Discussione: [Deus ex Machina GDR] Quest Reietti

DAHMER GRAY

Niente fatina nei dintorni, la mia buona volontà è stata sprecata. Ma Larieth tornerà, questa pagliacciata la dovremo fare qui e tutti penso saranno presenti, quindi meglio continuare con il copione. Drako ci chiede di raccattare delle foglie, non penso ce ne sia il bisogno, lui è un dragone e il corpo di Elwing è letame infiammabile ormai.





Ma obbedisco da bravo soldatino, dovrò escogitare delle belle parole da dire a Larieth e... anche alla falena. Mostrarmi così come sono non è stata un'idea intelligente, quella stupida non la sa proprio reggere la verità. Devo mostrarmi compassionevole... spero di ricordarmi come si fa, l'ultima volta è stata con Ripper... no, anche lì non ho avuto scelta e ho dovuto soffocare la mia pietà.



Come posso fingere compassione quando mi è sempre stato insegnato che è un segno di debolezza? Quando il mondo, appena mostri la tua debolezza, ti scuoia manco fossi un trofeo di caccia? Non li capirò mai, probabilmente, i tizi come Drako, come Elen, come Niniel. Porgo le foglie che ho raccolto, sono secche dovrebbero bruciare bene. Mi verrebbe da chiedere a Drako dove sta il pezzo forte della serata, ovvero il cadavere da bruciare, ma evito, non mi sono ancora allenato a sufficienza per avere il tatto che mi si richiede.



"Ecco qui, sono quelle che sono riuscito a trovare. Le altre erano ancora bagnate per l'altro giorno che ha piovuto" gli dico rendendomi disponibile per altri ordini.



Su piccola, so che stai per giungere!

Jarak

Elen mi parla del suo popolo e di come si sentirebbe a disagio in mezzo agli Elfi, persone che credeva un tempo la sua famiglia e che ora hanno smesso di esserlo.

Mi dice che se si trova qui è perché Kalisi l'ha salvata: quell'uomo sembra davvero un santo, un martire puro di cuore che si oppone alla tirannia dei potenti. Eppure... ogni uomo ha le sue ombre. Tutti nascondiamo degli scheletri nell'armadio. Spero che i suoi non siano troppo ingombranti.

<<Ho dei buoni motivi>>, comincio a dire, per rispondere alla sua domanda. Ma le altre parole mi muoiono in gola: non voglio e non posso rivelare ancora la mia vera identità, perciò sono costretto a omettere ogni dettaglio sul mio passato e sui motivi che mi spingono a combattere.

Fortunatamente, Larieth fa la sua comparsa e ci avvisa che la caduta sta per essere onorata con la pira funebre. In particolare ci tiene a sapere se parteciperò alla cerimonia. <<Sì>>, sussurro, perché anche se non ho mai conosciuto la donna ora faccio parte di questa squadra. Abbandono poi la tenda e mi dirigo verso il campo di addestramento.

Qui vi sono già quasi tutti i reietti. Mi posiziono quindi sotto un albero poco lontano dalla pira, appoggiando la schiena al tronco e incrociando le braccia, abbastanza vicino da sentire ogni discorso commemorativo ma comunque in disparte rispetto al gruppo principale. Voglio partecipare, ma non voglio nemmeno intromettermi nel loro lutto. Tanto sono abituato ad essere un'ombra.

Elen Nárë Vanya

<<Ho dei buoni motivi>> Jarak inizia a raccontarmi il motivo per cui si è unito a noi.

Resto in ascolto, ma Larieth entra nella tenda, scusandosi per il disturbo, e ci avvisa che i preparativi per il funerale sono quasi finiti <<Elen per favore mi potresti curare la mano? Ti prometto che cercherò di tenermi fuori dai guai, almeno fino a domani mattina>>

<<Ahahahah! Guarda che ti prendo in parola, ma la notte è ancora lunga! - rido per poi tornare cupa - Ci aspetta una serata "intensa", spero che quelle teste calde sappiano comportarsi a modo, soprattutto con Niniel...>>

Le prendo la mano e le infondo le mie cure, per fortuna la bruciatura dell'acido è lieve e non necessito di troppa magia.

Jarak lascia l'infermeria, presumo per raggiungere gli altri per la veglia funebre <<Raggiungiamo anche noi gli altri?>>.

Rigenerazione: rigenera ferite profonde non mortali, ossa rotte, danni medi da elemento.

