Discussione: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

Drako Kalisi

"Ce la metterò tutta per vincere" Dahmer accetta senza esitazione, almeno potrà riversare tutta la sua spavalderia in campo di battaglia, sono certo che avrà modo di sfogarsi al meglio e che il boia della luna non vede l'ora di versare un pò di sangue reale ed è proprio questo che spero, che si concentrino su di loro, non devono assolutamente vincere questa guerra. Osservo Alinor e le sorrido "Puoi pensarci un pò prima di rispondermi, ora vado a sistemare qualche scartoffia nella mia tenda. Se non avete altre domande mi ritiro" Ryuk si alza e saluta tutti con un cenno della mano "Nulla da aggiungere" esclama senza neanche guardarci, per poi dirigersi al campo di allenamento, mah. Aspetterò qualche istante, poi andrò nella mia tenda, ho qualcosa da scrivere.

Esperin Raeghar

Resto con lo sguardo fisso sulla pergamena mentre la conversazione prosegue, cerco di concentrarmi esclusivamente sulle informazioni che sto trascrivendo mentre tra le tante voci che si susseguono aspetto l'intervento di Drako nella speranza che acconsenta a farmi combattere questa volta, sono stanca di stare qui con le mani in mano a pensare o ad innervosirmi per motivi che non hanno senso. Quando si schiarisce la voce riprende a parlare della valle di Candonga, ricordo bene quando mi ha raccontato della battaglia durante la quale proprio in quella valle è diventato maestro combattendo al fianco di Lantis. Sono sempre stati così uniti, insieme costituivano una macchina da guerra temuta ben oltre i confini... non avrei mai pensato di assistere un giorno a tutto questo. Non sceglie me, manda Dahmer ed Alinor, proprio lei che è appena arrivata e deve ancora ambientarsi. Vorrei oppormi a questa sua scelta ma gli ho promesso di non farlo, così come lui mi ha dato la sua parola di schierarmi nel caso in cui non avesse altra possibilità. Mi fido del suo giudizio e non vorrei sembrare diffidente con Alinor, forse schierare lei è strategicamente corretto dato che il suo tradimento potrebbe disorientare i nemici , soprattutto i ribelli che non ne sono al corrente. Non lo so, non mi intendo di queste cose. Mantengo lo sguardo basso mentre scioglie la riunione per tornare in tenda dopo aver ricevuto conferma da Dahmer ed aver lasciato del tempo ad Alinor per pensare. "Porto in tenda la tua bisaccia così puoi sistemare le tue cose... torno tra poco, devo parlare con Drako" prendo la sua borsa parzialmente aperta ed intravedo uno dei libri che le avevo chiesto, le sorrido riconoscente "Grazie" aggiungo poi, prima di riporre le sue cose sul pagliericcio nella mia tenda ed avvicinarmi a quella di Drako. Entro in silenzio e lo trovo a scrivere qualcosa, immerso nelle scartoffie come al solito "Drako..." lo chiamo un pò incerta, non sopporto il modo in cui mi guarda da quando siamo tornati ma poi decido di affrontare il discorso senza girarci intorno "vorrei parlarti... l'hai incontrato vero?"

