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  1. #2611
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    E' bello il cielo questa sera, le stelle brillano libere dalle nuvole e non tira un soffio di vento nonostante la stagione in cui ci troviamo, segno che probabilmente domani sarà una giornata calda e senza pioggia come oggi. Sto per prendere un altro sassolino per riprovare, perchè si, sono testarda e prima o poi riuscirò a farlo rimbalzare come dico io, quando qualcosa attira la mia attenzione.



    Un fiore, un Ibiscus proprio come quello che ho appena sfilato dai capelli sta svolazzando sul pelo dell'acqua spinto verso di me probabilmente dal vento, un vento che ho appena constatato non esserci stato oggi, né nel pomeriggio né ora che è calata la sera. Si posa vicino ai miei piedi e lo prendo tra le mani delicatamente attenta a non rovinarlo, mentre seguo a ritroso la direzione dalla quale l'ho visto arrivare e noto Ryuk ancora steso che mi guarda con un sorriso appena accennato sulle labbra, prima di tornare a rivolgere lo sguardo al cielo.



    Un sorriso spontaneo nasce sul mio viso dopo qualche istante di stupore nell'intuire che quindi è stato lui sia ora che oggi, ed anche se forse dovrei pensare al motivo per cui l'ha fatto o ribadirgli che non deve comportarsi in questo modo con me, soprattutto non dopo ieri e non dopo le parole di Elen, non riesco a non pensare che sia un gesto carino e che in fin dei conti non me ne importa il motivo, credo di essere stata chiara con lui, preferisco accettarlo per quello che è: un fiore molto bello, niente di più.



    Non lo infilo tra i capelli stavolta anche se cominciava a piacermi, anche perchè tra poco andrò a dormire, ma mentre lo rigiro tra le mani continuo a pensare ai discorsi che mi passavano per la testa poco fa, poi torno a guardare Ryuk e ripenso a quel giorno in cui ha saputo della morte del padre, alla reazione che ha avuto, ho scelto di offrirgli il mio sostegno anche se eravamo in rapporti se possibile ancora peggiori degli attuali, ma fondamentalmente non ho capito fino in fondo il motivo di quella sua reazione, considerato l'odio profondo che mostrava nei suoi confronti, o forse me ne sono data una spiegazione legata al mio modo di vedere le cose, non al suo, come ho ammesso di fare spesso.



    Probabilmente ora che è passato qualche giorno avrà le idee più chiare su quello che ha provato e...non dovrebbe interessarmi, in fin dei conti non sono affari miei, ma vorrei saperlo, capire se ho visto qualcosa quel giorno che non corrispondeva alla realtà. Mi ritrovo ad alzarmi ed a dirigermi verso di lui, probabilmente non mi ha vista dato che ha lo sguardo ancora verso l'alto, arrivo quasi accanto a lui e mi siedo "E' un bel fiore" gli dico soltanto, con un sorriso, per poi restare qualche istante in silenzio, non so se sia davvero il caso di affrontare questo discorso, ma potrebbe aiutarmi anche a comprendere meglio tutta questa faccenda di Aeglos che mi sembra una totale follia, capire i discorsi di Dahmer che mi appaiono così privi di senso, anche se mai li condividerò, capire cosa possa spingere una persona a compiere determinate scelte, sebbene indiscutibilmente sbagliate e riprovevoli.



    "Posso farti una domanda..." gli chiedo, un pò titubante, in realtà non mi aspetto neanche una conferma, forse neanche una successiva risposta, non ha motivo di parlarne con me, come io di chiedere "avresti ucciso davvero tuo padre? La tua reazione... sembrava dire altro" resto ad osservarlo in silenzio, aspettando la sua risposta.

  2. #2612
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    Resto a guardare la reazione di Esperin al fiore, lo raccoglie e dopo pochi attimi si volta verso di me, ricambiandomi il sorriso, mi aspettavo di più che lo strappasse, per poi rigettarlo nel lago, inizio a credere di essere troppo prevenuto. Chiudo gli occhi per qualche istante, è piacevole qui fuori, non c'è neanche la tipica brezza autunnale e lo scrosciare dell'acqua concilia il sonno "E' un bel fiore"



    La voce di Esperin mi ridesta, ma non apro ancora gli occhi, mi limito a sorriderle in conferma alla sua affermazione "Posso farti una domanda..."



    Respiro profondamente, so già che sarà qualcosa di complesso al quale rispondere "avresti ucciso davvero tuo padre? La tua reazione... sembrava dire altro"



    Non capisco il motivo di questa curiosità, forse sta mettendo in dubbio i propri ideali, forse è finalmente uscita dalla sua gabbia dorata. Volto il capo verso lei ed apro gli occhi incrociando i suoi, prima di risponderle "Chi non avrebbe voluto ucciderlo?"



