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  1. #2841
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Non ho mai visto Ryuk in questo stato, anche quando ha saputo della morte del padre nonostante fosse sconvolto la sua reazione non è stata minimamente paragonabile a questa ed ancora non riesco a spiegarmene la ragione, mi sembra assurdo che siano state le mie parole a scatenare tutto questo. Non mi aspettavo neanche una risposta, non gliel'ho detto per quello, sono cosciente di essere stata forse affrettata dato che ci siamo avvicinati da appena pochi giorni ed entrambi avevamo ritenuto meglio troncare questa cosa sul nascere ognuno per le proprie motivazioni, eppure era qui non me e non solo fisicamente...era con me anche con la mente e lo sentivo, non si può fingere fino a quel punto. Non appena tocco la sua mano scatta ancora e la ritrae prima di alzarsi ed allontanarsi, quasi come se ne fosse tremendamente infastidito.



    "Lasciami" la sua voce, il suo tono, i suoi occhi... tutto mi arriva come un pugno in piena faccia, come una secchiata di acqua gelida. Non capisco... non voglio pensare che voglia realmente questo, che sia cambiato tutto così all'improvviso, che quella rabbia che vedo nei suoi occhi sia per me. "Io non sono la persona che vuoi, sono un Leithien, non guardarmi con quegl'occhi!" continuo a non riconoscerlo nelle sue parole, non è un Leithien, ha rinnegato la sua casata ed il suo cognome, ha rinnegato quel passato quindi perchè ora rimangiarsi tutto, perchè ostinarsi a definirsi tale...con me poi, dopo tutti i discorsi che abbiamo fatto a riguardo. "Sai quante volte mi hanno guardato così?" ride di me come l'altro giorno in tenda e come in quel fienile a Faradorn, ride di quei sentimenti che avrei dovuto tenere per me, in questo momento vorrei solo non essere mai venuta qui, non essermi mai lasciata andare a tutto questo.



    Sento quella stretta al centro del petto farmi mancare il respiro e gli occhi velarsi di lacrime che mi sforzo di ricacciare indietro mentre abbasso lo sguardo non riuscendo a mantenere il suo carico di sarcasmo ed ironia e d'istinto tiro più su il tessuto del vestito come per coprirmi, mi sento così umiliata e...stupida, sbagliata.



    "Persino Lumen, quando la misi incinta per gioco e la feci abortire a suon di calci, non ricordo neanche quanti anni avesse, quattordici, forse sedici" chiudo gli occhi e resto con lo sguardo basso mentre combatto ancora per trattenere queste dannate lacrime, non voglio più ascoltarlo, non voglio sentire queste cose, queste atrocità del suo passato. So cosa era, so cosa ha fatto, odio Lumen con tutta me stessa ma non avrei augurato una cosa del genere nemmeno a lei, come a tutte le persone alle quali ha rovinato la vita. Ma perchè gettarmi addosso queste cose, perchè ricordarmi la persona che era, perchè farmi questo proprio ora...dopo che mi sono esposta così tanto con lui.



    Poteva ignorarmi, poteva ignorare le mie parole o dirmi semplicemente che non ricambiava...lo avrei capito ed accettato, sono matura abbastanza da tenere per me questi sentimenti. "Cosa credevi? Che uno come me, potesse innamorarsi di una... come te? Che tu potessi cambiarmi?" cambiarlo... non ho mai pensato minimamente di cambiarlo, è stato lui a farlo. Non mi è mai interessato che lo facesse come non mi interessava legarmi ad un uomo e soprattutto a lui, e lo sa...lo sa benissimo. "Oh no Esperin, io sono quel che sono e c'è una ragione se Leithien non si diventa, io e te non abbiamo niente, niente da dividere. Non ne so niente di queste cose, dell'amore e... di tutto il resto, non mi interessa"



    Non è vero, basta guardare i suoi occhi quando è con Auron per percepire tutto l'amore che prova per lui, forse è la monogamia il suo problema, forse sono io... forse le mie parole lo hanno allarmato sulle conseguenze che il mio coinvolgimento potrebbe avere per la fazione, eppure dovrebbe sapere che questa guerra è importante per me come lo è per lui ed anche di più considerato il mio nome ed il mio legame con Drako e Lantis, non metterei mai i miei problemi davanti a questo. Voglio andarmene e non mi interessa neanche rispondergli, alzo così lo sguardo per tornare in piedi ma vedo i suoi occhi lucidi, arrossati, lo sguardo sconvolto e le mani che continuano a tremare ed in un istante la delusione e l'umiliazione lasciano il posto alla rabbia e sento l'istinto incontrollabile di rispondergli. Stringo i pugni e mantengo il suo sguardo, mentre gli occhi continuano a bruciare "Pensi di impressionarmi dicendomi queste cose? Pensi che io non sappia chi eri e quanto male hai fatto ? Hai ucciso, stuprato, torturato senza alcun motivo e senza distinzione di età, pensi che sapere di tua cugina cambi qualcosa?" torno in piedi continuando a guardarlo, sento rabbia, nervosismo, delusione e tristezza mescolarsi insieme e compromettere la voce, ma continuo a parlare, a gettargli addosso quello che penso



