Lo osservo annuire ad ogni mia parola ed un'improvvisa sensazione di sollievo si impossessa del mio cuore.
Forse riesce veramente a comprendere cosa sto vivendo, ciò che persino a me è precluso.
Torno concentrata e presto di nuovo la massima attenzione al discorso, ma dentro di me sto sorridendo.
Dopo tanto tempo... sì. Perché ho trovato comprensione dall'unica persona del campo con cui non ho mai legato e questo... mi sorprende e mi rende serena allo stesso tempo.
"
Perché sei stata forte"
Forte? Sono stata veramente forte?
Perché la mia paura è di essere stata solo vigliacca. E se fossi veramente così?
Potrei volerci riprovare? Il desiderio di vendetta potrebbe impossessarsi di nuovo della mia razionalità?
"
Cedere... è facile. Ma resistere... solo gli Dei sanno quanta forza richieda. E nonostante il piede, hai resistito, perché avresti potuto fare di peggio"
Cedere... è facile.
Forse... forse, allora, sono stata veramente forte.
Forse è stato solo un momento e non capiterà mai più.
Forse.
I miei occhi svincolano dai suoi, solo quando mi chiede di osservare la sua mano.
Sta... sta tremando?
"
Sto tremando perché io non sono stato abbastanza forte. Non ho ucciso i miei genitori perché... perché ero lontano, e non potevo tornare a casa, ma se fossi stato a Dohaeris... sarebbero morti molto tempo prima che Raiden li prendesse per la vecchiaia"
Resto in silenzio, ma il mio sguardo torna ad incatenarsi al suo.
Non voglio continuare a guardare la sua mano tremante per non metterlo a disagio, ma confesso che non so cosa pensare. Non credevo si sarebbe mai aperto in questo modo... non con me, poi.
Probabilmente vuole condividere la sua esperienza per darmi coraggio ed aiutarmi.
Non me lo sarei mai aspettato, davvero, ma lo apprezzo. E realizzo che avrei tanto da imparare da persone come lui. Senza ombra di dubbio. Tanto.
"
Tu sei stata molto più forte di me"
Accenno un sorriso.
"
Per questo sono convinto che tu possa... possa vincere l'odio. O meglio... trasformarlo in... in motivazione per andare avanti. Ma non per uccidere Dreth... per la giustizia, sia per Dohaeris, sia per... tua... sorella"
Trasformare l'odio in motivazione per andare avanti.
Non è il primo a dirmi queste parole. Devo farlo. So che devo. Che dovrei.
E solo che non so ancora come fare per...
"
Se vuoi parl..."
Si interrompe bruscamente.
Lo guardo con attenzione.
Prima tossire.
Poi sbattere velocemente gli occhi.
"
Valerius... - replico avvicinandomi a lui -
Tutto bene?"
Sembra confuso e disorientato. Non risponde alla mia domanda e... crolla a terra.
"
Valerius!"
Percorro velocemente quella poca distanza che ci separa, mi inginocchio davanti a lui e...
"
Valerius... Valerius, mi senti? Sono Niniel..."
Cosa faccio? Cosa faccio? Cosa faccio?
Corro a chiamare
Elen.
No, non posso lasciarlo qui da solo.
Grido e chiamo aiuto.
Da questa distanza non mi sentirebbe nessuno, probabilmente.
PENSA, NINIEL, PENSA!
Ok, non sarà un'idea geniale, ma in questo momento non mi viene in mente altro.
Lo afferro da dietro le spalle e cerco di sollevarlo: devo riuscire a portarlo in infermeria.
Cammino con fatica. Cosa caspita è successo?
Stavamo parlando fino a pochi secondi fa?!
Possibile che
Elen non sia riuscita a guarire tutte le sue ferite?
No... no è impossibile.
Che la conversazione... oddio... e se si fosse sentito male per colpa mia?
Magari l'ho costretto a richiamare alla memoria dei ricordi troppo dolorosi.
Santa pazienza, ci mancherebbe solo questa!
Quando arrivo nei pressi del tavolo, inizio a gridare...
"
Aiutatemi, per favore! Valerius si è sentito male... all'improvviso... stavamo parlando e... non so... non so cosa sia accaduto..."
Entro in tenda, sperando che qualcuno dei presenti mi segua all'interno, e lo adagio delicatamente sul pagliericcio.
"
Valerius... puoi sentirmi? - domando in un sussurro, con tono preoccupato, mentre gli afferro una mano -
Sono qui. Sono Niniel. Ora... ora ti sentirai subito meglio, vedrai..."
NB. Tutte le azioni sono concordate ^^