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  1. #2771
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Drako Kalisi

    Sto diventando monotono, mi rendo conto che Efrem e Lantis non sono i soli ad essere cambiati, io stesso non sono più il me di una volta. Sono sempre stato pensieroso e rigido nei miei comportamenti, ma riuscivo anche a ritagliare uno spazio per il Drako spensierato ed allegro, non so più che fine abbia fatto quel lato di me. Porto entrambe le mani alla testa, sento che sto per scoppiare, ho bisogno di calmarmi e tornare lucido.
    "Ciao. Avete già fatto la riunione vero? Scusami, io credevo di farcela ed invece mi sono addormentato senza che me ne accorgessi." alzo lo sguardo e mi rendo conto che Sage mi ha raggiunto,si avvicina accanto a me e l'osservo restando in silenzio, mentre gli porgo un boccale di idromele "Grazie per esserti preso cura di me, ti devo la vita, mentre io non sono stato all'altezza. Ti ho sicuramente deluso ..." Istintivamente porto una mano sulla sua spalla, la stringo forte egli rivolgo un sorriso per incoraggiarlo "Ho comunque deciso che mi allenerò più duramente e non mi farò più fregare in quel modo da chicchessia." il tono della sua voce cambia, è deciso a lottare, a diventare più forte ed è proprio questo lo spirito giusto col quale continuare questa guerra"Notizie di Devon? E' tornato? Mi sono reso conto che non ho raccontato molto della battaglia, non vi ho parlato affatto dei reali ..." Riporto la mano che avevo sulla sua spalla sul tavolo e prendo dell'acqua, ho la gola secca, sarà per il freddo che comincia a farsi pungente "Non preoccuparti Sage, le prime volte che sono andato in battaglia mi sono occorsi giorni per riprendermi, è del tutto normale, anzi... scusami se non ti abbiamo aspettato per la riunione, Esperin ci ha fatto un resoconto di cosa hai raccontato in tenda." Bevo un sorso e quando poggio nuovamente il boccale sul tavolo, lo fisso per qualche istante, come se avessi lo sguardo perso nel vuoto "Devon ha deciso di andarsene. Quel ragazzo mi ha molto deluso, è la seconda da quando lo conosco che molla tutto e se ne va, la guerra non fa per lui, non avrei dovuto mandarlo con te, è stato un mio grosso errore. Spero solo che non si cacci nei guai e che conduca la sua vita tranquillamente, lontano da tutto ciò." Ritorno ad osservare il ragazzo, ma questa volta con un sorriso accennato "Hai tutte le potenzialità per diventare un forte guerriero, la volontà e la determinazione non ti mancano, lo stai dimostrando e ti assicuro che non sono doti da poco. Come ti trovi tra noi, Sage? Non ho avuto ancora occasione di parlare un pò con te, da quando ti sei unito a noi"

  2. #2772
    Moderatrice L'avatar di serenarcc
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Per fortuna oltre a ripensare a come quella donna abbia ucciso il proprio orgoglio davanti ai Saggi, Ryuk dimostra un minimo di buonsenso confermando di aver già provveduto ad assegnarle una scorta, quindi permettere a quella donna di raggiungere la sua piana sperduta non dovrebbe comportare complicazioni per la fazione. Torno a sedermi ancora leggermente contrariata, anche se oggettivamente so che non ne ho alcun motivo e che probabilmente avrei fatto meglio ad evitare di dirgli quelle cose, sia perchè non mi riguardano e sia perchè dimostro in questo modo tutt'altro dopo quel bacio di ieri sera, ma non sono riuscita a trattenermi e la spiegazione che riesco a darmi per questa reazione non mi piace affatto. Dahmer si intromette chiedendogli se era carina, mi chiedo come faccia ogni volta a dire sempre la cosa più idiota possibile, deve essere un dono... chi eredita l'intelligenza, chi la forza, chi l'idiozia, cose che capitano. Ryuk intanto è rimasto fermo dov'era prima, non risponde subito e valuto l'idea di allontanarmi per lasciarli commentare in santa pace il volgare didietro di quella sottospecie di donna, ma poi risponde "Niente di che... preferisco altri generi di donna, più irruente..." mi guarda per un attimo, ma distolgo lo sguardo dal suo limitandomi ad ignorare la frase "...e meno gatte morte" aggiunge poi, sventolando la missiva per alludere alla destinataria. "Comunque... niente. Vado in tenda..." arrotola la missiva per poi legarla alla zampa del corvo che finalmente sparisce, stava diventando davvero fastidioso, e poi si allontana, meglio così. Torno a voltarmi verso Dahmer, cambiando totalmente discorso "allora, questa coscienza... l'hai trovata?"

