Discussione: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

Dahmer recupera tutta la costituzione... sì anche là u_u

DAHMER GRAY

Mi sussurra di non lasciarla, si abbandona alle mie lusinghe, al mio abbraccio, al mio bacio. Sarò delicato questa sera, per renderla dipendente da me e dal sesso devo seguire un lungo percorso di manipolazione psicologica, ma il premio sarà sublime. Faccio scivolare le mani verso le natiche, i miei palmi riescono perfettamente ad aderire e così vi metto leggermente forza e cerco di sollevarla, di avvinghiarla a me per poi stenderci, io su di lei, senza mai smettere di baciarci. Cercherò di insinuarmi tra le sue gambe, accarezzarle le cosce con una mano e il seno con l'altra ed iniziare a sfilarle quei fastidiosi pantaloni che ha indossato. La bestia urla nei miei nel frattempo, il dolore è solo un lontano ricordo, ora ha fame e ha bisogno di essere saziata. Se tutto andrà liscio, passerò, poi, a denudarle il petto, così da poter ammirare estatico il panorama e guardarla negli occhi, pieno di desiderio e ammirazione e sussurrarle: "Ti voglio Elen, sei così bella". Il contatto tra le nostre pelli nude mi darà dei brividi di piacere, le mie carezze diverranno sempre più audaci, più avide di lei, delle sue labbra, del suo corpo. Se mi lascerà fare, la prenderò con tutta la delicatezza di cui sono capace. Voglio la sua anima, non solo la sua verginità.

Elen Nárë Vanya

(SOTTO SPOILER IMMAGINI VIETATE AI MINORI)

Sono pervasa da un turbinio di sensazioni, brividi di piacere misti brividi di paura... Paura dell'ignoto.
Resto immobile e mi lascio condurre da Dahmer, sono come creta nelle sue mani.

E' coricato sopra di me, mi bacia, intanto le sue mani avide accarezzano ogni centimetro della mia pelle e mi sfilano via gli abiti: rimango con solo le mutande di pizzo bianche.

Lui guarda intensamente le mie nudità e io, per la vergogna, copro con le mani i miei seni.

<<Ti voglio Elen, sei così bella>> mi sussurra riprendendo ad accarezzare ogni anfratto del mio corpo con ancora più passione. Sono alla sua mercé, non voglio resistergli.
<<Ti prego, fai piano...>> gli sussurro a mia volta. Dovessi morire domani morirò da donna.

Ryuk Leithien

Larieth mi guarda come se fossi un Dio della morte sceso in terra, per rubarle l’anima, potrei piegarmi in due e ridere come un pazzo, meno male che ho deciso di ritrarre la mia aura, così i suoi begl’occhietti azzurri tornano ad osservarmi in cagnesco, ammetto che ha il suo fascino, un caratterino niente male. Prende il fiore e lo mette tra i capelli, proprio come una principessina della primavera, poi se ne va decisa, mentre resto ad osservarle il sedere, Drako ha queste gnocche ai suoi piedi e non ne approfitta, quell’uomo ha veramente qualcosa che non va. Seguo il consiglio di Larieth e m’incammino per il campo, il ginocchio non mi permette di avere il passo fermo, mi sento molto… mio padre in questo momento, magari, per ironia del destino, rimarrò zoppo come lui, non gli piacerebbe avere altro in comune con me, oltre che gli occhi ed il cognome. Arrivato accanto la tenda dei viveri, mi giro attorno ma di Elen alcuna traccia, mah… mi avvicino alla sua tenda ed anche là non c’è… ok, mi affaccio in tutte le tende e di lei non vi è traccia, starà al cesso. Nel frattempo che la ragazzina sbuchi da qualche parte, quasi quasi mi faccio un bel bagno nel lago, almeno ripulisco il sangue che si sta incrostando. Passo dopo passo mi avvicino alle acque sacre, che dopo qualche mia scoreggia necessiterà di un esorcista e... dietro le frasche sento un certo vociferare…


<<Ti voglio Elen, sei così bella>>
Che cosa? Ah… AH… AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH, non ci posso credere
<<Ti prego, fai piano...>>
Uh…UH…UHAHUAHAUAHAUAHAUAHAUAHUAH sacro Raiden, ti prego, fulminami adesso, perché sento che sto per mollarne una per fare atmosfera. No… no, no, no… devo andarmene AHAHAHAHHAAHAHHA “Ti voglio Elen, sei così bella… senza pelle e con le tue budella infiocchettate sulle tette ancora di più” “Oh, Ti prego… fai piano, prendimi come una puledra selvaggia e domami” AAHAHAHAHAHHA no, non posso restare, gli rovinerei le uova nel paniere e sinceramente non penso che abbia intenzione di ucciderla, non è così stupido, Drako gli violerebbe il culo con le Kopesh infuocate, si divertiranno un po’… AH!



