Esperin Raeghar
Non appena vedo la donna tornare a respirare regolarmente, segno che si è nuovamente addormentata, capisco che è il momento di agire, ed anche velocemente prima che le guardie scendano a controllare. Tolgo il mantello e lo poggio momentaneamente per terra, voglio che la donna mi veda bene mentre le parlo, e contemporaneamente visualizzo nella mente la mia fisionomia, concentrandomi sulla mia aura che si sprigiona e poi si scinde in una copia di me stessa che prende forma proprio accanto a me. Lascio che il clone attraversi le sbarre chiuse della sua cella, e poi nuovamente lancio il sassolino a terra producendo un lieve rumore sufficiente a svegliarla. Se lo scudo si è attivato con l'aura ora non dovrebbe avere possibilità di identificare il clone, e dovrebbe quindi pensare che ci sia davvero io nella sua cella con la spada di mio Padre in mano, spero in questo modo di intimorirla e spingerla a confessare un eventuale, ed ormai quasi certo ai miei occhi, coinvolgimento suo o di Tywin nell'avvelenamento. Non appena la donna apre gli occhi le punto contro la spada mantenendomi leggermente a distanza <<E' giunto il momento di parlare Niniel>> le dico soltanto, con lo sguardo determinato ed il tono duro.
Non ho intenzione di andare via di qui senza una confessione, senza aver finalmente fatto chiarezza sull'accaduto. Lei sobbalza nel riconoscermi, per poi calmarsi subito dopo ed ostentare la sua solita compostezza "Non è questo il luogo adatto ad una Principessa... parlare? Parlare di cosa?" faccio un altro passo verso di lei, che indietreggia a sua volta finendo con le spalle contro le sbarre della cella <<Lasciate giudicare a me quale sia il mio posto>> le rispondo sprezzante. Voglio metterla alle strette, ormai sono quasi certa della sua colpevolezza, anche se mi sto basando solo su quanto ha detto Ryuk. Troppe cose tornano, troppi dettagli portano ora a lei, ma so che chiedendoglielo non otterrò nulla, l'unica possibilità è probabilmente quella di dare già tutto per assodato, rendendole inutile continuare a negare. <<Parlare di molte cose, Consigliera. Del vostro ruolo di infiltrata dei Leithien, ad esempio. O delle missive che avete appositamente fatto arrivare nelle nostre mani, o...meglio ancora, del vostro coinvolgimento nell'avvelenamento di mio Padre. Evitiamo la parte della negazione, non ho tempo da perdere, e ditemi semplicemente il perché>> le dico decisa, ostentando una sicurezza che in realtà non possiedo.
Lei incrocia le braccia e sorride sfrontata, rispondendomi con presunzione e mettendo a dura prova la mia pazienza "Non capisco da dove nascono tutte queste Vostre certezze Principessa, eppure... siete stata tra i primi ad assolvermi in giudizio" Alzo il sopracciglio contrariata, mentre mi fissa insistentemente negli occhi, riesco a notare la sua pupilla diradarsi leggermente mentre incatena i suoi occhi ai miei "Fareste meglio a tornare nei vostri appartamenti ora. Sono certa che questo momento di dolore diventerà sempre più insostenibile, avete già perso vostra madre... ora vostro padre, tenete a portata di mano la spada del Re, quando cercherete rimedio a tutta questa sofferenza" spalanco gli occhi, realizzando quello che sta facendo: charme, peccato per lei che lo stia facendo su un'illusione... e che quindi il suo potere non abbia alcun impatto su di me. Questo suo atteggiamento può voler dire solo una cosa: è colpevole sotto ogni punto di vista, Ryuk aveva ragione. Continuo a fissarla con determinazione, senza scompormi ma anzi sfidandola, mi avvicino ancora un pò a lei sempre con la spada alzata all'altezza del suo collo "Forse non sono stata chiara quando vi ho detto che non ho intenzione di perdere tempo, Niniel. Ve lo chiedo una seconda volta... Perché ?".