    "Ti sbagli, io non ho mai avuto alcuna intenzione di cambiarti, hai fatto tutto da solo ancora prima che io iniziassi a provare qualcosa per te. Ryuk Leithien non avrebbe rinnegato tutto per suo figlio, non avrebbe messo impegno in questa guerra , non avrebbe rinunciato agli agi dei diamanti e..." sento la voce strozzata, non riesco a continuare "e non si sarebbe fermato poco fa, pur non provando niente per me. Io forse sono una stupida che di uomini e di amore non sa nulla ma so riconoscere una persona che se la sta facendo sotto dalla paura"



    lo guardo ancora con rabbia, vorrei non provare queste cose, vorrei che non fosse mai successo niente e se non fosse per questa guerra desidererei di non essere mai arrivata al campo "Non pensavo che fossi così codardo, non ho più intenzione di stare ad ascoltarti" mi volto e mi avvio verso il Glados.


  2. #2842
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    Non avrei dovuto portarla qui, non avrei dovuto aiutarla con la febbre, sarebbe passata comunque, era un malanno qualsiasi ed invece sono sempre il solito che non sa riflettere prima di agire. "Pensi di impressionarmi dicendomi queste cose? Pensi che io non sappia chi eri e quanto male hai fatto ? Hai ucciso, stuprato, torturato senza alcun motivo e senza distinzione di età, pensi che sapere di tua cugina cambi qualcosa?" Esperin si alza e continua a sistemarsi gli abiti con espressione mista tra il perplesso, l'arrabbiato e non so quante altre cose. Resto in silenzio osservando i suoi occhi, cercando di tenere i miei incollati ai suoi, senza cedere alla voglia abbassare lo sguardo, mi riesce difficile, ho una morsa allo stomaco che si fa sempre più forte ed i miei occhi bruciano sempre di più "Ti sbagli, io non ho mai avuto alcuna intenzione di cambiarti, hai fatto tutto da solo ancora prima che io iniziassi a provare qualcosa per te. Ryuk Leithien non avrebbe rinnegato tutto per suo figlio, non avrebbe messo impegno in questa guerra , non avrebbe rinunciato agli agi dei diamanti e..."la sua voce non è ferma, come strozzata da un pianto che sta trattenendo e solo guardarla così mi fa piombare sulle spalle questa colpa che pesa come un macigno



    "e non si sarebbe fermato poco fa, pur non provando niente per me. Io forse sono una stupida che di uomini e di amore non sa nulla ma so riconoscere una persona che se la sta facendo sotto dalla paura" Per un attimo distolgo lo sguardo, quando lei punta i suoi occhi su di me, non reggo tutto questo, non reggo l'averle fatto ancora del male, cosa che le avevo promesso che non avrei più fatto ed invece mi rendo conto che probabilmente è meglio per lei se tronca tutto, perchè prontamente ritorno sempre sui miei passi "Non pensavo che fossi così codardo, non ho più intenzione di stare ad ascoltarti" Si volta e in quello stesso istante il macigno che ho sulle spalle si fa più pesante, il senso di vuoto più opprimente. Scatto nella sua direzione provando ad afferrarle la mano ed a fermarla, vorrei tirarla a me e stringerla, vorrei dirle che sono sicuro di lei, che è una moglie migliore di tante altre e non abbiamo neanche vissuto questo matrimonio come si deve, vorrei dirle che da quando si è avvicinata a me mi sento come se fossi tornato in dietro di anni, quando ero più simile ad Auron, quando ero pronto ad aprirmi a qualcuno. "Vuoi la verità? Io...." Sto per dirle che sì, sono un codardo, perchè l'unica realtà è che ho paura di farle del male, sì... Ryuk Leithien lo squartatore, stupratore, il sadico e violento Ryuk ha paura di farle del male, ho ucciso la donna che amavo, ma non è questo il punto, probabilmente si meritava quello che le ho fatto, probabilmente avrei potuto evitare di uccidere anche Elysa, lei... che di colpe ne aveva meno, ma che nonostante tutto nutriva affetto per me. Ho ucciso un'innocente che non c'entrava nulla con quella storia, una piccola vita totalmente innocente, così fragile, così indifesa... sono stato capace di fare del male anche all'essere più indifeso di questa terra ed ancora quei ricordi mi investono come una valanga di colpe.
    Mi svegliai col pianto dei bambini, erano entrambi sollevati mantenendosi alla sbarra in legno della culla, li guardai ancora con gli occhi gonfi, che faticavano ad aprirsi, Irina era ancora stretta a me, ormai bianca e fredda.



