Valerius Urthadar
Capo Tempesta
-Seconda parte-
Rimango in piedi, sulla soglia della stanza, con un espressione impassibile stampata sul viso. Sostengo lo sguardo del ragazzo di fronte a me, non mi sono mai sentito così deciso in vita mia, e ora più che mai pretendo spiegazioni per questo invito improvviso. <<Puoi anche rimanere in piedi, se preferisci>>, continua dopo qualche secondo di incertezza, probabilmente si è reso conto che non ho alcuna intenzione di sedermi. Il sorriso sulle sue labbra, comunque, non accenna ad andarsene. Si allontana dalla libreria per andarsi a sedere dietro alla scrivania, e realizzo solo ora che mio cugino zoppica, anche vistosamente. È impossibile capire se si tratti di una vecchia ferita, o di un disturbo congenito, ma fatto sta che ha difficoltà addirittura a sedersi, infatti si regge alla scrivania con non poca forza. Ora comprendo perché non vi è alcuna traccia di muscoli nel suo corpo, allenare al combattimento un ragazzino storpio non dev'essere un'impresa facile. Una volta sedutosi, Petyr riprende a parlare. <<Io... perdonami, ma quell'occhio mi incuriosisce. Cosa ti è successo?>>. Assottiglio lo sguardo, come per tentare di capire a che gioco stia giocando, ma il suo interesse sembra sincero. <<Sto ancora tentando di scoprirlo>>, gli rispondo, perché tanto ho compreso che continuare a rimanere in silenzio non mi aiuterà. <<Il nostro septon è molto saggio ed esperto, forse potrebbe aiut->>, lo interrompo bruscamente, <<Perché sto parlando con te, e non con Alistair?>>. Esperin mi ha spiegato che è stata una decisione di Aiden, che Alistair ha combinato un qualche casino e che suo figlio è diventato il nuovo reggente, ma mio zio non si fa mettere i piedi in testa così facilmente, dev'esserci sotto qualcos'altro. Petyr rimane in silenzio per qualche istante, come se stesse raccogliendo e organizzando i propri pensieri per rispondere al meglio, ma non sembra irritato dalla mia interruzione, nemmeno spazientito. <<Mio padre ha molte qualità. Governare non rientra tra queste. Io ed Aiden abbiamo ritenuto che la decisione migliore fosse lasciare me come reggente, nonostante le... lamentele, dei lord più influenti>>. Un altro sorriso, stavolta più triste, compare sulle sue labbra. <<Se vorrai parlare con lui lo troverai probabilmente al bordello. È l'unica cosa che è in grado di gestire>>. Annuisco, ma non ho intenzione di incontrarlo, non oggi almeno. Dovrò però decidere cosa fare di lui se... o quando... quando ne avrò il potere. E torniamo al motivo principale di questo incontro. <<Hai detto che vuoi aiutarmi. Sono disposto ad ascoltare>>, non lascio il suo sguardo nemmeno per un secondo, devo assolutamente accertarmi che qualunque cosa mi dirà sarà la verità. Petyr annuisce a sua volta, come se avesse capito che gli sto dando la possibilità di convincermi, e appoggia le mani sulla scrivania, per poi intrecciarle. È un gesto che ho visto fare spesso a mia madre. <<Il motivo della tua presenza qui è semplice: il futuro di Capo Tempesta è in bilico, e ritengo che la nostra collaborazione sia la sua unica salvezza>>. Una piccola pausa, un sospiro, una luce nei suoi occhi che non riesco a decifrare. <<Tu hai subito un'enorme ingiustizia, un torto che nulla potrà mai riparare. Perciò mi atterrò alla pura e semplice logica per convincerti che la mia proposta sia l'unica strada percorribile, e non al sangue che ci lega, in modo che tu possa prendere la decisione migliore senza essere influenzato dalle emozioni>>. La sua mano destra si slega da quella sinistra e afferra un pacco di lettere nascosto sotto la scrivania, saranno circa una ventina, tutte riportanti i sigilli delle casate più influenti della Terra delle Tempeste. <<Aprile. Leggile. Il nome di Esperin Raeghar torna più spesso del nostro stesso cognome. E solo due di quelle lettere la vogliono morta. Le altre si domandano se giurare fedeltà alla principessa non sia la soluzione migliore>>. Seguo le sue istruzioni, mentre continuo ad ascoltare il discorso. <<Appena sapranno che il vero erede di Parsival combatte tra le fila di Kalisi, fianco a fianco della principessa, il loro dubbio diventerà certezza e la situazione diverrà ingestibile. Ovviamente Lantis Raeghar non rimarrà a guardare. Non devo dirti io quanto sangue verrà versato>>. Quasi non credo a quello che sto