Gildas Demonar
TORRE DELLA MEZZA LUNA
Guardo la principessa, nei miei occhi vi è solo rabbia, rabbia mista a frustrazione per la sua chiusura mentale. Mi guarda quasi a voler rimarcare l’orrendo spettacolo che sto dando di me stesso davanti a lei, voleva una spiegazione di ciò che è successo? La sta avendo ma tutto ciò che ne ricavo sono solo sguardi allarmati e perplessi. Cosa dovrei fare? Dire semplicemente “oh mia cara e dolce princy, sapete che dentro di me alberga un mostro spietato di sangue che è nato nel momento in cui ho squartato senza remore mia madre davanti a una platea di nobili al mio palazzo?” e cosa ne ricaverei? Solo altri sguardi allarmati e perplessi, o peggio, una bella decapitazione qui davanti a tutti come è successo a Callien e a quella vecchia ciabatta di Taras. Per lei sarebbe l’opzione più semplice al momento. «Sir Gildas, non sono solita giudicare le persone a priori, tanto meno per stupide dicerie di corridoio. Le vostre parole mi offendono, non credo di aver mai dimostrato il contrario o di avervi trattato da pazzo.» ah no? E allora cosa significano tutti quegli sguardi e quelle frasi allarmate in ogni occasione che prevedeva la mia presenza? «Strano, e con un...eccentrico ed a volte inopportuno gusto nel vestire...» sbuffo rumorosamente e noto il suo volto distendersi in un sorriso. Poso il mento sul palmo della mano e mi appoggio al ginocchio mentre continuo a osservarla «...ma non pazzo.» sgrano gli occhi mordendomi un labbro. «Se sono qui è per sapere la vostra versione dei fatti, non quella di altri. Non volevate uccidermi, la cosa mi rallegra, ma la vostra khopesh ha trapassato il cuore del mio clone, quindi certamente capirete la mia necessità di ricevere da voi una qualche spiegazione» mi rimetto dritto prendendomi qualche secondo per pensare a qualcosa da dirle senza spaventarla «e va bene…» in quel momento un servo ci interrompe avvisandoci che l’incoronazione sta per cominciare mi alzo e la guardo negli occhi piegando in su le labbra in un mezzo sorriso «se vorrete ancora, più tardi, continuare questa conversazione, sarò disposto a rispondere a tutte le vostre domande...» la ragazza annuisce senza rispondere oltre. Mi piego in un profondo inchino cavalleresco facendo roteare la mano davanti a me prima di rivolgerla verso di lei «ora… come la vostra etichetta impone, un nobile cavaliere deve accompagnare la sua dama ovunque ella voglia…» le porgo la mano facendola alzare delicatamente, dopodiché abbasso il gomito di modo che possa appoggiarvisi «vogliamo andare Mia Signora?» vedo la principessa rasserenarsi e porgermi il braccio tranquilla, ignara di tutto ciò che potrebbe subire solo standomi accanto «certo, la sala del Giudizio ed il nostro Re ci attendono. Avremo modo più tardi di riprendere la nostra conversazione» le rivolgo un cenno d’assenso e insieme scendiamo verso il glados attraversandolo verso il luogo dell’incoronazione…
SALA DEL GIUDIZIO
Arrivati finalmente alla sala, lascio andare la principessa congedandomi con un cenno del capo e guardandomi intorno, subito gli occhi di molti dei presenti si puntano su di me. Ne riconosco qualcuno, molti di loro sono addirittura pochi degli armaioli arricchiti col commercio di armi di Vygrid. Ognuno mi guarda con sdegno e altri invece con malizia in ricordo delle varie notti passate con loro, donne e uomini tutti. Sento i loro occhi su di me e nel voltarmi, noto la figura alta e snella della moglie di Lord Calliston che mi guarda con odio, disprezzo per ciò che ho fatto a suo marito. Ignoro lei e il resto degli sguardi e avanzo deciso verso una delle sedie libere accanto a Vicent e alla principessa. «Gildas…» sobbalzo sulla sedia quando d’un tratto, due mani forti si posano sulle mie spalle agguantandomi con forza e stringendo appena, volgo di poco lo sguardo osservando la figura di mio padre, l’abito rosso e beige ostentano i colori del nostro casato e sul capo vedo che gli manca il simbolo di Vygrid, lo stemma di acciaio posto sopra le alte mura della nostra città e che ora lui non rappresenta. «Padre…» mugugno appena mentre la sua stretta si fa più ferrea sulle mie spalle provocandomi delle fitte allucinanti. Mi impongo di non fiatare più e con la coda dell’occhio vedo che rivolge lo sguardo verso Vicent per poi guardare la figura alta e fiera di Lantis. La cerimonia ha finalmente inizio, il sacerdote entra nella sala e lentamente incorona Lantis come nuovo Re di Dohaeris. Cassandra si inginocchia e pronuncia fiera il suo giramento da Primo Cavaliere. Finalmente l’incoronazione ha fine dando così il via ai festeggiamenti tra fiumi di vino. Cassandra si avvicina a Vicent per parlargli dopo che questi si è avvicinato a un suo parente, sembrano tutti così contenti. «Vieni!» dice mio padre imperioso lasciando finalmente la presa sulle mie spalle, non attendo oltre e titubante mi alzo dalla mia sedia per seguirlo in un angolo della sala «quello che hai fatto all’Auspex non è passato inosservato.» mi guarda squadrandomi da capo a piedi per poi tornare sui miei occhi «sapevo che gli anni passati in catene avrebbero finalmente ripagato con la bestia che sei ora!» dice quasi senza espressioni mormorandolo appena per non farsi sentire da altri. Il suo dito si muove poi verso la mia faccia «ora togliti quella cosa… mi fai schifo conciato così!» stringo i pugni lungo i fianchi sibilando tra i denti «no!» dico con sdegno, per la prima volta sento qualcosa di diverso in me, sento di potergli tenere testa. «Se non vi aggrada il mio abbigliamento, allora tornatevene a Vygrid.». Mi volto di spalle ignorando le sue reazioni e mi allontano a grandi falcate verso Vicent e Cassandra. «Vi dispiace se m’intrometto? L’aria qui comincia a farsi pesante…» mi volto per un attimo non vedendo più mio padre… per il momento starà calmo, non può scatenare una lotta qui dentro… almeno spero…
*Azioni e frasi di Esperin concordate con Serenarcc