E' Notte
E' Notte
Gildas Demonar
Il mio schiaffo in faccia alla panterona va a buon fine. Vedo le fiamme avanzare sul suo bel faccino e intaccare profondamente i suoi occhi e… oh no! Le sue labbra bellissime vanno a fuoco. Oh dei, che disastro. Una così splendida opera d’arte rovinata. La donna urla, e le sue grida strazianti mi arrivano quasi come una melodia alle orecchie. Rido di gusto mentre striscio sul pavimento in marmo in direzione opposta alla sua. Ma è la sua reazione a lasciarmi senza parole, non sono abbastanza veloce e una pugnalata profonda mi raggiunge all’altezza dello stomaco scoperto. Urlo con forza in preda al dolore mentre le fitte si uniscono profonde a quelle della zona in basso pulsando insieme nella mia testa. Il sangue scivola via dal mio corpo schizzando in tutte le direzioni, fumando quando le gocce raggiungono il suo volto ancora in fiamme. L’odore del sangue bruciato raggiunge le mie narici assieme a quello fresco che sgorga dal mio corpo man mano che il coltello avanza. Non posso più sopportare tutto ciò. Richiamo a me, nuovamente, la mia arma sentendola riapparire particella dopo particella nella mia mano. Il sangue della principessa sulla lama è svanito e al suo posto imprimo il mio potere vedo le fiamme ruotare attorno alla lama divenuta finalmente rossa, rovente. Scatto in avanti e, mentre il suo coltello scende ancora di più lacerando i pantaloni e con essi la mia carne, conficcherò la mia spada all’interno del suo ventre. Spingerò urlando con tutta la rabbia e la forza che ho in corpo e non mi fermerò fin quando non vedrò la lama fuoriuscire rovente dalla sua schiena. Un’opera d’arte rovinata… non vale più nulla… «mi fate schifo Lady Feralys, non valete nemmeno l’abito che indossate!» le dirò se il colpo andrà a segno. Sento le mie braccia farsi sempre più pesanti e in un attimo mi abbandono al mio stesso peso ricadendo disteso per terra. Volto lo sguardo verso il volto deturpato della donna e rivolgendole un sorriso, voglio che il suo sangue mi coli sul volto, sarò pronto ad accoglierlo. Con un sorriso che si tingerà splendidamente del suo preziosissimo cremisi…
Chrysanta ---> Forma attiva
<<(...) Vi sto soltanto dicendo che siete stata imprudente nel mettere Taras in condizione di riportare determinate cose, indipendentemente dalla reazione di mio Fratello e da quanto sia effettivamente successo>>
Quando lady Esperin si rivolge a me in questo modo, comprendo che siamo ancora ai livelli elementari: insiste solo per avere ragione, che è il modo più veloce per morire se dall'altra parte l'interlocutore ha questo progetto.
<<Principessa Esperin:>> quando comincio così, qualsiasi sia il mio tono, la principessa sa bene che è l'ultima possibilità che le do per capire.
<<...quando Vi dico di tenere al sicuro le informazioni e non andare a divulgarle in giro, mi riferisco, credevo fosse ovvio, alle persone che tali informazioni non le hanno e non devono averle. Ho forse io detto qualcosa al Consigliere che non sapeva già? Vi sembra forse poco consono che la septa che ha in custodia la principessa chieda al Consigliere, uomo fidato del reggente in carica e persona più informata sui fatti, delucidazioni su ciò che succede intorno? Non ho detto nulla a Taras che già non sapesse, ne nessuno si è stupito che io fossi al corrente del veleno.>> bercio con sguardo intenditore.
<<L'unica cosa che è evidente è la poca fiducia che nutre Vostro Fratello nei Vostri confronti, credendo subito che siete stata Voi a venirmelo a raccontare.....ops, ma è la verità!>> ridacchio malefica.