    Per quanto mi sforzi di cercare un nome, un singolo maledettissimo nome, non ne trovo nessuno, persino suo fratello lo voleva morto. Mi rendo conto di dover dare una risposta più esaustiva e perché no, spiegarle qualcosa in più di me "Una volta lo vedevo come un modello da seguire, ero solo un bambino, ai miei occhi era così forte, temuto e rispettato da tutti, volevo diventare come lui. La violenza che m'insegnava era un modo per compiacerlo, erano i soli momenti in cui mi rivolgeva parole d'apprezzamento, ma neanche più di tanto. Poi è venuto quel momento con mia madre e tutto ciò che n'è conseguito, ho scelto di essere più forte di lui e che le sue soddisfazioni non avrebbero coinciso con le mie, quindi ho cominciato a comportarmi come mi girava, all'esatto opposto di come avrei dovuto fare. Sono forse diventato più violento e sadico di mio Padre, perchè probabilmente era l'unico modo per non farmi affossare da lui e non ti nego che per un bel pò di anni ho goduto della fama che mi ero creato, come se il mio cognome non bastasse. Mi sono reso conto tardi che mi stavo affossando da solo, la buca è diventata così profonda che forse non potrò mai uscirne"



    Resto in silenzio per qualche istante, sincerandomi che Esperin mi stia ascoltando a dovere "Ho capito che tutta la mia vita ruotava attorno a lui, il modo in cui non dovevo comportarmi, le cose che non dovevo dire, che non dovevo fare, non c'era spazio per me, solo per la persona che non dovevo essere. Quindi la mia risposta è sì, lo avrei ucciso. Ucciderei anche Gordon e Lumen. Se l'altro giorno ho ceduto è perchè è venuto a mancare un pilastro, un pilastro marcio e logoro, un pilastro che avrei preferito sradicare da solo e mi sono sentito disorientato, sono crollato su me stesso senza rendermene conto. Credimi, avrei preferito perdonarlo anni fa, ma non si può assolvere qualcuno che è convinto di non aver mai sbagliato. Se non fosse morto, avrei cercato di ucciderlo in ogni maniera, perché era l’unico modo per me di avere una vita, anche se compromessa, ma avrei provato a salvare il salvabile, proprio come sto facendo ora" Ho parlato troppo, più di quanto avrei voluto, ma avverto un certo senso di leggerezza, nessuno mi ha mai fatto queste domande ed io non ne ho mai parlato con nessuno, a chi avrebbe mai potuto importare di quel che penso.

  3. #2613
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar



    Lo osservo mentre replica con un sorriso, ancora ad occhi chiusi, alla mia affermazione sul fiore col quale sto ancora giocherellando e resto a fissarlo un attimo in silenzio, prima di riprendere a parlare e chiedergli di quella sua reazione.



    "Chi non avrebbe voluto ucciderlo?" mi chiede voltandosi poi verso di me ed incrociando i suoi occhi nei miei, un'affermazione che mi aspettavo, probabilmente non esiste persona al mondo che non lo volesse morto, io per prima, e sapevo che la risposta alla mia domanda sarebbe stata questa però ugualmente quel giorno mi ha trasmesso sensazioni diverse a cui vorrei dare un senso, un significato. "Una volta lo vedevo come un modello da seguire, ero solo un bambino, ai miei occhi era così forte, temuto e rispettato da tutti, volevo diventare come lui. La violenza che m'insegnava era un modo per compiacerlo, erano i soli momenti in cui mi rivolgeva parole d'apprezzamento, ma neanche più di tanto."



    ripenso a quel vestito a casa sua, ad un bimbo forse ancora innocente che guardava suo padre come un esempio, che voleva solo che gli dimostrasse amore, quell'amore paterno che conosco così bene e che lui non ha mai ricevuto, e ripenso a tutto il sangue di cui era impregnato "Mi sono chiesta quella notte a casa tua cosa potesse portare un bambino ad uccidere, non immaginavo fossero questi...gli insegnamenti di Tywin. Devo ringraziarti per avermi detto di conservare quell'abito, ora capisco il significato di quelle parole, mi rendo conto di essere cambiata dopo quel gesto, di non essere più la stessa... ma non lo rimpiango, mi sento più forte" torno a guardare il fiore, accarezzandone un petalo col pollice, mentre lui riprende a parlare



