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  1. #721
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    E' l'alba

  2. #722
    sim dio L'avatar di saphira_84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Larieth Slagant


    Drako non m i scaccia ma mi invita a non avvicinarmi troppo nel caso dovesse avere un altro attacco.
    Io rimango immobile ad osservarlo, sono seriamente preoccupata, non riesco a capire che cosa gli stia succedendo.



    <<Come… come stai Larieth? Dimmelo sinceramente>>
    mi chiede rivolgendomi un sorriso tirato.


    Come dovrei rispondere a questa domanda? Mi sento completamente uno schifo grazie, sai non mi sono ancora ripresa dalla nostra ultima conversazione, non capisco chi sia questa stronza che ti è entrata così tanto nel cuore e nell'anima, pensare di rimanere solo amici è più difficile di quello che pensassi.


    In più ho appena ricevuto una lettera di Lady Esperin dove mi ha detto chiaro e tondo che non può far niente per fermare questa guerra e arrendersi non è un opzione da considerare, quindi non ci resta che combattere per la vittoria o morire provandoci.

    Abbasso lo sguardo e mi osservo le mani, sono leggermente bruciacchiate così come le ginocchia e i bordi del mio vestito, scuoto la testa e gli rispondo stringendomi nelle spalle << Sto bene davvero, sono solo molto spaventata e preoccupata per te, vorrei fare qualcosa per aiutarti ma non so cosa, mi sento inutile e impotente>>

    Ultima modifica di saphira_84; 16th May 2015 alle 18:16

  3. #723
    sim dio L'avatar di valuccia85
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti





    FRANTHALIA


    Quella notte di tanti anni fa se non fosse stato per te, Amica Mia, adesso non sarei qui.





    Ero stanca, stremata. Le ferite bruciavano come fuoco ardente sulla mia pelle, le mie povere ossa scricchiolavano a causa delle botte appena ricevute e l'aria faticava ad entrare e riempire i miei polmoni.
    Riuscivo a malapena a stare in piedi ed ero consapevole del fatto che, se fossi tornata indietro in quelle condizioni quella notte, probabilmente non ci saremmo mai più riviste. Non sarei riuscita nemmeno a vedere l'alba.




    "Oh Dei, Arya! Cosa ti è successo?!"



    Il tuo sguardo si muoveva repentino sul mio corpo, intento a scovare qualsiasi livido ed escoriazione presenti su di esso.
    Non era uno sguardo indagatore, curioso o giudicante. No, ero troppo abituata a ricevere quel tipo di sguardo ogni giorno... l'avrei riconosciuto sicuramente. No... il tuo era diverso. Nuovo.
    Nella tua espressione riuscivo a cogliere dei sentimenti che nessuno mi aveva mai mostrato prima di allora.
    Sincera preoccupazione ed affetto.
    Non so in che modo ricambiai il tuo sguardo quella notte, eppure comprendesti la valanga di emozioni che stavano investendo il mio animo in quel momento.


    "Non importa - mi sussurrasti dolcemente, illuminando il mio cuore con uno dei tuoi angelici sorrisi - Pensiamo solo a curare le tue ferite ora. Non vogliamo correre il rischio che possano infettarsi, vero?"



    Ed in quel momento, in quel preciso momento, tutto divenne improvvisamente chiaro: potevo fidarmi di te.
    Per la prima volta nella mia breve vita potevo finalmente fidarmi di qualcuno.
    Per la prima volta qualcuno si sarebbe preso cura di me senza volere nulla in cambio. Per la prima volta qualcuno mi stava donando incondizionatamente affetto ed un calore che mai pensavo avrei ricevuto.

    "Niniel - proferii in un sibilo - Il mio nome è Niniel".



    Era un rischio rivelarti la mia vera identità, ma quella notte capii che era un rischio che avrei corso mille volte pur di averti sempre al mio fianco. Pur di avere un'Amica come te.

    "E' un bellissimo nome - un altro dolcissimo sorriso - Sicuramente ti sta meglio questo di Arya".



    "Su questo non ci sono dubbi..."

