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  1. #3091
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    SAGE BLOODBORNE

    "Non credo proprio, non ho visto nessuno in giro per il campo, sembrano tutti spariti. Comunque non l'ha fatto perchè eri con me, probabilmente ha voluto solo provocarti un pò e scherzare, eri appena arrivato. Sarà stato il suo modo contorto di darti il benvenuto"
    Già, si sono tutti dileguati e no, non credo che Ryuk volesse scherzare, almeno non all'inizio ma ormai è acqua passata, non sono il tipo da portare rancore per queste sciocchezze, sono ben altre le cose serie a cui pensare.
    Faccio un mezzo sorriso e poi riprendo a tagliare qualche zucchina, non so se ci stanno le zucchine nell'insalata ma è una verdura, male non farà.
    "A me...va, diciamo. Desidero solo che questa guerra termini al più presto così da riprendere le nostre vite. Tu invece? Come vanno le cose?"
    Pianto di punta il coltello nel tavolo e la guardo inclinando la testa: "Sicura che vada tutto bene? Mi sembri un pò triste, forse anche a te manca la tua famiglia, come a me. Sei anche in pensiero per Alinor, vero?"
    Mi allontano velocemente verso la dispensa e ne esco con un sacco di patate che svuoto direttamente sul tavolo.
    "Mi sembra che vadano lavate prime di pelarle e tagliarle ..." - faccio spallucce, non moriremo di certo per un pò di terra nello stomaco - "A mia madre piaceva cucinare le patate, adoravo tornare a casa e sentire quel profumino, mi faceva impazzire. Un paio di volte l'ho anche aiutata a pelarle, anche se lo facevo controvoglia perchè mi sembrava una punizione. Cosa non darei adesso per essere attorno al nostro desco con lei, col fuoco acceso a farmi prendere in giro perchè riuscivo a togliere insieme alla buccia anche tre/quarti di patata!"
    Mi allontano verso il fuoco, cercando di accenderlo e ravvivare la brace, anche se è difficile farlo quando hai gli occhi offuscati dalle lacrime.
    "A me va bene, tutto sommato. La vita qui è tranquilla, se si esclude qualche sporadico episodio spiacevole, ma anche quelli sono stati utili. Sai, mi sento cambiato rispetto a quando sono arrivato qui, stare con tutti voi mi ha fatto riflettere e crescere."
    Guardo istintivamente verso l'alto, non c'è ancora la luna, ma so che lei è lì, in alto e mi sta guardando. Spero sia felice di quello che sto diventando, non sopporterei di sapere di averla delusa.