Certo però… avrei preferito farmi curare, prima che Elen si desse alla pazza gioia, non mancherò di farlo presente a Drako, la sua piccola curatrice si fa deflorare mentre i valorosi guerrieri si allenano, tsk!
Torno alla tenda dei viveri e mi avvicino a Lartieh “Elen… è impegnata, non può curarmi al momento, anche la tua botta allo stomaco dovrà aspettare, credo. Cerco di ripulire le ferite da solo, ma… piegarmi mi è difficile con questi ai lati…” indico le due ferite ai fianchi “potresti… darmi una mano?” Non posso aspettare che quei due abbiano finito, non ho intenzione di far infettare le ferite.

DAHMER GRAY

Il suo corpo delicato freme sotto il mio tocco, tenta di coprirsi i seni ma io provo ad afferrarle delicatamente i polsi e aprire le sue braccia, per distenderle sotto le mie ai fianchi della nuca. La guardo in viso, intensamente, deve essere tutto perfetto. Tutto il dominio che potrò esercitare su di lei dipenderà da questo istante. Il desiderio si fa sempre più vivo e arde coN più passione dentro di me, al pensiero che questo bel faccino intimidito, tra poco, mimerà una smorfia di dolore... un dolore eterno, indelebile perchè unico, irripetibile. Per sempre, sarò io il suo primo uomo, ogni volta che penserà al sesso, che lo farà, che si approccerà a questo universo di lussuria, penserà a me, al mio viso, alla mia carne. E' completamente sotto il mio controllo, sotto il mio giogo di potere: la cosa è esaltante. Se riuscissi a farla innamorare, a renderla schiava di me, potrei ottenere il massimo del piacere del dominio. Le sorrido gentile, rassicurante. La sua preghiera, come ad un dio da cui tutta la sua vita dipende, aumenta il mio senso di onnipotenza.
"Sarà bellissimo, andrà tutto bene" le dico confortante, con la dolcezza che sognano sempre queste sciocche. Le donne, non sono altro che sciocche. Si illudono di avere una prima volta da novella, quando è la natura che dà loro già la condanna del dolore. Le donne... in loro torna sempre quella famosa speranza del lieto fine nonostante tutto. Lascio i suoi polsi, la bacio, con le mani le sollevo un poco il bacino. Mi sistemo e... è mia. Delicatamente, lentamente, è mia. Il sigillo è rotto, non si può più tornare indietro. Mi assicuro che non soffra più, così inizio a rincorrere il mio desiderio, non troppo in fretta, non con troppa foga. Nella mente, la foto indelebile del momento del dolore, del sangue che scorre, dell'infanzia che la abbandona. Per sempre. Per opera mia.

*Ho dato per finite le azioni perchè Elen dice di lasciarsi guidare da me. Se qualcosa non va bene correggo

Larieth Slagant

Arrivata vicino alla dispensa sento un delizioso profumino provenire dal pentolone, qualcuno deve aver preparato la cena.
Senza troppi complimenti mi avvicino, alzo il coperchio e con un cucchiaio mi verso il contenuto in una ciotola, provo a sedermi ma il dolore al sedere è ancora pulsante quindi decido di mangiare in pedi.
Spazzolo via tutto in poco tempo, devo assolutamente trovare Elen, ho la schiena a pezzi e mi fa male anche lo stomaco, non posso andare domani in battaglia in queste condizioni.
Faccio per avviarmi alla ricerca della mia compagna d’armi, quando mi si avvicina Ryuk zoppicante: “Elen… è impegnata, non può curarmi al momento, anche la tua botta allo stomaco dovrà aspettare, credo. Cerco di ripulire le ferite da solo, ma… piegarmi mi è difficile con questi ai lati…potresti… darmi una mano?” Lo guardo storto, leggermete titubante,non riesco a capire come mai Elen non l’abbia aiutato, cosa starà facendo? Non è da lei lasciare qualcuno in questo stato, ammetto che un po’ mi dispiace vederlo così sofferente, decido quindi di aiutarlo come posso: << Aspettami qui vado a prendere dell’acqua e delle bende per pulirti le ferite>> Corro in infermeria, prendo il necessario per curare Ryuk e ritorno da lui. << Mordi forte questo,ti farà un po’ male>> gli dico porgendogli uno straccio, poi ne prendo un altro pulito, lo immergo nell’acqua fredda e mi inginocchio alla sua destra, per passare delicatamente il tessuto sul suo fianco ferito.
Dopo aver pulito anche l’altro fianco, gli avvolgo il busto con delle bende per evitare infezioni.
Successivamente gli slego la benda al ginocchio e mi accorgo che mi ha strappato il vestito per procurarsela, io non mi ero davvero resa conto di nulla.
<< Mi sa che questo ti farà ancora più male>> affermo indicando il ginocchio, non riesco a nascondere un sorriso compiaciuto alla vista di tutte queste ferite sapendo di esser stata io a procurargliele.
Di solito non mi piace procurare dolore alla gente, ma sto per andare in battaglia e questo allenamento ha aumentato considerevolmente la mia autostima e poi stiamo parlando di Ryuk non di un agnellino indifeso, quindi non riesco a sentirmi troppo in colpa.
Con uno straccio bagnato gli pulisco bene il ginocchio con più delicatezza possibile, non voglio infierire oltre, poi come ho fatto poco prima con i fianchi, gli lego stretta una benda.
Mi rialzo in piedi e gli chiedo << Allora dimmi cosa stava facendo Elen di così importate da non avere nemmeno tempo di curarti?>>