    Li osservai per qualche istante: il viso di lui così simile al mio, se avessimo paragonato i ritratti di quando avevo la sua età ci avrebbero distinto unicamente per i colori dei capelli e degli occhi, mentre lei… lei aveva tutto di me, come quel verde giallo che brillava in una cornice corvina. Mi alzai e mi avvicinai a loro, spostai i capelli di Mayla dal viso per guardarla meglio, osservare ancora i suoi occhi e feci lo stesso con Auron, mi sorrisero entrambi e li presi dalla culla, sorreggendo ognuno di loro con un braccio. Le parole di Irina rimbombavano ancora nella mia testa: gli eredi dell’Adamantem, loro che sarebbero cresciuti da Leithien, lei con quegl’occhi rappresentava tutto ciò che era mio padre e mia nonna prima di lui. Li strinsi a me, li strinsi forte portando i visi al mio petto, con il naso a premere contro la pelle, a smorzargli il fiato.



    Non dovevano esserci altri Leithien al mondo, non dovevano esserci altri me, quei bambini avrebbero seguito la loro madre pur non avendo colpe di tutto quel che mi era capitato. E se c’è un momento nella vita che posso segnare come quello più oscuro di tutti, fu proprio quello, quando scelsi di scendere negli abissi infernali assieme a loro, accompagnali nel sonno profondo che li avrebbe accompagnati per l’eternità. Troppo piccoli per ribellarsi, troppo fragili… Quando lasciai la testa di Mayla ricadde all’indietro, abbandonato ad un collo senza forze, forse spezzato, non ebbi il coraggio di controllare se le avessi tolto la vita per quello o per averle portato via l’aria.



    Rimasi ad osservarla, con il cuore che andava in mille pezzi, forse realizzando la follia che avevo appena compiuto, tra tutte le barbarie che ho commesso nella mia vita, prima e dopo quel giorno, niente è mai stato paragonabile a quel gesto.



    Mi persi ad osservare quegl’occhi che per fortuna erano rimasti chiusi, avrei visto la morte in quelle iridi che erano le mie, una morte che cominciai a desiderare per me stesso, ma un movimento all’altro braccio mi ridestò facendomi voltare. Auron stava respirano contro il mio petto, alzò il capo con una mano ancora poggiata contro di me, apri gli occhi e mi sorrise, un sorriso che mi riportò in dietro, mi strappò dall’abisso in cui mi ero gettato.





    Scoppiai nuovamente in lacrime guardando mio figlio negl’occhi, gli occhi di Irina, ma in un viso che era il mio, lui mi sorrise ancora abbassando nuovamente il capo sul mio petto, stringendo con la sua piccola mano il mio braccio.



    Quel bambino mi ha salvato la vita, nel momento in cui avevo scelto di portarmi via la sua e forse fu il tremendo senso di colpa che mi ha portato ad abbandonarlo, forse è stata la paura di farlo diventare come me, ma ero certo che avrebbe vissuto una vita migliore senza suo padre e senza sua madre. Poggiai Auron nella culla e tornai in cucina, persi nuovamente le forze alla vista di cosa avevo fatto ad Elysa, a lei che mi ha aveva voluto realmente bene, a lei che aveva avuto la colpa di essere arrendevole con una sorella come Irina. Preso da un momento di follia mi inginocchiai provando a ricomporre i pezzi, sapevo che non potevo tornare indietro, ma il senso di colpa mi imponeva di provare a ridare un minimo di dignità a quel corpo martoriato.



    Presi Auron tra le braccia e me ne andai, seppellii Mayla poco distante dalla tomba di mia madre, non ho mai avuto il coraggio di tornarci. Non guardai il cadavere Irina, non lo feci più al momento in cui mi ero alzato per andare dai bambini, le avevo voltato le spalle anche da morta, a lei… che avevo amato con tutto me stesso, mi ripromisi che mai nessun’altra avrebbe potuto avvicinarsi a me.
    No... io non farò più male a nessuno che tenga a me in questo modo "Io... quello che ho con Auron è solo per un tremendo senso di colpa, un senso di colpa che non riesco a scollarmi dalla pelle nonostante tutti questi anni." Non è vero... io amo mio figlio, ma ora come ora l'unico modo per allontanarla da me è dirle la verità su cosa è accaduto in passato, cosa mi ha cambiato. La strattono per il braccio per farla voltare verso di me, in modo che mi guardi dritto negli occhi "Ho ucciso sua madre, l'ho strangolata con queste stesse mani. L'ho guardata morire lentamente, ho fatto letteralmente esplodere sua sorella Elysa, ho visto i suoi pezzi sparsi sul pavimento ed il sangue tingere le pareti di casa loro. E...." cerco di prendere aria e di non fermarmi "Auron aveva una sorella, io ed Irina abbiamo avuto dei gemelli, lei aveva i miei occhi, gli stessi che stai guardando ora e gli stessi che ho visto chiudersi quando..." la voce trema, un singhiozzo mi sfugge e nonostante gli occhi brucino, cerco di trattenere le lacrime, è la prima volta che parlo di Mayla "quando le ho tolto il respiro stingendola a me, il suo collo da neonata era troppo fragile e si spezzò velocemente tra le mie braccia. Auron doveva fare la stessa fine e quando non sono riuscito ad ucciderlo, l'ho abbandonato. Hai capito chi sono ora? Uno che ha ammazzato sua figlia quando era ancora nella culla. Tu... " Con gesto le indico il Glados, lo stesso verso il quale si stava dirigendo "Tu cosa puoi saperne di cosa significa amare una persona, sei solo una ragazzina che ha letto toppe favole e non è mai stata con un uomo." Mi sfilo l'anello e lo getto a terra "Questo matrimonio può tornare ad essere solo una scritta su di un pezzo di carta ed ora vattene"