  2. #3092
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Valerius Urthadar

    Capo Tempesta

    Sua madre. Non riesco a non sgranare gli occhi. La donna, per quanto bella, era vestita quasi come una cameriera, e non come una persona del suo rango, se si tratta davvero di sua madre, dovrebbe vestirsi. In più sembrava giovane, troppo giovane per essere madre di un ragazzo di sedici anni. Gli dico esattamente questo, e colgo dell'amarezza nella sua espressione. <<Si chiama Iris. Le persone che sanno chi sia veramente si contano sulle dita di una mano. Dopo la vicenda con Rose Vanya… beh, immagino tu sia stato informato da sua figlia>>, annuisco, <<Mio padre esigeva un erede il prima possibile, perché la gente cominciava a bisbigliare. Perciò, poche settimane dopo la morte della sua prima moglie, Alistair Urthadar si stava sposando in gran segreto con una serva qualunque, solo per usarla e continuare la stirpe. E nove mesi dopo sono nato io>>. Fatico a credere che mia madre abbia permesso una cosa del genere, ovvero il mischiarsi del suo sangue nobile con il fango, come lo definiva lei, che scorre nelle vene della plebe, ma Petyr non avrebbe motivo di mentirmi. Non su questo, almeno, soprattutto ora che suo padre è... dannazione, è vero. Alistair è morto. <<A proposito...>>, non faccio in tempo a finire la frase, <<Sono state due ribelli. Daphne Baratheon e Shayla Bolton, hanno appiccato fuoco al bordello e lo hanno ucciso, solo per mandare un messaggio ad Aiden. Da Luna di Diamante è giunta una missiva in cui erano descritte nei minimi particolari le condizioni in cui versava il suo cadavere, e credimi... per quanto tu lo odiassi, non vuoi che te lo racconti>>. Non so sinceramente cosa dire. Non è stata una morte naturale, quindi, e Aiden ne è in qualche modo responsabile. Non so proprio come comportarmi, a volte mi sembra di avere davanti il lord reggente di Capo Tempesta, il mio principale alleato in questo casino, altre volte vedo solo un ragazzino di sedici anni, storpio e malaticcio, che ha appena perso il proprio padre e che non ha neanche il tempo di piangerlo perché potrebbe essere visto come un segno di debolezza dai suoi nemici. <<Non sono uno stolto, Valerius. So che tipo di persona fosse. So cosa ti ha fatto. Non pretendo cordoglio da te, non ne ho diritto>>. Non è giusto. Non è giusto che persone giovani come lui ed Elen debbano affrontare dolori così grandi. <<Mi spiace>>, solo questo riesco a dire, perché nonostante tutto, nonostante riesca a condividere con lui certe cose, quel dannato blocco non accenna ad andarsene. <<Non è vero. Ma ti ringrazio>>. Come se avessimo raggiunto una specie di tacito accordo, entrambi ci lasciamo alle spalle questo discorso e sto per passare al motivo della mia visita, ma... lo sguardo decisamente preoccupato di Petyr mi spaventa. Mi sta guardando dritto in faccia, senza sbattere le palpebre, e lo vedo deglutire in modo troppo nervoso. <<Non ho intenzione di spaventarti>>, comincia, un po' incerto, ed è allora che le vedo: prima solo una lacrima di… di sangue, ma poi un'altra e un'altra ancora, che cadono copiose dal suo occhio sinistro, <<Ma il tuo occhio rosso perde sangue>>. Cosa? Scuoto la testa, velocemente, in modo goffo, come per urlargli che no, si sta sbagliando, che è il suo occhio quello che perde sangue, ma tutte le parole mi muoiono in gola. Mi tocco la guancia e sento le dita umide, le guardo e le scopro cremisi, bagnate di rosso. Non fa male, ma il sangue c'è, ed è tanto. Mi manca l’aria. È come se qualcuno mi stesse strozzando. Vedo Petyr fare lo stesso e quando si rende conto anche lui di quello che sta succedendo ci guardiamo a vicenda, confusi, spaventati. No, terrorizzati. Se è un incubo, Raiden, ti prego, svegliami.
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  3. #3093
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Resto per un attimo spiazzata quando Sage pianta il coltello di punta nel tavolo in risposta alle mie parole, inclinando poi la testa di lato prima di rispondermi "Sicura che vada tutto bene? Mi sembri un pò triste, forse anche a te manca la tua famiglia, come a me. Sei anche in pensiero per Alinor, vero?" faccio un sospiro alle sue parole, non pensavo che fosse così evidente "Della mia famiglia ormai resta solo Drako ed almeno lui è qui con me" anche se ultimamente non facciamo che discutere "l'affetto per lui è l'unico punto fermo che ancora mi resta, Lantis... non tornerà più ad essere il fratello che ho amato" forse sto parlando troppo, so che Lantis è un argomento delicato qui al campo per ovvi motivi "Scusa non dovrei parlare di lui, non fraintendermi, a volte mi è difficile scindere il presente dal passato. Comunque si...sono in ansia anche per Alinor ma non perchè dubiti delle sue capacità, è un'abile guerriera ed ha già dimostrato il suo coraggio ma è arrivata solo ieri, ho paura che fosse troppo presto per affrontare già i reali in campo ma mi fido del giudizio di Drako" lo vedo allontanarsi verso la dispensa e tornare con un sacco di patate che svuota direttamente sul tavolo... e ora che ci facciamo? "Mi sembra che vadano lavate prime di pelarle e tagliarle ..." fa spallucce, si...probabilmente va tolta tutta questa terra, fa un pò senso altrimenti "A mia madre piaceva cucinare le patate, adoravo tornare a casa e sentire quel profumino, mi faceva impazzire. Un paio di volte l'ho anche aiutata a pelarle, anche se lo facevo controvoglia perchè mi sembrava una punizione. Cosa non darei adesso per essere attorno al nostro desco con lei, col fuoco acceso a farmi prendere in giro perchè riuscivo a togliere insieme alla buccia anche tre/quarti di patata!" gli rivolgo un sorriso mentre si allontana verso il fuoco per ravvivarlo e quando torna noto che ha gli occhi lucidi, questo argomento è certamente molto delicato per lui come lo è per me ricordare i momenti assieme a mio padre e mia madre. Prendo alcune patate e le lavo nella bacinella che avevo preparato prima, poi ne affetto una ed inizio a pelarla, non so neanche se lo sto facendo nel modo giusto, probabilmente no ma l'importante è farlo....dopotutto "Sai, ho perso mia madre quando ero poco più di una bambina, era una donna forte, decisa e molto fiera del suo ruolo" anche troppo, purtroppo "se mi vedesse ora a pelare patate invece che tra le mura di Luna di Diamante le verrebbe un colpo e mi riporterebbe a casa tirandomi per un orecchio" gli sorrido per un attimo anche se questi argomenti mi intristiscono, prima di tornare a parlare "mio padre invece se ne è andato da poco, come ben sai. Era un grande uomo ed un padre fantastico, mi ha insegnato molto ma non sapeva assolutamente cucinare e non credo che abbia neanche mai provato...devo aver preso da lui in questo, quindi non ti prometto che le patate saranno commestibili" scoppio a ridere per poi entrare nella dispensa e prendere una teglia nella quale mettere le patate per cuocerle. Gliene passo una lavata e taglio in pezzi irregolari quella che ho pelato per poi afferrarne un'altra e ripetere la stessa operazione "A me va bene, tutto sommato. La vita qui è tranquilla, se si esclude qualche sporadico episodio spiacevole, ma anche quelli sono stati utili. Sai, mi sento cambiato rispetto a quando sono arrivato qui, stare con tutti voi mi ha fatto riflettere e crescere" sorrido ancora per le sue parole, credo che questo sia lo spirito giusto "ne sono felice, siamo cambiati in molti a causa di questa guerra, chi in positivo e chi in negativo. Combattere per qualcosa in cui credi davvero o per qualcuno a cui tieni ti porta a maturare ed a rivalutare le tue priorità, è inevitabile, è stato così anche per me. Cosa farai dopo la guerra?" prendo del sale e del rosmarino e li aggiungo alla teglia, dovrebbero insaporire al punto giusto le patate... credo.

