Ryuk Leithien
"Trovo comunque superficiale categorizzare le persone, non dovresti farlo né con gli altri né con te stesso" Resto ad occhi chiusi, non mi va di proseguire il discorso, sopratutto perchè, per quanto si sforzi di ragionarci, non potrà mai capire la questione a fondo e come le ho detto prima, la cosa non mi dispiace per lei."a modo mio è più facile" Apro un attimo l'occhio destro e noto che ha barato, ha usato la telecinesi sulla pietra, contengo un sorriso e chiudo nuovamente gli occhi "buonanotte Ryuk" Lascio che vada via e che magari creda che io mi sia addormentato, la sua vicinanza mi provoca disagio, un disagio particolare, quando non ha quella puzza sotto al naso è a tratti piacevole, è una bella ragazza non lo nego e possiede un cervello funzionante. Per quanto io cerchi di ironizzare sulla questione, Esperin sta cercando di capire ed io lo apprezzo. Mi metto a sedere restando ancora un pò ad osservarmi attorno. Capisco perché vengono tutti al lago quando devono pensare o rilassarsi, la calma piatta delle acque infonde un certo senso di tranquillità, così come lo scrosciare della fontanella dalla statua sulla mia destra, credo di non essermi mai soffermato più di tanto ad osservarla. E’ strano come si passi infinite volte avanti ad un luogo e si crede di conoscerlo così bene, quando in realtà non sapremmo descriverlo nei particolari o apprezzarlo nella sua reale bellezza ed essenza. Trascorrere tutto questo tempo rinchiuso in questo accampamento mi sta insegnando proprio questo: fermarmi, guardare attorno e pensare.
Non vale unicamente per i luoghi, ma soprattutto per le persone, mi sono sempre ritenuto un “incompreso”, da giovane godevo dell’oscurità riflessa di mio padre, crescendo mi sono accorto di come tutti mi vedessero come lui, nonostante non lo fossi affatto, ma ho finito per isolarmi ed allontanare ognuno inevitabilmente, non mi è mai pesato fino a qualche tempo fa. Non faccio che pensare al fatto di dover dire la verità ad Auron, dovrei raccontargli di sua madre, del perché l’ho abbandonato e di quanto io mi sia pentito di non essere stato presente nella sua vita, anche se probabilmente è la cosa migliore che io abbia fatto per lui, sta crescendo così bene e sono così fiero di lui. Mi alzo dalla riva del lago, ho un vuoto allo stomaco che ho intenzione di colmare con un po’ di sano cibo, anche se probabilmente non è fame quella che sento e sicuramente un po’ di carne non servirà a nulla, ma sempre meglio che restar fermo qui a non far nulla. Percorro le scale di terra e mi dirigo verso il tavolo delle riunioni, cammino spedito col capo basso e mi ritrovo frontale alla tenda di Esperin, alzo lo sguardo vedendola armeggiare dall’interno nel tentativo di chiudere del tutto il drappo, fasciata unicamente da una sottile vestaglia.
Passo oltre e continuo ad avanzare per un paio di passi, ma è come se il corpo non risponda più ai miei comandi e quella morsa allo stomaco si sia allargata, fa più male. Senza neanche accorgermene mi ritrovo a stringere i pugni ed il respiro diventa irregolare, sono nervoso e questo nervosismo aumenta sempre più alla presa di coscienza del motivo di questo mio stato. Mi sono fermato, mi sono guardato attorno ed ho pensato: l’ho vista in questi giorni e l’ho vissuta, nonostante io conosca Esperin da anni, così tanti che non saprei neanche contarli, posso dire di averla guardata per la prima volta in questi giorni.
Non sopporto l’idea di sentirmi attratto da qualcuno in questo modo, non è quello che voglio e soprattutto non con lei, perché mai dovrei concedermi di desiderare qualcosa di più, quando so già che tutto questo avrà un risvolto negativo? Non solo perché lei si opporrà con tutte le sue forze, ma perché, inevitabilmente, riesco a rovinare sempre tutto nella maniera più drastica. Mi conosco e so che tornerei quello di prima se tutto andasse male, non sono poi così forte come sembro, non lo sono mai stato. Ed è proprio perché non sono forte, che non riesco a negarmi questo desiderio, questo impulso che mi domina e prende le redini della ragione. Non ci penso un’altra volta, anzi… non ci penso affatto: mi volto e decido di entrare nella sua tenda, non m’importa di chi mi vedrà, non m’importa di cosa penseranno, non m’importa di niente. Sposto il telo e lascio che si richiuda alle mie spalle e vedo Esperin ancora in piedi, così bella come le ho detto ieri.
Avanzo spedito verso di lei e cerco di cingerle la vita per stringerla a me, cerco di baciarla, un bacio vero e sentito, voglio sentire il suo profumo ed anche se non è cosa giusta, perché gliel’ho promesso, sono un uomo che ama sbagliare sempre e questa notte voglio sbagliare con lei.