Discussione: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

Vicent Dreth

Quando mi avvicino all’anziana guardo a mia volta fuori dalla finestra rendendomi conto che è già sera e delle guerriere del Sinelux non vi è ancora alcuna notizia.

La cosa non mi sorprende. Quel campo di battaglia è davvero difficile per colpa dell’assenza di luce e chiunque si troverebbe in difficoltà se sprovvisto di elementi come il fuoco o il fulmine. Se poi contiamo che potrebbero scendere avversari del calibro di Ryuk Leithien, dunque veloci ed addestrati, la mia unica speranza è che tornino sane e salve. Adamantia… Ho un conto in sospeso con lei.

<<No, dal Sinelux ancora nulla…>>, rispondo pacato, cercando di modulare la voce in modo tale che non le arrechi fastidio. Non è molto lucida, è evidente, ha perfino assecondato il mio consiglio di sedersi senza alcuna replica…

Probabilmente la fuoriuscita di sangue le sta causando malessere. Le passo il composto e resto in piedi vicino a lei guardando il suo occhio con l’ansia che aumenta in maniera esponenziale e poi complice il nervosismo prendo a camminare avanti ed indietro per la stanza, arrestandomi solo quando smette di sanguinare... Finalmente. <<Ha smesso…>>, esclamo tirando un sospiro di sollievo e poi ascolto attentamente ciò che mi dice, <<Dovete curarmi ancora, sir. Ho ricevuto un calcio sotto al mento e la mandibola mi duole>>. Giusto! Con tutto questo trambusto mi stava passando di mente. Dato che i danni elencati non sono ingenti opto per richiamare la magia curativa in un solo palmo. Dunque sollevo la sinistra e…

Difesa e Recupero - Rigenerazione (avviene tramite tocco): Rigenera ferite di media entità (ferite profonde non mortali, ossa rotte, danni medi da elemento).

Eccola che appare in un battito di ciglia. Nessuno sforzo. Nessuna concentrazione.

<<Non capisco cos’abbia oggi…>>, sentenzio guardando stranito le tracce di nero che la attraversano ad intermittenza… E’ come se l’inchiostro del tatuaggio si stesse unendo con l’abilità... <<Forse è solo la stanchezza. Posso?>>.

Sir Dreth comincia a camminare avanti e indietro, che nervi...qui quella cagata addosso dovrei essere io!



Il fumo mi fa bruciare l'occhio pizzicandomelo fastidiosamente, ma mi costringo a tenerlo aperto....
Dopo qualche minuto, sir Dreth si arresta:



<<Ha smesso…>> dice tirando un sospiro di sollievo.
Mi alzo, comunicandogli della mandibola dolorante, e nel frattempo getto via il composto in una bacinella che poi provvederà Agatha a pulire!
Subito il cavaliere si avvicina, noto la luce scura del suo potere e la cosa non sembra lasciare perplessa solo me:
<<Non capisco cos’abbia oggi…Forse è solo la stanchezza. Posso?>>



Lo guardo con pena: per Raiden, che incubo!
<<Gliel'ho appena chiesto io sir, si dia una mossa!>> bercio infastidita. Ma quanto ci vuole?



Non ho idea del perchè si stia scurendo la tonalità della sua magia, non me ne frega un accidenti! Ho un fiume di sangue incrostato in faccia, vorrei pulirmi e deve ancora dirmi....a proposito!



<<Cos'è che dobbiamo fare dopo, in biblioteca?>> gli domando mentre sento finalmente il mento meno dolorante...solo sir Dreth poteva esserne esperto, ah!

Vicent Dreth

La rigenerazione sembra procedere senza intoppi o stranezze e, poco prima del termine, sento chiaramente il palmo sinistro pulsare sprigionando un fumo rossastro che evapora via.

Ritraggo la mano ed inarcando un sopracciglio me la fisso interdetto: che succede…?