  3. #2773
    Super Moderatore L'avatar di polliciotta
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    SAGE BLOODBORNE


    Drako mi porge un boccale che tracanno volentieri, la torta di mele mi ha lasciato un po’ la bocca asciutta e mentre gli parlo mi posa una mano sulla spalla. Sorrido istintivamente a questo suo gesto, con un solo tocco riesce ad infondermi sicurezza e tranquillità. Mi ascolta attento, risponde alle mie perplessità e mi rassicura sul fatto che sono riusciti ad avere tutte le informazioni necessarie sulla battaglia durante la riunione.


    Bene” – annuisco – “Se servono ulteriori dettagli posso aggiornare quelle schede così che le nuove informazioni saranno accessibili a tutti.”
    L’argomento si sposta su Devon e sulla sua scomparsa, per fortuna Drako conferma che è tornato indietro sulle sue gambe, anche se ha lasciato la fazione per tornare al suo villaggio. Anch’io sono un po’ deluso, come il Gran Maestro. Capisco la voglia di tornare e riabbracciare i propri cari, capisco che forse la vita qui non fa per tutti, ma sparire dal campo di battaglia senza fare un cenno almeno al tuo compagno è un po’ da egoisti. E’ un elfo, non avrebbe avuto difficoltà ad affidare un messaggio ad un volatile o un altro animaletto qualunque. Almeno è vivo e non devo più preoccuparmi: “Spero anch’io che stia bene e risolva i suoi problemi.” – affermo deciso serrando le labbra, per poi dischiuderle quando Drako mi elargisce dei complimenti.


    Resto un po’ imbambolato, non so come rispondergli, non vorrei che se mi schernissi mi prendesse per uno stupido ingrato, ma non vorrei nemmeno essere giudicato come presuntuoso: “Grazie” – mi limito a dirgli e a riempirgli nuovamente la coppa con dell’acqua.


    Lo vedo stanco, con lo sguardo tirato e sofferente, ma nonostante ciò si preoccupa per me, quanto vorrei essere almeno la metà dell’uomo che è … forse potrei imparare perfino a perdonare, a lasciarmi alle spalle certe cose.
    Per quanto mi riguarda mi trovo bene, sono stato accolto benissimo da tutti, ho avuto solo qualche piccola scintilla con Ryuk, ma da parte mia non ci sono strascichi.” – già che siamo in argomento, tirerò fuori il problema boia. Deglutisco prima di continuare, non vorrei fare il piagnone, Drako non è né mia madre né tantomeno una balia e comunque sono sempre stato abituato ad affrontare e risolvere tutto da solo, penso però sia giusto che ne sia al corrente se il nostro confronto dovesse superare certi limiti – “Volevo parlarti di Dahmer, però …” – stringo inavvertitamente il pugno – “Ha confessato a cuor leggero di essere il Boia della Luna dei Raeghar e quindi, indirettamente, ha anche affermato di essere l’assassino che ha strappato via a mia nipote Nadya la gioia di crescere con accanto un padre amorevole. Abbiamo già avuto dei confronti, ma la questione non è ancora risolta. So bene che dovrei porre fine subito a questa faccenda, ma tra compagni ci si dovrebbe fidare, contare sull’altro ad occhi chiusi ed affidargli la propria vita, ed io in questo momento non posso farlo con Dahmer. Ti prometto, per il bene della fazione, che porrò fine presto a questa storia in un modo o nell’altro.”



    Riempio anch’io la tazza con un po’ d’acqua, la tensione e l’argomento mi hanno asciugato e forse ho asciugato anche Drako con questa storia.
    Ti preoccupi sempre degli altri e poco di te stesso, sei un po’ pallido e sembri stanco. Stai bene? Hai bisogno di qualcosa? E’ questo grosso fardello che ti porti addosso, vero? Essere Gran Maestro non deve renderti la vita facile, anzi. Se posso aiutarti in qualche modo non hai che da chiedere, penso che tutti qui si farebbero in quattro per te” - tutti, nessuno escluso.