  4. #3094
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Valerius Urthadar

    Capo Tempesta

    <<Chiamo il septon>>. La voce del ragazzo giunge ovattata alle mie orecchie, quasi come se ci trovassimo davvero in un sogno. Ma purtroppo non è così, questa è la realtà e sta succedendo qualcosa che non riesco a capire e che mi sta portando alla pazzia. Sarei uno stolto a non collegare questa assurdità del sangue con tutto il resto, e ora più che mai mi sembra palese: le visioni, gli svenimenti, i mal di testa e la mia cattiva salute, è tutto collegato all’occhio. Ma Petyr? Cosa c’entra Petyr? Il rumore del suo bastone che sbatte contro il pavimento mi risveglia dalla trance. Credo che il sangue abbia smesso di fuoriuscire. <<Aspetta>>, allungo una mano per fermarlo ma la ritraggo all’ultimo minuto, poco prima di afferrargli il braccio. È nel panico anche lui, com’è normale che sia, e nonostante il problema alla gamba sta letteralmente correndo verso la porta: se lo toccassi rischierei di farlo cadere rovinosamente a terra. <<Petyr, fermati. Il septon non può fare nulla>>, ripeto, stavolta in modo più deciso e alzando la voce. Fortunatamente riesco nel mio intento, il ragazzo rallenta e quando finalmente si ferma si aggrappa al suo bastone, cercando di rimanere in piedi. Però mi dà le spalle e non accenna a girarsi, come se la paura di vedere ancora il sangue sul mio volto lo bloccasse. <<E’ questo il motivo per cui sono qui>>, parlo lentamente, scandendo bene le parole. Ho già permesso alla paura di avere la meglio, ma stavolta no, stavolta comando io, e devo tendere la mano al sedicenne spaventato che mi trovo davanti. <<C’è qualcosa che non va in me, ed è qualcosa collegato al mio occhio>>, mentre parlo mi guardo intorno alla ricerca di un panno, oppure della stoffa, qualsiasi cosa che potremmo usare per pulirci il viso. Dannazione, in tutto questo lusso possibile che non ci sia un fottuto fazzoletto di seta? La cosa migliore che trovo è un pezzo di cotone che sta sul comodino, me lo farò andare bene. <<E’ iniziato tutto con dei mal di testa, poi degli svenimenti, e ora ogni giorno che passa mi sento sempre più debole>>. Prendo il tessuto e mi pulisco la guancia alla bell’e meglio, non ci sono specchi in questa stanza, quindi posso solo sperare di aver tolto tutto il sangue. Quando ho finito mi avvicino lentamente a Petyr, posizionandomi davanti a lui, con il cotone ormai macchiato di rosso in bella vista. Cerco di incatenare il mio sguardo al suo e quando ci riesco rimango sorpreso, perché mi aspettavo di leggere della paura nei suoi occhi e invece… mi sembra abbastanza calmo. Confuso, sicuramente, anche spaesato, ma non terrorizzato come prima. Ha sangue freddo, il ragazzo. <<Stanotte ho perso sangue durante il sonno, pensavo fosse un caso isolato>>, gli passo il panno, che accetta senza troppi complimenti, <<Evidentemente ho sottovalutato la cosa. Come sempre>>. Si pulisce a sua volta e poi lo getta a terra. <<Ma ora basta. Ecco perché sono venuto. Ricordavo che me li avevi offerti, ho recuperato dei libri che potrebbero aiutarmi a capire cosa mi sta succedendo. La posta in gioco è troppo alta, i Reietti sono prossimi alla vittoria, non posso morire adesso per colpa di un torto che ho subito fin troppi anni fa>>. Non lascio i suoi occhi, riesco quasi a vedere le rotelle del suo cervello che si mettono in moto e che tentano di processare tutto questo. Anche le mie stanno lavorando, perché che a me succedessero cose strane era ormai risaputo, ma è la prima volta che questa storia coinvolge anche qualcun altro. Poi, dopo non so quanti minuti, il ragazzo pare riacquistare la sua normale lucidità. <<Mi sembra evidente che questa magia non riguardi solo te>>, zoppica fino alla sua sedia e si lascia cadere su di essa, senza forze. Dev’essere molto stanco, ma prima di andarmene devo capire cosa intenda con quella frase.
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  5. #3095
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    SAGE BLOODBORNE