    Scoppiammo a ridere. Una risata sommessa, ma piena di significato e che sanciva, in modo inequivocabile, la nostra Amicizia.
    Dopo le tue amorevoli cure, ricordo, che restammo a parlare per tutta la notte. Ricordo ogni singola parola proferita in quei momenti, perché furono le ore più belle e felici della mia vita.
    Ore che, ormai sapevo, non sarebbero state le uniche che avremmo trascorso insieme. Non mi ponesti alcuna domanda, neanche a distanza di ore dal mio arrivo. Avevi capito. Eri l'unica che mi aveva capita. Riuscivamo a comunicare con un semplice sguardo. Non servivano parole tra noi. Non sono mai servite.

    "Prendi questo anello" annunciasti all'improvviso.
    "Per fare cosa?"

    In realtà avevo capito: qualcosa eri riuscita a comprendere. Sicuramente non l'intera situazione... no... quella non potevi ancora nemmeno lontanamente immaginarla, ma avevi capito che se quella notte fossi tornata indietro a mani vuote, nella migliore delle ipotesi, l'indomani mi sarei presentata nuovamente da te, in condizioni decisamente peggiori. Questo nella migliore delle ipotesi.

    "Era di mia nonna. La madre della mia mamma. Non era la mia vera nonna in realtà, ma per me lo era. Prendilo. Ne hai più bisogno tu di me".

    Nel preciso istante in cui quell'anello fu tra le mie mani, provai disgusto per me stessa. Sapevo che ti stavo privando di un oggetto importante, ma purtroppo sapevo che era l'unico modo per garantire la mia sopravvivenza.



    "Te lo prometto El. Anzi... te lo giuro: ti riporterò questo anello un giorno. Giuro che te lo riporterò!"



    Ricambiò il mio sguardo mortificato con un dolcissimo sorriso e, dopo avermi messo una mano sulla spalla, mi disse...

    "So che lo farai. Mi fido di te e della tua parola".



    Ci addormentammo che l'alba era oramai vicina. Credo riuscimmo a dormire meno di un'ora, poi ricordo che il tocco leggero della tua calda mano sulla mia pelle mi destò...

    "Devi andare Nin o i miei genitori si accorgeranno che sei in casa. Svegliati Nin... svegliati..."


    ***

    "Niniel, Amica mia, svegliati..."


    Apro lentamente gli occhi e mi accorgo che i primi raggi di sole iniziano a filtrare tra le fronde degli alberi.



    -Era solo un incubo. Un terribile incubo! Elwing lei...-



    I miei pensieri, tuttavia, muoiono nella mia mente nell'istante in cui sollevo lo sguardo. Il corpo della mia Amica giace a terra, nello stesso punto in cui è caduta durante la battaglia.
    Mi sono addormentata con la testa sul suo grembo. Le mie braccia hanno stretto il suo corpo, oramai gelido, per tutta la notte.

    -Eppure... eppure mi è sembrato di sentire chiaramente la sua voce...-


    "Questo è stato il nostro ultimo abbraccio, Amica mia..." sussurro accarezzandole per l'ultima volta la mano.

    E' ormai giunta l'alba e sebbene il mio cuore sia colmo di odio, oscurità e rabbia, non posso indugiare ancora.
    Elwing è morta per proteggere la sua famiglia. Credeva nella causa che Drako Kalisy sta perseguendo ed è mio dovere riportarla al campo. Mio dovere concederle gli estremi onori.
    Gli onori che un'abile guerriera come lei merita. Che una vera Amica come lei merita.

    "Com'è mio dovere sgozzare chiunque oserà fare qualche commento sgradevole su ciò che è accaduto qui".

    Mi alzo a fatica. Le gambe sono intorpidite e stanche, ma nulla mi impedirà di assolvere il mio compito.



    -Almeno questo compito, visto che sull'altro ho fallito- penso afflitta ed una fitta di dolore mi colpisce in pieno petto.

    Afferro delicatamente il braccio destro della mia Amica, mentre mi piego sulle gambe. Con non poca fatica riesco ad issare il suo corpo tra le mie braccia. Il braccio sinistro non mi causa più alcun dolore.
    Sarà che sono talmente colma di dolore in questo momento, che non riesco a distinguere un punto preciso in cui la dolenza e più o meno forte.