  4. #2774
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    Quando è iniziata questa guerra, nella mia mente ho immaginato decine e decine di scenari e nessuno di questi includeva l’abbassare la cresta avanti ad una donna. La verità è che non mi dispiace neanche, ho accettato il fatto che Esperin mi interessi in un modo che vada oltre quello che dovrebbe essere, non è questo il problema. Se è vero che il passato aiuta a non ripetere gli stessi errori, ebbene sarà così, Esperin ed Irina sono due donne totalmente diverse, ma io… mi sento come all’epoca, quando frequentavo la donna che ho tanto amato e con la quale desideravo restare per il resto della mia esistenza. E’ vero, lo ammetto senza troppe difficoltà, quando Esperin non fa la stronza è una donna con la quale si sta bene, mi sento bene, sa come prendermi, sa capirmi, sa farmi sentire in difetto ed annullare la mia strafottenza, ma il problema rimane un altro. Quando prima mi sono allenato con Elen, per un attimo, un solo attimo ho ripensato a Mayla, a mia figlia… a come potrebbe essere ora, mi assomigliava tanto, forse troppo, con quei capelli neri ad incorniciarle il viso e quei suoi occhi uguali ai miei, ricordo come se fosse ora la prima volta che li ho visti, la prima volta che l’ho tenuta tra le braccia.
    Da quando seppi dell’arrivo dei gemelli erano trascorsi diversi mesi ed il pancione di Irina era cresciuto facendola somigliare sempre più ad un pallone, ma non potevo scherzarci, la infastidiva parecchio, così mi limitavo a qualche battuta con Elysa, la quale sorrideva sempre meno ormai da tempo, ma l’affetto che nutrivo per lei era aumentato molto, era un punto di riferimento, quando non sapevo come prendere Irina con i suoi attacchi isterici da donna incinta, lei mi era sempre accanto. La casa a Faradorn era praticamente pronta, mancavano le rifiniture, ma Irina voleva aspettare per il trasferimento, non se la sentiva di lasciare casa sua in quello stato, si sentiva più tranquilla tra le mura dov’era cresciuta, si era molto indebolita con la gravidanza, il viso perennemente pallido ed il rischio di perdere i bambini fu sventato diverse volte. Decisi di rispettare la sua volontà e non insistere, avremmo avuto modo di trasferisci quando i bambini sarebbero nati e finalmente avremmo potuto organizzare una piccola cerimonia per sposarci, ci teneva ad indossare l’abito di sua madre e con quella pancia non ci sarebbe di certo riuscita. Altri due mesi d’attesa erano cosa da poco. Ormai trascorrevo più tempo a casa loro che al Castello, mi bastava farmi vedere ogni tanto per non destare sospetti in mio padre, non doveva sapere di Irina e dei bambini in alcun modo, prima che fossimo riusciti a far perdere le nostre tracce. Una notte del mese del sole sentii Irina agitarsi nel letto accanto a me, cercai di aiutarla e quando accesi la luce della candela, mi resi conto con orrore che le sue gambe erano bagnate di sangue. Rimasi impietrito nell’osservarla, fino a quando non mi ridestai con l’ennesimo urlo, il quale svegliò anche Elysa, la quale corse immediatamente da noi “Stanno nascendo, Irina sta male, chiama aiuto” non me lo feci ripetere una seconda volta, corsi il più veloce possibile, fino ad arrivare all’abitazione della nutrice, per fortuna distava solo qualche casa da noi e la donna si precipitò in nostro aiuto. Nonostante mi ripetessero in continuazione di uscire dalla stanza, nessuno sarebbe stato in grado si spostarmi dal mio posto, ero accanto a lei a stringerle la mano, a cambiarle il panno bagnato dalla fronte, urlava, urlava così forte che ero convinto che una parte di me andasse in pezzi ogni volta che sentivo il suo dolore, ma le sue unghie conficcate nella mia carne erano il segno che non stava mollando ed io l’avrei aiutata come avrei potuto. Fu una notte lunga, perse molto sangue, ma la nutrice ci rassicurò sulle sue condizioni. “E’ una femmina…” quando sollevò le braccia, vidi quel corpo minuto e quelle mani così piccole e pensai che non potesse esistere nulla di più bello. La nutrice la immerse nell’acqua per ripulirla e la poggiò tra le mie braccia, la tenevo come fosse più delicata di un sottile cristallo, nonostante mi sentissi stranamente a mio agio. Aprì gli occhi a fatica un paio di volte, prima di richiuderli e fu là che vidi quelle iridi uguali alle mie ed al contrario di quel che avevo pensato, qualcosa si spense dentro di me. Restai ad osservarla in silenzio per un tempo che non saprei identificare, fino a quando sentii un nuovo urlo… “E’ maschio!”
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  5. #2775
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Drako Kalisi


