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  1. #1541
    sim dio L'avatar di albakiara
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Nymeria Hammerfell

    Il fuoco della pira divampa prepotente nella notte, tutto l'Auspex si accende magicamente e perfino le nuvole si diradano come per permettere alla Luna di salutare il loro Figlio.


    Qualcuno se ne va attraverso il Glados, altri si mettono in mostra in prima fila, tra i potenti, invece io resto in disparte ad osservare le stelle, tacite e luminose, che ci scrutano dall'alto, mentre le loro sorelle lucciole continuano a danzare intorno a noi.
    Stringo i pugni, la natura stessa si inchina ai piedi dei Raeghar; come vorrei essere una di loro per un solo istante, amata e riverita, come vorrei non dover più strisciare ai piedi dei nobili per qualche spicciolo in cambio.


    Osservo la principessa accanto al fratello e la invidio, invidio come può vivere il suo lutto mentre a me è stato sottratto anche quello.


    Ricordo ancora quando, appena diciottenne, ricevetti la lettera di mio fratello che mi informava dell'assassinio dei miei genitori.
    Io stavo lavorando per una compagnia di teatranti, lontana da casa, e quando seppi dell'accaduto non mi concessero neppure un minuto di dolore, dovevo continuare ad intrattenere i clienti. I miei genitori venivano gettati sotto terra e io danzavo e ridevo, ridevo e danzavo con le torce infuocate degli acrobati che mi roteavano accanto.


    Stringo nuovamente i pugni e ricaccio questi pensieri, io sono forte, ormai mi son lasciata tutto alle spalle, quando finalmente questa pagliacciata sarà finita potrò andarmene di qui e tornare la guerriera di sempre. Adesso però cedo alle lacrime, anche io ho diritto di piangere, anche io ho diritto ad una di queste lucciole.

    Ultima modifica di albakiara; 29th July 2015 alle 01:51

  2. #1542
    sim dio L'avatar di scarygirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Alinor Waters



    Auspex



    Finalmente l'attesa è finita. Attraversiamo tutti insieme il Glados, giungendo al posto designato. Faccio un profondo respiro, senza perdere mai di vista Esperin. Devo restarle affianco durante tutta la cerimonia.



    Non posso permettermi strafalcioni o passi falsi.
    Fortunamente mi sento in armonia con il luogo, un senso di calma e pace interiore sembra scacciare l'ansia e la tensione.
    Dovrei sentirmi una straniera ad osservare le statue della dea Saraswaty o solo per il rito funebre che si svolgerà da qui a poco, ben diverso da quello delle mie terre, invece no.



    Il mio legame con l'armonia e l'energia del luogo sembrano crescere passo dopo passo e continua anche quando mi fermo accanto ad Esperin, al cospetto dell'altare dove riposa suo padre, Re Rickard.



    Il ricordo che avevo di lui, di quando lo incontrai da bambina, era ormai sbiadito. Fa molta tristezza vederlo ora così, con il viso scavato, pronto per lasciare il mondo dei vivi.
    Quanti aneddoti, quanti storie ci raccontava mio padre sul suo amico Rick. Erano le storie delle grandi battaglie le mie preferite, mi piaceva immaginarle, riviverle, come se fossi lì. L'imponente figura di Rickard che sguainava la sua Lux, si ergeva sugli altri come un dio sui comuni mortali. Un ottimo combattente ed un re giusto. Come non prenderlo d'esempio?
    Lo dipingeva così mio padre, con un sorriso malinconico sulle labbra.
    Chissà se...mi volto leggermente alle spalle cercando di intravederlo in mezzo agli altri, ma quando mi pare d'intravederlo, riporto subito lo sguardo sull'altare.