leggendo: bisogna cercare tra le righe, ovviamente, ma i dubbi di cui parla Petyr ci sono, chiari come il sole. <<Anche se i reietti vincessero la guerra, il tuo improvviso ritorno causerebbe instabilità e probabilmente una guerra civile nella regione tra i tuoi sostenitori e quelli di Aiden. È qui che entro in gioco io: posso prepararti la strada, assicurarmi che nessuno ti ostacolerà, e nel frattempo sostenere Kalisi con le risorse di Capo Tempesta. Nulla di decisivo, non posso mantenere la segretezza smuovendo eserciti, ma stiamo parlando di una delle regioni più ricche di Dohaeris. Credo che il Dragone non rifiuterebbe una mano in più>>. Continuo a leggere, tentando disperatamente di trovare una pecca nel suo ragionamento, ma la verità è che il suo discorso ha senso: non posso tornare dopo 26 anni e illudermi che tutti mi sosterranno. Ho bisogno di un alleato interno, una persona con molta influenza, qualcuno che mi spiani la strada. E questo aiuto mi è stato offerto su un piatto d'argento. Ma... è tutto troppo, troppo facile. <<Non posso darti torto>>, gli rispondo dopo un minuto buono in silenzio, <<Solo un pazzo rifiuterebbe>>. Il ragazzo non sembra soddisfatto. <<Ma?>>, mi incita ad andare avanti, e colgo l'occasione al balzo. <<Ma questo accordo giova solo me. E tu sei un Urthadar. Quindi dimmi cosa vuoi in cambio>>. È questione di pochi istanti: il sorriso gentile che fino a un secondo fa adornava le sue labbra si attenua, e una nuova luce illumina il suo sguardo, quasi come se tante piccole scintille si fossero accese tutto d'un tratto. <<Ho due condizioni: Aiden e mio padre avranno salva la vita. E io sarò nominato tuo erede>>. Avrei dovuto immaginarlo. Lo osservo con decisione, sorpreso dalla sua sfrontatezza, ma forse è proprio questo che lo differenzia da mia madre, mio zio, e forse anche da Aiden: è intelligente, ma non subdolo. Una differenza che mi spinge a fidarmi, forse con delle riserve, ma sarei uno stolto a rifiutare questa offerta. Non è mai stata mia intenzione continuare la dinastia, voglio solo vincere questa guerra e poi cambiare Capo Tempesta, renderlo un posto decente, farlo tornare all'antica gloria di Lucian il Giusto. Ho tempo per farlo, anche senza eredi. Al contrario di Aiden, che è ancora giovane e sicuramente non vede l'ora di sfornare qualche piccolo Urthadar, lasciando Petyr nelle retrovie. Insomma, devo solo sopravvivere... sia alla guerra, sia allo stesso Petyr. Nulla gli vieterà di eliminarmi per diventare subito Lord... dovrò guardarmi le spalle. È anche facile intuire perché il ragazzo voglia mantenere segreto questo patto: nel caso della vittoria dei reali, nonostante le difficoltà che dovrebbe affrontare, non vi sarebbero prove di tradimento contro di lui. Non ha nulla da perdere. <<Abbiamo un accordo>>, ho tempo di dire solo questo prima che la stessa guardia di prima si precipiti nella biblioteca. <<C'è un incendio in città, pare essersi originato dal bordello, vostra madre è al sicuro nelle sue stanze mentre stiamo ancora cercando di rintracciare sir Alistair. Si sospetta sia doloso>>. Questa non ci voleva, non credo che la cosa sia collegata alla mia presenza qui, ma mai dire mai. <<Dite a sir Urdnot di raggiungermi. Voglio controllare di persona ma ho bisogno della sua scorta>>, il ragazzo ha cambiato completamente atteggiamento, sembra un vero e proprio lord, io alla sua età pensavo solo a studiare e frequentare le feste di castello. Si volta verso di me, tranquillo nonostante l'emergenza in corso. Mi ricorda mio padre, in questo. <<Ci aggiorneremo con Mercur. Esci dal tunnel segreto, sicuramente te lo ricorderai>>. Annuisco e abbandono senza farmelo ripetere la stanza, per dirigermi a passo spedito verso le cucine: l'entrata del tunnel si trova infatti qui. Vi entro e lo percorro fino all'uscita, situata a pochi passi dal Glados, com'è ovvio che sia, in modo che in caso di emergenza i membri della famiglia possano abbandonare Capo Tempesta e rifugiarsi ovunque essi vogliano. Tocco il portale e visualizzo il Lacrima Mundi, il suo lago e le persone che ho imparato a definire amiche, per poi attraversarlo. Non riesco a ignorare le guardie che mi corrono vicine, allarmate dalla situazione al Castello, ma non posso preoccuparmene: è compito di Petyr occuparsene, per ora. Io ho ancora una guerra da vincere.