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  1. #2491
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien


    Mastico la scorza del pane, sembro un cane che addenta il suo osso preferito, non devo essere un bel vedere, ma scarico spesso la tensione in questo modo, evito di digrignare i denti la notte e di trovarmi la mascella indolenzita.





    Tutti mangiano con gusto, Dahmer ha persino chiesto il bis, bah... Sto per alzarmi, ma qualcosa attira la mia attenzione: le ali luminescenti di Mercur rischiarano pallidamente l'ambiente e non posso fare altro che puntare gli occhi su Esperin, quando la nomina.



    Si alza subito e si rivolge a Drako il quale acconsente come nulla fosse! E poi perchè non mi dice niente? Quando siamo andati da Aiden ha pensato bene di venire dal sottoscritto, là Drako non l'ha chiamato, ancora non sa niente scommetto... ora invece, vabbè, cazzi suoi, è la zona neutra ed avrà imparato a controllare dietro al Glados, prima di attraversarlo come nulla fosse. Do un ultimo morso al tozzo di pane e lo straccio con foga, per poi buttare giù con un abbondante sorso di idromele. "Vado a dormire"



    non mi rivolgo a nessuno in particolare, semplicemente mi alzo e vado nella mia tenda, vedo Drako fare lo stesso, dopo aver salutato i presenti.



    Più tardi controllerò che Esperin sia tornata, la finestrella si affaccia proprio sul lago, non mi sfugge, se non torna presto, la vado a cerare.

  2. #2492
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Quando metto nuovamente piede al campo mi sento subito più tranquilla e serena, non che l'incontro con Medea sia stato spiacevole anzi, ma qui è come se mi sentissi più sicura, più me stessa, senza dover fingere cose che assolutamente non corrispondono alla realtà. Tutta questa storia del matrimonio sta diventando pesante da portare avanti, preferisco stare qui dove tutti sanno che è solo una finzione e non devo quindi preoccuparmi di cosa dico o cosa faccio.



    E poi mi trovo bene, mi sento allegra ed a mio agio quasi sempre, anche se trovo assurdo dirlo considerato l'impatto avuto appena pochi giorni fa, al mio arrivo qui. Le cose stanno cambiando così rapidamente che non riesco a stare dietro alle mie stesse sensazioni e reazioni, non me ne capacito. Raggiungo velocemente la mia tenda, ormai devono essere andati quasi tutti a dormire, al tavolo mi sembra di aver intravisto solo Dahmer intento a parlare con Valerius, quando entro mi lascio sfuggire un sorriso nel vedere il pagliericcio rivestito, avrei dovuto parlare a Drako ma il tempo oggi è volato e lui non c'era quindi non ne ho avuto occasione, a giudicare da come sono andate le cose è già tanto che io sia ancora viva ed in grado di poterlo fare in un secondo momento. Poco male, andrò da lui domani dato che ormai è tardi, ringraziandolo per questo gesto che in un primo momento ho ritenuto fuori luogo, ma che ora apprezzo...soprattutto perchè tra pochi minuti mi stenderò nuovamente tra quelle coperte morbide e profumate senza pensare più a nulla fino a domattina.



    Ne ho approfittato poco oggi a causa della missiva di Aiden, ma quel poco tempo è stato qualitativamente sufficiente a rigenerarmi, ed il mio viso ora disteso e libero dalle occhiaie ne è la dimostrazione. Mi avvicino distrattamente ad uno dei bauli iniziando a sfilare l'anello per riporlo nuovamente all'interno, quando abbassandomi qualcosa sulla destra cattura la mia attenzione distogliendomi dalla precedente azione. Sul secondo baule, all'interno del piccolo vaso di fiori ormai non più freschi che Drako mi aveva fatto trovare in tenda, è presente una rosa chiaramente appena colta che non mi stupirebbe più di tanto se non fosse per il fatto che è blu. Proprio blu.



    Una rosa identica a quelle che trovavo sul davanzale delle mie stanze alla Torre, le stesse rose che ho visto a casa di Ryuk la notte in cui sono fuggita e che lui stesso ha indirettamente confermato di avermi inviato tramite delle colombe ammaestrate. Avrei dovuto chiedergli maggiori spiegazioni, ma in questi giorni non abbiamo avuto neanche il tempo per respirare quasi, mi è totalmente sfuggito. Resto a guardarla perplessa, non può essere una coincidenza e fino a ieri sono certa che non ci fosse, è entrato nella mia tenda e quindi... quindi è stato lui.



