Il mio attacco non solo non va a segno, ma
Earine mi viene letteralmente strappata di mano.
Più che non essere andato a segno, per essere precisi, non è proprio andato.
Risponde alla mia domanda con tono sarcastico e sorridendo divertito.
Di solito non apprezzo questi modi strafottenti, ma ho deciso di cogliere questa occasione per mettermi in discussione ed imparare e per poterlo fare devo ricorrere a tutta l'umiltà che possiedo. Il suo ragionamento non è affatto sbagliato: tendo ad affidarmi troppo ad
Earine ed in un combattimento vero, contro un nemico, questo tentativo di attacco fallito, sarebbe stato la mia rovina. Avrebbero approfittato per uccidermi, senza pensarci due volte.
Devo imparare a fare a meno del mio arco, in determinate occasioni. Ciò che è successo qui, poco fa, non dovrà più accadere. Mai più.
Mi solleva per il collo e la morsa diventa sempre più serrata, mentre continua a parlare.
Mi invita a colpirlo, sfruttando la distanza ravvicinata.
L'aria. Inizia a mancarmi l'aria.
Devo... devo liberarmi. Devo... respirare.
Senza pensarci due volte, decido di agire: tenterò di colpirlo nei gioielli di famiglia, usando la gamba destra. Piede o ginocchio. Dovrei arrivarci senza problemi.
Se il colpo andrà a buon fine e mollerà la presa, sfrutterò il momento di dolore che lo colpirà (forte è forte, ma credo che in quel punto tanto delicato anche uno come lui sentirà dolore, cavolo!) e che dovrebbe spingerlo a piegarsi con il busto in avanti. Proprio in quel momento, cercherò di afferrarlo per la testa e di piantargli una ginocchiata in pieno volto.
A prescindere dall'esito dell'attacco, mi allontanerò almeno di un paio di metri, richiamerò
Earine e domanderò...
"
E la forza? Come... come gestisco un avversario molto più forte di me?"
Spero di riuscire a parlare e di esprimermi chiaramente. Sicuramente la gola brucerà come l'inferno.