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  1. #1491
    sim dio L'avatar di Maru1e1a
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali


    Continuo a sfogliare distrattamente il mio libro, mentre continuano la comparsate di tutti gli attori di scena: c'è il secondo Zanni, sir Dreth, che offre la sua inutilità in giro:
    <<Se serve aiuto sono qui>> biascica contrito.....si, portami un bicchiere di vino!



    La Colombina, lady Feralys:
    "Principessa, mi rallegro del vostro ritorno, anche se funestato dalla triste notizia che ci ha colpiti duramente la scorsa notte. Se avete bisogno di parlare o di sfogarvi con qualcuno, sono sempre a vostra disposizione." oh, mi dispiace tesorino, il coltello nella piaga lo ha già rigirato questa vecchiaccia.



    Il primo Zanni, il Comandante, mentre assume espressioni diverse in base a come verte la situazione! Ora che lo osservo più attentamene e spesso, noto anche questi minuscoli cambiamenti...che tipo!
    <<L'Auspex è nostro>> dice la principessa, provocandomi solo un'alzata di sopracciglia. Un'altra vittoria per i reali, evviva. Non riesco a contenere l'entusiasmo.
    Guardo le mie mani raggrinzite, dopodichè scuoto il capo: basta Deirdre, basta.



    Il Primo e Lady Feralys bisbigliano tra loro, dai loro sguardi capisco che c'è qualcosa che non va, ma mi distrae sir Dreth che si reca ancora una volta dalla principessa:
    <<La tragedia che ha colpito la vostra famiglia è per tutti noi motivo di dolore. Vogliate gradire le mie più sentite condoglianze. Di qualunque cosa abbiate bisogno sono a Vostra completa disposizione.>>



    Temo che qui in pochi hanno capito la reale faccenda: conosco lady Esperin da quando era bambina, e come tutte le persone tremendamente buone, quando raggiunge l'apice della rabbia, attraversa due fasi ben distinte.
    L'ostentazione di tranquillità, un equilibrio delicatissimo che anche lo spostamento di una foglia può far esplodere.
    Va lasciata sola, e subito, prima che subentri la seconda fase e ci travolga.....ridacchio mentalmente per il mio supporto a tutto ciò, ma è ovvio che purtroppo non posso prenderne il pieno merito.
    Ho si rigirato il coltello nella piaga, ma la principessa già sapeva.
    Il problema vero, conoscendola, non è averlo saputo da persone estranee alla famiglia, no. L'averla tenuta all'oscuro proprio dalla mattina, il non averle permesso di piangere il lutto nell'intimità della sua casa.
    Il padre morto nel letto e lei in un campo di battaglia....non è nemmeno il non averlo saputo il problema, in effetti. E' averla privata della giornata di lutto. Con tutti i guerrieri alla torre, ha mandato comunque la sorella....bravissimo Lantis, ti avvicini sempre di più ad uno stregone vagamente passabile!
    "Esperin" eccolo li, Balanzone!
    "Sei ferita? Ti hanno curata? Ti hanno... informata?" gnegnegne.
    Mi scaccolo una narice, infastidita e annoiata da tante moine. Mentre riattacco la caccola ad una pagina del libro (quasi tutti quelli di questa biblioteca ospitano i miei regalini!), sento la principessa rispondere freddamente:
    <<Si, sono stata informata pochi minuti fa. Non preoccuparti, la guerra prima di tutto>>
    Inspiro col naso, per controllare che la cavità sia vuota, dopodichè anche la regina madre dei poveri se ne esce con una frase che non gradisco per niente:
    "Potremmo celebrare il rito funebre all'Auspex, dove sono certa lui sia già in pace con Saraswaty"
    Oh che palle.....roteo gli occhi. Potrei benissimo non andarci, sono mancata a tutti i funerali dei Raeghar, ma vedo bene il motivo per cui questa volta sarà diverso.
    Se rimango sola alla Torre, chiunque potrà sospettare che io lo faccia con un secondo scopo. Già, si dimenticano tutti che abito qui da trecento anni e sono fuori dalle celle da cento e sono semplicemente abituata a questi accadimenti.
    In tempi di guerra le facce da culo escono tutte.
    La principessa esce dalla sala dicendo che va a cambiarsi, lady Feralys intanto si ricorda di fare la condoglianze a lady Lumen, altri seguono l'esempio della principessa di andare a cambiarsi.