    Mi volto verso il pagliericcio ed improvvisamente ricordo anche dove avevo già visto quel cuscino, la mia prima impressione non era sbagliata. E' vero che è uguale a tanti altri, ma ha quel particolare ricamo ai lati del tessuto bianco che avevo già visto da qualche parte ed ora ricordo anche dove: a casa sua, come le rose. La sfilo dal vaso prendendola in mano mentre un profondo senso di fastidio mi percorre la schiena e quasi senza rendermene conto mi ritrovo ad uscire dalla tenda e ad andare rapidamente e col viso contrariato nella sua, mi deve delle spiegazioni e deve smetterla di intromettersi nelle mie cose. "Ryuk" lo chiamo in modo molto freddo, prima di entrare nella tenda senza aspettare di essere invitata



    "cos'è questa? E non dirmi una rosa" esclamo stizzita, lanciandola sul suo pagliericcio, prima di continuare "ora devi lasciarmele anche in tenda? Non mi sembra di averti dato il permesso di entrare. E poi spiegami una buona volta, davvero mi sfugge sia il perchè e soprattutto il come tu riuscissi a farle arrivare alla Torre, addirittura nelle mie stanze e non nella voliera" aggiungo infastidita, guardandolo in attesa di una risposta che da tanto deve fornirmi. Poi sospiro, riprendendo a parlare con tono più fermo e calmo "quindi sei stato tu a rivestire il pagliericcio? Perchè? Non avevi detto che ti bastava mettere il mio culo sul trono, anche se solo come vegetale? Non voglio questi privilegi, voglio essere trattata come tutti gli altri, mi sarei adattata al fieno" prima o poi, forse, in ogni caso non è affar suo. Deve starmi lontano, non gli deve interessare come dormo, non voglio interagire né avere a che fare con lui in alcun modo oltre il dovuto, mi è bastato oggi.

  3. #2493
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien


    Un'altra giornata infernale, spero che questa guerra termini al più presto, inizio a non tollerare più niente, ho incontrato meno nobili pomposi quando ero all’Adamantem che ora. Ho ancora qualche graffio sul corpo, Esperin è troppo veloce per i miei gusti ed io, probabilmente, sono troppo irascibile per i suoi, è una fortuna che mi abbia in fazione come sono ora e non com'ero di anni fa, probabilmente non mi sarei neanche unito a Kalisi, ma neanche con i Reali, con la scusa di qualche missione mi sarei chiuso in un bordello fino alla fine della guerra. Mi siedo sul pagliericcio e ripenso a tutto ciò che è accaduto, inizio a temere il giorno che verrà, si vede che sono fin troppo cambiato, ero tipo da vivere alla giornata ed ora… ora penso al caos che si sussegue sotto i miei occhi e troppe volte ne sono il protagonista, mi solleva solo il fatto di aver raggiunto una sorta di equilibrio con i miei compagni di fazione, tranne Esperin ovviamente, con lei non vedo via d’uscita, Drako tutto sommato pare tollerarmi. Mi manca quella testa d’asino di Zagarth, gli scriverò al più presto. "Ryuk" Balzo automaticamente in piedi e mi ritrovo Esperin in tenda, sta diventando un vizio



    "
    cos'è questa? E non dirmi una rosa"




    allora l’ha vista, non mi stava ignorando come immaginavo, beh… meglio una sfuriata ora che mai. La lancia sul pagliericcio, ma non mi volto ad osservarla, resto fermo a puntare la ragazza negli occhi "ora devi lasciarmele anche in tenda? Non mi sembra di averti dato il permesso di entrare. E poi spiegami una buona volta, davvero mi sfugge sia il perchè e soprattutto il come tu riuscissi a farle arrivare alla Torre, addirittura nelle mie stanze e non nella voliera"



    Piego la testa di lato e le rivolgo un mezzo sorriso, è tanto intelligente, ma sembra perdersi in un bicchiere d’acqua alle volte



    "quindi sei stato tu a rivestire il pagliericcio? Perchè? Non avevi detto che ti bastava mettere il mio culo sul trono, anche se solo come vegetale? Non voglio questi privilegi, voglio essere trattata come tutti gli altri, mi sarei adattata al fienoTossisco, evidentemente per finta, portando la mano a pugno chiuso avanti la bocca.



    “Altro? Sei un po’ troppo agitata Esperin, vuoi un bicchiere d’acqua? Se ti ho messo quella rosa nel vaso è appunto per farti capire che voglio parlartene, considerato che non è più stato toccato l’argomento”
    alzo un sopracciglio nel sorriderle ancora.“Le mie colombe non sono esattamente ammaestrate, sono incantate. Appartenevano ad un tizio, le usava per contattare i propri scagnozzi per affari non propriamente leciti, diciamo che me le ha gentilmente regalate” Quando gli ho strappato la lingua e cavato gli occhi non ha opposto tanta resistenza in fondo “Capiscono il linguaggio umano, basta dire loro che fare e lo eseguono, non sono semplici fattorini. Così avevo impartito l’ordine di farti trovare una rosa allo scandire delle giornate: una la mattina, una il pomeriggio, sera e notte. Non era di certo per farti un gentile omaggio, volevo solo tenerti sotto controllo, credevo che saresti fuggita da Lantis e tutta quella gente prima o poi, mettendo in pericolo il piano di portarti qui. Se tu non le avessi raccolte per un giorno intero, lo avrei saputo e di conseguenza avrei controllato la tua presenza alla torre, tutto qui!” La osservo avvicinandomi di un passo, è così bassa in confronto a me che devo piegare la testa per incontrare i suoi occhi. Sta decisamente meglio con questi capelli, mi perdo ad osservarli qualche istante, le incorniciano il viso, non come quegli spaghetti arricciati di prima. “Per il letto, mi sembra che tu lo abbia apprezzato a giudicare dalle occhiaie scomparse, erano belle evidenti sai?” Torno serio per un attimo “Anche tu avresti dovuto evitare di venire a casa mia l’altro giorno, ma non te lo sto rinfacciando, anzi”