<<Quando si domanda alle persone giuste, non c'è niente di sbagliato, e Taras era la persona giusta. Ma oh, se lei vuole soltanto spuntarla nella discussione, le dirò che alla veneranda età di cinquecento anni ho commesso un errore tanto scemo e per fortuna la principessa appena ventenne mi ha corretto dall'alto della sua esperienza.>>
Ghigno in sua direzione, alzando il mento verso l'alto come a deriderla:
<<Grazie infinite, principessa di Dohaeris!>>
Terminata la discussione, Lady Esperin mi lascia passare per potermi dirigere finalmente nella mia stanza: noto il suo sguardo al Glados prima che si incammini anche lei verso l'interno della torre Ovest.
Sta cominciando a farsi davvero tardi, ad occhio e croce a quest'ora io e lady Feralys eravamo già tornate da un pezzo...se fossero morti, mi dispiacerebbe....lo volevo quel fiore da Franthalia.
Aiden Urthadar
Finalmente trovo un punto in comune con Cassandra. Peccato che si tratti di una cosa che non intendo fare!
Concorda con me infatti quando le comunico, abbastanza chiaramente, che desidero uccidere io stesso la mia cara bastarda. "Chiunque emette la sentenza ha il dovere di eseguirla", a quanto pare è un detto delle sue parti... come se uccidere chi lo merita fosse un peso. Dei, il Nord è strano. <<Grazie per la comprensione>>, mi limito a dire, rivolgendole un timido sorriso.
Mi parla poi della guerra e di suo fratello, si dice scossa soprattutto dal fatto che Andreus si sia scagliato contro la nostra armatura senza nemmeno vacillare per qualche istante. Non nomina però un particolare importante: ha attaccato il sottoscritto, non la sorella. <<Hai ragione, Andreus pare davvero fedele alla causa di Targaryus. Ma, se ben ricordi, non ha attaccato te: ha scelto me come obiettivo. Chiamami ingenuo, ma penso che se c'è un modo per salvarlo, quello sia il legame che vi unisce. Per questo insisto, inviagli la lettera>>. Butto un occhio sul pezzo di carta che tiene in mano, e vi leggo due semplici parole: caro fratello. <<Forse, leggendola, si renderà conto dell'errore che ha commesso>>.
Commento poi la sua frase sull'amicizia. <<Anche io ti considero una cara amica, Cassandra. Ammetto che mi fido completamente solo di te, in questa Torre. E il pensiero che tu sia ora Primo mi scalda il cuore, perché finalmente so di poter contare su qualcuno anche nelle più alte sfere di comando>>. Per lei non sarà di certo una sorpresa, le ho già mostrato i dubbi che ho su Lantis.
Improvvisamente, un piccione che saltella sul davanzale della finestra attira la mia attenzione. Guardo Cassandra, incuriosito, e poi mi alzo e mi avvicino: vedo che vi è una piccola pergamena attaccata alla zampa.
Uh, vi è anche un piccolo fulmine... è un messaggio per me! Lo prendo e mi rendo immediatamente conto che è da parte del Boia... ecco il perché della Luna. Sopprimo in fretta il ghigno che mi spunta sulle labbra, sapevo che il bastardo si sarebbe reso utile. Mi volto poi verso la donna. <<Notizie da Castello del Tuono, purtroppo un Lord non va mai in vacanza>>. Piego il pezzo di carta e me lo infilo nella tasca dei pantaloni. Il discorso che ho fatto a Dahmer deve aver sortito un certo effetto, e il caro Boia sta tentando di avere salva la pellaccia in qualunque caso... finché si renderà utile, avrà la mia protezione. Ma farà bene a ricordarsi ciò che sussurra il popolo quando mi vede passare per le vie di Capo Tempesta: mai dare le spalle a un Urthadar. In tutti i sensi.
Our wills and fates do so contrary run
Prima di arrivare nella mia stanza, fermo Theon per ordinargli di portarmi un bacile d'acqua calda, dei sali e un paio di limoni.
Entro poggiando il libro che porto con me da quando sono tornata alla Torre sul sofà, riprenderò dopo il bagno il lavoro che stavo facendo.
