrei avuto remore a colpire un nemico, ora invece quasi non mi riconosco più.
    La donna lascia la presa e si allontana così riesco a schivare un'ascia lanciatami da un ribelle e a rimanere indenne, spero solo che anche Jarak stia bene o non potrei perdonarmelo.
    <<Elen>> la voce roca del mio compagno mi desta <<Andiamocene>>
    Nel vederlo correre verso di me mi tranquillizzo e lo seguo verso il Glados guidata dalla luce del suo pugnale.

    LACRIMA MUNDI



    Varchiamo assieme il portale e ad accoglierci è il buio della notte, non pensavo fosse passato un giorno intero, ma al Sinelux il tempo sembra essere bloccato nell'eterna oscurità.


    Gli altri stanno già dormendo, credo, visto che nessuno è venuto ad attenderci, ma non è un problema perchè stiamo entrambi bene <<Le ustioni mi stanno uccidendo, ce la fai a curarmi? Comunque... complimenti>>


    <<Grazie, ci siamo fatti valere!>> gli sorrido e solo ora noto le bruciature sul suo volto <<Scusa, non mi ero accorta delle tue ferite... Ho pensato solo a correre...>>
    Nel rispondergli sento una fitta alla mascella, a quanto pare non mi son resa conto neppure delle mie ferite, compresa la slogatura al polso che avverto solo ora nell'attivare la magia curativa.
    Stranamente il luccichio alle mani tarda a comparire, come se la magia fosse bloccata, per poi esplodere di colpo con una luminosità diversa, più intensa <<Rimani fermo, presto dovresti provare sollievo...>>


    Sfioro con i palmi i lineamenti del suo viso facendo attenzione a non procurargli ulteriore dolore, poi quando vedo le bruciature riassorbirsi e la sua pelle tornare liscia allontano le mani da lui.
    <<Va meglio?>> gli chiedo, intanto gli porgo la spalla su cui appoggiarsi <<Andiamo in infermeria, le altre ferite le curerò lì...>>


    Rigenerazione: rigenera ferite profonde non mortali, ossa rotte, danni medi da elemento.
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    Ultima modifica di albakiara; 29th August 2015 alle 22:58

  8. #1728
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Jarak

    Come se anche lui non avesse più energie, le scariche elettriche abbandonano Kajeet-Kivar e decido di riassorbirlo, essendomi ormai inutile. Siamo salvi.

    Arma richiamata - Pugnale
    Simmiller knife - Kajeet-Kivar
    <<Grazie, ci siamo fatti valere!>>, mi risponde la giovane, sorridendomi.




    È vero, abbiamo combattuto duramente e abbiamo vinto, sono... fiero, fiero di me stesso, ma anche fiero di Elen. Proverei a sorriderle anche io, se avessi ancora dei muscoli facciali funzionanti. Quando la sento scusarsi per non avermi curato prima scuoto la testa per comunicarle che non avrebbe nemmeno dovuto pensarci, la nostra priorità era infatti abbandonare quel luogo desolato il prima possibile, ma non penso che lo abbia notato perché pochi istanti dopo nasconde il mio volto con le sue mani e rilascia la cura. Non so se è a causa della zona più sensibile, ma ho l'impressione che la Rigenerazione sia più potente, mi dona un sollievo davvero profondo, e in pochi minuti la pelle morta e la carne martoriata lasciano spazio a muscoli e tessuti nuovi di zecca.


    Annuisco quando mi chiede se mi sento meglio e accetto il suo aiuto per recarci in infermeria, il dolore alla schiena per ora è sopportabile, ma sento che l'adrenalina sta abbandonando il mio corpo e ciò non è un bene.


    Mi appoggio alla sua spalla e cominciamo a camminare verso la tenda, dove spero ci sia almeno Devon pronto a curarci, sarebbe davvero irresponsabile se fosse andato a dormire prima del nostro ritorno. Purtroppo sembra davvero che si sia rintanato nel suo giaciglio, perché in infermeria troviamo solo Ryuk mezzo nudo (come sempre) e... una donna che non riconosco, vestita di nero, con uno scialle sulle spalle.


