Nomi. Quanti nomi. Sembrano non finire mai.
Donne, uomini, bambini. Mentre leggo inorridita la lista della morte, i nomi iniziano a confodersi tra loro.
Sono troppi... sono... sono tutti morti. Ed in un attimo realizzo tutto.
"
Il mio sogno. Non... non ci posso credere..."
Ho davvero previsto questa tragedia?!
Com'è possibile?! Come?!
"
Vieni da fuori il confine, no? Il Re ha sterminato ogni cosa che confinasse con Dohaeris... villaggi, donne, bambini... vedi se riconosci qualche nome da queste lettere..."
Continuo a fissare i fogli, ma ormai non sto più leggendo. Mi sento persa, svuotata.
Come se qualcosa avesse trascinato la mia anima altrove, abbandonando il corpo che ora è rimasto li.
Fermo. Immobile.
Io... io ho sognato tutto questo. Ho sognato morte, distruzione, disperazione.
Perché?! Perché avere questo dono, se poi non ho potuto fare niente per cambiare le cose?!
Quale terribile condanna è mai questa?
Posso ancora udire le loro grida nella mia testa. Posso sentire il loro sangue, ancora caldo, scorrere tra le mie mani. Posso percepire l'odore di morte, di putrefazione. Posso avvertire il sapore salato delle lacrime nella mia bocca. E quelle immagini... quella devastazione, quel dolore... tutto è marchiato per sempre nel mio cuore, nei miei occhi e nella mia anima. Avrei dovuto fare qualcosa... io... avrei potuto aiutarli!
Non tutti, ne sono consapevole, ma forse qualcuno... O perché, no? Anche tutti, certo!
Avremmo potuto divulgare la notizia del terribile presagio che stava per abbattersi su di loro e tutte quelle persone ora sarebbero vive.
In fuga sicuramente, ma vive.
Anche se... a chi voglio darla a bere? Chi avrebbe mai potuto credere ad un sogno?
Nemmeno io volevo crederci.
Cosa... cosa siamo diventati tutti? Come si può distruggere la vita di centinaia di persone in questo modo? Come?!
Ci paragonano alle bestie, ma in realtà dovremmo imparare da loro. Dovremmo... imparare...
"
Allora... preferisci che ti chiamo Jarak o Valerius?"
Le parole dell'uomo mi riportano alla realtà ed in un attimo riprendo il controllo del mio corpo.
Riesco a restituire i fogli, che poggio con delicatezza sul tavolo, prestando attenzione a non rovinarli.
Come se, almeno con questo piccolo gesto, potessi prendermi cura di ciò che resta di loro.
Perché non sono soltanto dei nomi su un pezzo di carta. No. Non sono solo questo.
I nomi. Qualcuno l'ho riconosciuto, eccome.
"
Aspettami al campo di allenamento, devo prima fare una cosa... ci metterò poco"
Il campo di addestramento. Io... ieri volevo allenarmi, giusto?
Forse... forse dovrei... sì, credo che dovrei allenarmi.
Forse se mi concentrassi su qualcosa, le loro urla di terrore cesserebbero.
Non vogliono smettere... non... non vogliono...
"
Quindi... sei tu il vero Lord Urthadar. Tuo fratello si atteggia con una coda di pavone più grossa di quella che è in realtà"
Urthadar?! Ma... ma che? Cosa?
Resto imbambolata ad ascoltare lo scambio di battute tra i due per qualche minuto, ma ora... basta.
Ora devo allontanarmi da qui. Mi allenerò. Certo. Devo pensare ad altro, focalizzare la mia attenzione su altri pensieri, su altre cose. Non posso continuare così o temo che potrei impazzire.
Senza proferire parola, mi dirigo verso il campo.
Mentre mi avvicino, tuttavia, noto la presenza di due persone. Una è
Elen e l'altra... sembra... il
beota?!
Oh no. Possibile che non riesco proprio ad evitar
lo in questi giorni?
Se è
lui. Il colore dei capelli, almeno, sembra... ma sì, credo proprio che sia
lui.