Elen Nárë Vanya

(SOTTO SPOILER IMMAGINI VIETATE AI MINORI)

Dahmer mi afferra delicatamente i polsi e li blocca con le sue mani all'altezza della mia nuca, ora non ho più alcuno scudo, sono vulnerabile sotto il suo sguardo.

Potrei allontanarlo, potrei concludere qui questo strano gioco, ma il mio corpo lo desidera. Mi inarco verso di lui, mi sorride e mi rassicura che sarà bellissimo, che tutto andrà bene. Lascia i miei polsi, mi bacia e io chiudo gli occhi per assaporare meglio il momento.

Mi solleva il bacino, che ormai è pronto ad accoglierlo, e poco dopo lo sento dentro di me.

Soffoco un urlo di dolore, vorrei dirgli di smettere, ma non voglio passare per una bambina.

Le lacrime mi rigano il volto.

I suoi movimenti sono lenti e presto al dolore si unisce il piacere. Ho ancora gli occhi chiusi, ansimo, lui aumenta il ritmo senza perdere la delicatezza. Ogni spinta è una scarica elettrica che mi fa gemere.

Mi stringo a lui e gli graffio la schiena...

Vorrei che questo momento non finisse mai, la mente è vuota, estasiata, il corpo è pervaso da brividi. Chissà se anche lui starà provando piacere... Chissà se mi riterrà brava abbastanza...

Apro gli occhi per guardarlo in volto, sperando di scorgere il piacere e la passione nei suoi occhi.

A quanto pare Drako può dedicarmi un po' di tempo.
Non nego che ciò mi faccia piacere: per una persona diffidente all'ennesima potenza come me e date le mie esperienze passate, constatare che il Boss è disposto al dialogo è un ottimo punto di inizio.

"Andiamo a parlare seduti comodamente, seguimi"

Un rapido cenno d'assenso col capo e lo seguo in rigoroso silenzio.

"Dimmi pure"



"Ti ringrazio per avermi concesso un po' del tuo tempo - esordisco con tono riconoscente (almeno spero riuscirà a percepire la mia gratitudine) - e non ho intenzione di fartene perdere molto, quindi arriverò subito al dunque. Dahmer. Quel tipo. Chi è?
Premetto che non voglio mettere in dubbio il tuo giudizio: se gli hai concesso di unirsi al nostro gruppo, sicuramente sai cosa stai facendo ed avrai valutato la situazione con la dovuta attenzione, ma sarò sincera... non mi piace. L'istinto mi dice che non c'è da fidarsi di quel tipo e forse peccherò di presunzione ma... finora l'istinto non mi ha mai tradita.
Ammetto che non mi piace, forse non mi piacerà mai fino in fondo, e probabilmente non riuscirò mai a fidarmi pienamente di lui, ma anche essere prevenuti è sbagliato.
Potresti darmi qualche informazione su di lui? Lo conosci bene? Se il mio istinto stavolta è in fallo... sono anche disposta a cambiare idea... od almeno ad impegnarmi nel farlo..."



Ok, ho parlato (stranamente!!!) a raffica, senza riprendere fiato, ma dovevo assolutamente fargli comprendere i miei dubbi. Deve essere chiaro al Boss che questo "nuovo acquisto" non mi convince per niente e che voglio vederci chiaro. Capire chi è, perché si è unito alla nostra fazione solo ora e, soprattutto, far notare a Drako questa, dal mio punto di vista, anomala attenzione per Elen. Forse sembrerò esagerata ai suoi occhi, ma sono diffidente per natura e devo potermi fidare, almeno un minimo, dei miei alleati.
Ed attualmente... di questo tipo non mi fido proprio!