    Mi fermo sulla soglia della tenda e mi irrigidisco, non l'ho mai vista prima, a meno che non sia rimasta nascosta per i 3 giorni che ho trascorso al Lacrima Mundi. <<Abbiamo vinto>>, affermo atono, cercando lo sguardo del Leithien, per poi spostarlo di nuovo sul volto della sconosciuta.
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  9. #1729
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Mi chiedo per quale motivo mi ostini a parlare con quest'uomo, quando ogni volta concludo che è solamente tempo perso e che sto sprecando fiato. Infatti mentre parlo mi propina un sorriso malizioso quando accenno al bagno al lago, a cui rispondo con uno sguardo gelido, che spero stronchi sul nascere qualsiasi sua oscena fantasia. Ma purtroppo non basta, a giudicare dalle sue successive parole "Beh, potresti provare entrambe le cose, magari scopri che ti diverte ruttare mentre passeggi col con le tette al vento" continuo a guardarlo disgustata, senza sprecarmi neanche a rispondere per non scendere in questo modo al suo livello, la volgarità con cui si esprime non ha eguali e non merita neanche considerazione, mi limito ad incrociare nuovamente le braccia al petto ed a stringere lo scialle al collo.



    Termino di parlare, per un attimo mi illudo di essere stata chiara e di aver spiegato il mio punto vi vista, e poi lui...ride! RIDE...cosa diamine ha sempre da ridere, non lo so davvero. Si avvicina ancora, eppure pensavo di essere stata chiara allontanandomi sul fatto di voler mantenere una opportuna distanza tra noi, chiunque lo avrebbe recepito e sarebbe rimasto al suo posto...ma lui no, ovviamente. "Non ho detto che reputo quelle regole sbagliate, a differenza tua, mi sono state imposte in ben altra maniera, saprei comportarmi come un perfetto lord dal palo in culo peggio di tuo fratello il Re. Tu hai avuto una gabbia, io delle catene, tu sei stata cresciuta nell'ovatta io con i calci in pancia, quindi scusami se tutte queste belle regole che tu esegui alla lettera, mi soffocano." mantengo il suo sguardo, vacillando un attimo nel sentire il suo discorso. Posso credere alle sue parole, conoscendo la fama della sua casata e di suo Padre, un essere spregevole in grado di qualsiasi atrocità persino nei confronti di suo figlio e di sua moglie, può essere quindi concepibile che voglia evadere da quella realtà...sebbene questo non giustifichi il suo presentarsi in questo modo, mezzo nudo, davanti ad una fanciulla rispettabile.



    Dubito però che riesca ad assumere la compostezza di cui parla, l'ho visto alla Torre la volta scorsa e sebbene fosse vestito e composto non riusciva comunque a celare i suoi modi di fare sbruffoni e derisori per assumere un portamento serio ed adeguato alle circostanze, ma infondo non mi interessa, non è questo il punto. "Qui ci sono persone cresciute nel popolo o nei villaggi, pensi che badano al petto nudo o ad una signorina che li guarda come fossero dei buzzurri? Ti darei uno specchio per farti vedere la faccia schifata che fai guardandoti in giro" conclude poi più serio, continuando a mantenere il mio sguardo. Questo lo posso capire, sapevo bene che qui avrei trovato una realtà completamente diversa da quella in cui sono cresciuta, e non la sto contestando o cercando di cambiare. Tuttavia... non è facile per me rapportarmi a... queste cose, e fare finta che non mi diano fastidio o che le reputi assolutamente normali. Non credo di aver guardato nessuno con disgusto, se non chi come lui sembra farlo di proposito.



    Ma forse... lo faccio senza rendermene conto, potrebbe essere effettivamente una cosa involontaria. "Va bene" mi limito a replicare, con tono più calmo "Ho capito... hai ragione, riuscirò ad adattarmi" aggiungo, sincera. Posso magari provare a contenere il mio disappunto, in modo da non apparire antipatica o presuntuosa agli occhi degli altri, anche se non sarà affatto facile essendo una cosa istintiva. Potrei farcela, è solo questione di buona volontà. Potrei riuscirci anche adesso, fare un respiro profondo e cercare di mettere da parte questo disgusto che provo. Inspiro ed espiro con calma, e quando torno a guardarlo sento che effettivamente...no, niente da fare, il fastidio persiste, decisamente mi serve più tempo.



    Mi volto, dandogli le spalle pronta ad uscire dalla tenda, quando mi ritrovo davanti due figure che anticipano il mio gesto, entrando. Noto la ragazza dai capelli argentei che subito riconosco, ma la mia attenzione si sposta poi inevitabilmente sul ragazzo accanto a lei, <<Abbiamo vinto>> esclama, atono. Un brivido gelido mi percorre la schiena nel sentire la sua voce, facendomi trattenere il respiro per un tempo che mi sembra interminabile durante il quale continuo a fissarlo con gli occhi sgranati. Non...non può essere.