Drako Kalisi

La valle di Candonga, questo nome evoca ricordi che sono difficili da cancellare, è un luogo strategico, ci sono stati numerosi scontri nei secoli, compreso quello dove riuscii a manifestare il mio potere da maestro. Non c'è neanche bisogno che io guardi la mappa, conosco alla perfezione quel luogo: ogni antro, pietra o albero...
Prendo la penna e la intingo nell'inchiostro, ho la pergamena avanti, ma non so se avrò il coraggio di scrivere e "Drako..." La voce di Esperin arriva prontamente nella tenda, come mi aspettavo che facesse d'altra parte e mi fa sempre piacere averla con me, ma ora... probabilmente è la prima volta che la sua presenza mi arreca fastidio "vorrei parlarti... l'hai incontrato vero?" Non alzo ancora lo sguardo, resto fisso sul foglio mentre poggio la penna nel calamaio "Dovresti averlo capito" arrotolo il foglio e lo lego, mi è passata la voglia di scrivere. Alzo gli occhi verso di lei e sostengo il suo sguardo "Non starò qui a dirti che sono deluso, Esperin. Mi aspettavo almeno che tu venissi a dirmi le tue intenzioni, piuttosto che saltare tutta la parte Efrem..." virgoletto con le dita il nome "... e parlarmi solo di Alinor" Mi alzo in piedi e mi avvicino a lei "Ryuk, avrei dovuto farlo fuori molti anni fa" Esclamo con rabbia, sento la faccia arrossarsi e la guance bruciare "Non aveva alcun diritto di parlarti di Ysotta, nessuno!" mi rendo conto di aver alzato un pò la voce, ma sono incazzato, sì sono tremendamente incazzato ed in questo momento non mi importa di chi sia la colpa, se mia che non ho provveduto in tempo a far piazza pulita, se di Margarete, di Ryuk... quello che m'importa è che ora Esperin ed Efrem sanno, non doveva succedere, non dovevano sapere.

