Devon Balythòn
Elen non si smuove dalla sua posizione, accetta volentieri la tenera carezza e al contempo ricambia il sorriso che gli offrii in precedenza, un sorriso piuttosto provato. Immagino quanto abbiano faticato nel portarsi la vittoria alle spalle, brancolare nel buio in un luogo tetro come il Sinelux non è di certo una passeggiata. Finalmente Ryuk si fa vivo e senza proferir verbo adagia la fanciulla sul pagliericcio, in modo da permetterle un meritato riposo. Sono stupito da questo atteggiamento insolito, in netto contrasto con la sua rozza e psicopatica personalità, ma ciò non toglie che apprezzo la sua buona volontà nel rendersi utile. In pochi istanti l'infermeria si riempie di gente ormai nota, di cui uno mi salta subito agli occhi: Zagarth. Nuovo taglio di capelli e barba rasata. Niente male, direi. Tra un dialogo e l'altro inizio ad avvertire una sensazione familiare, la classica spossatezza notturna, quasi non riesco a cogliere nulla della descrizione del Sinelux e dei guerrieri che ci hanno combattuto che il richiamo del sonno è imminente. Strano, fino a poc'anzi mi sentivo in piene forze, ed ora sento che il mondo mi stia crollando addosso. Le mie gambe non rispondono ai miei comandi, tento invano di impormi nel rimanere qui, ad ascoltare Jarak e gli altri in silenzio, ma è tutto inutile: i miei piedi camminano automaticamente presso la mia tenda, senza alcun autocontrollo, è come se non rispondessero più ai miei comandi. E va bene, facciamoci una bella dormita, fortunatamente solo Elen e la donna mascherata erano le uniche ferite a cui ho dovuto prestar cure. Mi domando come abbia fatto a confidarmi apertamente con la seconda, dove lo tenevo tutto quel fiato in corpo? Forse l'ho annoiata con i miei salamelecchi, ma non importa. Quel che conta adesso è chiudere la cerniera della tenda e buttarmi a peso morto sul pagliericcio per poi lasciarmi andare con i ronfamenti, me lo sono meritato direi...