    Non so se sono ancora adirata con lui, per il fatto di avermi "venduta" in cambio di altri soldati. Non l'ho più visto da quando sono andata via e non voglio rivederlo ancora. Non sono pronta.
    Ora sono qui per Re Rickard, e per nessun altro.
    Ad un tratto percepisco un fastidio che man mano aumenta d'intensità, trasformandosi di lì a poco a qualcosa ...di terrificante. Riconosco quest'aura. Con la coda dell'occhio sbircio alle spalle di Esperin. Tywin Leithien è qui.
    L'erba che pesta sotto i suoi piedi dovrebbe fermarlo, trattenerlo. Questo non è nè il luogo, nè il momento adatto a lui.
    Il mio sguardo ora teso, vigile, ma pian piano si rilassa quando avverto qualcosa di più destabilizzante. Un'aura piena di luce, di tranquillità e di serenità mi avvolge. Questo deve essere il...rivolgo nuovamente lo sguardo di fronte a me. Stupita, spalanco gli occhi a ciò che vedo. Quello deve essere Drako Kalisi e...e ...lui è Gran Maestro dei Maghi?!...Non posso crederci. Per un attimo mi sento persa, non so che fare, chi guardare. Temo in un'imboscata, ma Lantis si fa avanti ed insieme a lui avvolge nel sudario l'ormai defunto sovrano per riporlo infine sulla pira.
    Le fiamme si diramano in alto, verso il cielo scuro di questa notte che ci ospita, mentre una miriade di tante piccole lucciole si avvicina per danzare attorno al fuoco, per dare l'ultimo saluto ad un grande Re.
    L'atmosfera di questa triste notte è singolare, ne avrò memoria fino alla morte. Osservo con stupore le lucciole, il fuoco che divora il corpo senza vita di Rickard, ma non piango. No.
    Aggrotto la fronte, fissando un punto qualunque della pira. Mi sento determinata come non mai, sicura come non lo sono mai stata, forte e speranzosa. Estirperò il marcio da questo Regno, finchè il mio cuore non si fermerà. Questa non sarà la fine, ma un nuovo inizio per Dohaeris.



    In questo momento, rinnovo la mia promessa, la promessa di diventare una degna regnante. Forse non eguaglierò mai Re Rickard Rhaegar, ma farò tutto il possibile affinchè in questo regno ritorni la pace.
    Lo prometto a te, "Rick" e a nessun altro.
    Ultima modifica di scarygirl; 16th July 2015 alle 20:08


  3. #1543
    L'avatar di mary24781
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    LUMEN RAEGHAR

    AUSPEX

    Ero una bambina quando, per la prima volta, mi portarono all'Abgruntis. L'angoscia, il dolore, le urla, gli occhi vitrei di mia madre. Quel pianto strozzato che mai dimenticherò. L'Auspex, l'altare dei bagliori. Tra queste lucciole, tra tutta questa energia benevola, davanti a queste fiamme rabbiose e ambiziose, sotto queste stelle guardinghe... dovrei sentirmi serena ma non è così. Il tutto mi infastidisce, mi urta, mi irrita. E' il trionfo della mia ennesima sconfitta e sembra che ogni filo d'era di questa terra sia qui per deridermi. Quello che non sarà mai detto a questi tuoi funerali, è che eri uno stupido. Mi avevi promesso che tutto sarebbe andato bene, che avrei avuto una famiglia, che mi avresti protetta. Ma guardati attorno, se puoi, e svolazza verso mio zio. Riesci ad illuminare le sue tenebre? Non sei mai riuscito a farlo, lui ora è qui, al tuo funerale, vivo e vegeto con la sua aura che si dirama incontrollata. Eri un idealista e sei morto come tale. Questo mondo non è fatto per gli uomini buoni, per gli uomini come Kalisi. Tutto mi pare solo una gran buffonata. Tanto era l'amore profondo per Rickard che si sono dichiarati guerra, che si odiano profondamente. Anche se ora portano il tuo povero corpo ad abbracciare il fuoco, dentro i loro cuori non si sono certo spenti i venti della guerra. Eccoli Rickard, tuo figlio e il tuo Dragone, contriti e tristi per dirti addio, mentendo e dissimulando l'odio che li sta consumando. Ma tu sei felice, non è vero? Sei felice che la tua morte sia riuscita a piegare l'orgoglio di Lantis e di Drako. Il Re, il nuovo Re di Dohaeris che trasporta il cadavere del padre con l'uomo che reputava un fratello ma che non ha avuto remore di condannare a morte. E Drako lo aiuta, lui che sopporta la presenza di un Leithien odiato come mio cugino tra le sue fila pur di annientare la fazione reale. Un bambino griderebbe che il Re è nudo. Ma siamo tutti adulti, tutti bravi a mentire a noi stessi. Eppure... eppure vorrei urlare... vorrei solo... che tu non te ne fossi andato. Eri sciocco, ma eri sincero. Eri vero, così come ti si vedeva. Non pensavo potessero esistere uomini come te, Rickard Raeghar, senza finzioni, senza artifici, senza malizie. Quelle rose... non mi serviranno più, non credo che Lantis mi permetterà di portarle alla tua tomba, dove giace anche Margarete. Mi teneva occupata quel roseto. Mi sembrava come se stessi curando te e le tue illusioni, che erano pian piano diventate le mie. Ma ora non è rimasto più nulla. Sei stato uno stupido, stupido, stupido. Se solo avessi fatto come ti avevo detto, se solo quella notte mi avessi presa e dato un figlio. Ora saresti qui, ora saresti qui a difendere il Regno, a tenere buoni quei due casinisti, ora... anche Efrem sarebbe qui. Come vorrei anche solo vederlo, anche solo sentire la sua presenza. Mi odia, questo lo so bene, ma averlo qui, vicino e lontano allo stesso tempo, mi avrebbe aiutata. Respiro profondamente e chiudo gli occhi, le mani iniziano a tremare e non devono. Sono arrivata lontano, non posso arrendermi adesso. No, io non mi arrenderò mai. Terminata la cerimonia, mi avvicino a mio zio: dobbiamo parlare di molte cose. Se pensa di non avere ancora bisogno di me per piazzare le chiappe di un Leithien su quel trono ora vacante, si sbaglia di grosso.

