Alagos Fanon
"Anche mio padre amava le rose... sapete, è il Signore delle Rose... ma è detto anche Sterminatore di clan... quindi non so se la vostra affermazione possa considerarsi corretta. Vi ringrazio per i complimenti e non preoccupatevi, sono io che vi ho interrogato"
Noto una certa malinconia nelle sue parole nonostante cerchi di parlarmi in modo simpatico , parla di suo padre al passato, ma non mi è giunta notizia della sua dipartita, ed è da molto che non sento parlare di lui, Lord Gordon Leithien, fratello minore di Lord Tywin, dominatore del fuoco, Signore delle Rose e Sterminatore di Clan…già…un insieme molto controverso da far coesistere in un unico uomo…le sue parole quando parla dei titoli di suo padre mi mettono ansia, conosco la fama di suo padre come anche quella di tutto il casato Leithien a dire il vero e, il mio casato ha sempre cercato di stare lontano da loro per quanto possibile, se non fosse che il commercio di preziosi e metalli è quella cosa che ci lega ad un filo sottile , ed è anche la cosa su cui dobbiamo mediare se non vogliamo guai.
Continuo a scrutare il suo viso, non so se di lei mi posso fidare, ma non la conosco, non vorrei giudicarla male, anche se di fatto le mie prime impressioni si sono sempre rivelate sbagliate, quindi…
"Sir Alagos, se non avete impegni, mi accompagnereste in armeria? ”
Nuovamente è la sua melodiosa voce seguita da una richiesta ed un sorriso a richiamare la mia attenzione, di fatto avrei voluto restare solo con i miei pensieri e riflettere sul da farsi visto che le carte in tavola si sono ribaltate , ma mi spiace ignorare così la sua gentile richiesta.
” Vorrei assistere agli allenamenti, ho bisogno di tenermi impegnata. Ci sono anche il Primo e Sir Vicent, oltre a Lady Araneae e la Hammerfell"
“ Signora delle Rose…vogliate accogliere il mio braccio se la cosa non vi reca fastidio, sarò lieto di scortarvi fino all’armeria come da vostra richiesta”
Le sorrido gentile porgendole con tutta l’eleganza di cui sono capace un braccio, braccio che spero voglia accettare. Assomiglio terribilmente alla mia defunta madre in questo frangente, il voler essere d’aiuto anche quando magari l’aiuto non è richiesto, anche se di fatto è stat ala Regina a chiedermi di accompagnarla. Intanto che attendo con il braccio a mezz'aria, ripenso in questo giorno di lutto anche a lei, a mia madre…
Ricordo il suo volto dolcissimo e i suoi boccoli castani, ricordo il suo lungo vestito grigio perla , colore che amava indossare, ricordo che mi diceva sempre:
- Riguardati da persone cortesi e ingannatrici, ma non da quelle gentili e di buon cuore .
La cortesia e' una maschera usata per comprare favori, la gentilezza non si vende e non si compra, si dà e basta. -
Sospiro silenziosamente al suo ricordo. Torno a concentrarmi su ciò che stavo facendo.
Mi rendo quindi conto che il mio gesto gentile potrebbe essere interpretato forse in modo ambiguo, sarà una mossa azzardata la mia?
Non è che chi mi vedrà mi prenderà per un cicisbeo che ci prova con le Vedove? Dei, spererei di no, non sarebbe mia intenzione.
Noto che con garbo accoglie il mio braccio e, silenziosamente mi lascio condurre da lei verso l'armeria.
Farò così, onde evitare fraintendimenti, qui dentro anche i muri hanno gli occhi; la accompagnerò in armeria come da richiesta, poi magari se la mia presenza non sarà necessaria o utile, la lascerò in compagnia dei nomi da lei citati … sicuramente sapranno meglio di me come trattarla , soprattutto in un giorno per lei tanto infausto e triste.