Vicent Dreth
<<Avete fatto onore al vostro casato e ai Raeghar, Sir Vicent Dreth... la nostra vittoria riecheggerà per tutto il Regno, così come i vostri nomi>>, pronunzia il Principe con un tono di voce apparentemente soddisfatto. Resto con gli occhi chiusi, inginocchiato, cercando di elaborare ciò che ho appena fatto e me ne rendo conto… Io ho ucciso ed ammetto che non mi dispiace. Farei volare quella testa mille e mille volte se solo avessi ancora l’occasione, perché come un vero uomo del Nord oggi ho emesso la mia sentenza sul campo di battaglia. Il solo pensiero di essere riuscito a riscattare l’onore della mia casata da quell’orribile umiliazione con Ryuk Leithien mi dà… conforto. Sto bene. Sono finalmente in pace con la mia coscienza. Senza freni ho potuto dimostrare la grinta, il sangue freddo e la tenacia di cui dispongono i Dreth, impartendo una dura lezione alla fazione dei Reietti. E no… Non è stato un caso che abbia scelto proprio uno di loro come mio obiettivo o che abbia ucciso in maniera così macabra e barbara. La ribelle poi che ha osato definirmi un “guerriero senza onore” può pensarla come vuole… A differenza sua io so di essere dalla parte del giusto ed ho semplicemente fatto il mio dovere: obbedito al Principe e difeso Dohaeris dai traditori come lei.
Sento Cassandra congratularsi e domandarmi quale fazione ha subito la perdita. <<Reietti>>, dico freddamente tenendo gli occhi chiusi, <<Era un guerriero di Kalisi>>. Anche il Comandante, dopo i convenevoli, presta le sue cure a Lady Alinor… Mi tranquillizzo: sapere che non dovrò ricorrere alla mia rigenerazione è un sollievo.
Lady Feralys si unisce al benvenuto esclamando però una frase che mi turba interiormente: <<Sir Vicent, sono al settimo cielo, finalmente avete trovato una donna disposta a perdere la testa per voi!>>.
Avete trovato una donna disposta a perdere la testa…
Donna disposta a perdere la testa.
Perdere la testa.
La testa.
Testa.
<<Guarda cugino…>>.Serro con forza le palpebre, cercando di scacciare via quell’immagine, ed irrigidendomi sul posto trattengo il respiro. Devo restare calmo… Va tutto bene... Lui non è qui. E’ stata solo una battuta di spirito, di pessimo gusto, ma pur sempre una battuta. In fondo lei non sa la verità? No, è impossibile... Non ne ho mai parlato, dunque come potrebbe?
No. No. No.
A ridestarmi dallo stato di shock in cui sono piombato è la voce della Principessa che rimprovera duramente la dama. Chi mi sorprende però è Aiden. Non appena apro gli occhi noto che mi sta fissando, intensamente, e credo anche di capire la ragione: teme un mio scatto d’ira, come quello che ho avuto nella sua stanza.
Mi sforzo dunque di non reagire, incatenando a mia volta i miei occhi in quelli del Comandante: seppur lentamente sento i muscoli rilassarsi, la calma riprendere il sopravvento e la rabbia annullarsi.
Per mia fortuna la dama cambia presto argomento, facendo notare l’assenza di una persona: la Septa. Vedo che la fissa dell'anziana non le è affatto passata... Anche se, ammetto, che non ha tutti i torti, dove sarà andata? Volevo consegnarle queste rose fresche...
Ancora una volta è la Principessa a parlare, suggerendo di rimandare la riunione in un altro momento. Il Principe concorda con lei e dice, <<Alzatevi cavaliere, la vostra fronte sia sempre alta, dato che l'onore di un cavaliere di Dohaeris scintilla nei vostri occhi... fatevi curare, rifocillatevi e riposate... ci raduneremo tra qualche ora, questa notte è stata lunga e abbiamo bisogno di riposo per accogliere al meglio la gioia della nostra prima vittoria>>. Ignorando il dolore al ginocchio sinistro mi porto in piedi, proprio come da lui ordinato, e sfoggiando un portamento fiero ed orgoglioso rispondo: <<Vi ringrazio, mio Principe, è stato e sarà un onore per me poter combattere sul campo per il vessillo dei Raeghar>>. Faccio un leggero inchino: le ferite non mi permettono molto, purtroppo.
<<[…] Tutti devono vedere la fine che fa un traditore di Dohaeris...>>, in contemporanea alle parole del principe osservo distrattamente il servo quando porta con sé la testa. Fisso inespressivo quegli occhi vitrei imprimendoli con chiarezza nella mia testa... Sembrano così spenti… Così inumani. <<Sir Vicent>>, nhm? E' Cassandra che si avvicina, palesandomi le sue intenzioni nell'istante in cui lascia scaturire la luce azzurra della rigenerazione. Quasi in contemporanea ci raggiunge anche Sir Gildas che mi poggia una mano sulla spalla e sorridendo mi chiede com’è andata. <<Bene, Gildas… Abbiamo vinto!>>, gli rispondo fiero, sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi. Mi premuro di rivolgerlo in parte anche ad Aiden, sottolineando il gesto con un cenno della testa: so che questa sua “gentilezza” mi costerà, ma non mi importa… Voglio comunque ringraziarlo. Mi volto successivamente verso Cassandra ed indicando prima il viso, poi il ginocchio sinistro, le faccio un rapido resoconto delle ferite - omettendo però di proposito il colpo alle parti basse - ed infine resto fermo, lasciandola concentrare sulle cure mentre osservo distrattamente Lady Feralys…