  4. #1544
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Esperin Raeghar

    Auspex


    Le fiamme ardono la pira e si innalzano fino al cielo in una danza lenta ed inesorabile, accompagnata dalle anime degli antichi maghi che si sono manifestate per accogliere tra di loro mio Padre. Ed ecco che una lucciola, più luminosa e bella delle altre si solleva dalla pira verso il cielo, unendosi alle altre nel loro meraviglioso volteggiare davanti ai nostri occhi. Sono certa che sia Lui, sono certa che ora è felice ed in pace con se stesso e con la nostra Dea, e che per sempre veglierà sulle nostre vite, sulle nostre azioni. Continuo con la mano ad asciugare le inesorabili lacrime che bagnano le mie guance, mentre dei passi alle mie spalle mi comunicano che qualcuno si è avvicinato.



    Il Comandante è ora accanto a me, composto nel suo dolore per la morte di un grande Re e grande uomo, e sento le sue parole appena sussurrate non so se a me o a se stesso <<Valar morghulis>> tutti gli uomini devono morire. Alzo gli occhi al cielo, osservando ancora una volta la meravigliosa danza di fiamme e luci, mentre gli occhi bruciano per le lacrime versate e quelle che ancora timide si fanno strada per uscire. Valar morghulis, tutti dobbiamo morire... prima o poi. <<Si...>> sussurro appena, con voce triste ma determinata.



    Triste per il dolore che sento dentro, triste per l'ineguagliabile perdita che ha colpito noi e tutta Dohaeris, triste per l'incertezza del futuro, della guerra, di cosa sia giusto. Determinata nel volerlo scoprire, affrontare, con tutte le mie forze, come lui mi ha insegnato. Perchè è per lui che sarò forte, per lui che continuerò a lottare fino a quando la pace e l'armonia non abbracceranno nuovamente il Regno che lui ha tanto amato. <<L'importante è morire lottando per ciò che si crede giusto...>> aggiungo, con un sussurro appena accennato.



    Volgo lo sguardo verso Lantis e poi verso Drako, verso coloro che rappresentano ciò che resta della mia famiglia. Lantis è fermo e composto nel suo dolore, con l'orgoglio che da sempre lo caratterizza trasparente nei suoi occhi ora più che mai. Drako invece non cela la propria umanità, non trattiene lacrime amare per il nostro lutto, e lo vedo sussurrare qualcosa, quasi una cantilena, probabilmente una preghiera per la Dea. Due modi diversi di affrontare il dolore, due modi diversi di affrontare la vita. Sono sempre stati così diversi... eppure ho amato incondizionatamente entrambi, in modo diverso, come parte di me e della mia famiglia. Continuo a guardare le fiamme che ardono senza sosta iniziando a consumare la pira, sento di riuscire ad essere ora più calma, più lucida, credo sia perché la rassegnazione ha preso il sopravvento sulla negazione. E d'un tratto vedo Drako guardare Lantis con odio, con fierezza, con la convinzione delle proprie idee, delle proprie azioni, prima di andare via. C'è orgoglio e decisione nel suo viso, un orgoglio diverso da quello di Lantis, ma pur sempre tale. Uno sguardo che sono certa Lantis ricambierà con determinazione, uno sguardo che sancisce l'ennesima conferma che non si può più tornare indietro, che qualcosa si è spezzato per sempre.



    Che la mia famiglia si è sgretolata, e che con la morte di mio Padre anche l'ultimo legame che ci teneva tutti uniti si è spezzato, dividendoci per sempre. Schierati dai lati opposti della barriera, sostenitori di due vessilli che mai più potranno coesistere come un tempo. E per un attimo vengo colta dall'incertezza, dal dubbio atroce di non essere nel giusto, di non stare seguendo gli ideali di pace e giustizia per cui mio Padre ha sempre lottato, di non stare seguendo la sua luce che ora... risplende in Drako.



    Ma è un attimo, e poi torno ad essere Esperin Raeghar, la principessa di Dohaeris, la sorella dell'unico Re che ha diritto a sedere sul nostro trono.