    Quando Esperin nomina suo fratello mi irrigidisco istintivamente, per fortuna lei non se ne accorge dal momento che sono impegnato con le patate, non voglio che i miei sentimenti per il tiranno e per le sue azioni malvagie offuschino l'armonia che si sta creando tra noi.
    Anche se è parente di quel mostro, Esperin è una ragazza sincera e dolce, non merita di soffrire a causa delle atrocità del Raeghar e sono contento di averla conosciuta in questo contesto.
    Capisco quanto deve essere difficile per lei, rinnegare tutto quello con cui è cresciuta fino adesso e voltare le spalle alla sua vecchia vita, ma i suoi ideali sono giusti e la sua sofferenza si attenuerà con il passare del tempo.
    "Sai, ho perso mia madre quando ero poco più di una bambina, era una donna forte, decisa e molto fiera del suo ruolo. Se mi vedesse ora a pelare patate invece che tra le mura di Luna di Diamante le verrebbe un colpo e mi riporterebbe a casa tirandomi per un orecchio. Mio padre invece se ne è andato da poco, come ben sai. Era un grande uomo ed un padre fantastico, mi ha insegnato molto ma non sapeva assolutamente cucinare e non credo che abbia neanche mai provato...devo aver preso da lui in questo, quindi non ti prometto che le patate saranno commestibili"
    Scoppia a ridere e non posso trattenermi dal farlo anch'io, anche se quello che racconta non è proprio così divertente, perdere i genitori, i nostri punti di riferimento per la vita, ti destabilizza.
    Lava le patate e me ne passa alcune, iniziamo a tagliarle e a sistemarle nella teglia: non è così difficile far da mangiare, sembrava più faticoso.
    "Sono sicuro che saranno perfette." - le dico facendo si con la testa per rafforzare la mia affermazione.
    "Mia madre è morta poco dopo aver dato alla luce mia sorella." - è ancora difficile parlarne, ma è inutile continuare a tenersi tutto dentro e fare finta di nulla - "Il parto è stato difficile e ..." - mi blocco per asciugarmi gli occhi, non vorrei piangere, ma le lacrime scorrono da sole, non riesco a fermarle - "Io ero piccolo quando se n'è andata, so cosa vuol dire crescere senza la donna che ti ha donato la vita. E' terribile e doloroso, è per questo che non posso sopportare che altri innocenti perdano i genitori! Questa guerra deve cessare al più presto."
    Mi schiarisco la gola. "Devo smetterla di piangere nelle patate o saranno salatissime."
    Esperin insaporisce il tutto con rosmarino e sale e mi chiede cosa farò dopo la guerra. Prendo la teglia e la sistemo per bene sul fuoco, in modo che non cada e non si bruci tutto il fondo: sembra venuto bene.
    Le faccio un occhiolino soddisfatto e poi le rispondo: "Tornerò nella mia terra, da mio padre. Sarò accanto a lui fino a quando resterà su questa terra e lo aiuterò con la fattoria. Ho grandi progetti in testa e vorrei riuscire a realizzarli. Mi piacerebbe veder crescere la mia nipotina Nadya serena e tranquilla e spero che non conosca mai la terribile realtà della guerra."
    Lo spero davvero.
    Guardo Esperin, poi le patate: "Mi sembrano venute bene."
    Aspetterò nel caso voglia dirmi ancora qualcosa, poi aggiungerò: "Nel frattempo che si cuociono penso che andrò ad allenarmi, ho bisogno di fare un pò di movimento. Se ti va, sai dove trovarmi."
    E mi avvierò verso il campo d'allenamento, devo scacciare via questa maledetta tristezza.


