Avevo sedici anni, uno sciocco sbarbatello che aveva appena iniziato a capire cosa implicasse realmente il proprio cognome, i rapporti con mio padre erano i soliti, neanche a dirlo, mia madre se n'era andata da meno di dieci anni ed in sua assenza mi distraevo come potevo al Castello Nero. Da poco avevo aperto gli occhi su qualcosa di interessante, solitamente quando non mi allenavo, trascorrevo il tempo a suonare o girovagare senza meta tra le montagne, ma ben altre colline cominciarono a suscitare il mio interesse. C'era una ragazza, Melania, era la figlia della cuoca, credo che avesse pochi anni più di me, ma diamine se era sveglia, sapeva bene come mettersi in mostra, non si vergognava neanche avanti la madre nel chinarsi più del dovuto quando serviva a tavola. A mio padre poco importava dove io lo andassi ad infilare, detto in maniera diretta, la madre di Melania, probabilmente, pensava che avrei concesso loro qualche favore monetario, non mi sembrava una donna da sentimentalismi, dato che più volte aveva provato a strusciarsi su mio zio, ma lui la guardava più come fosse un vacca da macello. Una sera avevo appena finito di consumare la mia cena, Melania mi aveva sfiorato le spalle col davanzale nello sporgersi a prendere il piatto sul tavolo e fu allora che decisi di darmi una mossa.
"Mi concedo un bagno Con permesso, Padre" all'epoca avevo anche io un bel palo infilato nel deretano.
"Preparamelo" dissi guardando la ragazza con occhi freddi, ma con un mezzo sorriso a tradire le mie intenzioni. Quando entrai nella sala da bagno c'era un profumo proprio come quello che sento ora, anche all'epoca non capii di cosa si trattasse, anche perchè ero distratto dalla ragazza intenta ad aiutarmi con la spugna. Me ne stavo steso con gli occhi chiusi nella vasca, lei era china con le ginocchia sul pavimento, mentre con una mano passava la spugna sulle mie braccia, imprimeva una certa forza nei movimenti, specialmente nel risalire al collo e scendere sul petto, ero abbastanza sviluppato per essere solo un adolescente, gli allenamenti davano i loro frutti. Le lasciai fare per qualche minuto e quando sentii il tocco ricadere più giù della pancia le afferrai la mano di scatto con la mia per fermarla, aprii gli occhi e girai il capo verso di lei, mi guardò con una strana espressione, forse spaventata, fino a quando la trascinai nella vasca privandola del resto degli abiti. Fu divertente... imparai tante cose da quella ragazza nei giorni successivi, la musica era stata velocemente declassata al mio secondo interesse.