    "Poi è venuto quel momento con mia madre e tutto ciò che n'è conseguito, ho scelto di essere più forte di lui e che le sue soddisfazioni non avrebbero coinciso con le mie, quindi ho cominciato a comportarmi come mi girava, all'esatto opposto di come avrei dovuto fare. Sono forse diventato più violento e sadico di mio Padre, perchè probabilmente era l'unico modo per non farmi affossare da lui e non ti nego che per un bel pò di anni ho goduto della fama che mi ero creato, come se il mio cognome non bastasse. Mi sono reso conto tardi che mi stavo affossando da solo, la buca è diventata così profonda che forse non potrò mai uscirne" mi limito ad osservarlo mentre mi parla del cambiamento che è seguito alla morte della madre, il suo distaccamento dal padre, il desiderio di non volerlo più compiacere ed anzi di essere l'esatto opposto di quello che lui voleva. Un desiderio che lo ha reso sempre più sadico e violento, un modo di reagire che non condivido, una scelta che ha portato alla sofferenza ed alla morte di troppi innocenti, avrebbe potuto percorrere una strada diversa, avrebbe potuto dimostrare di essere più forte di lui in modo diverso, ma divergenze di opinioni a parte riesco ora a dare quanto meno un senso al suo discorso "Perché pensi di non riuscire a cambiare il tuo modo di essere o perchè finirai col pagare il conto del tuo passato?" chiedo ancora, non so neanche perchè, non mi importa in fin dei conti cosa ne sarà di lui dopo questa guerra, dopo che finalmente avremo annullato il matrimonio. Che cambi o non cambi sono affari suoi, ma è indubbio che l'impegno che sta mettendo in questa guerra, per salvare Auron, la scelta di lasciare a me e al Regno la sua eredità, di andarsene via lontano alla fine di tutto questo, sono tutti gesti che si discostano molto dall'immagine che conoscevo di lui negli anni passati. "Ho capito che tutta la mia vita ruotava attorno a lui, il modo in cui non dovevo comportarmi, le cose che non dovevo dire, che non dovevo fare, non c'era spazio per me, solo per la persona che non dovevo essere. Quindi la mia risposta è sì, lo avrei ucciso. Ucciderei anche Gordon e Lumen. Se l'altro giorno ho ceduto è perchè è venuto a mancare un pilastro, un pilastro marcio e logoro, un pilastro che avrei preferito sradicare da solo e mi sono sentito disorientato, sono crollato su me stesso senza rendermene conto. Credimi, avrei preferito perdonarlo anni fa, ma non si può assolvere qualcuno che è convinto di non aver mai sbagliato. Se non fosse morto, avrei cercato di ucciderlo in ogni maniera, perché era l’unico modo per me di avere una vita, anche se compromessa, ma avrei provato a salvare il salvabile, proprio come sto facendo ora" continua ancora a spiegarmi cosa lo ha portato a reagire in quel modo alla sua morte e quanto si sia sentito destabilizzato, senza terra sotto i piedi, quando ha perso quella figura che ha da sempre condizionato la sua vita e le sue scelte, sebbene non si possa ricondurre tutto solo a questo, ha certamente messo del suo nel diventare quello che è, ma non lo sta negando, non è questa la sua intenzione, sta solo spiegando cosa ha fatto scattare quello che poi ha portato al resto. "Capisco... in parte, non condivido ugualmente determinate scelte ma posso comprendere il resto" rimango un attimo in silenzio, scegliendo le parole, prima di continuare "Ad Adamantem ti sei avvicinato a lui, tremavi ed avevi lo sguardo perso, ti sei chinato e dopo una carezza lo hai baciato sulla fronte. In quel gesto non ho visto solo un uomo che ha perso un riferimento, un pilastro che avrebbe voluto sradicare da solo, ho visto un figlio che stava dicendo addio al padre che non ha mai avuto, ad un padre dal quale, forse anche solo inconsciamente, desiderava ancora un gesto, una conferma, pur sapendo che non l'avrebbe avuta mai. Ho visto altro, e non parlo di amore o perdono, non so neanche di cosa... ti conosco poco"



    distolgo lo sguardo dal suo volgendolo verso il lago, forse dovrei chiudere questo discorso, non intromettermi nelle sue questioni. Dice di stare provando a salvare il salvabile, nonostante una vita ormai compromessa inevitabilmente dalle azioni di cui si è reso responsabile negli anni, ed a questo suo istinto, questo suo desiderio, mi viene naturale dare un nome "Ti riferisci ad Auron? Sembra...un bravo ragazzo" sorrido spontaneamente, tornando a guardarlo, ma scegliendo di non andare oltre su questo argomento.