    urlo indicandole nuovamente il Glados, vattene... vattene prima che scoppi a piangere avanti a te, vattene prima che ti dica... che anche io mi sono innamorato di te, Esperin

  3. #2843
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Sento gli occhi bruciare ed il desiderio di lasciare questo posto farsi sempre più forte passo dopo passo, i colori e l'atmosfera calda e tranquilla che tanto mi erano piaciuti quando sono arrivata hanno perso totalmente di significato e di attrattiva, non ci tornerei neanche se fossi costretta.



    Avanzo con le lacrime che ancora si ostinano a voler uscire e forse se glielo permettessi starei meglio ma non voglio dargli la soddisfazione di vedermi piangere, devo resistere almeno finché non sarò arrivata al campo e mi sarò chiusa nella mia tenda. D'un tratto la stretta della sua mano mi blocca e sento una lacrima scivolare sulla guancia, chiudo gli occhi per fermare le altre mentre mi chiedo perchè non mi lasci andare...perchè continui ad insistere come se tutto questo in qualche modo lo divertisse.



    "Vuoi la verità?" no, non la voglio, non voglio più niente...voglio solo andare via "Io... quello che ho con Auron è solo un tremendo senso di colpa, un senso di colpa che non riesco a scollarmi dalla pelle nonostante tutti questi anni" mi sento strattonare per un braccio e non ho la forza di oppormi, mi ritrovo così di nuovo frontale a lui a guardarlo negli occhi mentre continuo a pensare che sia tutta una bugia, sono certa che ami suo figlio e non solo per le sue parole, per i discorsi che abbiamo fatto su di lui, ma anche per come si comporta in sua presenza e davvero non capisco perchè dopo tanti sforzi ora si ostini a rinnegare tutto neanche fosse una cosa di cui vergognarsi.



    "Ho ucciso sua madre, l'ho strangolata con queste stesse mani. L'ho guardata morire lentamente, ho fatto letteralmente esplodere sua sorella Elysa, ho visto i suoi pezzi sparsi sul pavimento ed il sangue tingere le pareti di casa loro. E...." sgrano gli occhi e non riesco a credere alle sue parole, a quello che mi sta dicendo di aver fatto, al mostro che mi sta dipingendo davanti agli occhi. Porto una mano alla bocca mentre lo guardo confusa ed incredula ed un solo pensiero continua ad occuparmi la mente, ossia che non può essere vero, non può aver ucciso la donna con la quale stava costruendo una famiglia, non può aver tolto a suo figlio l'affetto di una madre... non dopo che la stessa cosa è stata fatta a lui da suo padre. Sembra voler continuare il discorso ma vorrei soltanto che stesse zitto e non mi dicesse più niente, non voglio sapere più niente, non ce la faccio. "Auron aveva una sorella, io ed Irina abbiamo avuto dei gemelli, lei aveva i miei occhi, gli stessi che stai guardando ora e gli stessi che ho visto chiudersi quando..." la sua voce trema ed un singhiozzo sfugge al suo controllo mentre io mi ritrovo d'istinto ad indietreggiare di un paio di passi pregando con tutte le mie forze che non sia quello che penso, che non sia arrivato a tanto, che non mi stia dicendo che... "quando le ho tolto il respiro stingendola a me, il suo collo da neonata era troppo fragile e si spezzò velocemente tra le mie braccia. Auron doveva fare la stessa fine e quando non sono riuscito ad ucciderlo, l'ho abbandonato" un'altra lacrima sfugge al mio controllo seguita poi da altre mentre scuoto la testa a negare le sue parole e sento che mi manca l'aria nei polmoni, non riconosco più la persona che ho davanti, la persona che ho sentito di amare, quegli occhi in cui mi sono persa e che ora mi guardano in questo modo e mi dicono questa verità assurda ed incomprensibile, gli occhi di un mostro che ha ucciso sua figlia ancora neonata. Resto sconvolta ed immobile mentre più volte le labbra si schiudono per parlare, ma non ne esce niente.



