Devon Balythòn
La donna non se lo fa ripetere due volte nel replicare alla mia domanda, con i suoi soliti atteggiamenti tetri.
Il suo essere strega mi ricorda vanamente Lucynda, è come se stessi interloquendo proprio con ella. Ricordo ancora quando, dopo aver acquisito una certa confidenza, mi rivelò la sua vera identità. Di certo non è cosa da tutti frequentare costantemente una meretrice, finché non arriverai al punto di divenire parte importante della sua vita. Sì, perché fino a quel giorno lei assunse un altro appellativo, giusto per confondersi tra la folla: la prudenza non è mai troppa. In confronto alla donna dallo sguardo seducente, questa non è una che apprezza granché la presenza maschile, a giudicare da come mi abbia trattato sinora: per un lasso di tempo alleggia un silenzio piuttosto inquietante, solo dei passi che si distanziano leggermente dalla mia figura, credo che la donna stia indossando nuovamente la sua buon vecchia protezione facciale. D’un tratto la mia benda viene sfilata via con uno strappo secco, un lieve sussulto si sprigiona involontario dalla mia bocca come reazione improvvisa. Il dolore è passeggero, fortunatamente. La vista riacquista la sua nitidità normale, nonostante sia ancora buio riesco comunque a decifrare la sagoma della medesima donna, la quale mi indica l’uscita della tenda senza prima fatto una sorta di avvertimento. Mi sta giudicando secondo le sue aspettative, pensa che io sia uno zoticone come gran parte della gente che rappresenta questa fazione ma non è così, non mi conosce affatto

«A differenza degli altri uomini che combattono al nostro fianco, il sottoscritto non è come essi. Magari ho dato una mala impressione nelle Vostre grazie, se ho reagito indiscretamente l'ho fatto per difesa personale e non per arrecarVi danno appositamente. Intravedete un bastone infuocato tra le mie mani, intento a lacerarvi le vesti? Oppure dei volatili che picchiettano la Vostra bella maschera? Aprite gli occhi mia Signora, poiché dimostrerò che le accuse da Voi esplicitate siano delle stolte illusioni.» mantengo il tono basso, in modo da prevenire certe orecchiacce indiscrete al di fuori di questo luogo privato

«In precedenza chiesi venia, se avessi ignorato il Vostro richiamo di certo non mi troverei qui. Sono consapevole di risultare anonimo ai Vostri occhi, ma diamo tempo al tempo. Ad ogni modo, se necessitate di altre cure, potete contare sul mio sostegno!» concluso il discorso mi congedo con un’azione degna di un Lord, un raffinato baciamano, afferrando delicatamente il polso destro di costei e stamparci sopra un delicato bacio. Oltre che fornire prove della mia natura reale, il mio è un gesto sincero: nonostante tutto, ho il forte presentimento che la donna non abbia avuto una vita facile. Tale supposizione nasce dal fatto che la medesima non ha alcuna intenzione di mostrare le vere sembianze, celare l’identità dietro una maschera laminata è come non voler condividere il proprio denaro con chiunque.
La donna sembra apprezzare, non mi strattona o non mi riferisce mali responsi, rimane immobile godendosi il gentile atto… Assegno il baciamano con un breve inchino piegando il busto in avanti, per poi allontanarmi dalla tenda. Non appena varco la soglia, delle presenze in infermeria attirano la mia attenzione: i guerrieri, Elen e Jarak, sono tornati dalla battaglia al Sinelux. Un breve sorriso si dipinge sul mio volto, anche se non lo davo a vedere ero in pensiero per loro, sono felice che abbiano fatto il ritorno qui, al Lacrima Mundi. Mi avvicino presso quella tenda e li scruto attentamente, sono entrambi distesi nei pagliericci ed ognuno presenta ferite di entità differente.
Entrambi si scambiano parole con Esperin, da quel poco che riesco a cogliere posso constatare che il Sinelux è nostro… i Reietti hanno portato a casa la vittoria, è una bella notizia e ciò non può che risollevare i nostri animi inquieti da stamani.
«Elen, Jarak... i miei complimenti, vi siete fatti onore!» dico ad entrambi sorridendo sinceramente, per poi riprendere contegno assumendo uno sguardo serio
«Dove siete feriti?»