    <<Ora che ci penso....dato che il Re ci ha lasciato, i Saggi hanno reso noto chi è il nuovo Gran Maestro?>>


  2. #1492
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    CASSANDRA DE LAGUN

    Quando Esperin finalmente riesce a incontrare suo fratello, mostra di essere piuttosto stizzita circa il fatto che è stata mandata in guerra senza sapere di suo padre. Posso comprenderla bene ma... comprendo anche Lantis.





    Per questo la guerra è spietata, crudele e meschina: non si sofferma certo su un dolore, anche se così grande, ma lo trapassa, lo calpesta senza mostrare la minima pietà o esitazione. Cosa avrebbe dovuto dirle questa mattina? In battaglia sarebbe stato pericoloso avere un pensiero così orribile nella mente. Per come è tornato Sir Gildas, non deve essere stata una passeggiata. Mi guardo intorno: dov'è? L'ho curato ma non lo vedo in giro... e nemmeno Vicent. Li cerco e li vedo fuori in giardino, seduti alla panca. Mi avvicino e gli sorrido dolcemente: "Due eroi seduti insieme non possono che essere una bellezza ai miei occhi di soldato".





    Sono fiera di loro, fiera di come la guerra si sta mettendo. Dopo le sconfitte iniziali ad Amaranthis e Solumquae, sembra che gli dei ci stiano arridendo. "Vi sentite meglio Gildas? Spero di non avervi fatto male mentre vi curavo" gli dico gentile. "Andrò a lucidare la mia armatura per il funerale e mangiare qualcosa che mi avranno portato i servi in camera... a quanto pare il rito funebre si celebrerà proprio all'Auspex" concludo cercando di prendere un biscotto.



    Non sono mai stata all'Auspex: sono sicura che l'anima di Re Rickard risplenderà per sempre in quel luogo così sacro.

  3. #1493
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden Urthadar

    Finalmente la statua riacquista vita.


    <<Io...sto bene, vi ringrazio. L'Auspex è nostro>>, ci comunica la principessa, inizialmente con la voce strozzata e poi recuperando il contegno.


    L'auspex è nostro: che meravigliose parole. Sollevo la testa e le faccio un piccolo cenno, senza ovviamente alcun sorriso.


    Seguo il disinteressato consiglio di Adamantia e mi allontano da Esperin, lasciandole spazio per respirare e per calmarsi. Apparentemente sembra avere la situazione sotto controllo, ma non si sa mai, la disperazione porta a fare strane cose. Arrivano delle condoglianze e la Raeghar le accetta con gentilezza, elevando la nostra vittoria all'Auspex come motivo di gioia per tutti noi. Poi si siede, sembra esausta, le scruto il viso e non vi leggo nulla: vedo solo una maschera di indifferenza e apatia.


    Finalmente arrivano anche i grandi ospiti, Lantis e Lumen: il primo si sincera immediatamente delle condizioni della sorella, ricevendo una risposta fredda e distaccata, mentre la seconda propone di celebrare i funerali di Rickard all'Auspex appena conquistato. La proposta viene accolta e quindi molte persone lasciano la sala per indossare vesti più adatte all'evento. Li seguo a ruota, ignorando la domanda della septa di cui non conosco la risposta e congedandomi in fretta per recarmi nella mia camera.