    Anzi no. Il cuore. E' decisamente quello il punto del mio corpo in cui si sta riversando tutta la sofferenza.
    Lentamente e con fatica mi avvicino al Glados.



    Con il ginocchio ne tocco la superficie. Penso intensamente a Lacrima Mundi e lo attraverso.




    LACRIMA MUNDI


    Il silenzio regna sovrano. Forse stanno ancora dormendo tutti? Se fosse... meglio così. Non ho voglia di vedere nessuno in questo momento. Eppure... so che devo. Non posso rimandare questo momento in eterno.



    Entro a passi pesanti nella mia tenda. Non prima di aver gettato un rapido sguardo a quella di Elwing. Vuota. Così resterà da ora in poi. Vuota... senza di lei.



    Adagio delicamente il suo corpo sul mio pagliericcio.

    "Pensare che appena ventiquattro ore fa sei entrata qui dentro per venire a chiamarmi..."



    Sento le lacrime affacciarsi pericolosamente nei miei occhi e, non so come, nè con quale forza d'animo, le respingo indietro.

    -Ho avuto tempo per piangere. Da sola. Lontana da occhi indiscreti. Nessuno dovrà mai vedere le mie lacrime-

    Ancora un rapido sguardo al corpo martoriato della mia Amica e poi esco fuori dalla mia tenda per recarmi, a passi lenti, verso quella di Drako.



    Non importa chi incontrerò durante il mio tragitto: non mi fermerò, né rivolgerò la parola a nessuno.
    Una volta arrivata, annuncerò la mia presenza ed entrerò nella sua tenda. Qualora non dovesse trovarsi li, lo cercherò per tutto l'accampamento ed, una volta trovato, guardandolo negli occhi, gli dirò:


    "Siamo tornate. Franthalia appartiene ai Reali".

    Il mio sguardo sarà vuoto. Non leggerà nulla nei miei occhi. Ed il tono della mia voce sarà monocorde.
    Attenderò per pochi minuti una sua risposta, dopodichè tornerò di nuovo nella mia tenda, mi libererò dell'armatura e mi occuperò della funzione funebre.


    -Mi dedicherò io a te, Amica mia. Fino alla fine-




    Qualsiasi post che riguarda Elwing, ovviamente, è concordato con Tati. ^^
    Qualora avessi commesso qualche errore, non esiterò a correggere
    Ps. So che Larieth e Drako si trovano nei pressi del Glados, ho letto i vostri post, ma credo siano troppo lontani per notare lo stato di Elwing e di sicuro Niniel non li ha proprio notati. Ecco perché ho scritto che lo cerca finché non lo trova ^^


    Ultima modifica di valuccia85; 3rd May 2015 alle 20:41

  4. #724
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    DAHMER GRAY

    Bene, le bruciature sono ancora lì seppure lievi, ma almeno profumo come il culetto di un bambino. La frescura di questo impiastro verdognolo però mi dona freschezza, almeno il dolore è sopportabile. Elen ignora completamente la mia richiesta ed esce dalla tenda: se non fossimo in questa situazione ma al Castello, la cagnetta sarebbe stata duramente punita! Assottiglio lo sguardo ma poi poso la pomata e cerco di raggiungere la mia tenda... ormai s'è fatta l'alba e sto crollando dal sonno. La luce del mattino è ancora fioca, ma si sta man mano diffondendo per tutta la quiete del campo che sembra quasi di stare in un mondo lontano dai fragori della guerra, immersi come siamo nella natura. Ma una figura che giunge da lontano mi riporta subito alla realtà.



    Niniel sembra portare in braccio qualcosa, una persona, con ogni probabilità Elwing svenuta. Mi verrebbe da rivolgerle uno scherno, la fanciulla avrà perso i sensi appena visti i nemici per come frignava per l'allenamento con me, ma qualcosa in quel quadro nella penombra non mi torna. Vedo da un lato dei piedi penzolare, ma dall'altro non una testa. Resto spiazzato quando, avvicinandosi sempre di più, la figura si fa più nitida: Niniel con sguardo assente che porta con sè il corpo di Elwing, decapitato all'altezza del collo.