    Bene. Se servono ulteriori dettagli posso aggiornare quelle schede così che le nuove informazioni saranno accessibili a tutti.” Indico la mia tenda ed il tavolo sulla sinistra "i fogli da aggiornare sono poggiati là, quando vuoi puoi scrivere direttamente" L'osservo, è pensieroso, nonostante Sage sia un ragazzo allegro e solare, sa mostrare anche il lato più debole si sè, quello sofferente per le sue perdite, ma al tempo stesso che ha saputo trasformare nella propria forza, la motivazione per scendere in guerra “Spero anch’io che stia bene e risolva i suoi problemi.” Faccio un segno di assenso col capo, ormai non serve più a nulla parlare di Devon, ha scelto la propria strada, spero che cresca e che diventi un uomo, lasciandosi il ragazzino impaurito che è alle spalle. “Per quanto mi riguarda mi trovo bene, sono stato accolto benissimo da tutti, ho avuto solo qualche piccola scintilla con Ryuk, ma da parte mia non ci sono strascichi.” a quel nome serro la mascella e non cerco neanche di mascherare il mio disagio, ogni volta che qualcuno mi menziona quel nome mi vengono i nervi a fior di pelle, come se non bastasse averlo sempre avanti agli occhi, come se non bastasse quell'anello al dito e vederlo girare attorno ad Esperin. Sa sempre come farsi odiare da tutti, è totalmente noncurante del prossimo e se ne frega dell'armonia che stiamo cercando di instaurare qui, è capace solo ad essere un bullo ed a fare qualche sviolinata ogni tanto “Volevo parlarti di Dahmer, però… Ha confessato a cuor leggero di essere il Boia della Luna dei Raeghar e quindi, indirettamente, ha anche affermato di essere l’assassino che ha strappato via a mia nipote Nadya la gioia di crescere con accanto un padre amorevole. Abbiamo già avuto dei confronti, ma la questione non è ancora risolta. So bene che dovrei porre fine subito a questa faccenda, ma tra compagni ci si dovrebbe fidare, contare sull’altro ad occhi chiusi ed affidargli la propria vita, ed io in questo momento non posso farlo con Dahmer. Ti prometto, per il bene della fazione, che porrò fine presto a questa storia in un modo o nell’altro.” Dahmer... un altro punto dolente, si è dimostrato fedele alla causa... almeno in apparenza e conosco la sua voglia di riscatto, ma so bene che sarebbe capace di ogni cosa per raggiungere il suo scopo. Non si è dimostrato rattristato più di tanto per il proprio lutto, come se la cosa non lo riguardasse, se non alla lontana, come se Connor e sua zia fossero dei parenti conosciuti solo per sentito dire. Non so cosa pensare ora che ha ammesso di essere il boia della luna, ha sempre celato la propria identità, è un passo in avanti che porta con sè non pochi problemi, come in questo caso “Ti preoccupi sempre degli altri e poco di te stesso, sei un po’ pallido e sembri stanco. Stai bene? Hai bisogno di qualcosa? E’ questo grosso fardello che ti porti addosso, vero? Essere Gran Maestro non deve renderti la vita facile, anzi. Se posso aiutarti in qualche modo non hai che da chiedere, penso che tutti qui si farebbero in quattro per te” Porto nuovamente la mano alla sua spalla, il contatto fisico non piace a tutti, ma l'ho sempre trovato un modo efficace per comunicare ed in questo momento voglio che Sage capisca la sincerità nelle mie parole "Non si diventa uomini giusti perdonando sempre, quella è una prerogativa degli Dei benevoli ed anche loro fanno le proprie eccezioni. E' vero, in questo momento abbiamo la necessità di conservare un certo equilibrio in fazione, non ti chiedo di perdonare, ma di accantonare per questo tempo di guerra. Quando tutto ciò sarà terminato confrontatevi da uomini, fai ciò che rappresenta per te la giustizia: ferire di spada o perdonare, dipende solo da te. Sto cercando di fare lo stesso e ti assicuro che non è facile, alla fine il conto verrà pagato in un modo o nell'altro." allontano da me il piatto con delle briciole al loro interno, tra poco arriveranno le formiche se non do una ripulita almeno sommariamente a questo macello sul tavolo "In realtà mi sono abituato ad essere il Gran Maestro, non sono diverso dal Drako di prima, sono solo un pò più forte ed un pò più conosciuto" sorrido cercando di ironizzare sull'argomento "Il mio fardello è legato al mio passato, me lo porto sempre dietro e ne ho costantemente le conseguenze avanti gli occhi, è... difficile da spiegare. Ho bisogno solo che questa guerra finisca al più presto, voglio rendere onore a Rickard. Ti ringrazio, Sage" Mi alzo dallo sgabello, mi fa male la schiena "vorrei sgranchirmi un pò le gambe, ti unisci a me?" Detto ciò gli sorriderò invitandolo a segurimi al campo di allenamento