    Qui chiudo la porta alle mie spalle e appoggio la schiena ad essa per qualche minuto, chiudendo gli occhi. Uno stregone all'Auspex è fuori posto come una trota in un vulcano. Devo anche riflettere sull'atteggiamento da tenere con Esperin, non sembra aver apprezzato tutte quelle attenzioni, ma l'indifferenza completa potrebbe essere vista come un affronto. Quest'amarezza nei confronti del fratello potrebbe essere sfruttata, è raro che siano in disaccordo ed è ancora più raro che la principessa manifesti il suo fastidio in pubblico. I pezzi devono essere mossi con cautela, la morte del re è un'occasione ghiottissima ma può sfuggirmi di mano molto facilmente. Mi allontano dalla porta e, dopo essermi svestito, inizio ad indossare l'armatura. I tagli mi fanno male ma non ho voglia di curarli adesso, magari riesco ad improvvisare anche qualche smorfia di dolore all'Auspex.
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  4. #1494
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    LANTIS RAEGHAR

    Abbracciare Esperin è ora come abbracciare una statua di marmo: è fredda, impassibile, dura nelle parole. E' arrabbiata, la conosco bene. Lumen ci raggiunge e mi suggerisce di spostare il funerale all'Auspex ed Esperin concorda, mettendo in croce due o tre parole risentite per poi congedarsi. La lascio andare senza profferire parola, annuendo solo con il capo. Mi rialzo, stringo i pugni: dovrei seguirla immediatamente, dovrei fare come quel giorno che nostra madre si spense. Volli a tutti i costi darle io quella notizia. E' stata la cosa più difficile da fare di tutta la mia vita... o almeno, fino a poche ore fa, lo era. Prendere questa decisione, lasciare andare via nostro Padre e liberarlo dal dolore... decisamente è stato mille volte più difficile. Non so se io abbia seguito il mio egoismo, se ero io quello stanco di una situazione precaria o davvero ho invece solo pensato che fosse egoistico il contrario, cioè tenerlo caparbiamente in vita tra mille e atroci sofferenze solo perchè non potevo accettare di provare ancora quel dolore, di vedere ancora quelle lacrime sul volto di mia sorella. Forse entrambe le cose, anche se un maestro di logica mi bacchetterebbe le mani. Ma cosa ne potrà mai sapere la logica dei sentimenti umani? Nulla. Inizio a dispensare ordini ai servi di spostare tutta la cerimonia all'Auspex, avevo già fatto portare la mia armatura... sì indosserò lei. Mio padre era fiero di vedermela addosso. Quando mi nominò cavaliere, il suo viso era così luminoso di gioia, di orgoglio. Cosa darei per vedere ancora quegli occhi, per sentire ancora quell'orgoglio su di me? Mi ritiro in infermeria, dove la indosso e mi guardo allo specchio, con sguardo assente. Cosa dovrei vederci riflesso? Il Re di Doaheris? Il tiranno di Dohaeris? Un fratello che ha ferito il suo sangue? Un uomo che ha miserevolmente perso l'unica donna che abbia mai amato? Un omuncolo che si fa tenere per le palle da un vecchio claudicante? Non sono nato per questo, non sono nato per l'autocommiserazione. Valar Morghulis: tutte le persone devono morire. Ne muoiono a milioni ogni giorno. Anche mio padre, mia madre e a dispetto, tutta la vita ha continuato cinica il suo corso, il suo gioco, la sua danza. La vita che sbeffa la morte e sa danzare meglio di lei. Nonostante lei. Avanzo per la sala con passo pesante, lo sguardo serio, la mente oscura. Tanti di loro hanno il cuore in festa, vedono un'occasione. Sarò spietato perchè è necessario che io lo sia. Perchè è