Erano i primi tempi della malattia e nonostante la spossatezza mio Padre era ancora cosciente e non mancava di adempiere pienamente ai propri doveri di Re. Quel giorno fu particolarmente faticoso, una discussione tra due Lord del Sud del Regno per il possedimento di alcune terre tra loro confinanti aveva richiesto il suo diretto intervento e mettere pace tra i due si era rivelato più arduo del previsto. Si era quindi ritirato prima del solito nelle sue stanze per riposare e sapevo che questo gli arrecava non poca sofferenza dato che lo metteva di fronte all'evidenza dei fatti, ossia che quella che allora consideravamo una malattia stava lentamente peggiorando. Ero preoccupata per lui, per lo sguardo triste e turbato che avevo visto sul suo volto mentre annunciava la decisione di ritirarsi e quindi di rimandare al giorno successivo gli incontri ancora in programma, e decisi quindi di raggiungerlo nelle sue stanze per essergli in qualche modo di conforto. Non sapevo ancora quanto fosse grave il suo male, non sapevo a cosa avrebbe portato. Tutti pensavamo fosse un malessere momentaneo, dovuto ad affaticamento o a qualcosa del genere...nessuno poteva immaginare. Nessuno... o quasi, purtroppo. Quando entrai nelle sue stanze lo trovai seduto sul letto, in camicia da notte, con lo sguardo perso nel vuoto e la sua Lux in mano, intento a lucidarla con un panno.
Mio Padre amava la sua arma, ma non era solito usarla pubblicamente, come non era solito ostentare la sua forza. Preferiva di gran lunga risolvere i diverbi con parole giuste e non opinabili, oppure al massimo intervenendo con la sua aura per sedare gli animi. Mi stupii quindi di trovarlo intento a maneggiarla, e rimasi un attimo ferma vicino la porta ad osservarlo in silenzio, timorosa di disturbarlo.
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Entra pure Esperin, vieni qui vicino a me...>> disse lui, che aveva avvertito la mia presenza pur stando voltato di spalle. Mi avvicinai immediatamente, sedendo accanto a lui sul letto e ponendo una mano sulla sua, che lui strinse con forza <<
Non volevo disturbarti Padre, ero preoccupata e volevo accertarmi che stessi meglio>> la voce tremava un pò, come ogni volta che mi fermavo a riflettere sul fatto che avesse un qualche male che sfuggiva al nostro controllo e che non eravamo in grado di identificare e di fermare. <<
Va già meglio, tranquilla bambina mia...>> mi rispose, e nonostante mi sforzassi di credergli, sentivo che stava solo mentendo per non farmi preoccupare. Ma allora preferii soprassedere, non ero abbastanza forte per accettare una risposta diversa. Lo vidi lasciare la mia mano e tornare ad accarezzare la lama della sua spada, gli occhi fissi su di essa e persi nei ricordi <<
Questa spada apparteneva a tuo nonno, e a suo padre prima di lui. Non ho mai immaginato di poterne impugnare un'altra, dal momento in cui l'ho avuta tra le mani la prima volta ho capito che sarebbe stata l'unica, fino alla fine dei miei giorni. Credevo che alla mia morte sarebbe passata a Lantis, ma Cuore di Tenebra è decisamente un'arma più appropriata alla sua indole ed al suo modo di combattere>> lo ascoltai attentamente, senza proferire parola, anche se il suo tono non mi piaceva affatto <<
Vorrei... che quel giorno, quando arriverà, la prendessi tu>> mi guardò con occhi dolci e pieni di orgoglio, e a stento riuscii a trattenere le lacrime.
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Non ti sto chiedendo di sostituire Fidelia, so quanto sei legata alla tua arma per la sua appartenenza alla leggendaria Lady Olenna, e sono orgoglioso che tu segua il suo esempio, voglio solo che la tenga con te, come mio ricordo... quando sarà il momento non la riassorbirò>>. Ascoltare le sue parole mi costò una fatica immane, nonostante la gioia per questo suo pensiero non potevo non sentire un magone al cuore e una sorta di repulsione per l'eventualità della sua morte. Non sarebbe successo, pensai, non sarebbe morto, sarebbe guarito e avrebbe continuato ad impugnare Lux ed a guidare il suo Regno.
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Padre, sarebbe un onore per me impugnare la tua arma, e lo farò...un giorno, ma un giorno molto lontano. Non devi parlare in questo modo, non devi abbatterti... sconfiggerai questa malattia e regnerai ancora a lungo, il Regno ha bisogno di te... io ho bisogno di te>> lo abbracciai, e sentii le sue braccia ricambiare il gesto con dolcezza, ma credo anche con rassegnazione... lui sapeva, lo sentiva, anche se ancora non riusciva a capire.
Un lieve bussare alla porta interruppe la nostra conversazione, ed i tre Consiglieri entrarono nella stanza annunciando l'arrivo dei guaritori, dei maestri maghi col dono della rigenerazione, che avrebbero infuso nel Re un profondo senso di benessere con la loro aura, per aiutarlo a sopportare i dolori della malattia. Allora sembrava per tutti noi un semplice rimedio alle sue sofferenze, non sapevamo purtroppo che stavamo soltanto accelerando il processo che avrebbe portato alla sua morte. I tre Consiglieri rimasero davanti la porta, tutti e tre, coscienti tutti o quasi di cosa ciò comportasse, eppure rimasero in silenzio ad osservare la scena, mentre io abbandonai la stanza per permettere ai maghi di operare.