  6. #2776
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    Non mi voltai immediatamente ad osservare il bambino, ero ancora perso nel mio silenzio, nei pensieri che quegl'occhi avevano evocato: occhi Leithien, occhi che non mentono. Per un lasso di tempo, forse troppo lungo, immaginai cosa potesserro comportare, ricordai mia nonna, lei che di quegl'occhi era la capostipite, lei che tra tutte le donne Leithien era la più fiera, la peggiore, mai nessuna donna aveva avuto quelle iridi oltre lei, Lumen ha ereditato quelle di Gordon ed immediatamente mi venne una forte morsa allo stomaco. Ma... ma era solo una bambina appena venuta al mondo, così fragile, così bella ed indifesa, frutto dell'amore che provavamo io e sua madre, non sarebbe mai stata quel genere di Leithien, non lo avrei mai permesso. "E' bellissimo" mi voltai e vidi Elysa stringere tra le sue braccia mio figlio, un piccolo ciuffo di capelli bagnati tradiva già il suo colore, quello di Irina. Mi avvicinai alla ragazza, era in lacrime, ma più che gioia la sua mi sembrava disperazione, non ci badai troppo e mi concentrai sul bambino. Attesi quasi con trepidazione di vedere i suoi occhi, li aprì solo dopo qualche minuto, occhi azzurri e dorati, gli occhi di Irina. Mi sentii scioccamente sollevato, non saprei neanche dare un senso a quel mio disagio, nulla che possa essere spiegato razionalmente, ma al di là di ogni sciocchezza l'emozione potesse farmi pensare, al di là di ogni confusione dovuta al momento di agitazione, mi sentivo felice, amavo già quei bambini. "Fatemeli vedere" Elysa poggiò il bambino tra le braccia della sorella, aveva il viso più pallido che mai, sudato, ma Irina era viva, la nutrice l'aveva salvata, le ero grato, avrei esaudito ogni suo desiderio. Irina osservò Auron, lo fissava e pensai che fosse la cosa più naturale del mondo, aveva tra le braccia la vita che aveva portato in grembo per tutti quei mesi, un pezzo di noi, ma non mi sembrava felice, era certamente confusione la mia, ero uno sciocco poco lucido, Irina era fisicamente distrutta, anche quello doveva essere normale. Ma quando le mostrai anche Mayla, Irina si lasciò andare ad un sorriso, mi guardò negli occhi, per poi guardare nuovamente lei, ero certo che volesse accertarsi solo delle condizioni di entrambi dopo lo spavento avuto poche ore prima. Restai accanto a lei, mentre reggevo Mayla e lei Auron, restammo in silenzio a sorridere, non nego che avevo le lacrime agli occhi, avevo una famiglia tutta mia, la mia futura sposa ed i nostri figli, nulla poteva rendermi più felice. Elysa era accanto a noi, restò ferma sull'uscio della porta più bianca di un cencio, si era spaventata forse più di me vedendo tutto quel sangue e pensai di rassicurarla "Va tutto bene ora" le sorrisi e lei mi guardò di scatto negli occhi, come se l'avessi destata dai suoi pensieri "Sì, ora... va tutto bene" portai lo sguardo ad Irina e poi ai bambini, non m'importava di nient'altro
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  7. #2777
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    DAHMER GRAY