nella mia natura esserlo. Busso alla porta di Esperin, un tocco deciso, un secondo ancora di più. "Esperin, dobbiamo parlare" le dico verso la porta chiusa con il mio tono più cupo. "Non ora, Lantis" mi risponde. Abbasso gli occhi, stendo le labbra per il moto di nervosismo che si sta accumulando dentro di me. "Non sarà una porta o una sorella arrabbiata che mi terranno lontano, lo sai questo, vero?" le ribatto serio, fissando ancora quell'inutile legno. Il chiavistello gira ed Esperin si scosta per lasciarmi entrare e poi richiude la porta alle mie spalle. Mi fissa, è evidentemente furiosa con me. Sono questi i momenti in cui riconosco la mia piccola sorellina, in cui traspare la sua giovane età. "Mi sento come quel giorno... quel giorno in cui ti dissi che nostra madre era morta. Nostro padre voleva dirtelo... ma io ho preferito che collegassi la mia faccia a quel dolore e non la sua. Spegnere il tuo sorriso... anche quel giorno spensi il tuo sorriso. Andava fatto, però, qualcuno doveva farlo. Così come questa mattina... era morto da un paio d'ore... forse il suo cuore non ha retto la visita di Drako" le dico ricambiando il suo sguardo duro come la roccia. "La guerra non ha rispetto per i morti, gli accordi sono stati presi, abbiamo il dovere di rispettarli. Era il tuo turno... ma inutile farti questo discorso, so che lo conosci, so che conosci bene la ragione per cui ho taciuto questa mattina. Conosci la ragione... ma forse non il sentimento. Mi... mi sono trascinato alla Torre come un fantasma, ero bianco come un cencio... io, Lantis del fulmine. Le gambe mi tremavano, nella mente sempre l'assillante quesito di dirtelo o meno. Ti ho vista, eri raggiante, grintosa, bellissima nell'armatura della nostra famiglia. Nostro padre... sarebbe stato così fiero. Avrei dovuto spegnere anche quel sorriso, da fratello era mio dovere farlo. Ma sono prima di tutto il Re di Dohaeris e... ho dovuto mordermi la lingua. Non ho potuto fare altro che abbracciarti e lasciarti andare via, fare la cosa più odiosa che ci sia per me al mondo, ovvero mettere a rischio la tua incolumità. Cosa avrei dovuto mostrarti questa mattina, la debolezza di un ragazzo di venticinque anni che ha perso suo padre? O la forza di un Re? Il dolore di non averti accanto nella giornata più difficile o la fierezza di vederti con i nostri colori a difendere il luogo sacro di nostro padre? Esperin... ci è rimasto solo un involucro mortale di ciò che era lui... la sua anima non era certo qui con me... era lì, all'Auspex con te e la vostra vittoria ne è testimonianza" spiego con la voce a volte strozzata, a volte più determinata. Eppure so che potrei fare mille e mille preamboli, e lei potrebbe ribattere e discutere, ma la realtà cruda e nuda è solo questa, che siamo rimasti soli al mondo. E che mille altre decisioni difficili ci attendono, ché la vita non ha smesso di giocare con noi. "Ora se ti fa sentire meglio puoi pure prendere a sberle questo viso che tante volte hai collegato alla sofferenza o a pugni il mio petto, come facesti quel giorno per la morte di nostra madre. Non ti mancherà comunque il mio abbraccio... perchè sei la mia luce... l'ultima che riesce ancora a brillare dentro di me" concludo senza mai distogliere i miei occhi dai suoi. Accoglierò la sua rabbia, la farò mia, anche quella che ha verso di me. Mi servirà per annientare tutti i nostri nemici perchè se le nostre vite sono state distrutte, altre vite dovranno ripagare ogni lacrima che scende sulle gote di mia sorella.