  4. #2614
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    "Mi sono chiesta quella notte a casa tua cosa potesse portare un bambino ad uccidere, non immaginavo fossero questi...gli insegnamenti di Tywin. Devo ringraziarti per avermi detto di conservare quell'abito, ora capisco il significato di quelle parole, mi rendo conto di essere cambiata dopo quel gesto, di non essere più la stessa... ma non lo rimpiango, mi sento più forte"



    Uccidere ti cambia sempre in un modo o nell'altro è impensabile l'atto di togliere una vita, avendo la presunzione di non cambiare la nostra. Per quanto mi riguarda, nonostante io abbia strappato così tante esistenze, nonostante la mia efferatezza sia stata quasi sempre gratuita, quella prima volta nel sala da pranzo mi ha marchiato a vita ed a quell'età si può essere tremendamente plasmabili, cosa che mio Padre sapeva bene. "Perché pensi di non riuscire a cambiare il tuo modo di essere o perchè finirai col pagare il conto del tuo passato?" Questo è un discorso dannatamente lungo e non saprei come spiegarle bene la mia situazione senza toccare argomenti in particolare e sinceramente è l'ultimo dei miei desideri "Capisco... in parte, non condivido ugualmente determinate scelte ma posso comprendere il resto" Le sorriso amaramente, per quanto pensi di essere cambiata è ancora dannatamente ingenua, ma non è un difetto in questo caso, vorrei avere anche io ancora una forma di sensibilità simile "Ad Adamantem ti sei avvicinato a lui, tremavi ed avevi lo sguardo perso, ti sei chinato e dopo una carezza lo hai baciato sulla fronte. In quel gesto non ho visto solo un uomo che ha perso un riferimento, un pilastro che avrebbe voluto sradicare da solo, ho visto un figlio che stava dicendo addio al padre che non ha mai avuto, ad un padre dal quale, forse anche solo inconsciamente, desiderava ancora un gesto, una conferma, pur sapendo che non l'avrebbe avuta mai. Ho visto altro, e non parlo di amore o perdono, non so neanche di cosa... ti conosco poco" Poggio una mano al suolo e mi do la spinta per sedermi"Ti riferisci ad Auron? Sembra...un bravo ragazzo"



    Guardo il lago e predo una piccola pietra, è piatta e della dimensione giusta per rimbalzare con un giusto lancio, ma per ora me la rigiro un pò tra le dita "Tutti fanno i conti col proprio passato e non ho intenzione di fuggire, in qualunque modo termini questa guerra per me ci sarà un unico finale: morirò. Lantis ed Efrem non vedono l'ora di farmi fuori e Drako mantiene la parola data."



    Riporto gli occhi a lei, ma non c'è tristezza, nè paura in me, neanche timore per una sorte che ormai mi appartiene, c'è solo la determinazione di compiere ciò che devo "Auron, vivrà lontano da tutto questo, se lo avessi tenuto accanto me sin dalla nascita, ora sarebbe una persona totalmente diversa" Stringo il sassolino della mia mano e con un movimento di polso lo scaglio sulla superficie dell'acqua, restando ad osservare i suoi rimbalzi



    "Mi conforta che tu non possa capire a fondo quel che ti ho detto, non è questione di ragione o di empatia. Potresti capire solo se tu avessi vissuto qualcosa di simile, quando sei solo l'ingranaggio di una macchina più grande di te, puoi solo farti trascinare, muoverti per inerzia e non hai la forza necessaria per bloccare tutto il sistema, anche se lo vorresti. Quel gesto che ho riservato a mio Padre forse era più per me che per lui, avevo la necessità di riversare l'ultimo briciolo di aspettative da parte di un figlio, sulla fronte fredda del proprio padre. Un gesto di commiserazione, più che di affetto. E..." Ingoio un groppone che mi occlude la gola " ... sì, credo che in un modo o nell'altro io non abbia mai smesso di aspettarmi un gesto d'affetto da lui"



    Guardo il fiore che ha tra le mani, ho la necessità di distogliere lo sguardo, sto parlando a ruota libera ed il modo in cui mi osserva mi infastidisce in qualche modo "Auron è quello che sarei stato, se non avessi avuto questo cognome."

  5. #2615
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Ryuk mi ascolta senza interrompermi, per un momento penso di essere stata troppo indiscreta o di aver parlato troppo considerato che non interviene e non vedo neanche particolari reazioni sul suo viso. Poi si porta a sedere e prende una pietra da terra cominciando a rigirarsela tra le mani, non so se per riorganizzare i pensieri o perchè affrontare questo discorso con me, o con chiunque altro, non rientra nei suoi desideri "Tutti fanno i conti col proprio passato e non ho intenzione di fuggire, in qualunque modo termini questa guerra per me ci sarà un unico finale: morirò. Lantis ed Efrem non vedono l'ora di farmi fuori e Drako mantiene la parola data."