    Per un attimo il cuore mi si gela, non riesco a profferire verbo. Posso quasi sentire i tamburi della guerra alle porte del Lacrima mundi, la morte che con la sua danza porta via con sè i guerrieri nel suo regno. L'elfa sembra come in uno stato di trance, non si accorge della mia presenza e lascia il corpo dell'amica nella sua tenda prima vagare per il campo, per poi andare al lago. Mi affaccio nella sua tenda e osservo il corpo di quella che era Elwing: la pelle mora ha perso vivacità, le membra sono rigide, sarà sopraggiunto il rigor mortis, le mani appese, le gambe ciondolanti. Emana cattivo odore, la natura sta facendo già il suo corso, la madre terra sta già reclamando il suo tributo, i vermi la staranno già divorando dal suo interno. Oh se penso a quella meraviglia decomposta che si sta agitando nel suo stomaco!



    E vorrei, d'un tratto ne sento il fremito di ludibrio di prendere la mia spada e tagliarla di lungo, a ipsilon, per scoprire la segreta bellezza di ciò che resta della nostra Elwing! Devo trattenermi, Niniel potrebbe essere qui a breve accompagnata da Drako. Quelle membra così disfatte... sono quasi irresistibili ma devo farcela. Oh il gas che ora starà premendo per uscire, per esplodere dal suo ventre! Sarebbe così esaltante squarciarla, venire invaso da quell'odore di morte, di terra sfatta che è la mia signora, la mia padrona! Devo fermarmi dal fare questi pensieri, non posso lasciarmi andare, non posso cedere alla mia natura proprio ora. Accidenti, la mia mente sarà pure più salda ma non il mio corpo... i calzoni scalpitano, devo assolutamente correre ai ripari. Mi dirigo nella tenda-doccia e mi getto sotto l'acqua gelida, così da acquietare i miei istinti e risvegliarmi un po' dalla notte in bianco.



    Quel pensiero però non mi lascia, mi perseguita ma per lo meno riesco meglio a dominare il mio corpo. Mi rivesto poi nella mia tenda, pulito e lindo con indosso un'altra tenuta da combattimento che mi sono portato dietro dal castello... dovrò fare il bucato o resterò senza nulla da mettere. Esco e resto a fissare la tenda di Niniel... accanto alla mia c'è quella di Elwing, a quanto pare è destino io non abbia vicini di casa. Se solo potessi prendere quel corpo...



    Dahmer è un necrofilo, purtroppo, ma spero di essere riuscita a censurarlo abbastanza :'D I vestiti sono rossi e neri, scegliete il rosso che vi piace di più XD

  5. #725
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Jarak

    Lacrima Mundi. Lacrime degli Dei.
    Un luogo sacro a Dei ormai dimenticati, rifugio dei primi uomini, disperati e senza alcuno scopo. Eppure, proprio quando pensavano fosse finita, i libri narrano che dalle loro lacrime sia nata la vita, la vegetazione, una speranza. È quasi poetico che ora io mi trovi qui, nelle loro stesse condizioni, alla ricerca di una speranza che probabilmente mi regalerà solo la morte.


    Le coordinate che mi ha dato il messaggero alato sono queste… Mi guardo intorno, cercando di scorgere delle tende dietro alle fronde dei salici, eppure non vedo nulla. Solo vegetazione, un'infinita distesa di alberi e prati, non vi è traccia di questo fantomatico accampamento. Non vorrei che... Istintivamente mi abbasso e cerco protezione tra le piante: potrebbe essere un'imboscata, magari questo Kalisi nemmeno esiste. Possibile che gli Urthadar mi abbiano trovato? No, ho sempre coperto ogni mia traccia, ho ucciso, se necessario, è inimmaginabile che siano riusciti ad individuarmi. E poi perché trascinarmi fino a qui? Mandare un assassino sarebbe stata una soluzione più veloce, più... pulita.
    Continuo a vagare nel bosco, guardandomi intorno... fino a quando, come per magia, vedo comparire delle tende poco distanti dalla mia posizione. Ma... che diavoleria è mai questa? Assottiglio l'occhio, cercando di mettere a fuoco: sembrano comparse dal nulla, posso giurare che prima non fossero lì! Dev'essere una specie di magia protettiva, probabilmente una conoscenza ormai perduta, in anni di viaggi non ho mai sentito nulla di simile.
    Bene... allora vi è della verità, in questa storia.


