Drako risponde alla mia domanda usando poche parole. Non lo conosco abbastanza da poter affermare con assoluta certezza che qualcosa non va... eppure... eppure sento che è così.
E' successo qualcosa... glielo leggo negli occhi.
Quasi non noto la presenza di
Occhi di Falco che si siede al mio fianco, ma un colpetto al piede mi desta dai miei pensieri...
"
Se hai fatto amicizia con quella, tienimela lontana, non ho ancora il gusto dell’orrido"
"
Amicizia con chi? Con Maschera di Ferro? Io? No, guarda... ti sbagli. Cerco di non fare amicizia con chi si diverte a giocare con l'acido col solo scopo di ferire i propri compagni, senza apparente motivo. Quella sta fuori, te lo dico io... e di brutto anche..." proferisco queste parole a bassa voce, con lo scopo di farle sentire solo al mio interlocutore.
Drako mi pare fin troppo pensieroso e non ho voglia di creare inutili discussioni ora.
Vorrei ringraziare
Occhi di Falco come si deve, ma quando mi volto verso di lui... le parole mi muoiono in gola. Perché? Perché devo essere così, dannazione?
Forse più tardi... al termine di questa riunione. Sì... posso farcela.
Intanto noto che
Larieth,
Jarak ed
Elen ci hanno raggiunto al tavolo.
Rivolgo uno sguardo fugace alla
giovane: chissà se avrà voglia di parlarmi più tardi.
Forse dovrei essere io a cercarla? Magari con la scusa di un allenamento...
Ma sì, se farò trenta... tanto vale fare anche trentuno.
"
Gran... Gran Maestro?!"
E' proprio
lei a proferire parola. Sembra decisamente sorpresa. Ma con chi sta parlando?!
"
Sì, questa notte sono divenuto Gran Maestro dei Maghi, ciò vuol dire che la Dea Saraswaty ha richiamato a sé Re Rickard"
Cosa?! Quindi...
Drako è diventato Gran Maestro dei Maghi?! Ed
il Re è morto?!
Ecco perché mi sembrava così pensieroso e turbato. Lo sapevo che c'era sotto qualcosa, ma mai e poi mai avrei immaginato tutto questo.
Non ho mai conosciuto
il Re, del resto... come avrebbe potuto una come me conoscere
il Re, ma è sempre stato descritto come un uomo buono, giusto e leale verso il suo popolo.
Indubbiamente Dohaeris non ha perso solo
un Re magnanimo ed onesto, ma anche un grande uomo.
-
Sono sempre i migliori quelli che ci lasciano,no?- penso abbassando lo sguardo in segno di rispetto.
No, non per
il Re che non conoscevo nemmeno, ma per
Drako. Dev'essere molto doloroso per lui tutto questo... posso comprendere la sua sofferenza.
Prosegue il suo discorso...
"
Lantis salirà al trono, mi aspetto che da quel momento in poi, Dohaeris ricada sotto una tirannia, dimentichiamoci ogni cosa legata al regno costruito da Rickard, i reali diventeranno una minaccia assai più gravosa. Se avete parenti o amici avvisateli che è il momento giusto per allontanarsi, devono andarsene il più lontano possibile"
I genitori di Elwing! Non posso non pensare a loro! Devo assolutamente avvertirli anche di questo pericolo imminente, poi saranno loro a decidere della propria vita. Cercare di convincerli e proteggerli è mio dovere, ma non posso imporre loro nulla. Proprio nulla.
"
Dohaeris non avrà più nulla a che vedere con la terra ospitale che ci ricordiamo, ora più che mai, va rasa al suolo. Arriverà un nuovo rinforzo a breve, vi prego di accoglierlo con le giuste maniere"
Un nuovo alleato? Ti prego... fa che questo sia normale, fa che questo sia normale, fa che questo sia normale...
"
E’ stato un mio soldato molti anni fa, ha sangue Vanya che scorre nelle sue vene, proprio come te, Elen"
Oh, meno male. Dovrebbe essere normale almeno questo tipo, oltre ad essere un valido combattente. Bene, bene... son curiosa di conoscerlo.
"
Veramente? Un Vanya, come me?"
Giusto, un Vanya. La stirpe da cui discende
Elen. Non mi ero soffermata su questo dettaglio. C'è chi è ancora più curioso di me di conoscere il nuovo alleato, allora...
Vorrei rivolgere qualche domanda a
Drako in relazione a ciò che è successo stanotte.
Dov'è stato? Ha avuto modo di vedere il
Re? Ha parlato con
Lantis? Se sì, cosa si sono detti? Vorrei bombardarlo di domande, ma... questo non è il momento.
Ora devo rispettare il dolore che sta provando per la
sua perdita.
Decido, quindi, di rimanere in silenzio.