Alinor Waters
"Forse dovrei andare in cerca di Dora, milady!" esclama Laila, affannata, mentre si asciuga la fronte piena di sudore.
"Stai scherzando? Non c'è tempo!...Tira!!" le ordino, a denti stretti.
"Mia signora, il vestito potrebbe strapparsi!" obietta, preoccupata.
Questo maledetto straccio nero è bloccato sui fianchi da almeno un quarto d'ora.
Respiro pesantemente, poi trattengo ancora il fiato, facendole cenno di continuare.
"Deve essere di una taglia sbagliata...oppure...." prima che finisca la frase il mio sguardo furente le è già addosso.
"...Oppure cosa??!" le faccio, inviperita.
"....O-oppure...sieteingrassataunpochino.." risponde con voce flebile, evitando il mio sguardo.
"NON HO SENTITO!!" esclamo a gran voce. Me la vorrei mangiare...no, il vestito non mi entrerebbe davvero più.
"Sistemerò subito la chiusura! Ci vorrà un attimo!" mi propone alla fine.
Sfilo via l'abito, non aspettavo altro. Per la barba d'alghe del Dio Abissale, preferivo la battaglia di Franthalia a tutto questo!
Mi lascio cadere sul letto, tornando a respirare con regolarità.
"Spicciati, non voglio essere l'ultima ad arrivare al funerale! La septa mi seppellirebbe all'Auspex insieme al Re..".
Dopo qualche minuto arriva finalmente il "Ho fatto!" che attendevo impaziente. Mi lancio giù dal letto ed infilo velocemente l'abito, infine mi dirigo verso lo specchio.
"State benissimo anche in nero!". Ruffiana.
"Invece direi che non è proprio il mio colore...spero di non indossarlo ancora per molto altro tempo." ribatto.
"Non succederà per molto altro tempo!" cerca di rassicurarmi Laila, mentre è intenta agli ultimi ritocchi al vestito.
"Di solito non vi importa granchè del vestito che indossate..." osserva, prima di rialzarsi e guardarmi nello specchio.
"Ma questo è un abito nero." le faccio notare l'ovvio, come se dovesse ricordare qualcosa.
Io ricordo bene, fin troppo. Come potrei dimenticare.
La prima ed unica volta che indossai un abito nero fu per il funerale di mia madre. Ero più che una bambina.
"Non mi piace..." singhiozzò Abel quando me lo vide indosso. Trattenni le lacrime con fatica e lo presi per mano, accompagnandolo sul luogo del rito funebre.
Lo odiavo quel fottutissimo abitino nero, me lo sarei strappato di dosso a morsi se non fosse che ero troppo triste...devastata, direi.
"Scusatemi milady..." mormora Laila, chinando il capo, dispiaciuta.
Accenno un sorriso che si spegne subito dopo. "Va tutto bene, Laila. Anzi scusami tu, ma sono un po' nervosa." le dico, allontanandomi lentamente dallo specchio.
"E' comprensibile milady!" mi fa, sorridendomi, prima di seguirmi.
"Volete per caso indossare qualche gioiello? Il vostro bracciale a forma di serpente ad esempio! E' da un po' di tempo che non lo indossate, come mai?" riprende poco dopo, andando ad aprire qualche cassettone.
Abbasso lo sguardo, poi le rispondo: "Non voglio gioielli, soprattutto quel bracciale...mi ha stufato. Nnon credo lo indosserò ancora.".
Quando apre il cassettone nel quale so di averlo riposto, gli lancio un'occhiata, di sfuggita. E' ancora lì e cosa non meno importante, non è più diventato...vivo!
"Bene, allora potete andare!" asserisce la mia ancella.
Andare? Dove? All'Auspex? Da sola?...Cosa dovrei fare altrimenti? Attendere Lantis? Esperin?... Maledizione, sto già odiando tutto questo!
Spazientita, mi dirigo verso la porta ed esco.
Mentre m'incammino per il corridoio, guardo dalla finestra notando la presenza del Primo, Ser Dreth, Ser Demonar e Ser Urthadar insieme nel giardino.
Dovrei raggiungerli e fare comunella con loro o devo seguire qualche strana dritta? Beh, nel frattempo coglierò l'occasione per congratularmi con Gildas.
Saluto tutti con un mezzo sorriso, per poi rivolgermi al giullare.
"Ser Demonar, volevo congratularmi con voi per la vittoria riportata all'Auspex. Da un luogo di battaglia, a breve, diventerà un luogo di preghiera per l'ultimo saluto al nostro amato Re Rickard." proferisco con tono fermo, pacato, in modo più che composto. Mi meraviglio di me stessa. Sembro quasi Esperin!