    Le gambe mi si bloccano per qualche istante.
    Sono ancora in tempo. Sono ancora in tempo per girare i tacchi, per voltare le spalle a tutto ciò e tornarmene nelle terre di confine, continuando a vagare tra un’osteria e un’altra, di paese in paese… Ma a che pro? Che senso avrebbe continuare a vivere così, come un cane randagio che sa solo mordersi la coda? Solo gli Dei sanno cosa ho provato entrando di nuovo in questo maledetto inferno e rivedendo il terreno su cui ho versato il mio sangue, mentre fuggivo dalle guardie dei miei genitori. Sono stato nelle loro terre, non potevo fare altrimenti, ci avrei messo settimane a raggiungere il Lacrima Mundi se avessi deviato la strada: ma non ho osato informarmi, non ho osato chiedere a nessuno chi fosse al potere, chi sedesse sul Trono Aureo; sapevo che se lo avessi scoperto non ci avrei pensato due volte prima di cambiare idea e tornarmene indietro.
    Ma ora... sono pensieri vani, questi, perché la rinuncia non è più un’opzione plausibile.


    Ho cercato informazioni, invece, riguardo a questo Drako Kalisi. Fortunatamente le cameriere hanno sempre la bocca larga. Un Dragone, Primo Cavaliere del Re, che è stato accusato dal Raeghar di turno di complottare ai danni del regno. Un’accusa non del tutto infondata, credo, se ora mi trovo qui. Devo parlarci prima di prendere una decisione definitiva, devo assicurarmi che abbia a cuore gli stessi miei ideali e che condividiamo lo stesso obiettivo: distruggere questo sistema corrotto, e ricostruire Dohaeris dalle sue ceneri, per evitare che altri subiscano il mio stesso destino.
    Comunque, non sono uno stolto: so che se rifiuterò di combattere per lui, il mio prossimo giaciglio sarà una fredda tomba nella terra. Ormai sono a conoscenza di questo luogo, e potrei condurre qui i suoi nemici.
    Sì, ormai è fatta: o la guerra, o la morte.
    E va benissimo. Mi sono limitato a sopravvivere per ventisei anni, e non mi sono mai sentito più vivo di così.


    Inizio ad avvicinarmi lentamente all’accampamento, prestando attenzione a non schiacciare coi piedi troppi rametti secchi: con l’esperienza ho imparato che il silenzio è il mio miglior alleato. Penso che Kalisi mi stia aspettando, ormai è passato un po’ di tempo da quando ci siamo scambiati quelle missive, quindi non credo che sarò attaccato a vista. Ma non si è mai troppo sicuri: sono pronto ad evocare il mio pugnale, nel caso la situazione lo richieda.
    Mi trovo ormai a pochi metri, e riesco a distinguere chiaramente la sagoma di un Glados. Ci siamo, non ho più dubbi: il posto è questo. Alla mia sinistra vi è un lago, mentre a destra e davanti a me vedo solo tende e alberi. Quanti saranno, questi reietti? Un piccolo esercito? Oppure un gruppetto di stanchi sognatori? Mi sembra di contare… una decina di tende, forse di più. La vista però potrebbe ingannarmi, d’altronde che posso pretendere, con un occhio solo e le fioche luci dell'alba…

    O la va, o la spacca: esco dal mio nascondiglio tra gli alberi e mi incammino verso il Glados. Qui vedo una ragazza coi capelli grigi, pare che stia aspettando qualcuno... Mi avvicino a lei in modo estremamente tranquillo, non voglio spaventarla né farmi attaccare. Dovrebbe capire che vengo in pace: sono riuscito ad attraversare qualunque barriera protegga questo posto e sono solo, non mi sognerei mai di attaccare un intero accampamento.