  6. #3096
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Ryuk Leithien

    Ohh... l'acqua fredda era proprio quello che mi serviva, mi sento decisamente meno "teso". Mi tuffo e resto in apnea per qualche istante, mi rilassa nuotare, anche se lo spazio qui è decisamente ridotto. Quando riemergo, prendo una maglia appesa sullo stendino e me la piazzo avanti, in modo da coprirmi, ma tanto Niniel sta dormendo beatamente, non si è neanche accorta della mia presenza e dell'urlo che ho gettato quando sono entrato nel laghetto. Mi vesto rapidamente e mi avvicino a lei, lasciando cascare la maglia bagnata, con la quale mi sono coperto, dritta sul suo viso, se è sveglia la sentirò sbraitare nell'arco di qualche secondo. Sembra che stia beatamente dormendo, quindi sposto giusto un pò la maglia dal suo naso per farla respirare, ma gliela lascio in faccia e decido di proseguire oltre. Quando arrivo vicino la tenda di Esperin intravedo lei e Sage parlare vicino al tavolo, resto in ombra per qualche istante nell'osservarli, sembrano tranquilli ed a proprio agio, stanno pelando delle patate, da quando non sapeva neanche la differenza tra zucchero e sale ora si cimenta anche nella cucina... non vorrei essere là quando qualcuno mangerà una sua pietanza. Ammetto di sentirmi alquanto infastidito, punto Sage con lo sguardo e cerco di cogliere qualche sfumatura nei suoi atteggiamenti che mi inducano a pensare che è interessato a lei, paranoie che mi vengono automatiche, si è già dimostrato propenso a socializzare troppo con la principessa, in realtà ha socializzato con tutti, anche con me nonostante lo scherzo, neanche tanto goliardico, delle gambe congelate. Respiro profondamente due volte e cerco di scacciare via questa gelosia che non deve appartenermi, devo comportarmi come nulla fosse e proseguire dritto. Così avanzo e passo accanto loro salutandoli con un gesto della mano ed un sorriso finto, fino ad arrivare alla mia tenda. Apro il cassettone ed estraggo il violino, magari lucidarlo mi distrarrà abbastanza.