    Mi guarda e vedo una forte determinazione nei suoi occhi, ma poco dopo distolgo lo sguardo tornando a guardare il fiore, questo discorso mi fa uno strano effetto, per quanto lo comprenda e lo ritenga realistico, è ovvio considerata la crudeltà gratuita che lo ha sempre contraddistinto che in molti lo vogliano morto, anche se mi chiedo cosa gli dia questa certezza che mi sembra più di una semplice constatazione, soprattutto conoscendo Drako e dopo il discorso che abbiamo fatto oggi, parla di parola data, non capisco. E' però vero che prima o poi tutti si ritrovano a fare i conti col loro passato, è anche giusto così, come anche Dahmer dovrà fare i conti con quello che ha fatto ad Aeglos, e quindi non capisco perchè mi senta così strana a parlarne. "Auron, vivrà lontano da tutto questo, se lo avessi tenuto accanto me sin dalla nascita, ora sarebbe una persona totalmente diversa"



    Stringe quel sassolino per poi lanciarlo verso il lago, seguo il movimento e poi mi volto osservando i vari rimbalzi che la pietra compie sull'acqua prima di affondare, ma poi torno a guardare lui, interessata al suo discorso piuttosto che al capire come riesca a farlo. "Mi conforta che tu non possa capire a fondo quel che ti ho detto, non è questione di ragione o di empatia. Potresti capire solo se tu avessi vissuto qualcosa di simile, quando sei solo l'ingranaggio di una macchina più grande di te, puoi solo farti trascinare, muoverti per inerzia e non hai la forza necessaria per bloccare tutto il sistema, anche se lo vorresti. " forse è proprio così, forse i miei discorsi sono troppo idealistici, forse non potrò mai comprendere appieno cosa possa portare una persona in una direzione come questa semplicemente perché puoi capirlo solo se lo provi sulla tua pelle, anche se mi sembra così inaccettabile, così ingiustificabile.



    Credo che sia già un grosso cambiamento per me riuscire ad aprire la mente a questi pensieri, a questi discorsi, è qualcosa che fino a qualche giorno fa non avrei fatto, me ne rendo conto. " Quel gesto che ho riservato a mio Padre forse era più per me che per lui, avevo la necessità di riversare l'ultimo briciolo di aspettative da parte di un figlio, sulla fronte fredda del proprio padre. Un gesto di commiserazione, più che di affetto. E...... sì, credo che in un modo o nell'altro io non abbia mai smesso di aspettarmi un gesto d'affetto da lui"



    torno a guardarlo e piego un angolo delle labbra in un mezzo sorriso, quindi non avevo del tutto frainteso la sua reazione ed i suoi gesti quel giorno, e la cosa in fondo mi fa piacere. Distoglie lo sguardo dal mio per portarlo al fiore che stringo tra le mani, prima di riprendere a parlare "Auron è quello che sarei stato, se non avessi avuto questo cognome." abbasso gli occhi e poggio il fiore accanto a me, cercando poi un sassolino per provare a farlo rimbalzare ancora, mi sento un pò a disagio e preferisco impegnarmi in qualcosa, ne trovo uno dalla forma abbastanza irregolare ma non troppo grande,



    "Ti somiglia molto, non solo esteticamente ma anche nei modi, tralasciando...quello dal quale l'hai voluto tenere lontano" aggiungo, tranquilla, ma senza distogliere lo sguardo dal lago "E' evidente che sei un padre per lui, e che ti vuole bene" lancio il sassolino, senza impiegare nemmeno troppa forza o concentrazione, tanto so già che affonderà"Anche se tu sembri abbastanza a disagio quando ti dimostra affetto" gli rivolgo un sorriso, ripensando alle sue reazioni impacciate quando Auron lo abbracciava "vi siete avvicinati da poco?" Osservo il sassolino fare un mezzo rimbalzo per poi affondare miseramente, sbuffo per un attimo, leggermente contrariata "Sbaglio la forma della pietra?" lui ne ha presa una piatta, forse è quello.

  6. #2616
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Trascorse le 24 ore, Esperin recupera i poteri

  7. #2617
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    "Ti somiglia molto, non solo esteticamente ma anche nei modi, tralasciando...quello dal quale l'hai voluto tenere lontano"



    Mi volto verso Esperin, sta guardando verso il lago, ma resto fermo ad osservarla per qualche istante, è così strano parlare con qualcuno di mio figlio, sopratutto con lei, con una Raeghar. "E' evidente che sei un padre per lui, e che ti vuole bene"