Prendo uno a uno tutti gli energizzanti serali, stanno facendo un lavorone su questa decadente pellaccia!
Mentre sto riponendo i flaconi, arriva il servo con la bacinella, gli asciugami e il resto dell'occorrente, per cui dopo averlo mandato via posso finalmente concedermi un lungo bagno ristoratore dopo questa lunga giornata...
Da domani, se tornerà viva, comincerò a fare sul serio con lady Alinor, quella bestiola va ammansita...dovrò allentare il guinzaglio sulla principessa, non che mi fidi molto, ma posso sempre tenerla d'occhio. Se da quanto ho capito sono diventate amiche, stando con una non perderò troppo di vista l'altra e viceversa. Potrei addirittura puntare su questo...lady Waters ha un carattere che, se sfinato nei suoi difetti, può trasformarla in una pedina più che temibile qui alla Torre. Tutti tendono ad evitarla, confidando che il suo temperamento le scavi automaticamente la fossa, ma è qui che interverrò io...fortificherò la sua posizione, la poggerò col culo sul trono al momento opportuno pronta e temuta. Devo solo fare in modo che...ci si poggi con la testa attaccata al collo.
Terminato il bagno, chiamo altri servi perchè portino via tutto: rimasta sola, riprendo il libro tra le mani. Mi munisco anche di una piuma d'oca e una bottiglietta d'inchiostro...comincio così a cerchiare una lettera per pagina con tratto leggero, sto formando un codice che al momento opportuno mi sarà più che utile.
Passa un tempo indeterminato, quando posso dire di aver finito. Strappo la pagina con il titolo, ritagliandola ulteriormente con le mani intorno alla scritta.
Prendo un muffa che tengo conservata in un cassetto, la spalmo sul retro del pezzetto di carta che ormai è minuscolo, dopodiché lo passo velocemente sul fuoco della candela, per pochi secondi.
Questo farà diventare la muffa una colla a presa rapida che evitando di toccare poggerò sul retro del mio medaglione. Nessuno me lo tocca mai (e chi avrebbe il coraggio di farlo?), e per me potrebbe significare un giorno la salvezza.
Esco così dalla mia camera diretta in biblioteca, per riporre il libro al suo posto.
ADAMANTIA FERALYS
Eccolo quello sguardo, quello per cui vale la pena sporcarsi le mani di sangue! Gli occhi di sir Demonar sono gli occhi di un pazzo, ma persino nelle sue iridi si può leggere la paura e il terrore di non vedere la luce, mai più. Il pugnale affonda nella carne come se fosse burro, posso sentire i muscoli e i tendini recisi sciogliersi e liquefarsi in un lago di sangue. La faccia mi fa male, mi brucia, ma il fuoco è la mia forza, il mio potere, non può spegnere i miei occhi. Stringo i denti con rabbia, mentre faccio scivolare con forza il pugnale quasi fino all'inguine, potrei aprirlo in due e scoprire le sue ossa, i suoi organi vitali: oh si, mi piacerebbe molto!
"Non credere di essere invincibile, nemmeno quando ti senti la vittoria in pugno! Tieni i sensi all'erta fino a quando il tuo nemico ha un briciolo di respiro in corpo." Mio padre, Lord Azor Feralys. Anche quando non c'è è sempre qui nella mia testa e nelle mie orecchie, coi suoi consigli, le sue massime, i suoi insegnamenti.
Purtroppo il mio ego ha avuto la meglio e mi sovviene tardi che non dovrei gioire prima del tempo e che dovrei dimostrare freddezza e lucidità fino alla fine. Troppo, troppo tardi.
Come se mi fossi proiettata fuori dal mio corpo, vedo distintamente la lama di sir Demonar comparire tra le sue piccole e sudice mani e poi scomparire nuovamente dentro di me. Non colgo subito il significato di quello che vedo, la mente non collabora, i sensi sono tutti ovattati. Passa qualche decimo di secondo, ancora fuoco, questa volta è dentro di me, un liquido rosso scuro mi imbratta la veste, le mani toccano la lama bollente, lasciando andare Medea.