  7. #3097
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Esperin Raeghar


    Sage inizia a tagliare le patate ed in poco tempo finiamo di riempire la teglia, credo non manchi nulla, anche se l'aspetto apparente non è dei migliori il sapore dovrebbe essere buono. "Sono sicuro che saranno perfette" ricambio il suo ottimismo con un sorriso, per il momento già è tanto che non ho mandato a fuoco qualcosa. "Mia madre è morta poco dopo aver dato alla luce mia sorella. Il parto è stato difficile e ..." vedo delle lacrime solcare le sue guance ed istintivamente stringo con una mano il suo braccio per essergli di sostegno "Io ero piccolo quando se n'è andata, so cosa vuol dire crescere senza la donna che ti ha donato la vita. E' terribile e doloroso, è per questo che non posso sopportare che altri innocenti perdano i genitori! Questa guerra deve cessare al più presto" annuisco concordando con le sue parole, questa guerra ha strappato troppe vite innocenti e deve cessare al più presto con la vittoria della fazione giusta, ossia la nostra. "Devo smetterla di piangere nelle patate o saranno salatissime" sorrido ancora, è davvero un bravo ragazzo "Mi dispiace per tua madre, so quanto sia difficile perdere una persona che si ama così tanto, possiamo solo custodirne con amore i ricordi e seguirne l'esempio. Continueremo a lottare con tutte le nostre forze per far cessare questa guerra ed evitare altra sofferenza" gli dico con la sua stessa determinazione. Mi fa un occhiolino soddisfatto quando poggia le patate sul fuoco, sembrano venute bene e ne sono contenta, mi sta salendo anche l'appetito grazie al profumo che sta iniziando ad espandersi nell'aria "Tornerò nella mia terra, da mio padre. Sarò accanto a lui fino a quando resterà su questa terra e lo aiuterò con la fattoria. Ho grandi progetti in testa e vorrei riuscire a realizzarli. Mi piacerebbe veder crescere la mia nipotina Nadya serena e tranquilla e spero che non conosca mai la terribile realtà della guerra" ha buoni propositi, vorrei avere anche io una famiglia da cui tornare, una casa ad aspettarmi e qualcuno da riabbracciare dopo questa guerra, mi chiedo se Drako ci sarà ancora o se preferirà allontanarsi da Dohaeris una volta assicurato il trono nelle mani giuste, non potrei sopportare di perdere anche lui "sono certa che riuscirai a realizzare i tuoi progetti e che daremo a tua nipote ed alle prossime generazioni un futuro migliore con la nostra vittoria" gli sorrido ancora prima di girare le patate per evitare che si attacchino sul fondo "Mi sembrano venute bene" do un'altra occhiata, si...sembrano davvero buone "E' vero!" rispondo con un sorriso spontaneo, soddisfatta del primo pasto preparato senza apparenti disastri. "Nel frattempo che si cuociono penso che andrò ad allenarmi, ho bisogno di fare un pò di movimento. Se ti va, sai dove trovarmi" rifletto per un momento sulle sue parole, non è una cattiva idea, ma poi torno ad osservare la teglia "Ok, io resto qui a controllare che non si bruci tutto, sarebbe un peccato. Buon allenamento!" alzo lo sguardo su di lui e con la coda dell'occhio noto Ryuk rientrare nella sua tenda dopo averci salutati con un sorriso tranquillo ed un gesto della mano, torno ad abbassare lo sguardo sulla teglia senza ricambiare il saluto e non riesco ad evitare di sentirmi stupidamente delusa ed infastidita, non che mi aspettassi altro ovviamente, sono davvero convinta della motivazione che ho spiegato a Sage e non potrebbe essere altrimenti dopo quello che è successo, è solo che... niente, devo girare di nuovo le patate o si attaccherà tutto.

  8. #3098
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Valerius Urthadar

    Capo Tempesta

    <<Devi sapere che due giorni fa ho avuto un malore>>. Sgrano gli occhi, ancora. È stato male anche lui, esattamente due giorni fa, quando mi sono mancate le forze mentre stavo discutendo con Niniel. Non può essere un caso. <<Sono sempre stato debole e gracile, ma da allora mi sento uno straccio. Sono stanco, poco concentrato. Come te, suppongo. Ho notato il tuo pallore>>, proprio come io ho notato il suo. <<E ora questo. Sei abbastanza intelligente per capire da solo che dev’esserci per forza un collegamento>>. Per un istante sembra che abbia terminato il suo discorso, ma poi una nuova luce gli invade gli occhi, come se gli fosse appena venuto in mente un altro dettaglio importante. <<Hai detto che hai subito un torto molti anni fa. Immagino si tratti della causa del tuo occhio rosso. E, dato che stai cercando risposte nei libri, ignori l’esatta entità di questo torto>>. Annuisco. Non so dove voglia andare a parare, ma tra i due sono ormai certo che la mente sia lui, non io. <<Ma questi sintomi, chiamiamoli così, non li hai avuti da allora. Altrimenti avresti cercato una soluzione molto tempo fa. È corretto?>>. Annuisco ancora. Inizio a capire il senso di questo discorso. <<Le emicranie sono iniziate appena ho scoperto di avere ancora l’occhio, non più di due settimane fa. Infatti all’inizio le ho imputate alla difficoltà del mio cervello di adattarsi nuovamente alla visione binoculare>>. Non ho altro da dire, ma nemmeno Petyr sembra intenzionato ad aprire bocca, e la sua strana espressione mi fa capire perché. Detto così, in effetti, è anche più ridicolo di quel che pensassi. <<Sì, ho creduto di non avere l’occhio sinistro per anni. Non è una cosa di cui vado fiero>>, ammetto imbarazzato, ma d’altronde ero vittima di charme. <<Lo tenevo nascosto con una benda a causa di uno charme molto potente>>. Non faccio in tempo a finire di parlare che quella luce torna ad illuminare le iridi azzurre di Petyr. <<Se ne sei cosciente, significa che un abile incantatore ha annullato il potere dello charme>>. Anche stavolta ha ragione. <<Kalisi in persona. Sono andato subito da lui>>, gli rispondo, confermando i suoi sospetti. <<Quindi i casi sono due: o il trauma della scoperta è stato talmente forte da innescare un processo maligno, oppure la magia di Kalisi ha fatto altro oltre a permetterti di recuperare i tuoi ricordi>>. Ha… ha senso, non posso negarlo, e mi sento un idiota per non averci mai pensato da solo. Ma Drako non mi avrebbe fatto del male volontariamente, di questo ne posso essere sicuro al cento per cento. <<Entrambe le ipotesi spiegano perché i miei sintomi siano iniziati solo adesso. Però tu cosa c’entri?>>. Il giovane sposta il suo sguardo verso la finestra, come se le nubi cariche di pioggia ed elettricità potessero donarci le risposte che cerchiamo, e i suoi occhi azzurri brillano ancora di più ora che la luce del sole, seppur fioca, li illumina. <<Siamo due estranei, Valerius. C’è solo una cosa che ci lega. Che ci legava già da prima che fossimo a conoscenza dell’esistenza dell’altro. La stessa cosa che ti ha fatto tornare a casa>>. Un lampo si schianta nell’oceano, e nell’esatto istante in cui si scontra con l’acqua vedo Petyr chiudere gli occhi, come se volesse estraniarsi dal mondo e godersi appieno il fragore del tuono che sta per arrivare. Non si fa attendere: potente, maestoso, il rumore squarcia il silenzio tra noi e sembra quasi che il tempo si sia fermato. Le palpebre del ragazzo si riaprono, e nelle sue iridi scorgo il fulmine puro che solo un Urthadar può vantare. Quindi tutto appare chiaro. <<Il sangue>>.
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  9. #3099
    sim dio L'avatar di valuccia85
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti




