Non so come cominciare questa lettera, in verità non so neanche cosa scrivere, ho mille cose in testa e non riesco a metterle in ordine, ho già buttato quattro fogli e l’inchiostro sta per finire. Credo che non capirò mai veramente come sei e cosa ti ha fatto diventare così, è da quando mi hai detto che sono nato con una sorella che non faccio altro che ripetere il suo nome: Mayla. Mayla… quante volte l’avrei potuta chiamare in diciannove anni di vita, è un nome che non ho mai sentito eppure mi è così familiare, mi domando come fosse, se mi somigliasse, se avesse gli occhi tuoi o della mamma e poi… Irina, dovrei forse sentire qualche sorta di legame anche verso di lei, ma la verità è che suona come un qualsiasi nome. Io sono cresciuto con dei genitori che mi hanno voluto bene, non mi è mancato niente, ho avuto una infanzia felice e spensierata, ho sempre immaginato che non fossi realmente figlio loro, non gli somiglio minimamente, ma quello che fa una famiglia non è solo il legame di sangue. E poi è arrivato quel tizio qualsiasi che passava per caso fuori la mia finestra, non sai il senso di ammirazione che avevo per te, come ti guardavo, eri così alto e forte in confronto a Ben, con quell’aria da so tutto io e quella voce così pesante e bassa che ti avrei riconosciuto ovunque. Una volta pensai addirittura che avrei voluto essere figlio tuo, mi raccontavi di avventure e di mostri, mi raccontavi di guerre e guerrieri, pensai che sarebbe stato meraviglioso avere qualcuno che mi insegnasse ad essere come te, avere un padre come te. Poi crescendo ho visto il mio viso cambiare e quel bambino è diventato un ragazzo e quel ragazzo è diventato un uomo che ti somigliava anche troppo per essere un caso e capii che quell’uomo, che passava per caso troppo spesso fuori dalla mia finestra, non era un tizio qualsiasi. E’ venuta Esperin stamattina, aveva lo stesso mio sguardo, aveva gli occhi pieni di te ed ho capito che non sono io l’unico idiota a vedere qualcosa di buono in Ryuk, che non sono uno stupido che nonostante tutto ancora pensa a quanto sarebbe bello vivere come tuo figlio, anche se ti ho gettato parole cariche d’odio che ti meriti con tutto il cuore. Mi ha spiegato chi sei, mi ha spiegato cosa mi hai evitato nella vita, chi sono i Leithien e tutto il resto, ci sono cose che non avrei mai immaginato ed ho pensato che se lei riusciva a dire tutte quelle cose in piena consapevolezza, riuscendo a conservare quello sguardo, allora vuol dire che forse sono io quello che questa volta deve sforzarsi di superare le cose. Lascio questa casa, ho scelto di seguire il tuo consiglio, anche se so badare a me stesso, come hai potuto notare, ma ora ci sono altre due persone alle quali devo pensare. Tra qualche mese diventerai nonno ed io ho tutta l’intenzione di presentarti tuo nipote e la mia compagna quando questa guerra sarà conclusa, quindi sforzati di restare vivo o veramente non ti perdono più. Vado lontano, sono certo che sentirò parlare di mio padre e dei guerrieri reietti, le voci della guerra arriveranno lontane, ma noi saremo al sicuro, non preoccuparti per me. Ti voglio nella mia famiglia e voglio anche Esperin, perché penso che sia l’unica in grado di sopportarti. Da oggi in poi non nascondere a nessuno di avere un figlio ed io sarò fiero di avere un padre.
A presto
Auron
P.s. Alla fine la colomba non l’ho fatta più allo spiedo