    Sorrido d'istinto, senza quasi rendermene conto, mentre la ragazza lancia un sassolino in acqua "Anche se tu sembri abbastanza a disagio quando ti dimostra affetto vi siete avvicinati da poco?" Il sassolino affonda increspando il lago ancora una volta, "Sbaglio la forma della pietra?" Abbasso lo sguardo al suolo e trovo una pietra dalla forma adatta, piatta ed ovalizzata "Questa va bene" Gliela mostro per poi portarla alla sua mano "L'ho abbandonato quando aveva solo qualche mese di vita, son trascorsi quasi diciannove anni, io non ne avevo ancora diciotto. Anche se abbandonare non è proprio la parola giusta, ogni tanto lo spiavo..." Guardo Esperin con un mezzo sorriso



    "... ero curioso di quel bambino, non avevo ancora pulsioni paterne all'epoca. L'ho visto crescere, osservandolo da dietro la finestra. Quando ho avuto il primo contatto con lui ne aveva appena dieci, mi affacciai alla finestra, ma non mi ero reso conto che stesse giocando nel cortile, così lo ritrovai a fissarmi. Mi lanciò una pietra in fronte per allontanarmi dalla casa della sua mamma e del suo papà, così mi disse. Quando la donna arrivò mi riconobbe e mi invitò ad entrare, da quel momento le mie visite sono diventate più frequenti ed ho potuto osservare Auron crescere da vicino, come potrebbe fare un amico di famiglia. E' trascorsa più o meno una settimana da quando mi ha sputato in faccia di sapere tutto e che solo uno stupido non lo avrebbe capito"




    Non mi riferisco solo all'aspetto fisico, ma soprattutto al temperamento ed all'elemento in comune. Cerco di avvicinare il polso di Esperin con la mia mano, in modo da indicarle il modo corretto di lanciare la pietra, il verso e la dose giusta di forza da imprimere, mimano il movimento un paio di volte "Prova ora" Volgo lo sguardo al lago per vedere se il sassolino rimbalzerà "Sono sempre a disagio quando mi si dimostra affetto, sopratutto quando si tratta di quello che dovrebbe essere incondizionato, come quello di un figlio o una madre, la mia... non poteva neanche farlo, mio padre la percuoteva se si lasciava sfuggire una carezza e le tagliò la lingua in modo da non potermi mai confortare, come già ti ho raccontato, e le poche volte che qualcuno d'esterno si è avvicinato... non è andata bene. Quindi..."



    La osservo in modo serio e realizzo la situazione in cui siamo, mi sto aprendo e mi sento decisamente a disagio, forse è meglio finirla qui per stasera. Torno a stendermi e chiudo gli occhi "quindi questo sono io, non cercare una logica nei miei atteggiamenti, perchè sono un casino, Esperin. Tutti quelli come me lo sono"

  8. #2618
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    "Questa va bene" Ryuk prende una pietra dal suolo e me la porge, ha una forma piatta ed ovale che quindi deduco sia quella adatta a rimbalzare, e la rigiro tra le mani mentre riprende a parlare "L'ho abbandonato quando aveva solo qualche mese di vita, son trascorsi quasi diciannove anni, io non ne avevo ancora diciotto. Anche se abbandonare non è proprio la parola giusta, ogni tanto lo spiavo..." mi guarda e mi rivolge un mezzo sorriso, è così strano fare questo discorso così personale con lui, non posso neanche dire che mi dispiaccia o che stia ritenendo tutto questo inopportuno, anche perchè sono le mie domande ad aver portato a questo argomento, è semplicemente strano, soprattutto con lui



    "... ero curioso di quel bambino, non avevo ancora pulsioni paterne all'epoca. L'ho visto crescere, osservandolo da dietro la finestra. Quando ho avuto il primo contatto con lui ne aveva appena dieci, mi affacciai alla finestra, ma non mi ero reso conto che stesse giocando nel cortile, così lo ritrovai a fissarmi. Mi lanciò una pietra in fronte per allontanarmi dalla casa della sua mamma e del suo papà, così mi disse. Quando la donna arrivò mi riconobbe e mi invitò ad entrare, da quel momento le mie visite sono diventate più frequenti ed ho potuto osservare Auron crescere da vicino, come potrebbe fare un amico di famiglia. E' trascorsa più o meno una settimana da quando mi ha sputato in faccia di sapere tutto e che solo uno stupido non lo avrebbe capito" mi scappa un sorriso, probabilmente quel ragazzo anche negli atteggiamenti e nel modo di affrontare le persone è molto più simile al padre di quanto possa sembrare a primo impatto. Deve essere stato molto difficile per lui seguirne la crescita quasi come un estraneo, considerato che ha comunque sempre avuto un interesse per lui, parlargli o guardarlo sapendo di non potergli dire nulla o di non potersi spingere oltre per non coinvolgerlo nel resto, di doverlo fare per il suo bene per evitargli lo stesso destino, il destino di essere un Leithien, per quanto ancora non riesca a capire a fondo tutto il suo discorso.