<<… dopo, in biblioteca?>>, Nhm?

Che centra ora la biblioteca? Sollevo lo sguardo ed incatenando i miei occhi in quelli della Septa rimembro la ragione per cui la stavo cercando. <<Ah…>>, sorrido imbarazzato da questo mio attimo di distrazione. <<Mi servirebbe la descrizione di due membri delle fazioni avverse: Elen, la guaritrice dei reietti, e la ribelle di Solumquae>>, sfrego i polpastrelli contro il palmo complice un leggero prurito sul punto.

<<L’ordine viene direttamente dalla Regina e sarebbe da completare il prima possibile per la questione taglie. Ma, se non vi sentite ancora bene, posso comunque aspettare…>>.

In realtà mi sembra stare già meglio ma la prudenza non è mai troppa...

Muovo la mascella a destra e sinistra, finchè un ghigno non mi nasce spontaneo: tutto a posto, la rigenerazione è completa!



<<Mi servirebbe la descrizione di due membri delle fazioni avverse: Elen, la guaritrice dei reietti, e la ribelle di Solumquae>> mi riferisce il soldato, una volta terminato.



Brontolo annoiata, speravo in qualcosa di più succoso....che palle.
<<L’ordine viene direttamente dalla Regina e sarebbe da completare il prima possibile per la questione taglie. Ma, se non vi sentite ancora bene, posso comunque aspettare…>> aggiunge infine, guardandomi perplesso.



"L'ordine viene dalla regina" gnegnegne.....scuoto il capo, avviandomi alla bacinella dell'acqua:



<<No, leviamoci quest'altro dente.>>
Mi lavo energicamente il viso, che finalmente dopo doversi strofinamenti con l'acqua, torna accettabile. Sono bella come prima, ah!
<<Andiamo in biblioteca, allora...>> bercio avviandomi alle scale, mentre il giovane mi segue.
Un volta nella sala dei libri, mi pongo al centro, cominciando a descrivergli la reietta Elen: il viso ovale, i capelli lisci, lunghi e grigi.



Prendo un tomo sulle razze elfiche dell'Est, aprendolo alla sezione sui Telpë e indicando poi a sir Dreth l'immagine di un rappresentante "tipo" di quella razza, gli elfi grigi.
<<I tratti sono questi sommariamente: la ragazza ha anche le orecchie a punta, sebbene non sia un'elfa. Labbra piccole ma gonfie, rosse come il sangue. E' molto magra, gli occhi grandi e grigi anch'essi...>> dico, ricordando che sto descrivendo proprio la bastarda degli Urthadar.