    Le azioni sono concordate con serena

  5. #1495
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden sottrae 20 punti dalla costituzione

  6. #1496
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden Urthadar

    Indossare questa armatura è sempre una specie di rito per me.


    Non per il suo significato ovviamente, anche se sono sicuro che a Cassandra e Vicent vengano orgasmi multipli ogni volta che si osservano allo specchio coi colori dei Raeghar addosso; no, è un momento importante perché... beh, non saprei nemmeno dire perché.


    Eppure la vestizione di un guerriero ha un qualcosa di religioso, di artistico, vi è un profondo significato nell'abbandonare il proprio involucro quotidiano per indossarne un altro e diventare qualcosa che normalmente non si è.


    Finisco di allacciare i bracciali ed esco dalla camera per recarmi in giardino.


    Mi godrò l'aria fresca della sera prima del funerale, sperando che mi svegli e mi permetta di non addormentarmi durante la celebrazione. L'ultimo funerale a cui sono stato è quello di mio padre, e anche allora ero circondato da persone a me estranee e che di mio padre non sapevano proprio nulla. Persone che mi assomigliavano vagamente, che portavano il mio stesso cognome ma che non si avvicinavano nemmeno lontanamente all'essenza di un vero Urthadar. Spero che a Rickard non dia troppo fastidio la nostra presenza, uomini che conosceva di sfuggita e che agognavano la sua dipartita. Stranamente, lo speso davvero.


    Giunto in giardino, vedo che vi sono Cassandra, Dreth e Gildas vicino a una panca. Mi avvicino al gruppetto, col viso mesto, non è il caso di ghignare e mostrarsi sollevati. <<Perdonate il disturbo>>, dico, cercando di combattere una tristezza che in realtà non provo. <<Gildas, ci tengo a farvi i miei complimenti. Sono sicuro che vi siate fatto valere>>. Mi rivolgo poi a Dreth. <<Vicent, non sono mai stato all'Auspex e ne ignoro le tradizioni ed eventuali usanze. Non vorrei mancare di rispetto alla principessa quando arriveremo là, quindi vi chiedo: vi sono per caso regole a cui devo prestare attenzione una volta attraversato il Glados?>>.
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  7. #1497
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    Le nuvole cariche di pioggia non smettono di minacciare questa giornata e ogni tanto, qualcuna di quei puntini luminosi che Serana amava chiamare stelle, appare coraggiosa attraverso il grigiore del cielo. I miei occhi si spostano sulla spada e il mio volto sporco di terra e qualche rimasuglio di sangue si specchia nella lama lucida e prima di graffi. Sospiro rumorosamente facendola svanire, particella dopo particella che prendono fuoco di colpo divorandola e lasciando dietro di se solo uno sbuffo di fumo bianco che si dissolve nell’aria. «Ecco dove Vi eravate cacciato, Vi volevo fare i miei complimenti per la vittoria… Anche se in ritardo» salto sulla panca per lo spavento facendo un frastuono con l’armatura, che mi martella nelle orecchie aumentando il leggero mal di testa che mi è rimasto. Mi volto verso l’uomo notando il suo sorriso sul volto. Che vuole? Offrirmi la sua pietà? No non credo. Non rispondo e mi limito a fargli solo un semplice cenno col capo prima di tornare a guardare il cielo, sento un profumo dolciastro, famigliare e piacevole provenire dall’uomo. «Eravate ridotto male fino a poco fa, non deve essere stato uno scontro facile…» mi volto appena guardandolo con la coda dell’occhio e noto con sorpresa che mi porge un sacchetto pieno di quei piccoli dolcetti che mi offrì quella sera. Come si chiamano? Mi picchietto sulla testa cercando di ricordarne il nome mentre ne prendo uno portandolo alle labbra. Sto per addentarlo… ma dopo poco mi blocco quasi in preda al terrore, un brivido freddo mi corre lungo la schiena, mentre con la mano a mezz’aria, chiudo la bocca abbassando il dolcetto e rigirandomelo tra le dita. Sto per lanciarlo nella fontana dinanzi a noi, non voglio essere avvelenato di nuovo, non più, quando a interrompermi è Cassandra che dalla sala arriva con un grosso sorriso stampato sulle labbra definendoci “eroi”. Che strana… cosa vuol dire “eroi”? Di certo potrebbe essere positivo, visto che sorride… no? Piego la testa di lato visibilmente confuso da queste sue parole «Vi sentite meglio Gildas? Spero di non avervi fatto male mentre vi curavo» mi sorride, e io di riflesso ricambio il gesto non capendo però questa sua benevolenza «Andrò a lucidare la mia armatura per il funerale e mangiare qualcosa che mi avranno portato i servi in camera... a quanto pare il rito funebre si celebrerà proprio all'Auspex» la donna conclude prendendo un dolcetto e mangiandolo, mi rassereno sorridendo così a Vicent e addentandolo anche io, se avesse voluto avvelenarmi non sarebbe stato così stupido da farlo anche a Cassandra. Mi era mancato il gusto friabile e dolciastro, ne prendo altri due mantenendoli tra le dita e deglutendo osservo una terza figura avvicinarsi a noi, uno che non avrei voluto incontrare adesso. «Gildas, ci tengo a farvi i miei complimenti. Sono sicuro che vi siate fatto valere» non rispondo e mi limito a fare un breve cenno col capo prima che lui si volti e parli con Vicent, deglutisco e comincio a parlare «come ho detto poco fa, vi ringrazio Cassandra per le cure, per qualsiasi favore… non fatevi problemi a chiedere.» dico evitando il suo sguardo, spero solo non chieda nulla di impossibile. Guardo poi Vicent, cerco i suoi occhi per cogliere una qualche reazione a quello che sto per dire «in battaglia ho incontrato una vecchia conoscenza… vostro cugino Dahmer…» stringo i pugni in preda alla rabbia, se solo fossi stato più forte…