    Per un attimo sono tentata di chiedere della madre ma desisto, non è proprio il caso, ed in quel momento lo sento prendermi il polso per mimare il movimento per far rimbalzare il sassolino "Prova ora" torno a guardare il lago e provo a lanciare la pietra come mi ha consigliato, sorrido nel vedere un primo rimbalzo, seguito da un secondo ed un terzo, prima che il sassolino affondi.



    Mi volto verso di lui ancora sorridente, sorriso che poi svanisce quando vedo il suo viso serio ed ascolto il resto del suo discorso "Sono sempre a disagio quando mi si dimostra affetto, sopratutto quando si tratta di quello che dovrebbe essere incondizionato, come quello di un figlio o una madre, la mia... non poteva neanche farlo, mio padre la percuoteva se si lasciava sfuggire una carezza e le tagliò la lingua in modo da non potermi mai confortare, come già ti ho raccontato, e le poche volte che qualcuno d'esterno si è avvicinato... non è andata bene. Quindi...quindi questo sono io, non cercare una logica nei miei atteggiamenti, perchè sono un casino, Esperin. Tutti quelli come me lo sono" si distende mentre io torno per un momento a guardare il lago rielaborando queste ultime parole, la difficoltà ad aprirsi con le persone, ad accettare gesti di affetto semplici come l'abbraccio di un figlio, il sostegno di una madre a cui non era concesso, la mancanza di logica scaturita da determinate esperienze, la testa incasinata di...quelli come lui, frase che mi sembra priva di significato. "Quelli come te" ripeto, quasi distrattamente, prendendo un altro sassolino della forma giusta intenzionata a lanciarlo di nuovo prima di andarmene, ma rigirandolo per un momento in mano "ognuno è unico a modo suo, con i propri pregi e difetti, a volte sono più i pregi, altre volte i difetti... a volte, raramente, solo gli uni o gli altri" mio padre non aveva difetti, e per quanto sappia di non essere obiettiva nel dirlo ma di averlo sempre guardato con gli occhi di una figlia amorevole, sono certa che questa mia opinione sia condivisa dalla maggior parte delle persone, così come è opinione comune che Tywin non avesse pregi.



    "Trovo comunque superficiale categorizzare le persone, non dovresti farlo né con gli altri né con te stesso" e trovo stupido e strano dirlo io, che l'ho fatto fino a ieri. Osservo ancora per un attimo il sassolino prima di riprovare a lanciarlo, la pietra rimbalza una volta, due, ma intuisco che non proseguirà ancora nei salti ed istintivamente cerco una connessione mentale con essa per evitare che affondi e mi meraviglio di riuscire a sentirne il peso e la consistenza pur avendo realizzato solo in un secondo momento di essere senza poteri, o di averli appena recuperati. Sorrido per la sciocchezza che sto facendo, mentre la pietra riprende a rimbalzare ancora fino ad arrivare alla riva opposta del lago e toccare il suolo, per poi riprendere a saltare nuovamente verso di me ed arrivare con un ultimo rimbalzo tra le mie mani. Scoppio a ridere spontaneamente, neanche mi importa in fin dei conti dell'infantilità del mio gesto "a modo mio è più facile" dico soltanto, prima di poggiare a terra il sassolino, raccogliere il fiore ed alzarmi "buonanotte Ryuk" gli dico, prima di incamminarmi verso la tenda.





    Scuola di Magia: alterazione ed illusione
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  9. #2619
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Elen

    Al tavolo non c'è più nessuno, uno dopo l'altro si sono congedati tutti.
    Porto la mano sulla guancia dove Ryuk mi ha appena fatto un pizzicotto, uno dei suoi soliti gesti affettuosi nei miei riguardi, e gli sorrido prima di vederlo scomparire verso il lago.
    Inspiro profondamente prima di alzarmi e dare una rassettata alla tavola lasciando delle ciotole pronte per i guerrieri scesi al Kratoning che dovrebbero arrivare presto, almeno spero.
    Sistemato tutto mi ritiro in tenda dove sul pagliericcio qualcosa cattura la mia attenzione: una trottola.
    Tutta emozionata la prendo e la rigiro tra le mani per ammirarne la pregevole fattezza, è veramente molto bella.
    Corro verso la sua tenda e senza pensarci entro esclamando <<Grazie, è bellissima!>>, mi accorgo che sta dormendo così rimango un attimo a guardarlo, non dovesse svegliarsi uscirò e tornerò nella mia tenda.