Nb: gesti di Vicent concordati con Damnedgirl

Gildas Demonar

Arrosto di Fanon al tavolo dieci. Lo guardo arrostire velocemente mentre le mie fiamme, al contatto con la sua pelle passano dal verde intenso al rosso intenso quando toccano la sua pelle. Ogni centimetro del suo corpo brucia, la pelle si raggrinzisce e ampie bolle si aprono sul suo corpo. Un ghigno si apre sul mio volto vedendo le fiamme che lentamente e dolorosamente divorano la sua carne spargendo nell’aria quel fastidioso odore di carne bruciata che con gli anni ho imparato a tollerare. L’uomo atterra sul marmo e continua a contorcersi dal dolore urlando come un ossesso. Suvvia, cosa vuoi che sia un’ustione. Impossibilitato a dire o fare qualunque cosa, l’uomo attua la prima cosa intelligente che gli viene in mente, ovvero buttarsi in acqua per trovare sollievo. Peccato solo che l’acqua calda attui l’effetto contrario, facendolo urlare ancora di più come una bestia. Muovo l’indice sollevandolo e abbassandolo a ogni strillo seguendo a ritmo le variazioni di intonazione. «Possiamo lavorarci su, che ne dici?» dico portando l’indice in alto e rivolgendogli un sorriso. D’un tratto vedo apparire una balestra nella sua mano e poco dopo incocca una freccia, potrei evitarla come fece Nikah. Ma lasciamolo godere di qualche attimo di vittoria, in fondo. Che divertimento ci sarebbe a schivare tutto? Chiudo per un attimo gli occhi stingendoli e attendendo l’arrivo della frecc… urlo in preda al dolore quando questa si conficca nello stomaco scendendo in profondità e incastrandosi. Mi piego in avanti reggendola e digrignando i denti prima di urlare nuovamente mentre la estraggo. Un rivolo di sangue mi cola dalle labbra e subito dopo alzo lo sguardo, dolorante verso l’uomo. Ridi, voglio sentire la tua ultima risata prima del gran finale. Con un altro urlo di dolore tiro fuori la freccia dal mio stomaco mentre un fiotto di sangue cola dalla ferita gocciolando per terra. Il dolore diviene rabbia, la rabbia si trasforma in forza. Scatto verso la vasca e quando sono sul bordo, mi immergo con velocità arrivando fino all’uomo dove lo afferrerò per la gola stringendo sempre di più e con un ghigno di vittoria stampato sul volto proverò a conficcargli nell’occhio sinistro la freccia che lui stesso ha scoccato, macchiata ancora del mio sangue. Sangue che non farà altro che mescolarsi al suo facendogli ripudiare se stesso per essersi mescolato, anche senza volerlo, a uno della mia stirpe. Un Demonar che lui tanto odia. Se il mio colpo ha funzionato, lascerò la presa. Le parole di Vicent rimbombano potenti nella mia testa accompagnate dalle risate di Nikah che continua a ripeterle ininterrottamente scimmiottando la sua voce «”non puoi ucciderlo, Gildas!” Era così che diceva no? Dai Gildas, fammi contento una volta tanto!» NO. Se il tutto avrà fatto effetto, lascerò la presa sulla freccia e sull’uomo ormai sofferente e uscirò dalle terme raccogliendo l’asciugamano e arrotolandomelo alla vita «non vi uccido solo per un motivo, Sir Fanon…» gli do le spalle dopo aver calciato i suoi abiti in acqua e dopo aver raccolto i miei dal grifone «ho fatto una promessa!». Prendo un altro asciugamano e lo attorciglio stretto attorno al torace per fermare almeno in parte l’emorragia…

CASSANDRA DE LAGUN

Sir Alagos non aggiunge nulla al mio discorso, la cosa un poco mi stranisce ma mi congedo gentilmente insieme a Vicent, così da poter raggiungere presto il Castello e iniziare a stampare i ritratti che sono in mio possesso. Stringo i fogli al mio petto mentre la luce del Glados mi porta a Luna di Diamante, dove prendo il sentiero che porta alle stamperie. Dinanzi il marchingegno, scorro i profili uno alla volta, stampandoli tutti con estrema precisione e inevitabilmente mi fermo su quello di mio fratello, che ho lasciato per ultimo.







Dovrei stamparlo, posizionarlo sul piedistallo sotto il pantografo, lasciando che le sue punte magiche riconoscano il tratto di Vicent, così da riprodurre il disegno sugli altri fogli, tenuti insieme con la carta carbone. Predispongo tutto il necessario, calibro bene la macchina ma... non ci riesco. Non riesco ad avviarla.



La mano mi trema, il cuore batte all'impazzata. Non posso. Con questa taglia, mio fratello sarà perseguitato, inseguito, lapidato. Le parole che ho detto a Sir Fanon mi riecheggiano nella mente: questo disegno potrebbe portarlo alla morte. Tutti conosceranno il viso di un traditore, di un criminale, di un ribelle. Nessuno ci vedrà il viso dolce di Andreus, la sua bontà, il suo sorriso. Nessuno scorgerà gli occhi luminosi di mio fratello. Le lacrime iniziano a bruciare sulle guance, la vista ad annebbiarsi. Non posso prendere una decisione ora, non adesso, non in questo stato. Guardo ancora il ritratto di Andreus, lo accarezzo con le dita. La faccia di mio fratello affissa su quei muri, la gente che vi sputerebbe, che la straccerebbe, la offenderebbe.