    "Hai capito chi sono ora? Uno che ha ammazzato sua figlia quando era ancora nella culla" non ho la forza di replicare né di accettare le sue parole, continuo solo a sentire le lacrime bagnarmi le guance e le gambe tremare e sul punto di cedere da un momento all'altro, non ho il coraggio di alzare lo sguardo su di lui "Tu cosa puoi saperne di cosa significa amare una persona, sei solo una ragazzina che ha letto troppe favole e non è mai stata con un uomo" non riesco a trattenere un singhiozzo mentre ormai vedo tutto appannato a causa delle lacrime, quando mi ha spezzato la schiena mi ha fatto meno male di ora con queste sue parole, con quello che mi ha raccontato. Quindi questo è lui, questo è ciò pensa di me...eppure pensavo che in questi giorni una piccola parte di me gli fosse arrivata, che l'avesse apprezzata, così come pensavo di aver conosciuto una parte di lui totalmente diversa da quella che conoscono tutti, quella parte che mi ha fatta innamorare, quella parte che pensavo fosse la più vera e che ora mi sembra solo frutto della mia mente. Non ha il diritto di giudicarmi, non mi conosce come a quanto pare io non conosco lui, non sa quello che sento per lui, non sa come mi sento in questo momento. "Questo matrimonio può tornare ad essere solo una scritta su di un pezzo di carta ed ora vattene" chiudo gli occhi per un istante quando urla queste cose, istintivamente sobbalzo spaventata per il suo tono e per il suo gesto e riaprendo gli occhi vedo il suo anello cadere al suolo e sparire tra le foglie, come fosse la cosa più inutile ed insignificante del mondo.



    Alterno un paio di volte lo sguardo tra lui ed il suolo mentre provo di nuovo ad aprire la bocca per dire qualcosa ma ne esce solo un altro singhiozzo, vorrei urlargli tante cose, vorrei insultarlo... ma non ci riesco. L'unica cosa che istintivamente riesco a fare è avvicinarmi con uno scatto e provare a dargli uno schiaffo con tutta la forza che ho mentre i miei occhi cercano di dirgli quello che a parole non riesco a tirare fuori.



    Rabbia, sconcerto, delusione, odio. Odio per quello che mi ha detto, odio per quello che ha ammesso di aver fatto, odio per il modo in cui mi ha giudicata ed odio per avermi fatto provare quei sentimenti quando non li avevo mai cercati...odio per me stessa, perchè solo ora mi rendo conto di quanto sia sbagliato aver permesso che accadesse proprio con lui, di essermi costruita un castello di fantasie in testa, di essere stata la solita stupida sentimentale.



    Resto qualche istante con la mano sospesa ancora a mezz'aria e le lacrime che continuano a tradire la sicurezza che vorrei mostrare, poi mi volto ed a passi veloci raggiungo il Glados, vado via dalla valle del ghiaccio e del fuoco, vado via da lui e lascio lì quei sentimenti, quelle sensazioni e quelle illusioni sotto una pietra che ora sono certa di non voler più spostare.

  4. #2844
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    DAHMER GRAY

    Mi stiracchio, sento gli occhi pesanti, nonostante sia l'alba non ho praticamente dormito. Mi gratto la testa, dovrei proprio lavarmi. Le parole di Elen mi rimbombano ancora forti, così come i suoi sguardi e i suoi sorrisi tirati. Ho avuto proprio la sensazione di rottura, ho quasi potuto sentire il filo rosso che tra noi si spezzava. Una leggenda dell'Ovest narra che le anime gemelle sono legate da un invisibile filo rosso sin dalla nascita: sarà vero? Sarò legato a qualcuno in questo senso? Vado nella tenda bagno e mi do una bella strigliata, oltre a una bella evacuazione di quelle di lusso. Cos'altro è la felicità dell'uomo? Dovrebbe essere solo questo: una bella dormita, una cagata soddisfacente e una colazione abbondante. Al tavolo sono lindo e pinto, mi prendo delle uova che friggo e mangio col pane. Sto per dirigermi al campo, quando mi affaccio in infermeria e vedo Drako e Sage piuttosto mal messi. Con tutto quel volo e il nostro discorso, credo che Elen non si sia accorta dei feriti e con la fuga di quel vigliacco di Devon è rimasta la nostra unica guaritrice. "Vado a chiamare Elen, credo non sappia che siete feriti" dico per poi andare nella sua tenda. "Elen" la chiamo restando fuori. Starà riposando, probabilmente, ma quei due mi sembravano messi male, soprattutto Sage. Se mi risponderà, la porterò in infermeria.

  5. #2845
    sim dio L'avatar di albakiara
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Elen