  8. #1498
    sim dio L'avatar di Damnedgirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali


    Vicent Dreth

    Gildas salta quasi sulla panca quando sente la mia voce, segno che il poveretto fosse talmente sovrappensiero da nemmeno rendersi conto del mio arrivo.



    Trattengo una risata, onde evitare di offenderlo, e lo guardo di sbieco quando afferra un biscotto. Proprio nell’istante in cui sta per morderlo però si blocca, come stranito, e lo rigira in una mano. Inarco un sopracciglio e guardo il sacchetto: non saranno mica andati a male? Eppure sono sicuro di averli presi appena fatti ed Agatha è una cuoca a dir poco eccezionale. <<Due eroi seduti insieme non possono che essere una bellezza ai miei occhi di soldato>>, mi volto in direzione di Cassandra guardandola dritto negli occhi e le abbozzo un timido sorriso.



    Eroi. Mi piace, come mi sta piacendo l’andamento di questa guerra, finalmente gli Dei sono tornati ad assisterci e noi Reali possiamo gioire delle vittorie e ritenerci fieri dei nostri guerrieri. Cassandra continua poi a parlare con Gildas e confermando che il funerale si terrà all’Auspex ci dice anche di doversi congedare per effettuare gli ultimi preparativi mentre afferra un biscotto. Con mia somma sorpresa anche Gildas morde il suo e… Che strano... Chissà cosa l’ha bloccato prima! Proprio quando i due conversano si unisce a noi anche il Comandante che si congratula con Gildas per la vittoria usando un tono triste, ma Gildas lo ringrazia e lo anticipa dicendo a Cassandra, <<Come ho detto poco fa, vi ringrazio Cassandra per le cure, per qualsiasi favore… Non fatevi problemi a chiedere>>. Perché oltre ad una vaga insistenza con questa faccenda dei favori avverto timidezza? Quando lo curai io mi disse la stessa cosa... Guarda poi me e cercando il mio sguardo dice, <<In battaglia ho incontrato una vecchia conoscenza…>>. Sento che il cuore prende a martellarmi in petto, la mano che si serra sul ginocchio ed il respiro che si blocca. Non lui. Non può essere sceso proprio lui con Lady Esperin in campo. <<Vostro cugino Dahmer>>. Dannazione!



    Stringo la mano fino a farmi male pur di trattenere l’impeto di rabbia mista a frustrazione. Sarà morto? Spero proprio di no. Devo essere io a calare la mia arma sulla sua testa e non un mio alleato. Voglio ucciderlo io, solo io e nessun altro. <<Dahmer>>, ripeto il suo nome in un sibilo di disprezzo, lo odio e non me ne vergogno a farlo notare. Dovrà morire tra le pene più atroci. Dovrà soffrire. <<Gildas… Vi siete scontrato con lui?>>, lo guardo in volto, cercando di ignorare il senso di colpa che mi sta attanagliando l’anima.