Esperin Raeghar

Drako si volta appena quando gli parlo, è palese che sia infastidito dalla mia presenza e mi dispiace per questa situazione che si è creata anche se sono ancora convinta delle mie ragioni come del fatto che non dovesse presentarsi in Neutra tradendo la parola data. Avrei dovuto parlargli di quello che mi ha detto Ryuk, avrei dovuto dirgli tante cose che sono successe in questi giorni, l'Auspex, l'accordo con Alinor, le colombe... perchè non l'ho fatto? Perchè in ciascuna di queste occasioni mi sono rivolta a Ryuk? Forse perchè mi sentivo già legata a lui, o forse semplicemente perchè volevo essere trattata come mi ha trattata lui e non come una bambina che gioca a fare la ribelle, volevo essere sostenuta nelle decisioni che ho preso e non rimproverata per il rischio che ne poteva derivare. Forse ho sbagliato, non avrei dovuto fidarmi di Ryuk ed i fatti me ne hanno dato conferma, ma rifarei ogni cosa che ho fatto ed ancora una volta non lo direi a Drako... questo è sufficiente per confermarmi che tra noi qualcosa è cambiato, che probabilmente io sono cambiata più di quanto lui sia disposto ad accettare. Eppure qualcosa nel suo sguardo stona tremendamente con tutta questa situazione, mi conferma di averlo visto ma non ne sembra scosso, sembra incazzato, deluso, amareggiato... ma non scosso come dovrebbe essere se avesse saputo quello che mia madre ha fatto, forse non lo sa ancora, forse Efrem non gliel'ha detto... forse ho ancora la possibilità di dirglielo a modo mio, nonostante non ci sia un modo semplice per farlo. "Non starò qui a dirti che sono deluso, Esperin. Mi aspettavo almeno che tu venissi a dirmi le tue intenzioni, piuttosto che saltare tutta la parte Efrem...e parlarmi solo di Alinor" si alza e si avvicina a me mentre mi viene istintivo abbassare lo sguardo, forse è come penso...forse è solo arrabbiato perchè ho voluto parlare ad Efrem senza avvisarlo prima, in fondo sarebbe comprensibile da parte sua. "Ryuk, avrei dovuto farlo fuori molti anni fa" torno ad alzare lo sguardo quando sento le sue parole cariche di rabbia, osservo il suo viso arrossato ed i suoi occhi ed in un singolo istante tutte le mie certezze vanno nuovamente in frantumi ma continuo ad aggrapparmi alla razionalità... probabilmente sa solo che è stato Ryuk ad eseguire la strage, anche se questo presuppone che abbia collegato il mio gesto a quell'episodio e questo può significare solo una cosa "Non aveva alcun diritto di parlarti di Ysotta, nessuno!" lui sapeva, era al corrente di tutto. Sgrano gli occhi fissandolo per qualche istante con la bocca semiaperta nel tentativo di replicare alle sue parole, l'incredulità lascia il posto alla delusione, alla rabbia ed allo sconcerto "Tu lo sapevi!" continuo a guardarlo con gli occhi che lentamente iniziano a bruciare "Sapevi di Ysotta, sapevi di mia madre, sapevi di... mia sorella" faccio fatica a parlare ed a restare lucida, sento le mani tremare così come la voce ma non riesco ad evitarlo. "Non aveva diritto di parlarmene? Davvero? Non avevo diritto di sapere la verità? Io e Lantis non avevamo diritto di sapere di nostra sorella? Efrem non aveva diritto di sapere per quale motivo la sua famiglia è stata sterminata?" ribatto ancora, sconvolta ed amareggiata "mio padre... è morto