Ryuk Leithien

<< Aspettami qui vado a prendere dell’acqua e delle bende per pulirti le ferite>>
Vedo Larieth correre infermeria e tornare con i medicamenti, ma andare entrambi nella tenda no? Magari sul pagliericcio stavo più comodo, bah... lasciamola fare
Mordi forte questo,ti farà un po’ male>> mi passa uno straccio... ma non ho intenzione di mettermelo in bocca come fossi un cavallo col morso, sono un uomo in grado di sopportare il dolore, quindi mi limito a sorridere di sbieco, mentre si prodiga nel ripulire le mie ferite, è una brava infermierina lo ammetto. Non mi lascio sfuggire nessun verso, resto in silenzio anche se le ferite bruciano, ma passeranno come tutte le altre, mi sono ridotto decisamente peggio di così.
<< Mi sa che questo ti farà ancora più male>>
Sorride, non so se per imbarazzo o per una forma di sadismo nei miei confronti, mi fa quasi ridere, magari potrei divertirmi un pò con lei, ha un bel caratterino, se mi prendesse a ceffoni e calci potrei anche farci un pensierino, adoro le donne che si ribellano. Con la mano destra le sposto una ciocca che le ricade sul viso, un movimento leggero sfiorandole la pelle, per poi osservarla.
"Potrei decidere di farmi picchiare più spesso, se dopo ti prendi cura di me in questo modo, sai?"
Osservo il suo abito strappato, solo un piccolo lembo, la prossima volta la lascio in mutande magari, devo dosare meglio la forza.
"Mi dispiace per il tuo abito, te ne farò avere uno più bello, ti piace il blu non è vero?"
Poi ancora mi domanda di Elen, che cavolo le rispondo? << Allora dimmi cosa stava facendo Elen di così importate da non avere nemmeno tempo di curarti?>>
Decido di dirle una mezza verità, sicuramente la ragazzetta le racconterà di come quel cucciolone di Dahmer l'ha trapassata con amore, mentre lei pensava già al matrimonio ed al nome del primo figlio, lui sicuramente era impegnato con una cernita mentale sul tipo di lama con il quale aprirla in due.
"Sta con Dahmer, parlavano... non ho voluto disturbarli, sembravano così tranquilli, presentarmi a loro ricoperto di sangue non sarebbe stato il massimo, posso aspettare un pò, sono abituato a peggio e tu... tu sei così delicata che non sento dolore. Comunque ora va molto meglio, tu piuttosto... se ti lasci aiutare posso alleviarti il dolore all'addome" Non ho intenzione di metterti a novanta non ti preoccupare, almeno non per ora, se accetta questa volta andiamo in infermeria, stare qui fuori non è il massimo.

DAHMER GRAY

Elen si accende sotto il mio tocco, sotto i miei movimenti e diviene fiamma ardente, passione disinvolta. Con le mie mani di scultore esperto, piego la sua creta al mio volere, all'immagine che desidero avere di lei. L'attimo di dolore è terminato, è stato breve, fugace, intenso e io osservo estasiato le sue lacrime, in cui posso quasi scorgere di riflesso i miei occhi di brama, il mio nome scintillare come la firma di un artista. Il suo volto che cambia espressione, la sorgente di quella pioggia dagli occhi che muta la sua fonte; si arrampica sulla mia schiena con le sue mani piccole e gentili, che ora sono artigli di una donna che desidera, che vuole trattenere la felicità con tutte le sue forza, con tutta la sua disperazione. Il brivido di quei graffi mi dà un tumulto di sensazioni, come tante scariche elettriche che premono sui punti del piacere. La mia corsa diviene più decisa, più incisiva e possente, lei emette dei gemiti che forse vorrebbe soffocare, e anche a me sfugge un lamento, mentre la guardo in quegli occhi splendenti, grandi e grigi come i miei, come oceani di tempesta che si scontrano e si uniscono in una guerra tra dei del mare. Il traguardo è giunto, la gioia suprema afferrata con avidità e cupidigia, il mio segno sul suo corpo e sulla sua memoria lasciato per sempre. Non metterò al mondo dei bastardi come me, da usare per torturarla con ancora più efficacia, Drako mi evirerebbe senza pietà, ci ha già provato. Così uso la stratagemma di tutti gli avventurieri come me, e come Efesto con Atena, fecondo la terra. Mi accascio accanto a lei, ho imparato molto su come dominare le donne e questo è un momento delicato, le prime volte. Vorrei girarmi di spalle e ronfare, ma non ho ancora il potere necessario per farlo. Cerco di accoglierla tra le mie braccia, devo dirle qualcosa, qualsiasi sciocchezza, le donne infilano con forza e celerità troppi pensieri nei silenzi di un uomo.



"Ti sembrerà sciocco, ma... sono felice, Elen. Se domani ti sentissi mancare le forze, pensa che dovrai tornare da me, che ora al mondo hai anche me" le dico accarezzandole i capelli. Vorrei tornare dagli altri adesso, inizio a sentire freddo stando qui nudo come un verme, ma devo pazientare.



E' preferibile che sia lei a interrompere questo momento, perchè le donne non sanno riempire di stupidità solo i silenzi degli uomini, ma anche le loro azioni.