  5. #1545
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    ADAMANTIA FERALYS

    La pira si consuma piano. Quello che prima era un uomo potente ora è solo un mucchietto di polvere, basterebbe una folata di vento ... Siamo ancora accerchiati da questi fastidiosi animaletti volanti: ho sempre odiato gli insetti, da piccola mi piaceva indirizzare il mio fuoco contro di loro e vederli scomparire in volo, ma non credo che qui il mio gesto passerebbe inosservato. E' preferibile trattenersi.
    Alinor è lì, in prima fila con la sua amichetta a fingersi disperata per la scomparsa del re, ma chi vuoi prendere in giro? Sei come tutti gli altri, anzi, forse sei peggiore di loro, perchè scalci e recalcitri, sbatti in faccia il tuo disappunto nel diventare regina, salvo poi aggrapparti al trono con le unghie e con i denti e allontanare a calci chi ne è veramente degno. Goditi questo momento, perchè alla cerimonia più importante non sarai che una spettatrice nel mucchio, una delle tante.


    Do un'occhiata a Tywin. E' silenzioso, rispettoso del dolore dei rampolli reali. Forse diceva il vero Lumen, quando affermava che lo zio ammirava profondamente Rickard. Spero non abbia fretta di vedere i risultati della sua richiesta, è una cosa che richiede tempo, non posso essere avventata. E poi il mio corpo è troppo bello per poter anche solo pensare di vederlo senza la testa.
    Posso quasi sentire il rumore degli ingranaggi nei cervelli di tutti i presenti che pensano a come possono sopravvivere a tutto questo, a come possono guadagnare di più da tutto questo: Tywin, Lumen, Lantis, Alinor, persino Esperyn, ognuno di loro è qui soprattutto per se stesso, per fare i conti con i vivi, per cercare di non fare la fine di Rickard.


    La cerimonia è giunta al termine, vedo Aiden che si avvicina e scambia parole sommesse con la principessa. Mi avvicino anch'io: "Principessa, vi porgo le condoglianze da parte dei miei genitori. Non possono essere qui per dei sopraggiunti problemi di saluti di mio padre, ma vi sono vicini con il cuore." - il biglietto non era molto esplicito a riguardo, potrebbe essere una stupida scusa, o forse no - "Siate forte, Lantis e Dohaeris hanno bisogno di voi come mai in questo momento" - le dirò cercando le sue mani per prenderle fra le mie. Ha il volto rigato dalle lacrime, nonostante tutto credo che piangerei anch'io al funerale di mio padre. Nonostante tutto.


    Mi volto verso Lantis, lo sguardo serio, fiero. Ha dovuto ingoiare un pò di bocconi amari ultimamente, prima Tywin al falso processo ai consiglieri, adesso Drako che si atteggia a leader davanti a tutti gli alleati ... Oh, Lantis, cosa aspetti a tirare fuori gli attributi?
    Lo fisso negli occhi e faccio in modo che mi veda svelare il nascondiglio del biglietto di condoglianze, che gli consegnerò direttamente tra le mani, come se fosse una lettera d'amore. Osserva come si fa, Lady Waters dei miei stivali!


    "Azor e Illyria Feralys sono dolenti di non aver potuto partecipare alla cerimonia, mi hanno chiesto di abbracciarvi, simbolicamente, da parte loro." - gli dico sussurrando in modo che solo lui possa sentirmi, posandogli una mano leggera sulla spalla - "Non lasciatevi fiaccare dai tentativi di quell'uomo di indebolire il vostro potere, sappiate che io sono e sarò sempre dalla vostra parte."



    Faccio qualche passo indietro e mi volto, notando il buon Vicent con le guance rigate dalle lacrime. Il ragazzo ha bisogno di conforto, mai negare conforto ai bisognosi, Adamantia. Mi avvicino, gli occhi a terra, spalancati fino a farmi male per farli arrossare e inumidirli come se avessi pianto anch'io. Andrò verso di lui, scuotendo la testa e gli dirò: "Sareste così gentile da porgermi il braccio e accompagnarmi alla Torre? Non credo di riuscire a camminare da sola, ho le gambe che mi tremano, tutta questa tensione, questa tristezza ..." - non oserà rifiutare il braccio ad una donzella in lacrime, quindi mi aggrapperò al suo bicipite e mi farò scortare lontano da questo posto maledetto, non voglio passarci un minuto in più del dovuto.