senza sapere di aver avuto un'altra figlia, non ne aveva diritto?" mi rendo conto di aver alzato la voce ma sono fuori di me dalla rabbia, non riesco ancora a crederci "la decisione di chiamare Efrem è stata istintiva, ho sentito il bisogno di chiedergli scusa per quello che è successo e spiegargli tutto, era la sua famiglia! Ne avrei parlato anche con te, non ti avrei mai nascosto una cosa del genere, non l'ho fatto subito perché non sopportavo che associassi quel gesto a mia madre, non tu che le consideravi entrambe parte della tua famiglia. Ma mi sbagliavo, su tutto" la rabbia si è placata, lasciando il posto solo alla delusione. Torno ad abbassare la voce, prima di riprendere a parlare "sei più di un fratello per me, un punto di riferimento nella mia vita, non posso credere che tu mi abbia nascosto una cosa del genere assieme quindi a chissà quante altre. Se non fosse stato per Ryuk non avrei saputo niente, né di Ysotta, né di mia sorella, né di Lumen o di Tywin, né di Niniel... gli sono grata per questo. Tu non avresti fatto o detto nulla, avresti preferito sapermi alla Torre con Lantis per proteggermi dalle conseguenze di un tradimento ed ora probabilmente sarei ancora lì soffocata dagli intrighi tramati da persone senza scrupoli, vivrei ancora ignorando tutto lo schifo perchè così sarei stata al sicuro... non è vero? Farmi vivere nella menzogna per proteggermi, è questo che avete sempre fatto" si sbaglia, non sarei stata affatto al sicuro come non lo sono qui, come non lo sarei da nessuna parte in realtà ma non è questo il punto. "Pensavo di essere tua alleata in questa guerra ed ho fatto tutto il possibile per contribuire... ma non lo sono mai stata. Per te sarò sempre la ragazzina da controllare e da tenere sotto una campana di vetro come hai dimostrato seguendomi in Neutra ma non lo sono più Drako e mi dispiace che tu non riesca ad accettarlo, non stupirti se le decisioni quindi le prendo da sola".

Elen

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Tornata al Lacrima Mundi mi dirigo verso le tende alla ricerca di Valerius, lo trovo al tavolo assieme agli altri. Avranno già fatto la riunione? Non vedo però ne Esperin ne Drako. Chiederò dopo, ora mi preme parlare con Valerius. Saluto tutti con un cenno della mano poi mi rivolgo all'uomo <<Devo parlarti. - dico con fermezza - Ti aspetto nella mia tenda, raggiungimi appena puoi.>>
Raggiungo poi la mia tenda e, seduta sul pagliericcio, rigiro la collanina nelle mani in attesa di Valerius. Vorrei indossarla, ma temo si possa rompere o perdere durante gli allenamenti o in battaglia.
Appena l'uomo mi raggiungerà lo inviterò a sedersi sul pagliericcio accanto a me <<Ho incontrato tuo fratello. - inizierò senza preamboli arrivando dritta al punto - Mi ha chiesto di riferirti che l'ha uccisa lui e che ha sofferto tanto. Ore di inumana agonia.>> Lo guarderò dritto negli occhi <<Ha detto che avresti capito.>>. Promessa mantenuta. Ora non gli devo più niente.
Se Valerius avrà voglia di parlare lo ascolterò e gli racconterò del nostro incontro, se al contrario non vorrà farlo lo capirò e lo lascerò solo. Non so proprio immaginare come reagirà considerato il loro "non" rapporto, Aiden stesso è stato categorico quando gli ho proposto di incontrare suo fratello.