    <<Sto cercando Drako Kalisi>>, le dico con la mia solita voce rauca, scrutandola col mio occhio buono. I convenevoli li ho lasciati a Dohaeris insieme al mio sangue, fuori dal confine l'unica ricompensa che ottieni con la gentilezza è un occhio in meno.

    So che i capelli di Elen non sono quelli, chiedo venia... Dalle prossime foto saranno quelli giusti!
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  6. #726
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti


    Raggiungo piano la riva e lentamente mi accorgo che il riflesso dello specchio d’acqua ha sfumato in tonalità rosee, sta giungendo l’alba… ancora un nuovo giorno di questa guerra che pare non avere fine, eppure sono trascorse meno di due settimane da quando Lantis mi rinchiuse nelle prigioni, riesco ancora a ricordarmi l’odore intenso di umido ed il rumore costante del gocciolare nell’angolo destro della mia cella. Cerco di afferrare i vestiti senza mostrare troppo delle mie nudità,mi volto con la schiena verso Larieth, almeno compro la parte anteriore, infilo la lunga casacca ed esco dall’acqua, il tessuto che super l'inguine si è bagnato in parte, ma si asciugherà presto.
    << Sto bene davvero, sono solo molto spaventata e preoccupata per te, vorrei fare qualcosa per aiutarti ma non so cosa, mi sento inutile e impotente>>
    Mentre mi chino per afferrare i pantaloni, la osservo e le rivolgo un sorriso sincero ed ancora in silenzio continuo il resto della vestizione dietro ad un cespuglio di ortensie. “Sto bene, il malanno sembra improvvisamente scomparso, sai? Non lo dico per tranquillizzarti, è come se ora mi sentissi meglio di prima, più forte di prima” Ho affrontato cose ben peggiori di un malanno, lo sa bene, non c’è bisogno che io lo ripeta, anche se mi fa piacere il suo interessamento, ma non deve preoccuparsi troppo, il titolo di Dragone è anche sinonimo di forza, una forza che mi appartiene ancora a differenza dello stesso titolo. Con la coda dell’occhio vedo Elen dirigersi verso il Glados, ha l’espressione corrucciata, sarà in pensiero per Elwing e Niniel, mi preoccupa questo ritardo, la battaglia sarà stata più dura del previsto, non ho un buon presentimento. La ragazza inizia ad intonare un canto, è una melodia che mi fa un effetto tranquillante, la sua voce è melodiosa, mentre alterno lo sguardo tra lei ed il Glados, mi avvicino a Larieth e le metto una mano sulla spalla “Andiamo ad attenderle, probabilmente avranno bisogno di cure immediate” Non ho neanche il tempo di dirlo, che una luce proveniente dal portale preannuncia l’arrivo di qualcuno, ma ciò che osservo mi mozza il fiato: è Niniel a varcare il Glados, è ricoperta di sangue, mentre tra le braccia sorregge la sua compagna, apparentemente priva di sensi, in un primo momento penso che la mia vista mi stia giocando un tiro mancino, quel corpo inerme è senza testa. Mi strofino gli occhi con le nocche delle dita, la vista si appanna, ma immediatamente l’immagine torna nitida, avevo visto bene… Elwing…
    Niniel sembra quasi in trans mentre avanza diretta verso le tende, pare che non ci abbia neanche visti, deve aver subito un forte trauma, le corro incontro e la ritrovo mentre esce dalla tenda che, ormai, apparteneva ad Elwing.
    Siamo tornate. Franthalia appartiene ai Reali".
    Mi parla atona, quasi con lo sguardo perso nel vuoto, una freddezza che raggela, le guardo le braccia sporche di sangue, l’armatura ormai imbrattata ed il viso anch’esso bagnato dal liquido rosso, non voglio essere freddo anche io, ma… ho vissuto decine e decine di volte questa stessa scena: trasportare il cadavere di un proprio amico, sopravvivere ad egli e provare tutto il dolore che una barbarie del genere ne consegue. Non le rispondo, so che qualsiasi mia parola sarà persa come un eco nella sua mente, già affollata da mille pensieri ed angosce, mi limito a cercare il suo sguardo, ma si volta ed entra nella propria tenda. Decido allora di visionare da vicino il corpo di Elwing, varco la soglia della tenda e me la chiudo alle spalle, non voglio urtare la sensibilità di qualcuno e neanche fornire ad altri spunti per le loro fantasie malsane o una ironia fuori luogo. Il pagliericcio si ricopre del liquido color cremisi, che resto ad osservare in silenzio, un silenzio atto a portare rispetto ad una guerriera che ha perso la vita per la propria causa, spero si sia ricongiunta ai propri cari nell’Elisio, ha abbandonato questo inferno in terra in maniera violenta, ora avrà la pace e non soffrirà mai più. Socchiudo gli occhi e rivolgo una preghiera a Saraswaty, Elwing era un elfa, ma la somma dea le indicherà la via per i campi eterni della luce e l’affiderà tra le braccia degli dei Siamesi. “Si vis pacem… para bellum, combatteremo anche per te ed il tuo popolo”