    Quando gli ultimi residui di corteccia si dissolvono nel fumo sfrego il palmo della mano sui pantaloni per pulirlo dalla cenere.
    Mi avvio verso la tenda consapevole che un altro legame si è spezzato: forse avrei fatto meglio a non dirgli nulla, ma è meglio vivere di illusioni o di rimpianti? Sono confusa, l'unica certezza è che fino a qualche ora fa ero felice e ora no.
    <<Elen>> Dahmer è fuori dalla mia tenda e mi sta cercando, cosa avrà da dirmi ora? Mi avvicino cercando di nascondere ogni mia emozione, non voglio che gli altri notino il mio turbamento <<Si, eccomi...>>
    Nell'istante in cui gli sono vicina, a metà tra la mia tenda e l'infermeria, noto Drako e Sage in brutte condizioni sui lettini così mi precipito da loro.
    Do una rapida occhiata a entrambi, sto diventando sempre più brava nel valutare le ferite, e invoco la mia magia per infonderla loro. Prima mi occupo di Sage, che riporta gravi ustioni su tutto il corpo, poi concentro il potere su Drako fin quando le fiammelle lenitive non termineranno il loro compito. <<Complimenti, hai tenuto testa al grande capo>> scherzo col ragazzo per cercare di mostrarmi la Elen allegra e spensierata di sempre, ma la voce mi tradisce in parte così torno seria <<E' da tanto che siete in queste condizioni?>>. Senza Devon sono nuovamente sola, spero solo che non mi abbiano aspettato per troppo tempo, non vorrei che mi avessero chiamata mentre svolazzavo per il campo.

    Rigenerazione: cura

  6. #2846
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    Ho il fiatone, è come se l’aria avesse deciso di fuggire da me, non riesco a respirare che mi ritrovo nuovamente con i polmoni svuotati. Esperin alterna lo sguardo tra me ed il cumulo di foglie dove ho gettato l’anello, ho l’impulso di riprenderlo e rimetterlo al dito o almeno di metterlo in tasca, è come se avessi perso qualcosa di importante che devo assolutamente recuperare. Alza lo sguardo e non saprei esattamente dire come sia la sua espressione, quegl’occhi che mi fissano come se io fossi l’essere più abominevole di questa terra ed in effetti, per quel che ho fatto, lo sono. Eccomi, nudo come un verme, con l’animo spogliato dalla mia colpa più grande, le ho mostrato la ferita che porto, ma non per farmi compatire, ma come monito per ciò che potrei fare ancora se perdo il controllo già precario che possiedo. Si avvicina di un passo, ho l’illusione per un istante che voglia stringermi come ha già fatto altre volte, che voglia dirmi che no, non sono più il Ryuk di una volta, per un istante… ho forse il desiderio di essere guardato come ha fatto al Castello Nero quando ero accanto la bara di mio padre. Ma il suo braccio è più veloce e la sua mano si infrange sul mio viso, un colpo che brucia e che fa male



    Un colpo che segna la mia sconfitta, perché così mi sento, ho perso ancora, ma dovrei provare un minimo moto di soddisfazione per essere riuscito ad allontanarla, a farle capire chi sono, ma non avverto nulla del genere. Resto con gli occhi chiusi ed il viso ancora girato nella direzione dello schiaffo, non voglio guardala mentre va via, ma il rumore delle foglie mi lascia intendere la direzione dei suoi passi.



    Quando non sento più lo scricchiolio delle foglie, riapro gli occhi e mi ritrovo a fissare uno scenario vuoto, i colori si spengono: il rosso, il giallo, l’arancio ed il marrone si tingono di grigio.



    Muovo un passo e punto lo sguardo in terra, cerco tra i cumuli di foglie, ne sposto qualcuna col piede ed il panico torna a farsi sentire quando non riesco a scorgere la fede. Poi un bagliore, uno scintillio che proviene alla mia destra e finalmente lo trovo.



    Mi lascio cadere su me stesso sulla ginocchia, le foglie attutiscono il colpo, porto la mano all’anello ed ancora ho l’impulso di infilarlo al dito, ma ciò che faccio è riporlo nella tasca. Mi metto a sedere e spingo lo sguardo lontano, questo posto è nuovamente solo mio, ma è come se avesse perso qualcosa e… mi scoppia la testa. Ho fatto quello che è meglio per lei, per la seconda volta ho compiuto la scelta migliore, per Esperin come per Auron, stare lontano da me, privarmi di loro, è il modo più sicuro per tenere il mostro rinchiuso in una gabbia.


  7. #2847
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    SAGE BLOODBORNE