  4. #2494
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    È NOTTE

  5. #2495
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Arrogante, presuntuoso e narcisista. Basta guardarlo cinque minuti in faccia per associarlo facilmente ad uno di questi aggettivi, se non a tanti altri decisamente peggiori che adesso purtroppo mi sfuggono. La rosa tocca il pagliericcio adagiandosi su di esso senza che lui distolga neanche per un momento gli occhi dai miei, mentre io continuo a parlargli altamente irritata.



    Piega la testa di lato sorridendo quando gli chiedo di come sia riuscito a farmi arrivare le rose in quel modo, come se mi stesse ritenendo una stupida per la domanda assolutamente legittima che gli ho posto, ma non risponde subito, non prima che io abbia terminato di parlare. Poi tossisce chiaramente per finta, con quel solito modo di fare che non sopporto, e poco dopo riprende a parlare con tono decisamente troppo ironico per i miei gusti “Altro? Sei un po’ troppo agitata Esperin, vuoi un bicchiere d’acqua?” lo fulmino con lo sguardo, prima che continui il suo discorso “Se ti ho messo quella rosa nel vaso è appunto per farti capire che voglio parlartene, visto che non è più stato toccato l’argomento” sorride ancora mentre io incrocio le braccia al petto, un chiaro invito a procedere nel discorso senza perdere altro tempo, tempo che non ho alcuna intenzione di sprecare in questa tenda.



    “Le mie colombe non sono esattamente ammaestrate, sono incantate. Appartenevano ad un tizio, le usava per contattare i propri scagnozzi per affari non propriamente leciti, diciamo che me le ha gentilmente regalate. Capiscono il linguaggio umano, basta dire loro che fare e lo eseguono, non sono semplici fattorini. Così avevo impartito l’ordine di farti trovare una rosa allo scandire delle giornate: una la mattina, una il pomeriggio, sera e notte. Non era di certo per farti un gentile omaggio, volevo solo tenerti sotto controllo, credevo che saresti fuggita da Lantis e tutta quella gente prima o poi, mettendo in pericolo il piano di portarti qui. Se tu non le avessi raccolte per un giorno intero, lo avrei saputo e di conseguenza avrei controllato la tua presenza alla torre, tutto qui!” ascolto le sue parole attentamente, ignorando il suo tono supponente ed iniziando a collegare i vari pezzi.



    Le rose mi sembravano arrivare casualmente in stanza, senza una logica precisa, ma ora che ci penso posso effettivamente associare la loro comparsa alle diverse fasce orarie della giornata, anche se spesso ne trovavo almeno un paio insieme dato che ero fuori per la maggior parte del tempo, tra allenamenti, riunioni ed impegni vari. "Non ho mai sentito parlare di colombe incantate..." rispondo con tono più calmo, riflettendo tra me e me, quasi senza rivolgermi più a lui. Mi ha detto quello che volevo sapere, non mi interessa altro e non avevo alcun dubbio che non fosse un gesto gentile ma piuttosto un modo per controllarmi, o per infastidirmi, che poi è quello che ha effettivamente ottenuto.



    Con la coda dell'occhio lo vedo avvicinarsi, è molto più alto di me quindi sono costretta ad alzare il capo per incrociare i suoi occhi, e quasi senza accorgermene mi ritrovo a fare un passo indietro toccando involontariamente il tessuto della tenda alle mie spalle, infastidita da questa improvvisa ed inopportuna vicinanza. Mi sta fissando, sembra fissare i miei capelli, probabilmente sta ancora ridendo di come me li ha tagliati riducendoli in questo stato pietoso.



