Il ragazzo si alza, finalmente, e con gentilezza mi aiuta a rialzarmi.
Una persona gentile in mezzo a tanti psicopatici... ci voleva proprio!
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Io sono Sage. Sono un ragazzo, sono un mago e ho un arco: la descrizione è perfetta. Credo proprio di essere io"
Afferma stringendo la mano prima ad
Elen e poi a me.
Un sorriso nasce spontaneo sul mio viso: finalmente una persona simpatica e solare.
Di solito le persone così mi fanno sempre a sentire a disagio, ma la vita qui nell'accampamento, insieme a tante altre persone, piano piano mi sta cambiando ed ora provo sollievo nell'avere accanto un alleato come lui.
Un altro arciere poi... bene.
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Scusate l'irruzione, ma siete nascosti così bene che non vi avevo visti!"
Non solo simpatico, ma pure educato. "Scusa"... quanto tempo è passato dall'ultima volta che ho sentito questa parola? Sembra anche una persona socievole, visto che inizia subito a dare pacche sulle spalle ai presenti.
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Grazie. Grazie per avermi dato l'opportunità di contribuire a tutto questo, sarà un onore essere dei tuoi e spero che non ti pentirai di avermi permesso di partecipare alla realizzazione di una Dohaeris migliore"
E sembra condividere i nostri ideali. Condividerli realmente, però, e non come tante persone che parlano di ideali, ma poi sfruttano la fazione solo per sfogare i propri istinti animaleschi e violenti.
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Più tardi mi lavo, te lo giuro"
Avevo sentito bene, allora.
Mentre
Drako accoglie come si deve il nuovo arrivato, offrendogli un piatto di stufato, ed
Elen si precipita nella dispensa per poi uscirne con un boccale di luppolo, ne approfitto per allontanarmi e dirigermi nella mia tenda.
Prendo un vestito pulito, un telo, la saponetta e mi reco nella tenda adibita a bagno per concedermi una bella doccia. E' proprio quello che ci vuole dopo un'intensa giornata di allenamenti.
Mentre sono sotto l'acqua calda, i muscoli iniziano a rilassarsi.
L'acqua che scorre sulla mia pelle porta via ogni cosa: sudore, trucco, terra, sangue.
Vorrei lavare in questo modo anche il mio cuore. Riuscirei a liberarmi della rabbia, del dolore, della malinconia, della tristezza, dell'odio, del rancore e di questo spasmodico desiderio di vendetta.
Senza rendermene conto, le lacrime iniziano a scendere sul mio viso, celate dall'acqua che continua a scorrere, incessantemente.
Devo smetterla. Basta! Devo riuscire a superare tutto questo.
Non so come... non so... non so come fare, ma devo riuscirci.
Esco dalla doccia ed inizio a tamponarmi il corpo con il telo. Devo asciugarmi velocemente: la riunione potrebbe iniziare da un momento all'altro e non voglio perdermi nulla.
Mi infilo i vestiti puliti ed esco dalla tenda: nella mano destra il telo, nella sinistra i vestiti sporchi.
Devo assolutamente fare il bucato. Magari dopo la riunione... sì, c'è tempo.
Entrando nella mia tenda, lancio il telo sul pagliericcio e getto gli abiti sporchi a terra.
Subito dopo, esco dalla tenda e mi dirigo nuovamente al tavolo. Entro in dispensa, afferro una ciotola ed un pezzo di formaggio, poi mi avvicino al pentolone e la riempio stando attenta a scartare i pezzi di carne.
Prendo finalmente posto a tavola: mangerò in silenzio, ascoltando cosa diranno i presenti.
Ora sì che ho fame.