    Apro lentamente gli occhi. La testa fa un male pazzesco e fatico a mettere a fuoco il... ma, un momento: dove mi trovo? Perché è tutto buio qui? Dove sono gli altri? Questo non è l'accampamento... dove sono finita?
    Il cuore inizia a galopparmi in petto ed avverto chiaramente la difficoltà dell'aria a raggiungere i polmoni.
    Che razza di stregoneria è mai questa? E' tutto buio... completamente buio... non riesco a vedere niente.
    E' impossibile... come ho fatto ad arrivare qui? Che qualcuno sia riuscito ad introdursi all'interno del Lacrima Mundi?
    No, è impossibile. Un accampamento pieno di guerrieri... come avrebbero potuto prevalere su tutti loro?
    Cosa caspita vado a pensare? Devo aver sbattuto la testa e pure parecchio forte.
    Mi metto a sedere ancora stordita, nella vana speranza di individuare qualcosa intorno a me, ma non riesco a vedere assolutamente niente.

    Calma... stai calma, Niniel. C'è sicuramente una spiegazione logica a tutto questo, ti pare?
    Ovvio che c'è. Certo.

    Continuo a guardarmi intorno completamente disorientata: non so cosa pensare, né cosa fare.
    E' come se non riuscissi a muovermi. Cosa mi sta succedendo? Dove mi trovo?
    Chiamo i miei compagni. Grido i loro nomi a gran voce, ma non ricevo alcuna risposta.
    Poi, all'improvviso, una luce. Talmente brillante che mi costringe a chiudere gli occhi.
    Quando li riapro, a fatica, noto una figura imponente venire verso di me.
    Cammina lentamente. Sembra... un uomo?! Di sicuro è molto alto e muscoloso... od almeno così sembra.
    Chi cavolo è?!
    Non riesco nemmeno ad elaborare il pensiero nella mia mente che... no... non può essere.
    E' LUI.

    Com'è possibile?! E' stato lui a trascinarmi qui?! No... non... non dovrebbe avere un simile potere.
    Come ha fatto? Cerco di tirarmi indietro, ma sono bloccata. Il mio corpo è paralizzato e non vuole saperne di spostarsi. Nemmeno di un millimetro.
    Ora è vicino... terribilmente vicino... e mi sta osservando.
    Vorrei dire qualcosa. Dirgli di andarsene, di starmi lontano, minacciarlo di non azzardarsi a toccarmi, ma non riesco a proferire verbo. E' finita? Mi ha trascinata qui usando qualche oscuro incantesimo per uccidermi?

    "Non temere"

    Una voce familiare rimbomba nel silenzio e nell'oscurità.
    E'... è... non è possibile...

    "Tutto questo deve finire, adesso. Non avere paura..."

    L'uomo si piega in avanti e mi porge la mano.
    Ma cosa...