SAGE BLOODBORNE

Ascolto in religioso silenzio gli interventi di tutti, anche se ogni tanto i pensieri, la mia mente volano altrove. Drako sta parlando della prossima battaglia e di sicuro non sarò io il prescelto dopo la pessima prova della scorsa volta in cui mi sono addirittura ritrovato senza compagno.
Quando il gran maestro fa i nomi di Dahmer e Alinor sospiro rumorosamente, la ragazza è appena arrivata e già la butta nella mischia in una battaglia così decisiva, deve essere una pedina importante. Guardo Dahmer che accoglie la nomina con entusiasmo, non so nemmeno cosa augurarmi per lui ... ma che vado a pensare, è ovvio che voglio che torni sano e salvo, nonostante tutto quello che rappresenta. A poco a poco vanno via tutti, Drako, Esperin, Ryuk, anche Dahmer e proprio in quel momento che ritorna Elen: si è persa tutta la riunione, ma non sembra importarle, anzi parla con Valerius e poi va via anche lei.
E' ora anche per me di andare in tenda, ho rimandato troppo a lungo.
"Vado anch'io" - dico rivolto a nessuno in particolare. Finalmente prendo carta e penna ed inizio a scrivere: "Caro Andreus ..." - che inizio banale. Pessimo e banale, sarà un lungo pomeriggio di fatica, quanto preferirei di gran lunga allenarmi e farmi pestare a sangue!