    *lascio ad Elen le presentazioni con Jarak :'D

  7. #727
    sim dio L'avatar di albakiara
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Elen Nárë Vanya






    <<Sto cercando Drako Kalisi>> una voce roca mi sveglia di soprassalto, si è già fatta l'alba e io devo essermi appisolata nell'attesa delle guerriere.



    Una figura imponente mi si para davanti, capelli rossi e una benda sull'occhio, istintivamente evoco la mia spada e quando la sento prendere consistenza nelle mie mani mi alzo in piedi assumendo una posizione di difesa.


    <<Chi siete? Come conoscete questo posto?>> chiedo cercando di mostrarmi sicura <<Scusate la mia diffidenza, ma siamo in tempi di guerra.>>
    Chi sarà? Che cosa vorrà? Il suo arrivo al posto delle nostre guerriere mi ha spiazzata, ma devo cercare di non darlo a vedere.
    Mi volto verso il lago in cerca di Drako, ma non lo vedo più quindi potrebbe essere già andato nella sua tenda.
    <<Drako è a conoscenza del vostro arrivo?>> gli chiedo dubbiosa.


    Ascolterò le sue risposte per capire se accompagnarlo alle tende o se chiamare gli altri.

    Aiwë Nárë: Evocazione arma in forma passiva
    Ultima modifica di albakiara; 14th May 2015 alle 14:30

  8. #728
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Jarak

    A quanto pare, ho disturbato il riposo della giovane. Mi squadra per qualche istante e poi la vedo scattare ed evocare una spada, normalissima, per poi assumere una posizione difensiva.


    Osservo meglio i tratti del suo viso: mi sembra poco più di una bambina, da lontano sarebbe anche potuta passare per un'adulta, ma ora è chiaro che mi trovo davanti a un'adolescente. <<Chi siete? Come conoscete questo posto?>>, mi chiede, però, con un tono che ostenta sicurezza. <<Scusate la mia diffidenza, ma siamo in tempi di guerra>>. Mi parla con rispetto... Quand'è stata l'ultima volta che qualcuno si è riferito a me in questo modo? Diamine, non riesco nemmeno a ricordarlo.


    Non ho tempo di ragionare con una ragazzina. Devo trovare Kalisi. Tenendo i miei occhi fissi nei suoi mi concentro e visualizzo il mio corpo dividersi, molecola per molecola, arterie, vene, carne e sangue attraversano le normali barriere dello spazio e si precipitano alle sue spalle, di fianco all'albero su cui stava dormendo fino a pochi istanti fa.

    Alterazione ed illusione: Allievo - Teletrasporto del proprio corpo
    Nel raggio di 2 metri

    Mi trovo ora dietro di lei, con l'addome rivolto verso la sua schiena. Abbasso il viso e lo avvicino al suo orecchio sinistro. <<Sto cercando Drako Kalisi>>, ripeto, con lo stesso identico tono di prima. <<Che mi ha rivelato come accedere a questo luogo altrimenti inaccessibile>>.


    Mi allontano poi dalla giovane di circa un metro, in modo da non metterla troppo a disagio e per evitare un possibile fendente della sua spada. Non la voglio spaventare, eventualmente mi scuserò, ma dopo giorni di viaggio in queste terre a me ostili la mia pazienza ha raggiunto un limite, e non mi va di giocare a nascondino con questo Kalisi.