    Decido di ignorarlo, al momento il mio aspetto è l'ultima cosa che mi occupa i pensieri, ma mi ritrovo ugualmente ad abbassare per un attimo lo sguardo, nervosa, per poi riportarlo sul suo poco dopo, non sopporto questo suo modo di fare. “Per il letto, mi sembra che tu lo abbia apprezzato a giudicare dalle occhiaie scomparse, erano belle evidenti sai?” mi dice poi, mentre io continuo a mantenere il suo sguardo irritata, decidendo di non ribadire a parole che so essere vere, ma delle quali non voglio dargli soddisfazione. “Anche tu avresti dovuto evitare di venire a casa mia l’altro giorno, ma non te lo sto rinfacciando, anzi” conclude poi tornando serio, mentre io alzo un sopracciglio guardandolo sempre più accigliata. Rinfacciare? E cosa vorrebbe rinfacciarmi? Che nonostante non lo sopporti e non sopporti il nome che porta ho deciso di andare da lui comprendendo il suo lutto? Che ho evitato di dirgli cosa penso di suo padre per rispetto al suo evidente dolore? Che avrei dovuto lasciarlo marcire nel suo ghiaccio dopo che aveva palesato l'intenzione di colpirmi ed invece l'ho aiutato? Razza di stronzo, ingrato e quant'altro..ma che mi innervosisco a fare? Per lui poi, dopo oggi? Fanculo. "Sono situazioni ben diverse" gli rispondo secca ed altamente infastidita, mantenendo il suo sguardo "ma hai ragione, avrei fatto meglio ad evitare".

  6. #2496
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    Esperin mi osserva come al solito, il suo sguardo è alto, puntando verso i miei occhi con la puzza sotto al naso, i modi infastiditi, quando sto semplicemente rispondendo alle sue domande, la sto trattando con più rispetto di quanto io ne abbia riservato ad altri in questo accampamento e lei si ostina a fare la principessina del cavolo, sì… sicuramente si sarebbe abituata al pagliericcio così com’era, sarebbe svenuta almeno tre quattro volte al giorno. Indietreggia quando mi avvicino a lei e continua a distogliere lo sguardo ogni tanto, così come ha fatto ieri notte, mentre mi aiutava a togliere l’armatura, questi atteggiamenti mi sembrano inequivocabili, proprio lei… lei che pare abbia un palo infilato su per il sedere, è mai possibile che sia attratta proprio da me? Sono abituato a carpire certe informazioni, certi messaggi che il corpo lancia involontariamente, me ne sono sempre approfittato, quando una donna è ammaliata non c’è di certo bisogno delle parole per capirlo, basta agire nel modo giusto ed il gioco è fatto. "Sono situazioni ben diverse. ma hai ragione, avrei fatto meglio ad evitare" continua a rispondere, quando si trova ormai con le spalle contro la tenda ed io ne approfitto ancora per avanzare di un altro passo, voglio capire, ormai è diventata una questione di principio “Certo, sono situazioni ben diverse e sì, avresti fatto meglio ad evitare per te stessa, ma devo darti atto che mi ha fatto piacere averti accanto in quel momento” Non sto mentendo, a mente fredda e rielaborando ogni evento, se lei non fosse stata presente, probabilmente, mi sarei rotto un braccio e non avrei preso coscienza dei miei doveri, magari… non avrei neanche elaborato l’idea del matrimonio. “Stai bene con i capelli corti, sembri più adulta, più donna”



    Distoglie ancora gli occhi ed allora che il tutto inizia a diventare più chiaro. Resto qualche secondo in silenzio, prima di portare la mano destra sotto al suo mento per sollevarlo e portela guardare bene in viso, incrocio le sue iridi così cariche di qualcosa che non so decifrare e mi contengo dal mostrare quel che sto pensando ora, il mio sorridere arriva sempre nei momenti meno opportuni “Tu sei attratta da me, Esperin.” In un gesto rapido mi sposta la mano dal mento ed è allora che non riesco a trattenermi ed un piccolo sorriso arriva a tirarmi l’angolo destro del viso “E non da ora… ricordi il ballo dell'anno scorso?”

    Credo fosse poco più di un anno fa, Rickard era ancora seduto al trono nel pieno della propria salute, non c’era alcun segno di quella malattia, non vi erano quelle chiazze scure a divorargli il volto. I membri del mio casato avevano indetto un ballo, uno dei pochi dell’anno. Solitamente trascorrevo più tempo alla torre che a casa mia, mi sentivo decisamente più a mio agio lontano da mio padre, anche se ero praticamente solo, ma meglio restare in isolamento, piuttosto che respirare la stessa aria di Lord Tywin. Quella sera mi ero vestito bene, come imponeva la volontà di mio padre e l'etichetta, ovviamente dovevamo metterci in bella mostra, nonostante ci guardassero tutti come fossero due spaventapasseri ricoperti da diamanti.



    Avevo adocchiato un bel po’ di nobildonne, alcune mi avevano puntato esplicitamente, certi gesti delle labbra lasciavano poco all’immaginazione, c’era persino qualche vecchia compagna d’avventura, avrei avuto modo di interagire molto e di divertirmi in quella lunga serata, senza dover restare attaccato alla gonnella di mio padre, ma ovviamente decise di rompermi le uova nel paniere.



    “Invita la principessa a ballare, al posto di mostrare quella grossa coda di pavone a tutte quelle che respirano in questa sala”
    era un ordine bello e buono e sapevo benissimo che non gl’importasse nulla del fatto che io dovessi intrattenere la piccola Raeghar, il suo nome era in cima a quel grosso tomo delle casate ed il Lord dell’Adamantem voleva tessere la propria tela in ogni modo.