Drako Kalisi

"Tu lo sapevi!" Esperin sgrana gli occhi, li stessi che fisso e che vedo arrossarsi, proprio come i miei "Sapevi di Ysotta, sapevi di mia madre, sapevi di... mia sorella" Un colpo allo stomaco, secco, diretto... come pugno che arriva quando meno te lo aspetti, ho sbagliato, ho sbagliato ancora, mi sono lasciato prendere dalla rabbia ed ho parlato troppo. DEI, aiutatemi, sbaglio se non parlo e quando lo faccio i danni sono ancora superiori "Non aveva diritto di parlarmene? Davvero? Non avevo diritto di sapere la verità? Io e Lantis non avevamo diritto di sapere di nostra sorella? Efrem non aveva diritto di sapere per quale motivo la sua famiglia è stata sterminata?" E' arrabbiata, la sua voce sale di un tono, ma non mi scompongo, perchè se non ho parlato c'è un motivo, un motivo che non ho intenzione di dirle, perchè la mia boccaccia questa volta resta chiusa, non dovrà mai sapere, nè lei, nè Efrem, nè nessun altro, già sanno troppe cose, ho infranto la promessa a Margarete e per quanto la detestassi, il suo interesse era quello di proteggere la sua famiglia, quella che consideravo anche mia per certi versi "mio padre... è morto senza sapere di aver avuto un'altra figlia, non ne aveva diritto?" Trattengo il respiro a questa frase, Rickard... Rickard mi ha perdonato, ora sa tutto, conosce ogni cosa ed ha capito "la decisione di chiamare Efrem è stata istintiva, ho sentito il bisogno di chiedergli scusa per quello che è successo e spiegargli tutto, era la sua famiglia! Ne avrei parlato anche con te, non ti avrei mai nascosto una cosa del genere, non l'ho fatto subito perché non sopportavo che associassi quel gesto a mia madre, non tu che le consideravi entrambe parte della tua famiglia. Ma mi sbagliavo, su tutto" Abbasso lo sguardo per un attimo, la sua voce si abbassa di un tono, parla in modo calmo, come se avesse recuperato la lucidità e tutta quella delusione fosse messa nuovamente in secondo piano dal dolore della scoperta "sei più di un fratello per me, un punto di riferimento nella mia vita, non posso credere che tu mi abbia nascosto una cosa del genere assieme quindi a chissà quante altre. Se non fosse stato per Ryuk non avrei saputo niente, né di Ysotta, né di mia sorella, né di Lumen o di Tywin, né di Niniel... gli sono grata per questo. Tu non avresti fatto o detto nulla, avresti preferito sapermi alla Torre con Lantis per proteggermi dalle conseguenze di un tradimento ed ora probabilmente sarei ancora lì soffocata dagli intrighi tramati da persone senza scrupoli, vivrei ancora ignorando tutto lo schifo perchè così sarei stata al sicuro... non è vero? Farmi vivere nella menzogna per proteggermi, è questo che avete sempre fatto"Ancora quel nome, Ryuk... quell'uomo si è messo in mezzo toppe volte e se in passato la sua volontà è stata dettata da Margarete, anche se ne ha goduto profondamente, ora non ha il diritto di gridare ai quattro venti quello che sa, avrei dovuto cancellargli la memoria, avrei dovuto farlo anche ad Efrem, l'unico motivo per il quale ho scelto di non farlo è perchè volevo che il secondo avesse la sua vendetta ed il primo fosse consapevole del motivo ed ancora spero che ciò accada "Pensavo di essere tua alleata in questa guerra ed ho fatto tutto il possibile per contribuire... ma non lo sono mai stata. Per te sarò sempre la ragazzina da controllare e da tenere sotto una campana di vetro come hai dimostrato seguendomi in Neutra ma non lo sono più Drako e mi dispiace che tu non riesca ad accettarlo, non stupirti se le decisioni quindi le prendo da sola". Mi gira la testa, mi avvicino al tavolo sulla mia destra e ci poggio un mano per reggermi, comincio a sentire le forze che mancano nelle gambe "Come credi che io abbia vissuto tutti questi anni? Fermati un attimo a pensare che cosa sarebbe successo se io avessi parlato. Tua madre mi disse di Ysotta e della strage qualche giorno prima di morire, voleva liberarsi da un peso che gravava sulla sua coscienza da anni, ma spero con tutto me stesso che stia patendo le pene dell'inferno, perchè l'ho odiata con tutte le mie forze, Esperin. E se non ho parlato è perchè mi ha fatto promettere che avrei tenuto tutto per me, temeva che vi sarebbe potuto accadere qualcosa di male ed anche io, perchè le sue paure sono diventate le mie, nel momento stesso in cui ha aperto bocca quel giorno" Inutile tentare di respingere le lacrime, perché la verità che è venuta a galla brucia in ogni fibra del mio corpo. Alzo lo sguardo e cerco il suo, non voglio convincerla di niente, voglio solo dirle come stanno le cose "Anche Ysotta voleva tenere la questione Reneè per sè, il trono non sarebbe mai stato suo, nessuno voleva questo" neanche la legittima erede "la guerra sarebbe scoppiata molto tempo prima" la testa gira ancora e faccio peso sulla mano per reggermi sul tavolo "Sarebbe stato meglio per tutti se Reneè non fosse mai esistita"

DAHMER GRAY

Sto bagno mi ci voleva proprio, ho anche indossato la casacca rossa, con i pantaloni neri, così mi presento con i paramenti giusti. Sono nervoso, combattuto da ciò che mi appresto a fare... ho detto a Vicent dei sospetti su Caligus ma dopo quello che ho saputo da mio padre non... sono stato avventato. Dovevo gestire meglio la faccenda con Vicent. Non voglio tradire mio padre, mi ha sempre protetto... eppure, questo tarlo che possa essere un traditore della sua famiglia non mi abbandona. Domani... domani all'alba andrò in battaglia... potrei non avere altre occasioni. L'altra volta sono stato fortunato, questa volta mi sento più sicuro di me, ma sono anche più cosciente di cosa potrei ritrovarmi dall'altra parte. Mi incammino al Glados e tocco la superficie blu. "Rem tene, verba sequentur" mormoro facendomi trasportare dalla magia del portale.