    Se gli ha fatto del male... Sconterà anche questo. Il Comandante però interrompe le mie domande ponendone una lui: mi chiede se all’Auspex vi siano regole o usanze particolari, perché giustamente essendo uno stregone non può saperlo e non vuole mancare di rispetto ai Raeghar. Inspiro e porto lo sguardo sul Comandante. <<Nulla di particolare, basta mantenere garbo ed educazione ossia le tipiche doti di un cavaliere ed evitare di nuocere alle lucciole. Sono sacre. Si dice che tutti i maghi più potenti e dell’anima candida siano benedetti dalla Dea Saraswaty e che, quando muoiono, diventano le lucciole che illuminano l’Auspex>>, osservo infine Gildas in attesa di una risposta.
    Ultima modifica di Damnedgirl; 26th July 2015 alle 00:31



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  9. #1499
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    CASSANDRA DE LAGUN

    "In cambio? Gildas non crucciatevi, non voglio nulla in cambio... se siete ferito mi è naturale correre per soccorrervi" gli rispondo un po' incuriosita.



    Sono un elfo guaritore, noi De Lagun lo siamo da generazioni. Il nostro codice di valori è molto chiaro al riguardo della rigenerazione: non è un dono egoistico, va donato a chi soffre, a chi è in difficoltà, al nostro prossimo. Per quanto questo bizzarro ragazzo dai capelli colorati sia per me ancora un mistero, è un mio compagno d'arme, non tentennerei un attimo per cercare di salvargli la vita.



    Si unisce a noi anche Aiden, indossa la nostra armatura e sono contenta che abbia avuto la nostra stessa idea: Re Rickard merita il più ossequioso degli addii. Chiede dell'Auspex e Vicent ci parla delle lucciole... ne sono sicura... lui brilla già tra loro, non può essere diversamente.





    Una frase turba la nostra discussione: uno degli avversari all'Auspex era proprio Dahmer Gray, il cugino di Vicent. Lui domanda furente se si è scontrato proprio con Gildas, se è il colpevole delle sue ferite. Attendo la risposta, anche io voglio vederci chiaro.


  10. #1500
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Esperin Raeghar


    Dopo essermi vestita mi avvicino allo specchio per sistemare dignitosamente i capelli arruffati, quando sento bussare alla mia porta.



    Un tocco deciso, seguito da uno ancora più forte...so già chi è, ma aspetto comunque di sentirne la voce."Esperin, dobbiamo parlare" gli sento dire con tono cupo, non ho assolutamente voglia di parlargli adesso, vorrei solo essere lasciata in pace e finire di prepararmi per il funerale di mio Padre. Funerale di cui fino a scarsa un'ora fa non sapevo assolutamente nulla.



    "Non ora, Lantis" gli rispondo, trafelata, mentre continuo a sistemarmi, spero che non insista ma ovviamente so che lo farà, ed infatti con prepotenza contesta le mie parole e sono costretta ad aprirgli.