    Indietreggio spaventata di qualche passo senza distogliere lo sguardo da lui, fin quando non vado a sbattere con forza contro il petto di Ryuk, ancora alle mie spalle. Mi sposto imbarazzata e terrorizzata di lato, guardando prima lui e poi l'uomo che mi accorgo...non essere chi pensavo. Che...stupida che sono. E' adulto, molto più grande del Comandante, non poteva essere lui. E poi la divisa dei reietti, la fascia sull'occhio...non so come ho potuto associarlo a lui. Saranno i capelli rossicci, o il colore degli occhi, o quel viso...Dei che spavento! Se fosse riuscito ad arrivare qui, a trovarmi....sarebbe tutto finito, avrebbero distrutto tutto quello in cui credo, per cui sto lottando. "S-scusate" esclamo, rivolta ad entrambi, prima di tornare a parlare direttamente all'uomo "Scusami, io non so cosa mi sia preso. E' che...somigli incredibilmente ad una persona" faccio un respiro profondo, cercando di calmarmi, per poi elaborare le sue parole. Abbiamo vinto... il Sinelux è nostro. Sento una gioia incredibile pervadermi, finalmente le cose stanno andando per il verso giusto, e gli Dei ci appoggiano, ne sono certa "Complimenti per la vittoria, ad entrambi" esclamo, entusiasta, rivolgendogli un sorriso sincero "Io...sono Esperin, sono arrivata la scorsa notte al campo. " li guardo, titubante, penso sappiano chi sono e non so come reagiranno alla mia presenza qui.

  10. #1730
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Jarak

    Le mie parole scatenano una reazione a dir poco strana nella ragazza sconosciuta.


    Appena sente la mia voce sgrana gli occhi, indietreggia e sbatte contro Ryuk, si comporta come se avesse appena visto un fantasma.


    Non mi piace, questa situazione decisamente non mi piace. Cosa sta succedendo? Istintivamente mi guardo alle spalle ma non vi è nulla, e né io né Elen abbiamo ferite evidenti che potrebbero darle il voltastomaco. Dopo aver alternato lo sguardo tra me e il Leithien, l'estranea sembra calmarsi e si scusa, con la voce ancora leggermente spezzata: deve aver preso davvero un bello spavento, ma non riesco a capire perché. Non so nemmeno chi sia, probabilmente è una nuova guerriera, giunta nella notte come Devon, o ancora prima come me o la donna mascherata.


    "Scusami, io non so cosa mi sia preso. E' che...somigli incredibilmente ad una persona", mi dice la ragazza, accompagnando le sue parole con un profondo respiro. Continuo a fissarla immobile e in silenzio, non mi pare di averla mai vista prima, e l'accento è decisamente di Dohaeris... non credo proprio di averla incontrata fuori dal confine. Recuperata un po' di calma, la donna si congratula con noi per la vittoria e mi limito a ringraziarla annuendo, sono ancora un po' stranito dal suo comportamento, e non riesco a scacciare dalla mente ciò che ha detto.


    "Io...sono Esperin, sono arrivata la scorsa notte al campo. ", continua, guardandoci dubbiosa, come se si aspettasse una qualche reazione particolare a quel nome. Esperin...? L'ho già... l'ho già sentit... stringo... involontariamente stringo forte la spalla di Elen e spalanco l'occhio sano, come se ora avessi visto io un fantasma. Esperin... Esperin... <<Raeghar>>, sussurro con un filo di voce, lo sguardo terrorizzato e fisso su di lei. La sorella del re, Esperin Raeghar, la combattente dell'Auspex, un soldato reale, una compagna di quell'Aiden Urthadar.


    Ora ha tutto senso, ecco perché ha reagito in quel modo, mi avrà scambiato per lui. Dannazione, ci assomigliamo così tanto? Perché si trova qui? L'ha mandata lui? Mi hanno scoperto? Ha tradito? Devo... devo dire, fare... qualcosa. Deve stare zitta, non deve dire nulla a nessuno, Raiden, Raiden, che tu sia dannato! Penserà davvero di essersi sbagliata? O sta aspettando di essere da soli per indagare? Fatico a respirare... <<La ba-battaglia è stata imp-egnativa>>, riesco a biascicare, tentando di giustificare le mie condizioni. Mi stacco dalla maga e zoppico fino a buttarmi su un pagliericcio, dove ho intenzione di stendermi con il volto rivolto verso la tenda, nascosto dai presenti. Spero che Elen le chieda perché si trova qui, devo vederci chiaro, e poi... se davvero ha intenzione di unirsi a noi, dovremo parlare.
    Our wills and fates do so contrary run

 

 

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