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Valerius Urthadar

La riunione va avanti senza problemi particolari, sono solo tre le cose a cui presto particolare attenzione. Innanzitutto ascolto il resoconto di Niniel e, oltre all'atteggiamento che forse capisco, ma non condivido, le sue parole hanno lo stesso effetto di una pugnalata in pieno petto. È come se il nostro discorso non fosse mai avvenuto, perché esprime una sete di vendetta tale da inquietarmi. Ciò che dovevo dirle l'ho detto, le ho anche assicurato di essere disponibile per aiutarla ma ora come ora davanti a me non vedo una donna che cerca redenzione, bensì una che sta solo aspettando un'altra occasione per uccidere. Poi mi concentro anche quando mi vengono rivelate le identità delle due persone che non ho riconosciuto all'Elysium, ovvero Nymeria Hammerfell e Shayla Bolton. Ricordo i Bolton solo come un nome su un qualche libro polveroso, mentre degli Hammerfell non ho mai sentito parlare. Chiedo chiarimenti ad Esperin e la ragazza, dopo avermi guardato come se mi fosse spuntata un'altra testa, pare ricordarsi di qualcosa e mi dice che non si tratta neanche di una nobile ma di una mercenaria che si è unita ai reali poco tempo prima che lei venisse al Lacrima Mundi. Ammetto che non me lo aspettavo, non avrei mai pensato che Lantis permettesse a gente comune di combattere per lui, anche se è pur vero che tempi disperati richiedono misure disperate. L'ultimo punto discusso che mi interessa è ovviamente la prossima battaglia, che si svolgerà nella Valle di Cadonga, ai confini con l'Adamantem. Si tratta di uno scontro fondamentale non solo per l'importanza strategica del territorio, che si trova appunto vicino alla regione più ricca di tutta Dohaeris e che se venisse conquistata dai Reali potrebbe essere usato per un eventuale attacco, ma anche perché se riuscissimo a ottenere la vittoria Lantis sarebbe ufficialmente fuori dai giochi. Dahmer e Alinor vengono scelti dal Dragone e non posso dire di condividere appieno la decisione, non per il bastardo ma per Alinor, ci ha appena raggiunto e avrei preferito farla ambientare al campo per qualche giorno prima di mandarla a combattere ma forse è la mia natura paranoica a parlare. La Waters in realtà fa parte della nostra fazione praticamente da quando Esperin ha abbandonato suo fratello, stando a ciò che hanno raccontato, perciò merita di combattere tanto quanto il resto di noi. La riunione si conclude e quasi tutti si alzano dal tavolo per dedicarsi ai propri impegni e prima che possa farlo anche io vengo fermato da Elen... Elen! È tornata dalla Valmorguli e sembra stare bene, anche la vedo un po'... tesa, credo. Non sono ancora bravo a leggere le persone. Mi sorprende chiedendomi di seguirla con un tono di voce che non ammette molte repliche e quindi faccio esattamente come mi dice, raggiungiamo la sua tenda e mi siedo vicino a lei sul pagliericcio, proprio come mi sta consigliando di fare. Ammetto che comincio a sentirmi a disagio. <<Ho incontrato tuo fratello>>. Non mi lascia neanche il tempo di elaborare queste parole, continua come se le fosse impossibile fermarsi. <<Mi ha chiesto di riferirti che l'ha uccisa lui e che ha sofferto tanto. Ore di inumana agonia>>. Cerca il mio sguardo ma probabilmente non vi troverà nulla dentro, solo vuoto. Ha incontrato Aiden? No, non solo, è stata chiamata appositamente da Aiden alla Valmorguli, ma perché? Che cosa si sono detti? Migliaia di domande mi affollano la mente ma tutte vengono travolte dalla consapevolezza dell'aver finalmente scoperto com'è morta davvero mia madre. Perché sì, è a lei che si riferisce, lo avevo capito prima ancora che le parole raggiungessero effettivamente il mio cervello. È stato lui, si è liberato del problema alla radice, in pieno stile Urthadar. Ha fatto quello che io stesso ho desiderato di fare per troppi anni e che mi ha quasi portato alla pazzia. Non l'ha solo uccisa, l'ha anche fatta soffrire, ore di inumana agonia. Ma... perché? Per quello che ha fatto a me? Per questo ha voluto farmelo sapere tramite Elen? Oppure... Aiden ha conosciuto la stessa Elissa che mi ha cresciuto? Quella donna non ha mai imparato dai suoi errori, vero? Che cosa significa questo messaggio? Che Aiden mi compatisce? Che non mi ritiene un nemico? O che gli faccio solamente pena? Che prima di ammazzarmi vuole levarsi il peso dalla coscienza? Ma perché? Perché adesso? Perché Elen? Perché? Perché? Perché... <<non posso mai AVERE UN MINUTO DI PACE!>>, non ci vedo più dalla rabbia: mi alzo bruscamente dal pagliericcio e tiro un calcio alla renda, muovendola e rischiando di farla cadere, cosa che fortunatamente non avviene. Tento di concentrarmi sul mio respiro, inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, finché il mio cuore non si calma e recupero un minimo di lucidità. Elen. Ho spaventato Elen. <<Perdonami>>, mi giro verso di lei, guardandola dritta in faccia e tentando di capire se è terrorizzata o se si aspettava una reazione del genere. <<Non volevo. Scusami>>. Deglutisco, ancora nervoso ma decisamente più calmo. Mantengo però una certa distanza dalla ragazza, non per paura di avere un altro scatto d'ira ma perché forse non vuole starmi vicino dopo quello che è appena successo. <<Era la prima volta che lo incontravi?>>, forse me l'ha già detto, ma al momento ho la mente abbastanza annebbiata. <<Di cosa avete parlato?>>.