    Non dissi nulla, non lo guardai neanche, come un bravo soldato con la schiena dritta, cercai Esperin con lo sguardo e quando la vidi mi bloccai per un istante.



    Non ha mai dimostrato l’eta che avesse, sembrava più grande, persino il suo corpo parlava come quello di una donna matura, i capelli alzati le lasciavano il collo morbido ed esile in vista, la vita sottile fasciata da un abito che ne metteva in mostra la femminilità pronunciata e quel viso poco truccato, eppur tanto attraente.



    Mi stupii di me stesso per lo slancio improvviso che provai nei suoi riguardi, nonostante non rispecchiasse i canoni che prediligo in una donna, l’ordine di mio padre non mi sembrò poi così male. Mi avvicinai con passo sicuro verso la ragazza, se ne stava in piedi accanto suo padre, ad osservare le persone danzare, li salutai entrambi formalmente con un inchino e chiesi con tono fermo



    “Potrei avere l’onore di un ballo con Voi, Principessa Esperin?”

  7. #2497
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Resto in silenzio con le spalle poggiate contro la tenda mentre Ryuk continua ad avvicinarsi con quella strana espressione sul viso, mi infastidisce, e molto, e neanche mi sforzo troppo di non farglielo notare, ma mi ripeto che è tutto assolutamente normale, credo, o forse no...non capisco cosa sta facendo. “Certo, sono situazioni ben diverse e sì, avresti fatto meglio ad evitare per te stessa, ma devo darti atto che mi ha fatto piacere averti accanto in quel momento” ribatte alla mia affermazione, e resto in silenzio senza aggiungere altro perchè in fondo so che è vero anche se non lo merita affatto, altrimenti non mi avrebbe chiesto di restare, come non avrebbe fatto tante altre cose che hanno seguito quel momento. “Stai bene con i capelli corti, sembri più adulta, più donna” mi dice poi all'improvviso, e mi viene istintivo distogliere nuovamente lo sguardo dal suo perchè questo suo modo di fare e di porsi mi mette a disagio, non lo sopporto e non lo reputo assolutamente opportuno, oltre che non ha niente a che vedere col discorso di partenza. "Questo non-"...ma che fa? Sento solo la sua mano che solleva il mio mento per tornare ad incatenare le sue iridi alle mie e le parole mi muoiono in gola per questo suo gesto, sento l'istinto di allontanarmi e di rispondergli ma resto per un attimo sconcertata, incatenata ai suoi occhi ed incapace a reagire, finché non sento le sue parole “Tu sei attratta da me, Esperin.” parole che in un attimo mi ridestano.



    Con un gesto veloce e di rabbia allontano la sua mano dal mio viso, non sopporto qualsiasi tipo di contatto con lui e non sopporto la supponenza delle sue parole, mentre vedo le sue labbra piegarsi in un odioso sorriso dei suoi “E non da ora… ricordi il ballo dell'anno scorso?” aggiunge poi mentre io continuo a guardarlo allibita senza riuscire ancora a credere che abbia detto una cosa del genere, così distante dalla realtà. Schiudo le labbra per rispondere, mentre mi torna inevitabilmente alla mente quel ballo di un anno fa al Castello Nero.

    Ero da poco arrivata assieme a mio Padre e Lantis nella sfarzosa sala dove i Leithien avevano organizzato quel ballo ed il senso di angoscia e di soggezione che quel posto infondeva avevano già contribuito a togliermi il buonumore. Tutto in quella stanza sembrava un inno alla negatività, dai colori alle decorazioni, dalle statue inquietanti a persino tutti quei diamanti in bella mostra che invece che contribuire con i loro giochi di luce ad illuminare l'ambiente trasmettevano tutt'altro.



    Rimasi sola quasi subito ed avvertii un forte disagio che cresceva minuto dopo minuto, volevo solo lasciare quel luogo e tornare a Luna di Diamante "Che tu ci creda o no, c'è luce anche in questo posto" la voce di mio Padre mi distolse dai miei pensieri e mi fece sentire subito più tranquilla e rilassata, un capacità che da sempre aveva avuto, gli rivolsi un sorriso e rimasi al suo fianco ad osservare gli altri danzare evitando accuratamente di unirmi a loro, come mio solito.



    Era probabilmente uno degli ultimi balli a cui mio Padre partecipò nel pieno della salute, prima di ammalarsi, era ancora il Re forte e magnanimo che tutti conoscevano, che con solo una parola riusciva ad acquietare qualsiasi controversia e che io consideravo ancora assolutamente invincibile. Quella sera erano presenti tutte le casate più influenti del Regno e sapevo quanto fosse importante mantenere le apparenze data la situazione, per l'occasione avevo raccolto i capelli ed indossato un abito che certamente mia Madre avrebbe approvato, sfoggiavo infatti con orgoglio i colori della casata che rappresentavo davanti alla nobiltà Dohariana.