Drako Kalisi

La pira è ormai sistemata, giusto in tempo per l'arrivo di Niniel: la vedo avanzare da lontano, sorregge il corpo di Elwing tra le proprie braccia ed un telo a coprirle la zona al di sopra del collo. Ha lo sguardo triste, vuoto, uno sguardo che pare quasi privato di una parte della propria anima, succede così, mi è capitato così tante volte che dovrei sentirmi totalmente svuotato, eppure... eppure ho imparato a trarre forza da questi eventi infausti, ho iniziato a pensare che gli amici, i quali perdevano la vita in campo da eroi, mi donavano parte della loro energia, diventano parte di me e là sarebbero rimasti per sempre, infuocando il mio animo, rafforzando corpo e mente. La ragazza avanza mesta, fino a giungere alla pira, dove poggia il corpo con delicatezza, come se l'amica stesse dormendo e non volesse svegliarla, con dolcezza dei movimenti ed attenzione nell'adagiarla al meglio. Mi avvicino in silenzio, come se anche io non volessi turbare il sonno di Elwing, poggio la mano sulla spalla di Niniel in modo deciso, voglio trasmetterle forza e coraggio "E' tempo di dirle addio". Sollevo un pezzo di legno dal cumulo e concentro la mia energia nella mano, avverto il fuoco che si libera ed incendia il braccio dall'interno, fino a liberare una fiamma dal palmo: il pezzo di legno arde ed illumina i nostri visi, in una notte velata e senza stelle. Porgo la torcia improvvisata alla ragazza e la guardo negli occhi "Quando te la senti". La lascio ai suoi pensieri, agli ultimi istanti che scorrono nella mente, con la consapevolezza dell'ultimo addio, la sua anima è pronta per ricongiungersi agli Dei del tutto, ai creatori di ogni cosa. Faccio un paio di passi indietro e richiamo a me le mie armi, le mie kopesh, le stringo saldamente tra i palmi, prima di inginocchiarmi a terra e poggiarle al suolo. Chino il capo e rivolgo la mia preghiera a Saraswaty, affinchè la Luna indichi il cammino ad Elwing e venga accolta dai Siamesi nei giardini eterni.

Kopesh - armi in forma dormiente

Tempestadi fuoco – L'incantatore genera una colonna di fuoco manovrabile nell'area di 10 metri, alta al massimo tre metri e larga due, dove l’incantatore non ne è il fulcro, ma nelle sue immediate vicinanze, provoca ustioni di terzo/quarto grado - piccola sfera

* azioni di Niniel concordate

Larieth Slagant

Elen mi prende la mano con gentilezza, sento il calore della sua magia risanare ogni bruciatura.
<<Raggiungiamo anche noi gli altri?>> mi chiede la ragazza dopo avermi completamente guarita.

<<Certo andiamo, Niniel ha bisogno di tutto il supporto possibile>>.
Esco dalla tenda di corsa, non vorrei che cominciassero senza di me. Arrivata al capo d'addestramento noto che gli altri sono già tutti la, manca solo la donna mascherata.

In quello stesso momento, vedo giungere Niniel con Elwing tra le braccia, avanza lenta con lo sguardo vuoto, si avvicina alla pira e appoggia il corpo della sua amica con gentilezza.

Drako le si avvicina e le appoggia una mano sulla spalla per darle forza, anche io vado a posizionarmi vicino a lei, dall'altro lato rispetto a Drako, senza dire una parola, voglio farle capire che le sono vicina, che non è sola, le parole che le ho rivolto prima in tenda, erano sincere.

Con il suo potere Drako incendia un pezzo di legno e lo porge a Niniel <<Quando te la senti>>.
Io resto immobile con il capo chino attendendo la mossa della ragazza.
Mi chiedo se riuscirò mai ad abituarmi a tutto questo, perchè di sicuro lei non sarà l'ultima vittima di questa guerra.

Elen Nárë Vanya

Larieth esce di corsa dalla tenda <<Aspettami!>>

Faccio anch'io qualche passo correndo, ma l'uso così intenso della magia mi ha provata troppo, quindi rallento per riprendere fiato.

Arrivata al campo vedo tutti riuniti intorno alla pira dove è adagiato il corpo di Elwing, Niniel tiene in mano un rametto infuocato e Drako prega inginocchiato a terra.

Mi avvicino alla mia amica e assumo la sua posizione, a capo chino in segno di preghiera.

Ho assistito a pochi funerali ed ero troppo piccola per capirne il vero significato, la vita dei Telpë è molto lunga e le morti accidentali erano poco frequenti, almeno prima della guerra. Chissà cosa stanno facendo ora, avranno recuperato i corpi di Mel e degli altri? Anche loro hanno bisogno di una sepoltura...
Allungo la mano verso quella di Larieth e cerco il suo contatto, ho bisogno di lei in questo momento, poi mi affido alla mia forza interiore e mi lascio avvolgere dalla sua luce (l'aura è estesa anche nelle dirette vicinanze).

Aura di luce. Esperto – Si avverte un profondo stato di rilassatezza e ci si sente propensi positivamente verso lui.