    Restiamo soli, con la notte a regnare su di noi. La guardo stordito dalla sua domanda, penso che non riuscirò mai a levarle quell'acidità che mi rivolge sempre, tutto sommato non mi interessa ma anzi... la trovo quasi simpatica. Almeno, non è noiosa come quando è arrivata qui. Ma la posso leggere ancora al superiorità morale che ha negli occhi, nonostante il buio, nonostante cerco di non fissarla per troppo tempo in viso. "La coscienza... nel grembo di mia madre, forse, o sulla lama di mio padre..." o nelle iridi innocenti di Selene... se solo mi avesse amato, forse non sarei diventato così... o forse niente, qualsiasi cosa mi avrebbe reso ciò che sono. Un mostro scampato all'Abgruntis. La voce diventa di scherno, il mio solito tono, anche se un po' più amareggiata. "O magari nello stesso posto in cui l'ha lasciata tuo fratello quando ha fatto sterminare quei bambini... o dove l'hai lasciata tu quando gli hai voltato le spalle... o quando hai tradito persone come mio cugino che reputavi amici" affondo ironico. Stupidamente, per giunta, potrebbe farmi a polpette con niente. So perchè ha fatto tutte quelle cose, so che ha la migliore delle intenzioni, so che è migliore di me. Eppure, adesso, vorrei solo gettarla nel fango qui accanto a me, alla mia bassezza, al mio lordume per farle capire... ma perchè poi? E' vero che penso che qualcuno dovrebbe aprirle gli occhi, ma non dovrei assolutamente essere io. Molti, inoltre, mi darebbero torto sulla faccenda. Tuttavia, qualcosa mi suona così ipocrita. Sono il campione dell'ipocrisia. Elen... tengo ad Elen. Non so come diavolo sia potuto succedere, ma è così. E somiglia a Selene. All'inizio era solo questo, ma ora è come... come se cercassi una seconda occasione. Come se mi illudessi che lei fosse la Selene che avrei voluto: innamorata di me soltanto. Chi sono quindi per infangare una come Esperin? Nessuno, peggio la persona meno degna. Ma noi demoni siamo così.

  8. #2778
    Moderatrice L'avatar di serenarcc
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Restiamo in silenzio per qualche minuto, io a pensare a tutt'altro piuttosto che alla domanda che gli ho fatto e lui a fissare altrove, forse perchè ciò che gli ho chiesto è troppo personale o forse perchè sa di avere la coscienza sporca. "La coscienza... nel grembo di mia madre, forse, o sulla lama di mio padre..." trattengo uno sbadiglio, non capisco cosa c'entri la madre o il padre con quello che lui ha fatto negli anni fino a ieri, considerato che neanche l'hanno cresciuto, o con quello che ha fatto a Selene e ai Dreth, questo discorso mi appare sempre più senza uscita...dovrei lasciare stare. Il suo problema non è neanche cosa ha fatto o la causa scatenante di tutto... è che non ammette di aver sbagliato, sembra ancora fiero delle sue azioni, almeno a parole, almeno ai miei occhi, e quindi un suo cambiamento per me è privo di basi. "O magari nello stesso posto in cui l'ha lasciata tuo fratello quando ha fatto sterminare quei bambini... o dove l'hai lasciata tu quando gli hai voltato le spalle... o quando hai tradito persone come mio cugino che reputavi amici" mi volto verso di lui, parla con la sua solita ironia di cose che non conosce minimamente e che non pretendo possa capire nel suo assurdo modo di concepire le cose. Parla a me di coscienza? Parla a me di tradimento, di amicizie, di famiglia? "Tu non sai neanche di cosa parli" gli rispondo con freddezza, senza però scompormi, non ne vale la pena "non ho voltato le spalle a mio fratello, non ho voltato le spalle a nessuno di loro, sto solo facendo quello che è giusto per evitare che cose come il massacro di quei bambini capitino ancora. Vicent conosce le mie ragioni e mio Fratello, quando tutto sarà finito, avrà una speranza di essere salvato da se stesso, a differenza di adesso. Ma in ogni caso questi non sono affari tuoi" sto parlando fin troppo, non gli devo alcuna spiegazione. Mi alzo e sfilo la casacca lasciandola sul tronco accanto a lui, voglio andarmene, mi ha stancato "parli di amicizia, di famiglia...ma tu non sai minimamente cosa siano, sono solo parole con cui ti piace riempirti la bocca. Pensi di essere cambiato? Di meritare una nuova vita? Dimostrarlo con i fatti e non con discorsi filosofici, dimostralo ammettendo le tue colpe e magari iniziando a fare meno lo stronzo. Vado a dormire" mi volto e senza aspettare la sua risposta mi incammino lungo il corridoio illuminato dalle fiaccole, mi fa male la testa e continuo a starnutire di tanto in tanto ma una bella dormita mi rimetterà in sesto. Vedo che la tenda di Ryuk è illuminata, probabilmente sta per mettersi a dormire anche lui, e voltandomi verso il tavolo vedo Sage e Drako conversare. Distendo i nervi buttandomi alle spalle il nervosismo causato dalla battuta idiota di Dahmer e rivolgo ad entrambi un sorriso gentile "Sage, sono contenta di vederti di nuovo in piedi" faccio qualche passo superando il tavolo, non sono dell'umore per unirmi alla conversazione e credo si stiano anche per allontanare "Vado in tenda, buonanotte" una volta arrivata mi chiudo all'interno, sfilo gli stivali e mi lascio cadere sul letto ancora vestita.