    Quando alzai lo sguardo e vidi Ryuk avanzare dall'altro lato della sala capii subito che si sarebbe avvicinato, dato che aveva già fissato il suo sguardo insistentemente su di me provocandomi un lieve senso di fastidio e di imbarazzo.



    Non avevo mai avuto molto a che fare con lui, non odiavo neanche i Leithien come ora dato che ignoravo molte cose, ma la sua fama era più che sufficiente ad intimidirmi.



    Posai lo sguardo su mio Padre che lo ricambiò con uno dei suoi sorrisi, probabilmente aveva avuto la mia stessa impressione e sapeva cosa Ryuk mi avrebbe proposto di lì a poco, per cui non si scompose più di tanto nel vederlo arrivare ed inchinarsi formalmente davanti a noi.



    “Potrei avere l’onore di un ballo con Voi, Principessa Esperin?” mi chiese con la schiena ancora bassa, porgendomi la mano con quei suoi modi impeccabili che solitamente nasconde così bene. Lo fissai dubbiosa, non avevo alcuna voglia di ballare, tanto meno con lui, ma con un cenno del capo mio Padre mi invogliò ad accettare, probabilmente per non offendere Lord Tywin e mantenere le apparenze tra le due casate.



    Così di buon grado tornai a voltarmi verso Ryuk e dopo un attimo di esitazione allungai la mano verso la sua, la sfiorai ritraendola un attimo, infastidita nel pensare a chi avessi davanti, e subito dopo la poggiai con più decisione, accettando il suo invito.



    "Con piacere, Sir Ryuk" risposi, con il tono più convincente che riuscii a mostrare, sebbene fosse tutt'altro che vero.

    "Lo ricordo vagamente" rispondo distrattamente alla sua domanda, evitando di soffermarmi troppo a ricordare un momento che ora non ha alcuna importanza, ancora infastidita per le sue assurde supposizioni "ma non ha nulla a che vedere con l'assurdità che hai appena detto e che intendo chiarire subito" aggiungo poi seria, tornando a mantenere il suo sguardo "sei totalmente fuori di testa"

  8. #2498
    sim dio L'avatar di valuccia85
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti




    Dopo il mio complimento... niente. Non dice niente.



    Non che durante gli allenamenti dobbiamo perderci in chiacchiere, ma questa sua apparente freddezza e questo silenzio... non so... mi fanno pensare.



    Forse l'ho offesa in qualche modo? Forse ha percepito... ma certo! Vuoi vedere che si è accorta di qualcosa?
    Eppure non mi sono rivolta a lei in modo sgarbato, né ho usato un tono sgradevole. Possibile che abbia avvertito quella strana sensazione che ho provato prima? Quel fastidio? Ma no... che vado a pensare! E' impossibile!



    Forse ha semplicemente la luna storta e sta pensando bene di sfogarsi con la sottoscritta.



    Non mi dispiace, in effetti. Ho molte cose da dover elaborare e digerire anch'io, quindi un po' di movimento non può farmi male.
    Il mio colpo va a segno e nell'istante in cui vedo il sangue sgorgare dal suo setto nasale ormai rotto... godo.
    Ebbene sì. Godo. Non so il perché, veramente fatico a comprenderlo, ma non riesco a non provare soddisfazione.
    Sto per indietreggiare, quando blocca la mia mano e... porca... putt...ana.
    Mi colpisce prima con una ginocchiata allo stomaco e poi con una gomitata al mento.
    Ce l'hanno tutte con la mia faccia ultimamente?! E che è?!
    Resto piegata in avanti... mi manca l'aria... ma non posso e non voglio fermarmi. Devo reagire. Devo combattere.
    Ormai sembra più una rissa da osteria, ma... mi piace!
    Stringo saldamente Earine nella mano destra e, nel preciso istante in cui torno in posizione eretta, cerco di colpirla in pieno volto con la mia arma.



    Earine: forma dormiente
    Se il mio attacco dovesse riuscire, la colpirò subito dopo con una pedata nello stomaco, nel tentativo di farle perdere l'equilibrio e farla cadere a terra. Un cambio di prospettiva... ci vuole.

    -Mi manca ancora l'aria, cazzo- penso mentre assumo una posizione di difesa.
    Ultima modifica di valuccia85; 6th December 2015 alle 03:27

  9. #2499
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    "Lo ricordo vagamente" Mi guarda infastidita, tanto per cambiare, tutto in piena regola, mi ci sto abituando, quasi affezionando a queste sue faccette arrabbiate che non fanno paura a nessuno "ma non ha nulla a che vedere con l'assurdità che hai appena detto e che intendo chiarire subito, sei totalmente fuori di testa" Ancora inarco un sopracciglio e trattengo un altro sorriso, ormai mi è tutto chiaro, non lo ammetterà mai, ma sono convinto che sia così, prima ha distolto nuovamente lo sguardo, mi pare che sia persino arrossita. Decido di incalzare e di usare un tono della voce più basso “Io ricordo bene la faccia che facesti, come distogliesti lo sguardo, sentii persino il battito del tuo cuore aumentare dalla presa che avevo sulla tua mano e polso.