Esperin Raeghar

Mi lascia parlare senza intervenire limitandosi ad abbassare più volte lo sguardo mentre i suoi occhi diventano sempre più rossi, è evidente che sta male e che sta trattenendo le lacrime e nonostante questo vorrei continuare ad esprimere la mia disapprovazione ed a chiedergli le motivazioni del suo silenzio su una questione importante come questa. Ma non mi risponde, non credo abbia intenzione di dirmi altro ed ancora una volta mi sembra di scontrarmi contro un muro, come ogni volta in cui con lui si entra sul personale, peccato che questo non riguardi solo lui ma anche me, Reneè era mia sorella...forse è ancora viva, forse è la donna di Lantis e lui si ostina a restare in silenzio. Poggia una mano sul tavolo per sorreggersi, sembra stanco e senza forze, mi fa male vederlo così e soprattutto pensare di essere la causa di questo suo stato d'animo ma la necessità di sapere, di dirgli quello che penso, è troppo forte. "Come credi che io abbia vissuto tutti questi anni? Fermati un attimo a pensare che cosa sarebbe successo se io avessi parlato. Tua madre mi disse di Ysotta e della strage qualche giorno prima di morire, voleva liberarsi da un peso che gravava sulla sua coscienza da anni, ma spero con tutto me stesso che stia patendo le pene dell'inferno, perchè l'ho odiata con tutte le mie forze, Esperin. E se non ho parlato è perchè mi ha fatto promettere che avrei tenuto tutto per me, temeva che vi sarebbe potuto accadere qualcosa di male ed anche io, perchè le sue paure sono diventate le mie, nel momento stesso in cui ha aperto bocca quel giorno" alza lo sguardo e cerca il mio mentre le sue parole mi delineano uno scenario a cui mai avrei pensato, una confessione in punto di morte per liberarsi di un peso che probabilmente la tormentava da anni. Mi chiedo se fosse pentita, se avesse desiderato tornare indietro, ma in fondo non avrebbe importanza dato che non sarebbe stato possibile, o forse la verità è che sono convinta che lo avrebbe rifatto ancora nella stessa circostanza. Drako conosce quindi questa verità da ben sette anni, sette lunghi anni durante i quali ha taciuto su una verità scomoda che avrebbe messo in discussione il diritto al trono di Lantis, che lui considerava un fratello, ma che ci avrebbe anche permesso di venire a conoscenza dell'esistenza di una sorella. Sono io stavolta ad abbassare lo sguardo quando mi parla del suo odio per mia madre, un odio che comprendo ma che inevitabilmente mi fa male e le lacrime che smette di trattenere mi fanno sentire ancora peggio. Drako lo sa, conosce la Reneè di Lantis, mi ha detto di aver fatto in modo che si incontrassero, potrei chiedergli se è mia sorella e togliermi questo dubbio atroce dalla testa ma sta troppo male e qualsiasi parola mi muore in gola assieme alla forza di continuare a parlare di lei e di mia madre, non è il momento...e poi dubito che mi risponderebbe."Anche Ysotta voleva tenere la questione Reneè per sè, il trono non sarebbe mai stato suo, nessuno voleva questo. La guerra sarebbe scoppiata molto tempo prima" fa peso sulla mano per sorreggersi al tavolo, sembra che gli giri la testa "Sarebbe stato meglio per tutti se Reneè non fosse mai esistita" scuoto il capo alle sue parole, come può dire una cosa del genere "Era mia sorella, non hai il diritto di parlare in questo modo. Non aveva alcuna colpa, è stata mia madre a sbagliare" ribatto decisa, conservando ancora per qualche istante l'espressione contrariata. Faccio un profondo respiro e chiudo gli occhi, sento che bruciano e che potrei piangere anch'io da un momento all'altro e non voglio "Non avresti dovuto mantenere quella promessa, non è stato giusto. Mio padre, Lantis..." non riesco ad organizzare le parole, a continuare la conversazione con lui in questo stato, è più forte di me... nonostante tutto sento solo l'istinto di abbracciarlo, di farlo sentire meglio ed inevitabilmente cedo avvicinandomi a lui "Ascoltami" stringo con una mano il suo braccio così da aiutarlo a sollevarsi, continuando a guardarlo negli occhi, forse parlando con calma riuscirò a fargli capire la confusione che provo "Non voglio essere falsa, sono delusa e penso che tu abbia sbagliato a nascondere questo segreto. Non voglio neanche essere egoista, tutto questo non è facile per nessuno, tanto meno per te e lo vedo ma... tu ti sei mai fermato a pensare a me? Fino a poco tempo fa ho vissuto una realtà che ora sta cadendo in mille pezzi, avevo delle certezze che stanno crollando una dopo l'altra, non so più a cosa ed a chi credere, non so cosa fosse vero e cosa no, non so neanche se sono davvero in grado di giudicare le persone o se sono semplicemente un'ingenua che verrà sempre raggirata" e dopo quello che è successo con Ryuk inizio a pensarlo seriamente, probabilmente mi sono solo illusa di essere in grado di farlo "dato che lo schifo che mi circondava era così evidente che sono stata davvero stolta e cieca a non accorgermi di niente" basta pensare al fatto che ritenessi Lumen degna del mio rispetto, se solo ripenso a quel giorno in cui sfoggiò i suoi colori alla Torre per omaggiare suo zio, l'uomo per il quale mio padre è stato avvelenato, mi ribolle il sangue nelle vene e vorrei solo avere la possibilità di terminare quello che avevo iniziato in armeria. "Forse se foste stati più sinceri e schietti con me, se non mi avessi nascosto questa come le altre cose per tenermi al sicuro, non mi troverei in questa situazione, non mi sentirei così confusa e soprattutto non avrei paura che ci sia ancora tanto altro di cui non sono a conoscenza che mi farà stare ancora più male prima o poi" abbasso nuovamente lo sguardo, sono stanca ed è anche inutile continuare a parlare "credo che farò una passeggiata...per schiarirmi le idee" e per stare un pò da sola.