«mi fate schifo Lady Feralys, non valete nemmeno l’abito che indossate!» - urla il giullare di fronte a me, mentre crolla in ginocchio. Seguo il suo movimento con lo sguardo, incredula su quello che sta succedendo. Vedo il suo ghigno beffardo colorato di sangue, non distinguo se è mio o suo, in questo momento non mi importa.
Il mio corpo si rende conto con un attimo di ritardo di quello che è successo, comincia ad elaborare il dolore ed insieme al dolore monta anche la furia più cieca. Urlo, faccio tremare le pareti dell'armeria. Tolgo le mani ustionate dalla lama e genero altro calore, più forte sempre più forte, poi mi rivolgo all'essere ai miei piedi: "Se io andrò all'inferno, tu verrai con me!" - gli urlerò con tutto il fiato che mi rimane mentre gli scaglierò addosso, dalla testa ai piedi, il fuoco purificatore da cui non potrà fuggire; poi mi accascerò, in attesa. Qualcuno verrà ad aiutarmi, qualcuno mi ...
*ho aggiunto il quote del potere#Esperto Palla infuocata - La fiamma prende forma in una sfera dal diametro di 1 metro di diametro, provoca ustioni di secondo/terzo grado
Arrivo in biblioteca, dove trovo il Primo e il Comandante intenti a discutere.
Li ignoro, passando oltre, recandomi nella parte posteriore della sala.
Ripongo il libro esattamente dove l'avevo preso: niente di strano in fondo, chi si domanderebbe mai che cosa sto facendo...un libro è sicuramente più di compagnia di questa massa di idioti, e i suddetti idioti pensano tutti lo stesso ovviamente.
Comincio ad essere stanca, ma voglio aspettare notizie da Franthalia, quindi riattraverso di nuovo la biblioteca: l'intenzione è quella di uscire ignorando nuovamente i presenti, ma il tubare di un piccione attira la mia attenzione...c'è sir Urthadar in effetti vicino ad esso.
<<Ali oscure, oscure parole...ali bianche, bianche speranze.>> ghigno guardando il volatile dal piumaggio visibilmente chiaro.
<<...ma chissà per chi!>> esclamo alzando le spalle.
Mi porto poi una mano alla bocca, come se mi fossi resa conto solo ora della maleducazione, cosa ovviamente più che voluta:
<<Accidenti! Non potevo essere più invasiva di così! Vi lascio alle Vostre missive, signori, e sir...quella bestiaccia, la porti alla piccioneria o la scacci. Qualsiasi cosa dovesse cacciare dai suoi intestini sarà corrosiva per i libri, direi che è il caso di evitare.>>
Qualsivoglia sarà la risposta del soldato, mi recherò al piano di sotto ignorando gli schiamazzi provenienti dall'armeria.
Sir Urthadar ha ricevuto dunque un piccione: strano mezzo quando abbiamo a disposizione Mercur...il Messaggero, colui che assicura con ogni probabilità l'impossibilità di rintracciare una lettera.
Mi chiedo chi abbia scritto con tanta fretta dunque al nobile da non aver tempo nemmeno di recarsi presso i Saggi...qualcuno che voleva forse evitare di far perdere tempo al Capitano recandosi al Glados? Un nobile non ha di queste preoccupazioni, che sia qualcuno che striscia in basso, il mittente? Chissà....quanti sotterfugi inutili. Tutti impegnati a scrutare i più piccoli gesti, a nascondere felicità o diniego, e alla fine le cose che non si notano sono sempre quelle sotto la luce del sole, agli occhi di tutti.
Scendo piano le scale, attraverso la sala da pranzo e poggio la mano sulla superficie luminosa ed evanescente del Glados:
<<Rem tene, verba sequentur.>>
Visto che devo aspettare, tanto vale occupare così il tempo: è da quando sono tornata dalla battaglia che vorrei togliermi questo sfizio, ma ieri sera per ovvi motivi non ho potuto...