    Rickard acconsentì, avevamo spesso parlato io e lui, lo rispettavo come uomo e Re, se preferivo trascorrere più tempo al Castello ed alla Torre piuttosto che all’Adamantem, lui rientrava tra i vari motivi, persino in quel momento godevo della sua presenza che mi metteva decisamente a mio agio, rilegando nell’angolo l’aura persistente di mio padre. Esperin si avvicinò a me ed ammetto che non feci troppa fatica a tenere gli occhi incollati ai suoi, piuttosto che farli cascare dritti nella scollatura, considerate le forme generose della ragazza, non ho mai faticato a credere che discendesse da una Dea.



    Le tenni il palmo della mano solo sfiorandolo e l’accompagnai tra le coppie danzanti, mi guardai bene dal pormi al centro, sono un discreto ballerino, ma la ragazza non mi sembrava esattamente a proprio agio ed evitai di porla al centro dell’attenzione, è così che ci mischiammo in un gruppo, quasi non riuscivo a scorgere né Rickard, né mio padre.
    Iniziammo a ballare e quasi non la osservavo in viso, eravamo al pari di due manichini che si tenevano le mani e restavano a tale distanza, tanto che qualcuno avrebbe potuto ballare tra noi senza sfiorarci.



    Quando le strinsi la mano e la osservai più insistentemente, Esperin puntò gli occhi su di me, mi sembrò di scorgere una strana reazione e distolse lo sguardo quasi immediatamente.



    Decisi di incalzare, perché tutto sommato mi divertiva quella situazione e riuscire a mettere in imbarazzo persino la principessa era un lusso che volevo togliermi da parecchio tempo. Feci un passo per accorciare le distanze e piegai il gomito ed il braccio, che prima era rigido e disteso, in modo da permettere all’altra mano di portare la sua alla mia spalla e di far scivolare la mia nell’incavo del suo fianco.



    Mi sembrò di vederla avvampare, probabilmente non vedeva l’ora di andarsene, ma io continuai e strinsi maggiormente la presa alla sua mano ed al suo fianco, pur lasciando un po’ di spazio tra noi.



    Portai il pollice, della mano con la quale reggevo la sua, a sfiorarle il polso in una carezza e ne approfittai per sentirle il polso ed il cuore non era per nulla regolare. Le sorrisi beffardo nel richiamare la sua attenzione “Siete un’ottima ballerina, principessa”

    Ed in quel momento vidi la sua espressione...


    Ricordo precisamente che in quell’istante ti vidi distogliere lo sguardo, come fai ora, come hai fatto ieri in tenda, quando mi hai tolto l’armatura. C’entra con… l’assurdità che ti ho detto, perché lo vedo mi guardi le labbra involontariamente e quel modo che hanno le tue pupille di dilatarsi, come il tuo respiro diventa irregolare, così come il tuo battito, lo vedo… lo vedo da qui...” porto la mano destra al suo collo, precisamente alla giugulare con l’intento di accarezzarla con il retro del dito indice



    Tu sei attratta da me, scommetto che senti caldo e senti le gambe tremare, una morsa allo stomaco, non vedi l’ora di andartene da qui, perché pensi di odiarmi e sarà pur vero, Esperin Raeghar, ma sei attratta da me e questo non l’hai capito ancora”

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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Continuo a guardarlo contrariata mentre inarca il sopracciglio con quell'aria presuntuosa che mi fa tremendamente innervosire, sarei dovuta uscire da questa tenda già da molto, anzi probabilmente non sarei dovuta neanche entrare e continuo a ripetermi di essere stata una stupida a farlo, eppure ora non riesco ad andarmene lasciandogli queste assurde convinzioni in testa, non tollero che possa pensare determinate cose di me, non lui, non con quel nome di merda che porta. Quel ballo, non capisco a cosa si riferisca, ricordo bene il fastidio che provai nei suoi confronti, lo stesso fastidio che sto provando adesso nell'essere costretta a stargli così vicino a parlare di questi argomenti. Abbassa il tono della voce ma continua ad incalzare fissandomi sicuro di sè “Io ricordo bene la faccia che facesti, come distogliesti lo sguardo, sentii persino il battito del tuo cuore aumentare dalla presa che avevo sulla tua mano e polso. " insiste ancora, riferendosi a stupide sue impressioni che assolutamente non corrispondono al vero.

    Lo seguii in silenzio e quasi senza guardarlo attraverso la sala, apprezzando che non si fosse diretto al centro dove mi sarei sentita estremamente a disagio più di quanto non fossi già.