    Da quel poco che sono riuscito a comprendere di lui, Drako è un uomo che si porta addosso il peso di colpe che non sono sue, soffre per scelte che non sono dipese totalmente dalla sua volontà. La sua testa non riesce a staccarsi dalle brutture di questa guerra, ma guarda costantemente al benessere degli altri.
    Forse gli ho fatto una domanda troppo personale, purtroppo a volte non faccio troppo caso a quello che dico e a chi lo dico, dovrei badare di più alle parole. Mentre il sorriso si cristallizza sul volto, lo sguardo racconta tutt'altro:
    "No, nessuno in particolare. La mia carica mi impediva di avere relazioni, anche se conosco cosa si prova ad amare una persona ed essere amato in quel modo, ma sono tempi andati. Il mio unico affetto resta Esperin... dubito che Lantis ed Efrem vogliano riabbracciarmi"
    "Esperin sembra una brava ragazza e anche lei ti vuole bene, si vede dai suoi sguardi, dai suoi gesti di riguardo nei tuoi confronti. E' una bella cosa avere qualcuno che tiene a noi. Non deve essere stato facile per te rinunciare ad essere qualcosa di più di un fratello per una ragazza."
    "Sei un bravo ragazzo, Sage. Spero che quello che stiamo facendo in questa guerra aiuti tua nipote a vivere in tempo di pace. Magari potrai costruire una culla anche per i tuoi figli... allora, uno come te quante ragazze ha lasciato ad aspettarlo?
    I miei ... figli? Oh dei, per favore non fatemi questo, non adesso!
    "Non ci penso ancora ad avere figli tutti miei, quello che voglio, per ora, è non far mancare niente a Erin e Nadya e far finalmente godere a mio padre il meritato riposo dal suo lavoro. Ho intenzione di ingrandire l'allevamento, vorrei essere il migliore di tutto il regno! Non ho ancora trovato una ragazza che mi faccia battere veramente il cuore, pensavo di sì, qualche tempo fa, ma lei aveva altro per la testa." - vedo Ryuk fare capolino nella tenda, prendere qualcosa e andarsene dopo aver salutato a gesti.
    Poso lo sguardo interrogativo su Drako: "E' successo qualcosa, secondo te?"
    Quasi subito dopo ecco anche Dahmer, alla sua vista mi irrigidisco istintivamente, anche lui va via senza dir nulla, ma poco dopo Elen si presenta da noi e si offre di curarci.
    "Complimenti, hai tenuto testa al grande capo"
    "Per sua fortuna ci siamo fermati prima che gli facessi troppo male. Ahahahahah" - è stato un bell'allenamento, senza esclusione di colpi, ma dubito sarei riuscito a batterlo
    "E' da tanto che siete in queste condizioni?"
    "Oh no, tranquilla. Abbiamo iniziato a fare da noi con la pozione. Se ti stanchi troppo non preoccuparti di sistemarmi tutto, qualche benda, un pò di unguenti e passa tutto" - le sorrido, ma la vedo un pò sottotono - "Va tutto bene? Se hai bisogno di un amico, sappi che ci sono."


  8. #2848
    sim dio L'avatar di albakiara
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Elen

    <<Va tutto bene? Se hai bisogno di un amico, sappi che ci sono.>> Sage è veramente un bravo ragazzo, fin da subito si è mostrato un ragazzo gioioso e divertente, capace di contagiare tutti col suo buon umore, ma è anche molto gentile e altruista.
    <<Si, va tutto... - esito un istante - bene. Ho solo bisogno di dormire un po'>> abbozzo un sorriso per sembrare convincente, nessuno deve sapere cosa è successo con Dahmer e poi sono solo piccoli problemi di cuore.
    <<Comunque grazie...>> è bello avere amici, ma qui al campo sembra tutto così difficile: Larieth se n'è andata via lasciandomi sola, Elwing è morta in battaglia e con Dahmer non ci potrà più essere alcuna amicizia. No, non devo pensarci o mi metterò a piangere qui davanti a loro, devo distrarmi con altro.
    Mi alzo e mi lavo le mani nel catino così da togliere il sangue delle loro ferite poi passo a ognuno un panno bagnato col quale possono ripulirsi, poi se non mi faranno altre domande mi ritirerò in tenda.

  9. #2849
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    SAGE BLOODBORNE

    Elen mi risponde che va tutto bene mentre mi passa un'asciugamano. La guardo col sorriso inclinando un pò la testa di lato: non è per niente convincente come attrice, ma non posso farci niente.
    "Grazie" - mormoro prendendo il telo dalle sue mani - "Qualunque sia il problema cerca di non pensarci, anzi fatti venire in mente qualcosa di bello, qualcosa che ti metta di buon'umore ... tipo una torta?" - ok d'accordo, sono un pò affamato, lo ammetto - "Se vuoi posso aiutarti, lo faccio volentieri. Ehm, ovviamente dopo che ti sarai riposata" - rido grattandomi la testa energicamente, forse sono stato troppo insistente.
    E' solo una ragazzina e già ha dovuto avere a che fare con questa guerra disgustosa, se solo ci penso ho voglia di spaccare la faccia a quel maledetto Raeghar!
    Ha costretto tante persone ad uccidersi per un suo capriccio, tante famiglie sono state distrutte, tante amicizie calpestate in nome del diritto a sedere su un trono di cui non è degno nemmeno di pronunciarne il nome. Persino Drako è stato costretto a rinnegare tutto per cercare di porre rimedio ai suoi stupidi sbagli, e io ... io ho davvero rinunciato alla mia amicizia con Andreus e Cassandra solo perchè seguiamo strade diverse? Sono davvero pronto a tutto questo?


  10. #2850
    Moderatrice L'avatar di serenarcc
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Torno a respirare quasi normalmente quando mi ritrovo al Lacrima Mundi anche se sento le guance ancora bagnate ed arrossate, gli occhi che bruciano e la gola così secca da far male. Le parole di Ryuk continuano a martellare nella testa senza darmi tregua e l'emicrania mi impedisce quasi di ragionare o di pensare ad altro, è tutto così assurdo e... tremendo che ancora non riesco a crederci e più ci penso più quella morsa allo stomaco si fa più forte.