    Lo lascio entrare scansandomi leggermente di lato, per poi richiudere la porta alle nostre spalle per non essere disturbati. Incrocio le braccia al petto fissandolo con lo sguardo freddo ed inevitabilmente adirato, almeno in questo contesto posso evitare inutili farse per mantenere le apparenze come poco prima in sala riunioni. Ha lo sguardo duro e deciso proprio come il mio, il viso contratto ed il portamento composto...proprio come il mio. Così simili ma da sempre così tanto diversi, e così lontani in questo momento come probabilmente non lo siamo stati mai. Mi parla del giorno in cui mi disse che nostra Madre era morta, del dolore provato nel dovermi comunicare quella notizia e della scelta di essere proprio lui a farlo, perché qualcuno doveva farlo. Ricordo la mia reazione quel giorno, ricordo le lacrime, i pugni sul suo petto, ricordo il suo sguardo...come se qualcosa in lui si fosse spento per sempre, anche se non l'ho mai accettato fino in fondo, neanche davanti all'evidenza. Mi parla poi di questa mattina, di quando è venuto a salutarmi. Mi dice che nostro Padre ha ricevuto la visita di Drako... almeno il suo desiderio è stato soddisfatto in tempo, sarebbe stato orrendo e riprovevole se per tergiversare non avessimo fatto in tempo, desiderava la sua visita e sono certa che può solo averlo rasserenato nelle sue ultime ore di vita. "La guerra non ha rispetto per i morti, gli accordi sono stati presi, abbiamo il dovere di rispettarli. Era il tuo turno... ma inutile farti questo discorso, so che lo conosci, so che conosci bene la ragione per cui ho taciuto questa mattina." Conosco la ragione, ovviamente. Lo so Lantis... me ne rendo conto, la guerra prima di tutto. Aveva due scelte, schierare al mio posto un altro combattente della nostra fitta schiera di soldati addestrati, permettendo a me di vivere con lui questo momento di lutto, oppure rispettare la propria legalità e mandarmi ugualmente in battaglia come previsto. Ha scelto quest'ultima possibilità, sapeva cosa faceva, sapeva che avevamo delle possibilità di vittoria...e l'Auspex è nostra, come aveva previsto.



    Il dovere nei confronti del Regno va al di là del legame familiare, del legame fraterno, dell'amore, lo so Lantis... me ne rendo conto, per la prima volta me ne rendo conto davvero, ho finalmente aperto gli occhi sui nostri ruoli. "Mi... mi sono trascinato alla Torre come un fantasma, ero bianco come un cencio... io, Lantis del fulmine. Le gambe mi tremavano, nella mente sempre l'assillante quesito di dirtelo o meno." continua parlandomi del suo dolore, del suo stato d'animo di questa mattina. Il suo turbamento, la sua angoscia. Ma a me...a me chi ci pensa? Al mio diritto di sapere, al mio diritto di salutarlo, al mio diritto di essere presente in questa giornata. Tu, Lantis del Fulmine, tu col tuo egoismo, tu eri con lui, mentre io rischiavo la vita ignara di tutto.
    La sua voce si alterna tra momenti in cui appare più decisa e momenti in cui sembra più strozzata, mi rendo conto che tutto questo discorso non è facile nemmeno per lui, come non lo è per me. E mi rendo conto anche che non porterà da nessuna parte, perché non c'è nulla a cui arrivare, la realtà delle cose è questa: la guerra prima di tutto. Il Regno prima di tutto. La volontà di mio Padre prima di tutto. Di me, di lui, dell'amore, dei sogni. Di tutto.
    "Ora se ti fa sentire meglio puoi pure prendere a sberle questo viso che tante volte hai collegato alla sofferenza o a pugni il mio petto, come facesti quel giorno per la morte di nostra madre. Non ti mancherà comunque il mio abbraccio... perchè sei la mia luce... l'ultima che riesce ancora a brillare dentro di me" conclude, continuando a fissarmi negli occhi. Resto in silenzio qualche minuto, per permettere alla rabbia di sbollire ed al dolore di rinchiudersi in un angolo del mio cuore così da permettermi di rispondere in maniera coerente e sensata alle sue parole. Quando sento di avere nuovamente il controllo di me stessa, riprendo finalmente a parlare <<Non sono più quella ragazzina Lantis>> resto un attimo in silenzio, scacciando quei terribili ricordi che vanno ad accrescere l'angoscia che provo, poi dopo un sospiro aggiungo <<Come ti ho già detto ti capisco, la guerra prima di tutto. Sei il Re adesso, non hai bisogno del mio benestare per le tue azioni. Ora andiamo, ci staranno aspettando per recarci all'Auspex...>> lo sguardo serio, fiero, deciso, intenzionata a terminare qui la conversazione.



    Apro la porta e mi fermo vicino l'entrata, in attesa che mi segua. Non mi interessa altro, quello che voglio ora è soltanto salutare il grande Re, uomo e padre che è stato Rickard Raeghar.

 

 

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