Finalmente riesco a toglierle quello sguardo beffardo, ed intravedo il panico nei suoi occhi, avrà pensato che possiedo il suo stesso scudo mentale per non aver subito gli effetti del suo charme e quindi ora si ritrova spaesata ed in difficoltà. E' questione di pochi secondi e vedo la sua espressione mutare, dalla paura all'indecisione, infine all'ira cieca quando mi risponde "Perchè tuo padre era un peso morto, andava tolto di mezzo e tuo fratello è più manipolabile di lui. Voi Raeghar siete una piaga ed andate sterminati tutti dal primo all'ultimo, quando tua madre è morta ho gioito, ma non tanto quanto questa volta. Avresti dovuto mangiare anche tu quella torta così saresti crepata prima di tuo padre, ma non posso pretendere che il mio Charme renda le persone più intelligenti e Callien ha fallito miseramente, non potevo espormi ancora. Sta di fatto che ho vinto, tuo Padre è morto, Lantis sposerà Lumen, con un pò di fortuna lui creperà sotto di lei e Doharis sarà dei Leithien. Li servo come hanno fatto mio padre e suo padre prima di lui, voi Raeghar siete solo degli sciocchi con gli occhi bendati. Non ho avuto figli, gli Dei me lo hanno negato, la stirpe Raeghar avrebbe dovuto morire con me" un fiume in piena di assurde teorie, complotti e convinzioni mi travolge. Ha confessato il suo coinvolgimento, le sue colpe, le motivazioni che l'hanno spinta a farlo che vanno al di là della lealtà ai Leithien, basate su convinzioni ideologiche tendenti al paradossale, è totalmente pazza, fuori di testa. Resto ferma ed impassibile anche se sento la rabbia ed il rancore esplodermi dentro, assieme al desiderio di ammazzarla, ma non lascio trasparire le mie emozioni, fin quando non si attenuato lasciandomi totalmente svuotata eppure lucida... stranamente lucida. Torno a fissarla negli occhi amareggiata, l'unica cosa che desidero è che venga fatta giustizia, che lei soffra come ha sofferto mio Padre. La morte non sarà sufficiente, dovrebbe patire sofferenze infinite nelle grinfie di Raiden, ma so che non sarà così purtroppo. <<Confessate di averlo fatto su ordine di Lord Tywin e avrete salva la vita>> le chiedo, mentendo. E' l'unico modo che abbiamo per incastrarlo, ed è solo per questo che sto mantenendo la calma, purtroppo temo che non lo farà, che non lo tradirà anche se fosse implicato in questo atroce misfatto <<Non ne sapeva nulla, ma di certo ha apprezzato il mio regalo>> mi dice infine, sarcastica. Come immaginavo... tutto inutile, mio Padre è morto ed il Lord ha ottenuto quello che voleva senza sporcarsi le mani, per mezzo di questa stronza fuori di testa che non lo incolperà mai. Torno a fissarla, senza ormai né astio né rancore nella voce, totalmente vuota ed apatica, e le parlo senza più formalismi <<Hai ragione, il tuo charme non rende più intelligenti, Niniel>> avanzo ancora un pò, fino a quando la lama non arriva a pochi centimetri dal suo collo <<Altrimenti ti saresti resa conto di stare parlando ad un'illusione, visto che le sbarre della tua cella sono ancora chiuse e non avrei avuto modo di entrare>> o forse ha pensato che possedessi il teletrasporto, oltre allo scudo mentale, oltre agli altri miei poteri che già tutti conoscevano? <<Io non sono reale...>> ribadisco l'ovvio, toccandola con la lama immateriale. Dal suo viso traspare un immediato sollievo, contemporaneamente però scatto alle sue spalle ed le afferro attraverso le sbarre la coda, in modo da tenerla ferma e non permetterle di allontanarsi.
<<Ma io si...>> aggiungo fredda ed impassibile, prima di affondare la spada nella sua schiena, all'altezza del cuore. La lama trapassa facilmente il suo corpo e fuoriesce lentamente dall'altro lato, mentre la donna continua a dimenarsi con forza, una forza effimera rispetto alla mia. Sento il sangue colare sulla spada, sulle mie mani, sul vestito, ma non mi fermo e continuo ad affondare, fin quando non la sento irrigidirsi e perdere le forze.
Chiudo gli occhi nel momento in cui le sento esalare il suo ultimo respiro, nel momento in cui finalmente giustizia è stata fatta, quindi estraggo la spada lasciando che il suo corpo cada a terra privo di vita. Resto ad osservarla per qualche istante totalmente disorientata e confusa, non riesco ad elaborare dei pensieri sensati, non riesco a realizzare cosa ho fatto e cosa provo. E' stata fatta solo giustizia, mi ripeto, ha ucciso mio Padre e doveva pagare...andava fatto, dovevo essere io a farlo e nessun altro, neanche Lantis. Sento dei rumori dall'esterno, probabilmente le due guardie hanno chiesto rinforzi, quindi rapidamente esco dalle prigioni e nell'oscurità della notte raggiungo il Glados, senza voltarmi indietro. Avvicino la mano per un attimo incerta su dove andare, tornare alla Torre in questo stato è fuori luogo, ho bisogno di calmarmi, sempre che io possa tornarci ancora dopo questo. Potrei andare ad Aglàr, ma sarebbe il primo posto dove Lantis mi cercherebbe, mi conosce troppo bene...e non ho intenzione ora di parlargli. Ho bisogno di stare un pò sola, di riflettere... di chiarirmi le idee, di essere lasciata in pace. Tocco il portale e lo attraverso, dopo aver deciso, ricordandomi solo in quel momento di aver lasciato il mio mantello a terra, di fronte la cella... pazienza, ormai è troppo tardi per tornare indietro. Raggiunta la destinazione inizio a camminare incerta a causa dell'oscurità cercando di evitare i sassi a terra e raggiungo l'imponente porta in legno. La apro, è decisamente pesante, e nell'entrare questa sbatte alle mie spalle. Mi lascio cadere a terra, esausta, poggiando per un momento la spada insanguinata a terra e portandomi le mani al viso, che di conseguenza si sporca leggermente, ma non me ne curo. Chiudo gli occhi e resto così ferma per qualche istante, con le mani che tremano leggermente, cercando di calmarmi... io ho ucciso una persona. Era un'assassina, l'assassina di mio Padre, una persona che non meritava di vivere e neanche di morire soffrendo così poco... ma pur sempre una persona, ed io le ho tolto la vita con le mie mani. Non credevo ne sarei mai stata capace, non credevo avrei mai ucciso. Abbasso le mani e socchiudo gli occhi guardandomi intorno, cercando di abituare gli occhi all'oscurità... beh... non credevo tante cose...
Scuola di Magia: alterazione ed illusione
Cloni- capacità di creare copie di se stesso immateriali, manovrate con la propria volontà.
- Maestro – 5 copie
*Post concordato con i Masters