E' arrivato il momento, Amica Mia.
Separarmi da te... non hai idea di quanto tutto ciò mi faccia soffrire.
La consapevolezza che non potrò mai più rivederti, che non potremo mai più ridere e scherzare insieme, che non potrò mai più udire il suono melodioso della tua voce o della tua risata... Fa male. Tremendamente male.
Mi avvicino lentamente al pagliericcio e la sollevo con dolcezza e fermezza, non prima di coprirle la zona all'altezza del collo con un telo.



Non voglio capitino di nuovo scene come quella di stamattina.
Il contatto con il suo corpo gelido e privo di vita, mi procura un brivido lungo la schiena.

-Questo sarà il nostro ultimo abbraccio- rifletto tristemente.

Vorrei dar libero sfogo al mio dolore, ma questo non è il momento: ora devo solo occuparmi di te.
Solo questo conta. Onorare la tua perdita e permettere alla tua anima di riposare in pace.
Esco dalla tenda e mi avvio mesta verso l'accampamento.



E' come se tutto intorno a me fosse ovattato: riesco a stento a percepire ciò che accade intorno a me.
Quando arrivo all'accampamento noto, tuttavia, che la pira è pronta e che quasi tutti sono presenti.





La depongo delicatamente sulla pira.

-Dormi... dormi amica mia. Riposa in pace...-

I miei pensieri vengono interrotti dal contatto di Drako che, dopo aver poggiato la mano sulla mia spalla, mi pone una torcia. Mi dice che è tempo di dirle addio e di procedere quando me la sento.
Un addio. Non avrei mai creduto che sarebbe arrivato questo giorno.
Sono consapevole che siamo in guerra e che ognuno di noi può perire sul campo di battaglia, ma non avrei mai creduto che sarebbe toccato a lei. Che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei dovuto rassegnarmi all'idea di dovermi separare dall'unica persona a cui ho mai voluto bene. Che ho amato come una sorella.
Stringo per l'ultima volta la sua mano. Non... io non... ce la faccio...

"Niniel...amica mia..."

Cosa? Ma che... che cosa succede? E' la sua voce! Questa è la sua voce!
Rivolgo istintivamente lo sguardo al suo corpo, ma... niente è cambiato.
Com'è possibile?
Sollevo lentamente lo sguardo e... lei... è... è lei...
Mentre ascolto le sue parole, avverto un oceano di emozioni investirmi completamente: posso percepire chiaramente la sua serenità, la pace che ora alberga nel suo animo, l'affetto profondo che nutre per me, la preoccupazione ed il dispiacere per la sua famiglia.
Quanto vorrei abbracciarti, Amica mia. Una volta... solo un'ultima volta... eppure... so che è impossibile.
Vorrei che questo momento non finisse mai. Vorrei poter restare con te, noi due da sole, e dirti tante cose.
Sei venuta qui per me. Non so come, non mi interessa, so solo che, ancora una volta, hai voluto proteggermi.
Proteggermi dal dolore per la tua perdita ed aiutarmi ad affrontare il nostro allontanamento.
Una forza nuova si impossessa del mio cuore, del mio corpo, della mia anima.
Lotterò per te, Elwing. Per te.

"La tua morte non sarà vana, Amica mia, te lo giuro" sussurro con le lacrime agli occhi.

Un sorriso. Un dolcissimo sorriso compare sul suo volto.
Ti ricorderò così, Amica mia. Sempre così.
Anche se ora saremo lontane, non passerà giorno in cui il mio cuore non soffrirà per la tua perdita ed il tuo ricordo non si presenterà alla mia mente.
Gli occhi fissi nei suoi, incatenati in un legame che non si spezzerà mai.
Un ultimo sorriso per poi svanire del tutto.

-Ti voglio bene, Amica mia e te ne vorrò sempre-

"Nemmeno la morte potrà mai separarci. Nemmeno la morte..." sussurro debolmente, mentre la pira viene avvolta dalle fiamme.




Perdonatemi se Niniel ha gli stessi vestiti, ma ho avuto qualche problemino col CAS. =.="

DAHMER GRAY

Non ho mai avuto una fede salda negli altri dei, o comunque in una vita ultraterrena. Solo Raiden e il suo sadismo, solo la terra in cui il nostro corpo diviene pasto per i vermi.