  6. #1546
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    AUSPEX
    Sono passate solo poche ore da quando questo luogo è stato macchiato dal mio sangue e ancora, nelle mie orecchie, risuonano i rumori della lotta appena conclusa. Passo il glados in silenzio accanto a Vicent che continua a ostinarsi ad indossare quell’armatura orribile e scomoda. Perché si ostina a indossarla se poi dice che il fisico ne risente? Non lo capisco. Tutta la torre osserva a capo chino il corpo del re, disteso delicatamente sul tavolo. Il viso disteso, riposato, pare che dorma. Desideravo tanto vederlo, e ora lì, inerme su quel pezzo di pietra, non sembra più lui. La gloria che avevo tanto sentito da mio padre ora è spenta così come ogni luce che avvolge questo luogo, il silenzio regna sovrano. Chino il capo osservando i miei abiti,


    sospiro ripensando all’ultima volta che l’ho indossato… madre… fu il vostro ultimo ordine. Stringo i pugni sui guanti logori ripensando a quelle parole. Sospiro ancora una volta guardando in alto, verso le statue nel lago, stamattina non le avevo viste così maestose e ora, sembrano solo dei giudici silenti che ci osservano da lontano. Una strana sensazione di disagio pressante e pesante come un macigno che grava direttamente sull’anima mi costringe ad abbassare lo sguardo, perché tutto questo? Questi pensieri non mi appartengono, alzo di poco lo sguardo notando la presenza del Gran Maestro Tywin in persona, sento il bisogno di andarmene, scappare via e lasciare questo luogo al quale non appartengo. Subito dopo di lui appare il capo dei reietti… Drako… quanto tempo è passato dall’ultima volta che ci siamo scontrati in allenamento. Non appena l’uomo si avvicina all’altare, ecco che qualcuno mi sussurra all’orecchio, «che faccia tosta, Kalisi! Presentarsi qui come se nulla fosse, non trovate Gildas? Non è fuori luogo?»


    mi schifo delle parole della bestia rossa e la ignoro scostandomi di qualche passo e avvicinandomi a Dreth sussurrandogli ad un orecchio, «perdonatemi se mi metto qui… lady Feralys non fa che disturbare…» poco tempo dopo, ecco che il Re, aiutato dall’ex Dragone, trasportano con estrema delicatezza il corpo del re sulla pira adagiandolo con la più assoluta calma. Riabbasso lo sguardo, fin quando alte fiamme non si levano dalla legna e in quel momento, come a ridestarsi da un lungo sonno, ecco che anche il luogo si anima rivelando la presenza di mille e più lucciole che leggere volvano intorno a noi. Mi stringo in me stesso visibilmente a disagio e, nel momento in cui volgo lo sguardo alla pira, ecco che un’altra lucciola, forse la più grande che abbia visto finora si solleva dal corpo del defunto re. Sbatto le palpebre per un attimo osservando la luce che lentamente si anima e danza assieme alle altre. Il mal di testa aumenta, complici le poche ore di sonno e le varie… emozioni… sensazioni nuove provate in questa giornata. Guardo Vicent dolorante cercando i suoi occhi


    per fargli capire che non riesco a stare in piedi un momento di più, non voglio disturbarlo e non appena noto un cenno affermativo, in silenzio varco il glados diretto alla torre…

    TORRE DELLA MEZZA LUNA
    Mi reggo la testa con le mani e corro, ignorando chiunque sulla mia strada, verso la mia stanza. Mi sciacquo più volte il viso dopo aver lanciato la maschera sul cassettone e mi sfilo totalmente gli abiti posando tutto sulla panca in ordine e mi lascio andare al sonno


    sperando che al risveglio questo dolore sia svanito del tutto…
    «Salve Gildas… piaciuta la battaglia dalla tua poltrona in prima fila?» qualcuno mi sussurra all’orecchio. Mi sveglio di soprassalto in preda allo spavento e mi guardo intorno nella stanza, il buio regna sovrano rotto solamente dalla candela sul mio comodino, ancora accesa. Vicent non ha ancora fatto ritorno. «Chi c’è?» dico a voce alta «ma come Gildas… non lo riconosci più il tuo caro compagno di giochi?» domanda la voce facendosi sempre più canzonatoria, il mio cuore perde un battito mentre brividi di terrore mi attanagliano. Non può, non può essere


    «chi sei?» domando continuando a guardarmi attorno «oh... ihihihihih, Gildas... tu sai benissimo chi lui sia... ihihihihih», i miei occhi saettano sull’immagine riflessa nello specchio…


    Nikah…

    *Post 1/5*

    *Post concordato con Polliciotta per far avvenire le azioni di Gildas prima delle sue
    **Azione di Vicent concordata con Damnedgirl

  7. #1547
    Moderatrice L'avatar di serenarcc
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Esperin Raeghar