    Our wills and fates do so contrary run

  9. #729
    sim dio L'avatar di albakiara
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Elen Nárë Vanya

    L'uomo tiene l'occhio fisso su di me, serio. Ha il volto segnato dalle rughe, la barba incolta e i capelli arruffati trattenuti da una bandana, dal suo aspetto stanco e trasandato deve aver viaggiato molto prima di raggiungere questa radura.





    Lo osservo in attesa di risposte, quando lo vedo letteralmente dissolversi davanti ai miei occhi. Dov'è andato? vorrà attaccarmi a sorpresa? Stringo la mia spada, come se sentirla salda tra le mani servisse ad infondermi coraggio, quando sento la sua presenza alle mie spalle.


    <<Sto cercando Drako Kalisi>> mi ripete con voce rauca parlandomi nell'orecchio sinistro <<Che mi ha rivelato come accedere a questo luogo altrimenti inaccessibile>>.


    Resto qualche istante immobile, trattenendo il respiro, poi quando non sento più il suo alito sul mio collo mi volto lentamente verso di lui. Non voglio che reagisca ad un mio movimento brusco.
    <<Seguitemi, Drako dovrebbe essere nella sua tenda.>> non so se ha detto il vero, ma nessuno conosce questo posto e se avesse voluto farmi del male avrebbe potuto cogliere l'occasione prima.


    Gli indico con la mano la direzione delle tende per farlo passare avanti a me, poi abbasso l'arma in modo da sembrare meno ostile.
    <<Sembrate stanco, se volete vi preparo qualcosa da mangiare... Avete viaggiato molto?>> gli chiedo cercando di scoprire qualcosa su di lui anche se mi sembra un uomo di poche parole.
    Se deciderà di venire con me lo scorterò fino alle tende, in ogni caso rimarrò pronta a difendermi con la spada.
    Ultima modifica di albakiara; 14th May 2015 alle 14:35

  10. #730
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

    Jarak

    Fortunatamente la ragazzina capisce che non sono una minaccia, né per lei, né per l'accampamento.


    Noto comunque che valuta bene ogni suo movimento, non è una stupida, d'altronde nemmeno io sarei a mio agio con uno sconosciuto che è appena piombato dal nulla. Se poi lo sconosciuto ha... beh, il mio aspetto, direi che posso giustificare la sua insicurezza.


    <<Seguitemi, Drako dovrebbe essere nella sua tenda.>>. Ottimo. Mi aspetto che si incammini, ma invece alza una mano e mi esorta a precederla, abbassando la sua arma per farmi capire che non ha intenzione di attaccarmi... se mi comporto bene. Va bene, ragazzina, posso tollerare queste condizioni.
    Mentre ci dirigiamo verso il centro del campo, la giovane mi chiede se ho viaggiato molto e mi offre un pasto. Mi blocco per qualche istante, per poi riprendere immediatamente a camminare: gentilezza... dovrò rifarci l'abitudine. L'unica gentilezza che ho conosciuto, negli ultimi anni, l'ho dovuta pagare a peso d'oro.


    <<No>>, le rispondo, senza però distogliere lo sguardo dalle varie tende a cui siamo giunti. Alla fine, ci avevo visto giusto: vi sono una decina di tende, alcune più grandi delle altre, adibite probabilmente a luoghi comuni. Quelle piccole, invece, saranno i giacigli di ogni guerriero. Se ogni tenda ospita una sola persona, i reietti dovrebbero essere... sette o otto, non di più. Se invece dormono insieme, il numero potrebbe raddoppiare o addirittura triplicare.


    <<Ho viaggiato molto, vengo da oltre il confine>>. Già non amo parlare, ma in questo momento non riesco proprio a concentrarmi sulla conversazione... finiamo questa storia, e alla svelta. Osservo quindi la ragazza dai capelli grigi, con le braccia incrociate, in attesa che mi indichi la tenda di Kalisi.

    Our wills and fates do so contrary run

 

 

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