Il resto sono sciocchezze per i maghi, favolette per elfi. Eppure, nel vedere la figura iridescente di Elwing, le parole si seccano in gola e ammetto di non riuscire a staccare gli occhi da questa visione. Cosa potrei dire, d'altronde? "Oh cazzo, un fantasma?". Sono incredulo, nonostante la magia sia sotto i miei occhi da sempre... questo è qualcosa che supera i nostri poteri... è ciò che c'è oltre la morte, oltre il confine delle nostre esistenze, dei nostri respiri. Carne e sangue... no, non siamo solo carne e sangue. Anima. Spesso mi è stata rivolta questa parola... "Hai venduto l'anima a Raiden!"... "Sei un mostro senz'anima!"... "Prego Saraswaty che un giorno la tua anima torni innocente"... sì, mio padre Caligus spesso mi ha detto questa frase. Lo è mai stata? L'avrò davvero un'anima? I lineamenti dell'elfa sono evanescenti, come avvolti da una luce che la rende trasparente, ma ben visibile. Parla con Niniel, che stringe la torcia infuocata pronta per usarla sulla pira. Tanto forte era il loro legame? Poi, sorprendentemente, si rivolge anche a noi. Osservo bene i dettagli del fantasma, perchè questo mi sembra... uno spettro di quelle fiabe per mocciosi. Pare come fosse viva, in mezzo a noi, solo che è sfocata, impalpabile. Un vero peccato questo, soprattutto che non potrò toccare nemmeno più il suo corpo. Vorrei porgerle molte domande, sul dolore che si prova a morire, se tutto diventa buio all'improvviso, se ha visto l'hammer di mio cugino arrivare, se ha avuto il tempo di provare paura. Se ha avuto il lasso di minuti o secondi di realizzare le cose che lascia in sospeso, i rimpianti che ha seminato, i rimorsi lasciati aperti. Vorrei chiederle se è morta vergine, tanto non può mica schiaffeggiarmi. Ma sono bloccato, esterrefatto. Ci parla di come le nostre vite siano preziose, di come ne siamo degni... povera sciocca, resti tale pure da morta. Io non sono degno della vita, sono solo un emissario di morte e sofferenza, e altri qui al campo non sono da meno. Non tutti sono degni di vivere, ma vivono. Questo il gioco del grande Raiden. Chissà se lo ha visto... chissà se in quell'istante vediamo tutti gli dei, pure quelli che non sono della nostra razza. Io lo spero, Saraswaty deve essere una gran gnocca. Svanisce dinanzi a noi così come è apparsa e resto sbigottito per qualche altro istante. Forse ho sognato tutto, forse dentro la cena hanno messo dei funghetti allucinogeni. Vedo, però, Niniel e... no, è stato tutto reale. La pira prende fuoco, mi incanto a vedere le fiamme alte che illuminano la notte, che scintillano sui nostri volti. Le ombre si distorcono e la sensazione che una presenza stia ascendendo il cielo si fa più viva. Mi avvicino a Niniel, forse non è l'occasione giusta, ma chi se ne frega. "Mi spiace per il pugno... e mi spiace per il dolore che provi per la tua amica. La vendicheremo" le mormoro deciso e serio. Vendetta... l'unica che sento ardere dentro di me è contro Vicent e i Dreth... continua a non sbatteremene nulla di Elwing e dei sentimenti di Niniel ma indubbiamente dovevo chiudere a mio favore questa situazione di stallo.





Anche perchè l'ho fatto davanti a Larieth... non scordo mica la scommessa. Forse mi prendo solo in giro, forse sono davvero triste, forse il ricordo di Ripper si sta facendo strada e provo quella strana cosa... la compassione... o forse niente, come il niente che ho dentro. Ne sono certo: se proprio ho un'anima, penso che sia morta pure lei, come tutto quello che c'è dentro di me.

Larieth Slagant

Sono immobile vicino a Niniel quando anche Elen si avvicina a me, allunga la mano per prendere la mia e io gliela stringo per darle forza.
All’ improvviso una voce conosciuta mi fa alzare la testa.

No, non è possibile, sicuramente sto sognando, mi stropiccio gli occhi, ma la figura di Elwing è ancora qui davanti a noi, sposto lo sguardo sulla pira, il suo corpo senza vita giace ancora lì immobile.
<<Lo vedete anche voi? Non è un’ allucinazione vero?>> chiedo con voce bassa e tremante a nessuno in particolare.
Sono paralizzata, non riesco a muovere un muscolo, il mio sguardo incredulo è fisso sulla figura eterea apparsa davanti a noi.

La vecchia Ruth, fin da quando ero bambina, mi raccontava che gli spiriti dei guerrieri quando muoiono in battaglia vanno in un luogo chiamato Valhalla e da la su vegliano su di noi e ci proteggono, ma mai nella mia vita avrei pensato di vederne uno.
Certo io sono fermamente convinta nella loro presenza, ma un conto è credere nella loro esistenza e un altro è vederne uno con i propri occhi.

Dopo aver rivolto alcune parole, il fantasma di Elwing svanisce rapidamente così com’è arrivato.
Niniel sembra rincuorata alla vista dell’amica e finalmente prende coraggio e si avvicina alla pira per appiccare il fuoco.

Resto incantata a osservare il rosso delle fiamme vive che illuminano la notte.