  9. #2779
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    Non sono mai andato alla tomba di mia figlia, quando l’ho seppellita non ho avuto neanche il coraggio di incidere il suo nome sulla pietra, ogni parte di me tremava, ogni singolo muscolo non rispondeva alla mia volontà, anche solo il minimo movimento mi causava fatica, con gli occhi così doloranti e gonfi dalle lacrime che non riuscivo a veder nulla. Mi vergogno di me stesso, mi vergogno di essere sempre giunto a due passi da lei e non aver avuto il coraggio di arrivare a quel piccolo tumulo, non le ho mai portato neanche un fiore, mi sento debole solo all’idea. Mayla, tuo fratello non sa neanche il tuo nome, non sa di non essere nato solo, gli ho nascosto così tante cose, come faccio a pretendere di entrare nella sua vita come nulla fosse? Come farò a dirgli tutto? Probabilmente sarebbe stato meglio per lui non conoscermi mai, se quel giorno non mi fossi avvicinato a quella casa, se non avessi ceduto all’impulso di guardare un figlio che avevo rinnegato da quella finestra, del quale avevo deciso di non importarmene più… Lo ricordo così piccolo in quella culla di legno così grande per lui, gli abiti stropicciati e la bambola di pezza in un angolo, dormiva beato, con un sorrisino che gli tirava l’angolo delle labbra, rimasi fermo come ipnotizzato dal movimento del suo respiro nel sonno. Tornai altre notti per affacciarmi a quella finestrella, tornai sempre più spesso ed i mesi si susseguirono, così come gli anni, ormai lo conoscevo seppur indirettamente, l'ho spiato mentre cresceva senza stringerlo mai tra le braccia, senza reggerlo quando ha imparato a camminare, non ero con lui quando ha pronunciato le prima parole, quando ha chiamato papà… un perfetto sconosciuto. Trascorsero tre anni, era mattina e come al solito mi ero ritagliato un po’ di tempo per andare ad osservarlo, a volte restavo sul ramo di un alto albero per non farmi vedere mentre giocava nello spiazzale, ma visto che non c’era nessuno mi avvicinai alla solita finestra. Non c’era nessuno neanche all’interno della stanza, probabilmente erano usciti ed un po’ rammaricato feci per voltarmi ed andarmene, ma sentii qualcosa tirarmi i pantaloni. Abbassai lo sguardo e lo vidi… Auron era di fianco a me a guardarmi dal basso, sorrideva, non gli facevo paura nonostante il grande stacco di altezza. La sua piccola mano era aggrappata ai miei pantaloni e tirò un paio di volte “Ciao” disse con una vocina squillante ed io sgranai gli occhi senza sapere cosa fare “Io sono Auron” ripeté ancora una volta senza accennare a smorzare quel sorriso “Ti sei perso?” mi guardai in giro, non vedevo i suoi genitori adottivi, non potevano essere stati tanto stupidi da averlo lasciato solo a quell’età, così lo guardai titubante “hem… sei solo?” tirò ancora una volta i miei pantaloni, ma questa volta senza rispondere “allora?” Il suo sorriso si allargò e mi resi conto che alle mie spalle c’era qualcun altro “Per tutti gli dei antichi…” era la donna alla quale lo avevo affidato “Auron, smettila di fuggire appena mi volto un attimo” la osservai, ma girai subito il viso, non volevo essere riconosciuto, cosa che purtroppo la donna fece all’istante “Come sono felice di rivedervi, non saprò mai come ringraziarvi, il piccolo Auron ha riempito la vita mia e quella di mio marito, è un bambino così intelligente, venite in casa, vi offro una tisana e dei biscotti appena cotti” mi fece segno di seguirla, ma non ne avevo per niente voglia, volevo andarmene al più presto, iniziavo a sentirmi a disagio “No… grazie, sono di fretta, magari la pro…” la presa sul tessuto dei pantaloni aumentò e quella volta con entrambe le mani “A quanto pare non ha intenzione di lasciarvi” la donna mi sorrise, era solare ed Auron era cresciuto bene, avevo decisamente scelto la famiglia giusta per lui “E va bene…” dissi quasi con rammarico ed in quell’istante Auron lasciò il mio pantalone per alzare entrambe le braccia verso l’alto “Vuole essere preso” mi bloccai senza sapere come reagire “Da me?” “certo” rispose subito la donna sorridendo avanti a quella scena, probabilmente mi prese per stupido. Mi abbassai ed Auron mi saltò letteralmente tra le braccia ed io lo strinsi per sollevarlo, ricordo ancora cosa provai in quel momento, qualcosa che sento tutt’oggi: un senso di appartenenza, di familiarità, di affetto… sentii di non volermi più negare la sua vicinanza e così feci. E’ vero che era intelligente, probabilmente ha sempre saputo chi io fossi, dopotutto bisognava essere ciechi per non accorgersene, più cresceva e più mi somigliava, più cresceva e più mi rivedevo in lui. Mio figlio... è sempre stato più deciso e forte di me.