Continua Qui!
Esperin Raeghar
Dopo la discussione con la septa mi dirigo verso le terme, intenzionata a fare un bagno rilassante. Ho i nervi tesi, ed in questi casi solo il contatto col mio elemento mi permette di attutire il senso di oppressione che sento.
E' notte fonda, e avrei bisogno di riposare, ma l'ansia dovuta al fatto che Vicent e Alinor sono ancora a Franthalia mi pesa sul cuore impedendomi anche solo di pensare di andare a dormire. Se fosse successo qualcosa? Sono passate troppe ore, sarebbero dovuti tornare al massimo nel tardo pomeriggio. Scuoto il capo, ricordandomi che non devo essere pessimista. Le battaglie sono un'incognita, non possiamo fare previsioni sull'esito e sulla durata. Sono certa che da un momento all'altro i due torneranno sani e salvi, e finalmente tutte le mie preoccupazioni svaniranno. Alinor sa cavarsela, è molto forte e coraggiosa, ed in ogni caso con lei c'è Vicent, le cui capacità di soldato non sono in discussione. Vicent...se solo ripenso alle sue parole mi sento ancora così dannatamente in colpa. Non mi aspettavo quella confessione, e vorrei poter essere in grado di ricambiare quei sentimenti...ma non posso, e mi sento così stupida. Sono qui a girare come un'automa per la Torre, a fare congetture su cose più grandi di me, quando in realtà sono totalmente impotente. E sola, soprattutto.
Poggio i vestiti, e lentamente mi immergo nelle acque delle terme, che mi avvolgono in un abbraccio rassicurante.
La sensazione di benessere e sollievo è immediata, e mi porta a socchiudere un momento gli occhi. Mi lascio cullare dall'acqua, liberando totalmente la mente dai pensieri che si accavallano in questi ultimi giorni. Non penso al veleno, a Lumen, ai Leithien, alle parole della septa. Per qualche minuto non voglio pensare più a nulla. Al diavolo tutto. Fosse così facile...
Terminato il bagno mi rivesto lentamente, per poi ponderare cosa fare. Non sento di poter riuscire a dormire, non con quest'ansia addosso per i nostri due combattenti. Lantis non è venuto, probabilmente è stato informato del ritardo nel loro rientro ed ha preferito attendere l'alba. In ogni caso voglio che trovino me ad attenderli al loro rientro, non voglio che trovino la Torre deserta.
ù
Torno in cucina, mi siedo e faccio servire del vino che sorseggio lentamente, in attesa di buone notizie e del loro rientro da Franthalia, sono certa che saranno qui a momenti.
CASSANDRA DE LAGUN
Mentre discorriamo sulla nostra amicizia, rendendomi felice nel sapere che il mio sentimento è ricambiato, così come la stima, viene raggiunto da un piccione viaggiatore, con alla zampetta legato un piccolo messaggio, a quanto pare da Castello del Tuono. "Purtroppo questa guerra ci tiene lontani dalle nostre vite... spero che a casa hai qualcuno di fiducia che mando avanti le tue terre" gli dico sincera. A Gaearmir, la Terra delle Sirene, si è sempre occupato mio padre delle questioni politiche e burocratiche del feudo, quindi ammiro molto Aiden che, invece, ha dovuto cavarsela da solo, divenendo così giovane Lord delle Tempeste. Ma ora anche io ricopro un ruolo importante, ho molto da imparare da un uomo come lui. Nella biblioteca ci raggiunge anche la Strega dell'Ovest, tento di salutarla ma ci ignora completamente, fino a quando non rivolge qualche parola ad Aiden. Sto per fare spallucce e tornare sulla mia lettera, ormai sono avvezza ai modi burberi dell'anziana, ma odo degli urli indefiniti provenire dall'armeria. Quando ho lasciato quella stanza, la Principessa mi ha accompagnata, dimostrandomi ancora la sua benevolenza aiutandomi a camminare ed erano restati Lady Feralys e... Sir Gildas. Mi alzo immediatamente dallo scrittoio, riponendo nella mia tasca il foglio su cui stavo scrivendo e mi precipito da loro: la scena che ho davanti e di uno scontro molto violento! I due si sono letteralmente infilzati a vicenda, le urla appartengono ad entrambi e direi che sia il momento di fermarli: necessitano entrambi di cure. "Signori, direi che è il momento di fermarvi, la vostra lotta potrà riprendere domani, se ancora vorrete continuare... dopo le dovute cure!" esclamo senza alcun intento di rimprovero ma anzi, con fierezza. Sono orgogliosa che stiano prendendo al guerra seriamente, che si allenino con la stessa passione e dedizione che si dimostra in battaglia! Quando e se termineranno di lottare, mi avvicinerò a Sir Gildas, mi sembra quello più conciato male e gli offrirò le mie cure. Avvicinerò, se vorrà, i miei palmi guaritori luccicanti di azzurrino e inizierò a rimarginare le sue ferite.