    Auspex


    Scaccio gli stupidi pensieri che il passaggio del ruolo di Gran Maestro mi ha provocato, e continuo a fissare il volto di Lantis, contratto dal dolore. Forse dovrei andargli vicino, abbracciarlo e sostenerlo come ho sempre fatto, come una sorella dovrebbe fare, ma la delusione brucia ancora così tanto che non mi permette di muovere alcun passo nella sua direzione. Avrebbe dovuto permettermi di esserci, mentre mi ha esclusa, anteponendo una possibile e neanche tanto certa vittoria al nostro lutto, non riesco a perdonarglielo. Mi ridesto quando Adamantia si rivolge a me, avvicinandosi e sussurrandomi "Principessa, vi porgo le condoglianze da parte dei miei genitori. Non possono essere qui per dei sopraggiunti problemi di salute di mio padre, ma vi sono vicini con il cuore." annuisco semplicemente, più che altro per educazione.



    Non ho la minima idea di chi sia presente stanotte, probabilmente dovrei dare maggiore peso a queste cose, ma non riesco a concentrarmi su altro se non la pira e le lucciole che danzano attorno ad essa. Le osservo volteggiare e le seguo con lo sguardo, chiedendomi dove sia ora mio Padre, certamente è quella... la più luminosa di tutte, perché lui era un grande, in tutto.



    "Siate forte, Lantis e Dohaeris hanno bisogno di voi come mai in questo momento" aggiunge poi, stringendomi le mani delicatamente. <<Vi ringrazio Adamantia>> le rispondo sincera, con lo sguardo triste e malinconico.



    In questo momento non ho la forza neanche per esprimere risentimento per le nostre divergenze, mi sento solo svuotata. Chissà se può comprendere il mio dolore, mi ha accennato ad una difficile situazione familiare, magari come la septa non concepisce l'amore che lega padre e figlio e queste sue parole sono solo di circostanza. O forse no, spero per lei di no.
    Lantis ha bisogno di me, lo so, ora come non mai, e dovrei cercare di mettere da parte il mio orgoglio ed il mio risentimento per lui, anche se non è facile. Non so se sarò mai all'altezza di quello che ci si aspetta da me, che ci si aspetta da una persona col mio sangue, da una Raeghar, per il bene di Dohaeris. Mi sento così piccola, impotente, soprattutto oggi.
    La vedo poi andare verso mio Fratello con le sue tipiche movenze sensuali che in questo momento mi disturbano, le trovo fuori luogo. Gli sussurra qualcosa, gli poggia una mano sulla spalla, cerco di non essere prevenuta nei suoi confronti.



    Gli sta solo porgendo le condoglianze della sua casata, una cosa normalissima in un momento come questo. Non può essere considerata una colpa il fatto di essere una donna provocante dopotutto, anche se so bene che dietro le sue azioni c'è un forte opportunismo, a cui però non voglio badare ora. Poi si volta e si allontana, mentre io continuo a fissare mio Fratello, incerta su come comportarmi con lui.


  8. #1548
    GdR Master L'avatar di Eclisse84
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Lord Tywin Leithien