    Avevo accettato l'invito a ballare controvoglia, così come probabilmente aveva fatto anche lui a giudicare dalla reciproca poca attenzione, ed infatti nei primi minuti ci limitammo a seguire la musica stando ben distanti, situazione che non mi dispiaceva affatto e che mi lasciava presagire che quel momento scocciante ed imbarazzante sarebbe finito presto.



    Seguii i suoi movimenti lasciandomi guidare, non ero portata nel danzare ma il ritmo era molto lento e non ebbi quindi problemi ad adattarmi, almeno finchè non alzai lo sguardo e lo ritrovai a fissarmi insistentemente, così come aveva fatto prima mentre si avvicinava per invitarmi.



    Distolsi lo sguardo augurandomi che la musica cessasse presto, aveva quel modo di fare che ha ancora e che non sopporto in un uomo, lo reputo totalmente fuori luogo ed inopportuno. Inaspettatamente lo vidi porre la mia mano sulla sua spalla, cingendo poi il mio fianco con la sua e facendo pressione con la mano dietro la schiena per ridurre le distanze, e sentii nuovamente quella sensazione di fastidio che mi aveva portato già prima a distogliere lo sguardo.





    Non opposi resistenza date le circostanze, tornai a guardarlo perplessa per un attimo per poi distogliere ancora lo sguardo, mi infastidiva questa vicinanza con uno come lui, sentivo l'istinto di interrompere il ballo ed andarmene, ma l'etichetta mi imponeva di restare e sarebbe stato altamente scortese fare diversamente.



    Puntai lo sguardo altrove, ignorando i suoi occhi fastidiosi ed insistenti su di me, mentre sentii le sue mani stringere ancora, troppo per i miei gusti, avvertivo un disagio crescente che non riuscivo a nascondere. Quando poi sentii il suo pollice scendere sul mio polso in una carezza trasalii infastidita, tornando a guardarlo stranita, stava sorridendo.



    “Siete un’ottima ballerina, principessa” mi disse soltanto con una strana espressione negli occhi, mentre la melodia cessò poco a poco di riecheggiare nella sala.



    "Vi ringrazio" risposi titubante ma con educazione, sebbene non avessi ben compreso i suoi gesti, cercando però di celare il fastidio, "Con permesso, Sir Ryuk" aggiunsi subito dopo, sciogliendo finalmente il contatto e tornando più sollevata da mio Padre.



    Torno a guardarlo, sempre più irritata “Ricordo precisamente che in quell’istante ti vidi distogliere lo sguardo, come fai ora, come hai fatto ieri in tenda, quando mi hai tolto l’armatura. C’entra con… l’assurdità che ti ho detto, perché lo vedo, mi guardi le labbra involontariamente e quel modo che hanno le tue pupille di dilatarsi, come il tuo respiro diventa irregolare, così come il tuo battito, lo vedo… lo vedo da qui...” non lo faccio di proposito, ma il mio sguardo scende sulle sue labbra, certamente condizionata dalle sue parole, per poi risalire sui suoi occhi mentre porta una mano al mio collo, cercando di accarezzare la giugulare con l'indice, mano che allontano con la mia con un gesto nervoso. Non lo sopporto più, non sopporto di stare qui, non sopporto di sentire la sua voce e le sue parole, sto rabbrividendo per il nervoso. Ma soprattutto non sopporto me, perchè lui è solo un presuntuoso, un arrogante egocentrico e narcisista, e questo suo comportamento è assolutamente prevedibile, conoscendo il tipo, ma io sono ancora qui, ancora continuo a fissarlo mentre dice cose che mi rivoltano lo stomaco per il disgusto, incapace di muovermi... e non accetto questa mia mancanza. Tu sei attratta da me, scommetto che senti caldo e senti le gambe tremare, una morsa allo stomaco, non vedi l’ora di andartene da qui, perché pensi di odiarmi e sarà pur vero, Esperin Raeghar, ma sei attratta da me e questo non l’hai capito ancora” Mi tremano le gambe, ma è per il nervoso, sento il respiro irregolare, ma per la rabbia, sento una morsa allo stomaco, ma per la nausea. E si, voglio andare via, semplicemente perchè mi irrita oltremodo la sua presenza. "Il tuo ego smisurato ti porta ad alterare la realtà" rispondo con rabbia, incrociando ancora i suoi occhi, lo sto odiando con tutta me stessa "mi infastidisci e mi irriti, durante quel ballo come adesso. E si, voglio andarmene, ma semplicemente perchè non sopporto la tua presenza" sbotto ancora, mentre sento una fastidiosa ed assolutamente inopportuna sensazione di calore alle guance, non può essere, non ci credo che sta succedendo davvero. Alzo di riflesso la mano per dargli uno schiaffo con forza, sperando con tutta me stessa che non abbia notato il resto, prima di aggiungere provando a spostarlo "ho perso fin troppo tempo a discutere con uno come te" ed avviarmi verso l'uscita.

 

 

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