Difesa e Rigenerazione
Rigenerazione - Avviene tramite tocco: Rigenera ferite di media entità ( ferite profonde non mortali, ossa rotte, danni medi da elemento )
Aiden Urthadar
Improvvisamente sento gracchiare la septa: ma quando è arrivata?
Mi viene automatico pensare al nomignolo che le è stato affibbiato a corte... la serpe: se l'è davvero guadagnato, quel soprannome... la strega, infatti, non cammina. La strega striscia, come un infido serpente. Ci tiene a fare uno dei suoi classici commentini sul messaggio che ho ricevuto, fingendo poi imbarazzo per l'evidente maleducazione. Le mostro un mezzo sorriso, deve fare molto di più per farmi perdere le staffe, finché si limita a creare certe situazioni non è che un allegro diversivo per me.
<<Grazie per il prezioso consiglio, eseguirò immediatamente>>, le rispondo, e poi scaccio con non troppa gentilezza il volatile dal davanzale. La vecchia però abbandona la stanza, ignorando sia me, sia... queste urla? Da dove provengono? È una voce di donna, è la voce di... di Adamantia. Suppongo, quindi, che la signora e il giullare se le stiano dando di santa ragione in armeria.
Oh Dei! Cassandra scatta, da brava soldatina si precipita immediatamente verso il luogo interessato, e io non posso essere da meno! Assicurandomi di avere il messaggio di Dahmer ben nascosto in tasca, dove nessuno può raggiungerlo, corro insieme al Primo e raggiungo i due combattenti. Sono decisamente messi male, con ustioni sul corpo e ferite aperte e grondanti di sangue. Quando Cassandra intima loro di fermarsi, il suo tono sembra quasi... fiero. È inutile, non capirò mai come funziona la mente di un soldato.
Rimango in religioso silenzio mentre mi avvicino ad Adamantia e le offro le mie cure. Noto però che è quasi esanime, dubito mi risponderà verbalmente, quindi presterò estrema attenzione a ogni minimo cenno del suo volto.
Difesa e recupero: Esperto - Rigenerazione
Ferite di media entità (ferite profonde non mortali, ossa rotte, danni medi da elemento)
Se accetterà i miei servigi, porterò le mie mani su ogni sua ferita e, con la mia Rigenerazione, provvederò a curarle tutte. Mi servirà molta energia, la donna è conciata decisamente male... Noto con soddisfazione i segni che le ho lasciato sul collo: curare quelli, in particolare, sarà un vero piacere. Capisco di essere pronto per la cura quando avverto il suo familiare calore che, partendo dal cuore, si dirama nei miei vasi sanguigni e si concentra sui palmi delle mani. Se accetterà il mio aiuto, quando avrò finito le sussurrerò: <<Ti sei divertita?>>. D'altronde le ho prestato il mio giocattolo, voglio sapere se ne ha fatto buon uso.
Our wills and fates do so contrary run