    E così… sei finito Ric. Credevo che questo giorno non sarebbe mai giunto tanto presto, sai… ho sempre pensato che io e te abbiamo rappresentato gli antipodi in questo mondo bizzarro in cui ci ritroviamo, eppure le conoscenze odierne si spostano ben oltre i confini di questo regno messo insieme dai tuoi avi, il mondo… è qualcosa di incalcolabile, eppure io e te siamo nati e cresciuti nello stesso spaccato di terra, tutto sommato, a pochi chilometri di distanza. Non ho mai sopportato la tua presenza, perfino quando eri ancora il giovane principe e secondogenito di Cervantes, avevi quel modo tutto tuo di approcciarti alla vita, alle persone che incontravi, perfino a me, che non ti ho mai riservato particolare attenzione, per me non valevi nulla all’epoca e tantomeno vali nulla ora. Ho desiderato così tante volte restare ad osservare il tuo corpo bruciare, che quasi non realizzo lo spettacolo che i miei occhi mi stanno offrendo: sei steso inerme su di un tavolo di pietra, se non ci fosse il sudario potrei confonderti con la stessa roccia calcarea, la tua pelle non differisce molto per colore e sicuramente, ora, anche per consistenza, mi piacerebbe verificare di persona, ma è un divertimento che alcuni non condividerebbero qui. Ti ho augurato di morire in ogni maniera possibile, ma il veleno… quel veleno è stato un tocco di classe, ti sei consumato lentamente, sono riuscito a partecipare la tua luce spegnersi giorno dopo giorno, iniziavo quasi ad apprezzare la tua presenza, quel tuo male che ti divorava dall’interno era una consapevolezza che mi allietava le giornate, purtroppo ho pensato per troppo tempo che i tuoi curatori ed alchimisti avrebbero trovato soluzione e non ho goduto a fondo della tua situazione, peccato… veramente un immenso peccato, sarei venuto più spesso al tuo capezzale solo per vederti andare dritto verso la morte giorno dopo giorno, magari prendendoti la mano accompagnandoti personalmente. Sacro Raiden questo è un giorno da ricordare, quello dove la luce del Gran Maestro Raeghar si estingue nel fuoco che gli consuma il corpo, una lucciola… questo sei ora, in realtà non è nulla di troppo diverso da quello che hai rappresentato in vita per me: un insetto, un fastidioso insetto con la coda luccicante e nulla più. Mi consola ancor più sapere che non ti ricongiungerai con la tua amata Margarete, lei come me, è destinata a tutt’altro luogo, perché per quanto ligia e retta potesse essere la tua devota mogliettina regale, era marcia e corrotta dentro come tutti noi, come uno stregone o una strega deve essere, come la sua natura gli impone. Vi guarderete l’un l’altro a distanza, tu dal tuo fiorito campo Elisio e lei nel suo inferno di fulmini neri, ma quando toccherà a me, tra molto molto tempo, avrò modo di consolarla, sarà stata tua in vita, ma sarà mia nell’eternità dell’oltre vita. Devo ammettere che forse la mia vita sarà un po’ noiosa da ora in avanti, nessuno mi darà soddisfazione come te, nessuno mi farà sentire più così forte, il contrasto tra noi era evidente anche ad un bambino in fasce, per quanto io ti odiassi, per quanto io ti ritenessi insignificante come essere, mi facevi risaltare come non mai, perché solo in presenza della luce più forte, il buio più profondo assume le sue sembianze più oscure, è la natura, è il ciclo normale delle cose: tanto più potente è il bagliore, tanto più grande è l’ombra che ne deriva. Questo Kalisi non vale nulla, ha perso in partenza, la dea Saraswaty si è distratta nel momento di poggiare il suo sguardo divino sul prescelto, non mi crea il minimo disturbo la sua presenza, quell’ aura è ridicola. Un bel viso in un corpo giovane e prestante, ora che non è più Primo, avrà una folta schiera di schiave dell’ormone a sbavargli dietro. Il titolo di Cerimoniere, in questa guerra, nella sua posizione, non vale nulla, Drako Kalisi il Gran Maestro più inutile della storia dei tempi. Re Lantis un altro ragazzotto senza né arte, né parte, un burattino dai lunghi fili ben imbrigliati nelle mie mani, lo tengo in pugno e se Adamantia farà il suo dovere, non avrò più alcun ostacolo per impossessarmi del trono. Lumen e le sue lacrime amare, piangi bambina, piangi nella tua nullità, se non fosse per il cognome che porti non esiterei a soffocarti seduta stante, faresti una bella fiammata su quella pira, quelle tue ovaie secche s’incendierebbero all’istante, ma non temere… avrai ancora un tuo ruolo in tutta questa faccenda. Del corpo di Rickard ormai rimane solo cenere, consumato nell’anima e nel corpo, estinto in ogni sua forma e sostanza… è tempo di festeggiare, al Castello Nero ho un buon vino che mi attende, brinderò a te Rickard Raeghar, Unificatore dei Regni e Gran Maestro dei Maghi, che tu possa abbagliare le anime dei defunti dal tuo trono di luce, che al regno dei vivi ci penso io.

  9. #1549
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden Urthadar
    Auspex

    Le fiamme si alzano, sempre più forti. Non hanno ancora finito di consumare il loro pasto.