    "Non avere paura, Niniel..."

    Mi guardo intorno confusa. Com'è possibile? Lei dov'è?
    Come può parlarmi? Lei... lei è morta...

    "Puoi farlo... Tutto questo deve finire..."

    Torno ad osservare l'uomo che non si è mosso nemmeno di un millimetro e quasi senza rendermene conto, mi ritrovo a stringere la sua mano. Mi solleva delicatamente ed ora sono in piedi, davanti a lui.

    "Ricorda chi è scomparso, ma sappi che non serve a nulla rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere..."

    "ELWING!!!"

    Apro gli occhi di scatto e... cos... ma... sono di nuovo qui?
    Cos'è questa cosa? Una maglietta? Non... non capisco.
    Era un sogno?
    La testa non fa più tanto male adesso. Non... non riesco a capire...
    Era lei? Era davvero lei? E perché lui era li?
    Non capisco... è tutto così confuso...
    Cosa volevi dirmi?

    Mi alzo lentamente. Mi gira un po' la testa.
    Non posso più fare finta di niente... tutto questo non è normale ed è arrivato il momento di capirci qualcosa.
    Dopo aver messo la maglietta ad asciugare, mi incammino lentamente verso le tende.
    Ho bisogno di risposte.
    Noto la presenza di Esperin e mi limito a salutarla con un cenno della testa: adesso non c'è tempo per parlare o mangiare (nonostante il delizioso profumino che ha raggiunto le mie narici), devo prima recarmi dall'unica persona in questo accampamento che può aiutarmi a comprendere.

    "Drako - pronuncio senza entrare in tenda - Posso parlarti un momento? Sono Niniel..."
    Ultima modifica di valuccia85; 21st March 2016 alle 16:25

  10. #3100
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Drako Kalisi

    Non so quando il tempo ha cominciato a trascorrere così velocemente, questi giorni si sono susseguiti in una serie di eventi che mai avrei immaginato, noi reietti siamo partiti come un gruppo improvvisato ed ora ci ritroviamo con la legittima erede ed alcuni esponenti dei più importanti casati del regno al nostro fianco. La temperatura è fresca oggi, il sole è già alto e sono trascorse alcune ore da quando ho accompagnato i guerrieri al Glados, non mi sono mai fidato di Dahmer, ma la sua volontà di vincere questa guerra è forte, mi basta questo come garanzia per il momento e per quanto riguarda Alinor, ci ha già dimostrato tanto che non saprei neanche da dove cominciare per ringraziarla, ho cominciato con il riporre la mia fiducia in lei per questa battaglia, so che è una guerriera che sa farsi valere ed anche se dovessimo conseguire una sconfitta non potrei mai fargliene una colpa, ci rimane ancora il pezzo forte della cintura da giocarci: L'Adamantem "Drako" Alzo lo sguardo e noto Niniel all'ingresso della tenda "Posso parlarti un momento? Sono Niniel..." le sorrido, le faccio poi cenno con la mano di entrare e di sedersi accanto a me al tavolo "Dimmi Niniel" la ragazza mi raggiunge, ma sembra turbata "Non so nemmeno io come spiegarmi, ma ricordi quello strano sogno che ho fatto tempo fa? Quello di cui ti ho parlato?" Faccio cenno di sì col capo, ricordo perfettamente le sue parole, quel sogno è stato un chiaro presagio della follia di Lantis "Non è stato l'unico. Io... io continuo a sognare cose strane, che non hanno senso. Vedo persone che... che sono morte, eppure mi parlano o mi toccano come se fossero vive..." abbassa lo sguardo, è chiaramente a disagio, preoccupata, capisco questo senso di smarrimento, chi possiede doni al di fuori del comune a volte si comporta in questo modo, un pò per timore di se stessi, ma sopratutto per la paura di non essere capiti "Ed ho visto anche una persona che non avrei mai pensato di vedere. Un nemico... un reale. Ho visto Dreth..." il tono della sua voce non è chiaro, è confusa, ma vorrei aiutarla, già una volta i suoi sogni si sono rivelati veritieri, tutto ciò ha sicuramente un senso "Calmati Niniel, capisco che tu sia confusa, la battaglia ti ha stressata psicologicamente, ma è certo ormai che hai un dono, devi solo familiarizzare e capire bene di cosa di tratta Questa tua capacità potrebbe essere ereditaria, non è raro che certe potenzialità vengano trasmesse da genitori ai figli. Conosco qualcuno che può aiutarti"

    *frasi di Niniel concordate

 

 

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