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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Mia madre era un'assassina. Non riesco a credere ancora a queste parole che continuano a ripetersi nella mia mente, forse solo ora sto realizzando cosa significhino davvero. Ho sempre ammirato la sua forza, la sua sicurezza, il suo carattere deciso, forse troppo rigido in alcune circostanze o troppo protettivo in altre... ma sempre amorevole nei nostri confronti, è stata una madre eccezionale e mi ha insegnato tanto. Ma sapere quello che ha fatto...forse ho accettato troppo passivamente questa rivelazione, forse avrei dovuto contestare le parole di Ryuk, dirgli che stava mentendo e che mia madre non avrebbe mai fatto una cosa del genere, una cosa così orribile e lontana dall'idea che ho di lei. Eppure... non lo so, non so neanche cosa abbia elaborato la mia mente in quei momenti, nell'ascoltare il suo discorso, nel ripercorrere quella vicenda. Sarà che non sono propriamente obiettiva quando parlo con lui, sarà che avermi aperto gli occhi alla Torre ed essere stato il primo a dirmi chiaramente come stavano le cose mi ha portata ad avere una sorta di fiducia nei suoi confronti, sarà che sa benissimo che non mi sarei stupita neanche se mi avesse detto di averle uccise perchè avevano attraversato la strada nel momento sbagliato, conoscendo quello che era prima di questa guerra almeno per sentito dire, e che quindi un finto mandante non era necessario, sarà che se un minimo lo conosco so che non avrebbe tirato in ballo una persona così importante per me senza motivo. Oppure...sarà che la possibilità di una figlia illegittima mi è sembrato un motivo concreto che avrebbe potuto spingere una donna come mia madre, così fiera ed orgogliosa del nostro casato e del nostro diritto al trono, a commettere un errore madornale che probabilmente non si è mai perdonata... o almeno è quello di cui voglio convincermi, che se ne sia pentita. Ho la gola secca e la testa sento che mi sta per scoppiare per il troppo rimuginare, dovrei dormire ma proprio non ci riesco, continuo a pensare ad Efrem, al dolore che deve aver provato quel giorno, all'odio che certamente si porta dietro da anni probabilmente senza sapere realmente chi ne sia stato la causa. Sento come l'esigenza di chiedergli scusa per quello che è successo anche se so benissimo che non servirebbe a nulla, mi sento in parte responsabile per tutto questo, per il sangue che scorre nelle mie vene, e non riesco ad ignorare di esserne venuta ora a conoscenza... ma probabilmente è meglio lasciare questa storia al passato, parlarne causerebbe solo ulteriori problemi e non è proprio il momento. E poi penso a lei, a quella ragazza che forse era mia sorella, non so nulla di lei, neanche il suo nome...era solo un'adolescente senza alcuna colpa. Forse se faccio quattro passi è meglio, inizia a mancarmi l'aria in questa tenda.

 

 

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