  10. #2620
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Non aspetto la risposta di Ryuk prima di incamminarmi verso la tenda anche perchè ho l'impressione che non abbia sentito l'ultima parte del mio discorso, nel momento in cui si è steso ed ha chiuso gli occhi penso abbia smesso di ascoltarmi ed in fondo è meglio così, quella situazione era decisamente troppo strana e cominciava a farmi sentire fuori luogo. Ritrovarmi ad affrontare un discorso del genere con lui, a chiedermi determinate cose, l'interesse che ho mostrato nei confronti di vicende che in fin dei conti sono sue personali e non mi riguardano, tutto questo mi mette a disagio ed è un bene che me ne sia andata. Cammino con lo sguardo basso continuando a giocherellare col fiore che mi sono portata dietro, senza neanche un motivo particolare, e con la coda dell'occhio vedo Elen nei pressi della tenda di Dahmer, dovrei forse fare qualcosa, dovrei impedirle di avvicinarsi a lui, ma qualsiasi mio gesto in questo momento sarebbe fraintendibile e porterebbe a capirne le motivazioni, devo calmarmi e ragionare a mente lucida, ed ora non lo sono affatto. Supero la tenda senza farmi notare, preoccupata per Elen ma cosciente che qui al campo non potrebbe comunque succederle nulla, ed entro soprappensiero nella mia chiudendo il drappo alle mie spalle ed avvicinandomi istintivamente al baule nel quale ho riposto qualche giorno fa la mia Fidelia, il ritratto di mio Padre ed il vestito di quella notte. Mi siedo a terra poggiando il fiore accanto a me e lo apro estraendo il tessuto ormai rovinato ed ancora macchiato di sangue, sangue di un rosso scuro e secco che inevitabilmente mi riporta con la mente a quei momenti, a quello che ho provato mentre la uccidevo.



    Lo rifarei ancora, nonostante fino a poche settimane fa fosse per me inconcepibile un gesto del genere, come credo che sia diritto di Vicent ottenere giustizia per la sua famiglia, come ho potuto fare io. Sento di essere cambiata da quella notte, come ho detto a Ryuk, di essere più forte e consapevole di me stessa, e soprattutto di provare ora a discriminare il buono ed il cattivo nelle persone a differenza di un tempo, è questa guerra che mi ha portato ad aprire gli occhi, a crescere per necessità. Non so se riuscirò a gestire la convivenza con un individuo del genere, non so se riuscirò mai anche solo a provare ad entrare nella sua testa e ad ascoltarne i ragionamenti, per ora sono ancora troppo scossa, troppo coinvolta, e l'istinto di ucciderlo è ancora troppo forte. Ripongo nuovamente il vestito nel baule chiudendolo e riprendendo il fiore prima di tornare in piedi e sbadigliare, mi sento stanca, questa giornata è stata impegnativa come lo è in realtà tutto questo periodo ed anche se credo che con tutti questi pensieri non riuscirò a chiudere occhio credo sia il caso di provare a dormire. Mi sfilo il vestito e le scarpe indossando la vestaglia e lasciando Lux ed il resto nel baule, ripongo poi il fiore tra le pagine del libro che ho sul tavolo ed a piedi nudi mi avvicino alla candela per spegnerla e mettermi a letto, quando mi accorgo che il drappo della tenda è rimasto incastrato e semi aperto circa a metà, non ho prestato attenzione prima quando sono entrata, questa è l’ennesima conferma di avere la testa altrove ultimamente.





    Mi avvicino aprendola del tutto così da poterla richiudere con più facilità e stavolta nel modo giusto quando sollevando lo sguardo noto Ryuk passarmi davanti con lo sguardo basso, diretto probabilmente verso la sua tenda, o verso la dispensa.



    Resto a guardarlo nonostante non sia opportuno con la mano ancora a stringere il tessuto nel gesto di chiuderlo, ma non riesco a muovermi ed i miei occhi restano fissi su di lui, pur non volendo, pur sapendo che non dovrei comportarmi in questo modo.



    Non sento quel solito fastidio, quella necessità di allontanarmi o di convincermi che sia tutto normale, e non è perché abbiamo parlato fino a pochi minuti fa ma perché credo di aver capito ormai che non lo è affatto… ed è quando solleva lo sguardo incrociando il mio che sento una morsa allo stomaco che me lo conferma ancora, come se non fosse già evidente dalle mie reazioni.



    Non mi ritengo stupida o ottusa e non voglio mostrarmi tale, quindi per quanto io odi tutto questo, odi queste mie reazioni e questi miei tentennamenti, non posso più negare che sia qualcosa che non riesco a controllare, qualcosa che devo ancora capire come gestire ed affrontare.



    Distolgo lo sguardo quasi subito cercando di mostrarmi indifferente, liberando il tessuto per poi chiudere la tenda ed andare a letto, è proprio il caso di dormire.

    *Azioni concordate

 

 

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