    Non ho voglia di incontrare nessuno, sento l'esigenza di chiudermi nella mia tenda e stare un pò da sola, calmarmi e soprattutto smettere di sentire queste lacrime sfuggire al mio controllo, non voglio che nessuno mi veda in questo stato, non saprei come spiegarlo e cosa dire, per cui passo da dietro evitando le tende ed il tavolo. Entro nella mia tenda e la chiudo avvicinandomi al letto ma ancora mi tornano in mente le sue parole di stamattina quando mi ha curata e poi chiesto scusa per tutto...vorrei che non fosse mai entrato e non mi avesse mai portato in quella valle, non ha fatto altro che farmi ancora più male e considerate le cose che pensa di me avrebbe potuto evitarmi tutto questo, avrebbe potuto evitare di avvicinarsi a me, o forse avrei dovuto evitare io tante cose... la verità è che non ce l'ho fatta, questa cosa è più forte di me e non so come fare. Mi siedo a terra poggiando le spalle contro il pagliericcio e mi lascio andare ancora alle lacrime ed ai singhiozzi, singhiozzi che cerco di soffocare per non farmi sentire da nessuno all'esterno. Mi sento tremendamente stupida perchè nonostante le sue parole dure, nonostante quello che mi ha rivelato, nonostante adesso lo veda come un mostro che ha fatto qualcosa di assolutamente ignobile ed inconcepibile... non riesco a smettere di pensare che i suoi discorsi su Auron e sul suo desiderio di famiglia sembrassero così veri come quello che leggevo nei suoi occhi quando era con me, ed ancora non riesco ad accettare l'evidenza, ancora non riesco a credere di essere arrivata a sbagliarmi così tanto. E' proprio vero che di uomini e di amore non ne capisco nulla.



    Continuo a piangere non so per quanto ed infine mi stendo sul letto ed inizio a fissare il soffitto della tenda senza alcuna voglia di uscire o fare qualcosa, mi sento totalmente svuotata e demoralizzata e non riesco a smettere di pensare a quello che è successo, a quello che ho provato prima che reagisse in quel modo ed al fatto che fosse tutto solo nella mia testa, non riesco a smettere di sentirmi delusa ed amareggiata per aver scoperto che la persona di cui mi sono innamorata in realtà è tutt'altro e non solo non ricambia i miei sentimenti ma addirittura li deride come se fossero la cosa più stupida del mondo.



    Ma poi mi rendo conto che mi sto comportando come una ragazzina che non ha altro a cui pensare mentre con la guerra alle battute finali di pensieri ne ho fin troppi, mi asciugo così le lacrime con la manica del vestito tornando in piedi, non ho intenzione di lasciarmi condizionare in questo modo da quello che è stato, dall'errore che ho fatto lasciandomi coinvolgere dalla persona sbagliata, ho sempre detto di volermi mostrare forte e devo farlo anche adesso, ho perso fin troppo tempo a piangere per qualcosa che in realtà non è mai esistito...almeno per lui, ho detto di voler lasciare lì tutto questo e di metterci una pietra sopra e così devo fare. Esco dalla tenda e materializzo Lux nella mia mano, la stringo forte fino a farmi male e sento che un bell'allenamento potrebbe aiutarmi a liberare la mente dalla sua presenza costante ed a sfogare tutta questa rabbia che provo ancora. Sento delle voci in infermeria e mi avvicino intenzionata a chiedere a qualcuno di allenarsi con me ma intravedo Drako e Sage malridotti, devono essersi appena allenati e non mi sembra il caso di proporglielo ancora, Elen è impegnata nel curarli...e Dahmer, ma con lui non è il caso, non adesso almeno. Mi limito quindi a salutarli e con ancora Lux stretta nella mano destra decido di incamminarmi da sola verso il campo di addestramento.



    Una volta arrivata chiudo per un momento gli occhi liberando la mente dai pensieri e concentrandomi sugli oggetti attorno a me, sento peso e dimensione di ciascuno di essi come se fossero tra le mie mani, come se li stessi toccando uno per uno, sento ogni particella che li compone rispondere al mio potere ed alla mia mente. Lascio confluire la mia energia su un manichino alla mia sinistra, sento il piedistallo in legno vibrare impercettibilmente prima di sollevarsi a mezzo metro da terra ed iniziare la sua corsa verso di me. Apro gli occhi quando la distanza è minima e con uno scatto verso destra lo schivo conficcando poi la lama di Lux nella stoffa all'altezza dello stomaco.



    Interrompo la connessione mentale con il manichino e questo cade a terra con un tonfo mentre io lo colpisco ancora affondando interamente la lama della mia Lux al centro del petto. Estraggo la spada e punto l'altro manichino.


    Lux - Arma in forma dormiente
    Scuola di Magia: alterazione ed illusione
    Telecinesi - spostare oggetti o lanciarli con la forza della mente.

    • Maestro - A piacimento in una vasta area qualsiasi cosa

 

 

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