Esperin Raeghar
I minuti passano inesorabili, ed ad ogni istante cresce maggiormente il mio senso di impotenza e la mia angoscia per le sorti della battaglia. Tra poco sarà l'alba, le stelle lasceranno il posto ai primi raggi solari, e per allora spero che i miei due compagni siano già qui alla torre, sani e salvi. Continuo a pregare Saraswaty, so di non poter fare altro per loro, ma spero che le mie preghiere vengano ascoltate.
E' Cassandra la prima a raggiungermi nella sala riunioni, e provo sollievo nel non essere più sola. Fa un inchino e poi prende posto accanto a me, rassicurandomi sull'esito della battaglia. Apprezzo il suo tentativo, anche se resto comunque molto preoccupata per ciò che sta succedendo a Franthalia. Le rivolgo un sorriso, unendomi al suo ottimismo e cercando quindi di celare il mio stato d'animo.
Dei passi mi fanno voltare istintivamente verso l'esterno e prego che siano loro, ma provo comunque sollievo quando scopro che invece è Lantis. Per fortuna ci informa che la battaglia è finita anche se non ne conosce l'esito, e ordina a Cassandra di radunare tutti gli alleati. Poi prende posto a capotavola, lo vedo abbastanza stanco e provato, probabilmente a causa delle analisi su nostro Padre.
Vorrei chiedergli tante cose, ma so che non è il momento, la guerra non può essere ignorata, e attualmente è la cosa che ha la massima priorità per noi. Cassandra ci lascia soli, e vedo il suo sguardo addolcirsi ma la sua voce restare seria e determinata quando cerca di rassicurarmi "Non sono accorso subito da te dopo le analisi, ho... dovuto fare quella cosa... ne parleremo meglio domani, ora occupiamoci di Franthalia". Ha avvisato Drako della rischiesta di nostro Padre di parlargli, gliene sono grata. Ero così preoccupata, viste le circostanze. Conosco Lantis e so che non avrebbe mai ignorato le parole di nostro Padre soprattutto nello stato in cui si trova, eppure temevo che l'odio che prova per Drako offuscasse la sua ragione facendogli commettere qualche grave errore. Annuisco, facendogli così capire che concordo con la sua proposta di parlarne domani, dopo la riunione su Franthalia, e cerco di non lasciar trasparire la gioia che provo nell'aver appreso che la volontà di mio Padre è stata rispettata, restando composta. Non so cosa voglia dirgli, non so neanche se sarà in grado di parlargli...era semi incosciente, purtroppo. Però... sentirà la sua presenza, ne sono certa.
Pochi istanti dopo ci raggiunge Sir Aiden, il volto teso, certamente per l'esito della battaglia. In quanto nuovo comandante ha certamente delle responsabilità maggiori sull'esito delle battaglie che ci vedranno protagonisti, quindi capisco il suo stato d'animo. Si posiziona vicino a me, ma resta in piedi continuando a fissare l'entrata. Seguo il suo esempio, restando in attesa con il cuore colmo d'ansia.
D'un tratto dei passi in avvicinamento mi fanno trattenere il fiato, così come ad Aiden al mio fianco. Entrambi fissiamo ansiosi l'entrata, non voglio illudermi, potrebbe essere chiunque, ma quando poi vedo i volti di Vicent, e di Alinor dietro di lui, il mio viso si apre in un sorriso. Sono vivi! Grazie somma Saraswaty...grazie! Mi alzo di scatto, non riuscendo a restare seduta.
Vicent, col viso coperto di sangue, mi saluta leggermente imbarazzato, e sebbene io sappia la ragione di tale disagio preferisco non badarci, sono troppo felice e sollevata per il loro ritorno. Lo vedo richiamare l'attenzione di Lantis e poi sollevare qualcosa... una...una testa, e lanciarla ai piedi di mio Fratello. Sento dei brividi percorrermi la schiena, e l'impulso di voltarmi e non guardare, ma mi ordino di restare ferma ed impassibile. Abbasso lo sguardo su quel viso, sugli occhi vitrei ancora aperti. Era una ragazza, probabilmente appartenente a qualche strana tribù a giudicare dal colore particolare della pelle. Giovanissima, sui venti anni, come me. Ho il voltastomaco, ma mi impongo di continuare a guardarla. Questo è la guerra, questo è ciò che potrebbe succedere anche a me all'Auspex. Oh Dei...io...non sono pronta, io...accidenti! Che mi prende? Cosa penso di fare? Scappare? Mai, non lo farei mai. In me scorre il sangue di mio Padre... dimostrerò che questo significa qualcosa, prima di tutto a me stessa.
<<Franthalia è nostra>> esclama Vicent, dopo essersi inginocchiato poco distante da Lantis. Abbiamo vinto. Abbiamo conquistato il nostro primo territorio, a discapito di una vita umana. Sono felice per la vittoria, ma turbata per il resto, resto tuttavia impassibile e mi unisco a Sir Aiden nel congratularmi con loro <<Complimenti, combattenti. Vi siete fatti onore, ed avete mantenuto alto il nostro vessillo, non ne avevo dubbi!>>. Interiormente sono turbata e sconvolta, ma esteriormente mi sforzo di essere determinata, fredda ed orgogliosa, come il mio ruolo richiede. Continuo a fissare quegli occhi ormai vuoti, mi chiedo se tutto questo sia davvero inevitabile. Mi chiedo se sia davvero necessario dover uccidere i nostri nemici, ed esporre le loro teste come macabri trofei. Non basterebbe piegarli, e costringerli ad accettare il nostro diritto di regnare su Dohaeris? Tutto questo sangue, tutte queste morti, sono davvero necessarie? Perchè?
Io...sarei mai capace di uccidere? O di evitare di essere uccisa? Colpire a morte un'altra persona, magari una persona a cui volevo bene come Larieth, o Drako. Io... lo sento, non potrei mai. Finirei per farmi ammazzare. Non sono ancora pronta a combattere, ma non posso evitarlo, ormai la decisione è stata presa, mi sono offerta io stessa di lottare per il mio Regno. Ho bisogno però di confrontarmi con chi non si limiterebbe a causa della mia posizione...e so già a chi rivolgermi, domani.