    Anno DIX D.D.
    I mese della neve
    II Giorno di Giove


    <<Mio lord, quando siete pronto...>>. La voce del septon è un sussurro, un flebile sussurro dominato da paura e insicurezza. Non mi giro per guardarlo, non oso distogliere gli occhi dal suo cadavere. <<Ancora un minuto>>, gli rispondo, con la voce rauca di chi non parla da giorni e giorni. Prendo la sua mano tra le mie, non la sollevo, mi limito a toccarla e combatto il brivido che mi assale quando la sento fredda, freddissima. Gelida quanto il marmo su cui riposa. Mi sposto sul viso: scavato, pallido, con un'ombra di barba che ora non crescerà più. Tutti hanno sempre detto che eravamo due gocce d'acqua, e per uno strano scherzo del destino solo ora riesco a rendermene conto. Eppure eravamo così diversi... le tenebre del suo animo non sono mai state scure quanto le mie. Non era un santo, aveva il suo bel carico di pesi da sopportare durante le notti, ma era un brav'uomo. Migliore di quanto io potrò mai essere. Perché era debole, debole, debole. Mia madre lo diceva sempre. E quella stronza aveva sempre ragione.
    Lascio la sua mano e mi allontano di qualche passo dal corpo, prestando attenzione a non investire il piccolo Petyr. Ha voluto essere vicino a me per tutta la cerimonia, e non mi si è mai staccato di dosso, nemmeno quando suo padre ha osato avvicinarsi e interrompere i miei ricordi. È solo un bambino, eppure è già così intelligente, immensamente più maturo di quell'inetto di mio zio. Nessun affetto particolare lo legava a mio padre, a stento si parlavano: lui è qui per me, solo per me. Non so se me lo merito. Gli dono una carezza e gli sorrido, tra questa feccia che mi circonda solo lui merita il mio amore, ora. Osservo il septon e gli faccio segno di cominciare il rito. Il piccolo omino quindi inizia a pronunciare una serie di preghiere sacre per la mia famiglia, parole che mai come ora sento mie. Perché sono il nuovo Lord delle Tempeste. Terminata l'elegia mi avvicino al letto di marmo. Sollevo una mano e questa inizia a brillare di luce propria, circondata da migliaia di scintille elettriche che fatico a reprimere. Nessuno osa fiatare, sanno che vorrò la lingua di chiunque rovinerà questo momento. Avvicino la mano alla paglia e le do fuoco: così vuole la tradizione. Il Fulmine del nuovo Signore di Capo Tempesta deve accompagnare il vecchio nel suo viaggio verso le tenebre. Mi allontano e osservo le fiamme, mentre si mangiano l'unica persona a cui sia mai fregato qualcosa del sottoscritto.



    Anno DXIII D.D.
    I mese delle foglie
    III Giorno di Giove



    <<L'importante è morire lottando per ciò che si crede giusto...>>.


    La voce di Esperin mi ridesta da questi stupidi, stupidi ricordi. Sono cambiato tanto in quattro anni, ho abbandonato le mie insicurezze, e non tornerei mai indietro. Ma a volte mi chiedo come sarei, se mio padre fosse sopravvissuto per un po' più di tempo. <<Pagheranno>>, le dico calmo, pacatissimo.


    Perché so che è questo che la principessa vuole sentirsi dire. Niente più parole dolci, niente moine: anche la sua anima candida come la neve desidera il perverso piacere di cavare gli occhi a chi le ha portato via il padre. Adamantia si avvicina e le porta le condoglianze dei genitori. La ignoro, e rimango concentrato sulle fiamme: mi hanno proprio rapito.

    Our wills and fates do so contrary run

  10. #1550
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Esperin Raeghar

    Auspex



    La voce di Aiden mi giunge come un flebile sussurro, calma, pacata, come l'etichetta e le circostanze richiedono.



    Un lord nei modi e nel rapportarsi con gli altri, un lord che sa quello che vuole e che non si ferma davanti a nulla per ottenerlo, anche sporcandosi le mani se necessario. <<Pagheranno>> si limita a dire, senza tono particolare nella voce, ma con sicurezza e determinazione. Parole le sue che graffiano il mio cuore, parole che riaccendono quella scintilla, quell'odio che prende ora il posto della cieca rassegnazione. Pagheranno.



    Ripenso al processo, all'ansia e all'esigenza di scoprire il colpevole che hanno mosso le mie parole e le mie azioni in quella stanza. La confessione di Callien, la presunzione ed il menefreghismo di Taras, e poi Niniel con quelle lettere, con le sue deduzioni fredde ed affrettate.



    Un processo apparentemente chiaro ma che mi ha ugualmente lasciato dell'amaro in bocca, come se non tutto fosse emerso, come se non tutte le colpe fossero state confessate. <<Hanno già pagato>> mi limito a rispondere pacatamente, perchè è questo che tutti sanno, è questo che è successo, è questo che abbiamo in mano.



    Alzo lo sguardo e lo rivolgo a Lord Tywin, gli occhi quasi accecati dall'odio, dalla consapevolezza che sta gioendo del nostro dolore, della dipartita di mio Padre. Lui che più di tutti trarrà beneficio da questa morte, lui che più di tutti lo desiderava, lo bramava con tutto se stesso, ma contro il quale non abbiamo assolutamente nulla. Poi guardo Lumen, falsa nel suo viso contratto apparentemente dal dolore, e l'odio aumenta, cresce a dismisura contro questi infami che stanno infangando questo terreno così sacro e questo momento così intimo. Pagheranno tutti, chi più chi meno, chi per colpe dirette... chi semplicemente per aver pensato di farlo. Pagheranno, lo giuro a me stessa, a mio Padre, a Dohaeris... perchè merita di meglio di un vessillo Leithien accanto al nostro sul Trono.


 

 

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