"Mia sorella, quella che tu non sei!"

Come un lampo nella notte, la voce di Andreus mi fa trasalire. E tutto mi sembra improvvisamente folle: me davanti questo arnese col ritratto di Andreus in mano; la guerra che evampa fuori queste mure, che divora ogni cosa che ha l'ardire di esistere; io nei panni di Primo Cavaliere e non Drako, Lantis re e non Rickard, Esperin dispersa e non nel suo letto a coccolare i suoi sogni. Gaearmir lontana e chissà che potrei non vederla mai più; la testa di quella reietta nel sacco di iuta che ho trovato sul sentiero Ecate; la rabbia, l'odio di mio fratello in quelle parole, in quelle accuse. Le domande lasciate aperte, senza risposte. Nel silenzio del piccolo laboratorio, l'odore di inchiostro è asfissiante. Ma non è quello a togliermi il respiro. Di nuovo, come quando fui nominata Decimo Hidra, sento le gambe tremare e il peso della mia scelta gravare sulle mie spalle come fosse l'intera Adamantem. Il trionfo dei Leithien, Lumen di nuovo Regina. Piego il foglio e lo rimetto in tasca: ho altri ritratti da prelevare da Vicent e stampare. Ci penserò domani, sì. Domani è un giorno nuovo.



Varco il Glados e sono subito alla Torre, con il disegno di mio fratello ben nascosto nella casacca. Andrò in sala a rifocillarmi, non ho mangiato niente tutto il giorno.

NB: Il comportamento di Cassy è in previsione di un cambio allineamento

Vicent Dreth

Correggo: non sembra ma sta meglio! Brontola, sbuffa ed ha perfino recuperato la grinta, segno che il composto e le cure hanno davvero fatto effetto... Bene. Chissà però cos’è stato, sarei curioso ma non so se chiederle o meno spiegazioni al riguardo perché in fin dei conti è pur sempre una cosa personale e potrei urtare la sua sensibilità. <<No, leviamoci quest'altro dente>>, mi risponde sciacquandosi il viso con un catino d’acqua ed incurante della veste pregna di sangue si dirige in biblioteca.

Ehm… E’ proprio sicura di voler restare così…? La seguo un poco titubante bloccando durante il tragitto Theon e ordinandogli <<Portate in libreria del thè e dei biscotti…>> raggiungo l’anziana in stanza. Mi accomodo, lanciandole un’occhiata perplessa, e comincio a tracciare i lineamenti del viso seguendo la descrizione: rispetto ad altre devo ammettere che è più precisa e mi risulta molto semplice disegnare.

<<I tratti sono questi sommariamente: la ragazza ha anche le orecchie a punta, sebbene non sia un'elfa. Labbra piccole ma gonfie, rosse come il sangue. E' molto magra, gli occhi grandi e grigi anch'essi...>>, annuisco a queste parole aggiungendo il tratto atipico: orecchie a punta.

<<Così?>>, domando mostrandole il disegno e quasi in contemporanea giunge in stanza Theon con ciò che avevo chiesto. <<Poggiateli pure lì Theon>>, indico l’altra scrivania. Il servo obbedisce tenendo lo sguardo basso, come se fosse timoroso dell’anziana, e non appena poggia il tutto abbandona la stanza con un lieve inchino, malfermo a causa dell'andatura compromessa.

<<Mi sono preso la briga di chiederli per Voi…>>, guardo l’anziana in modo gentile e bonario, <<Avete perso molto sangue, rischiate un calo di zuccheri, mangiate e poi continuiamo>>.

Attenderò una sua reazione con la speranza che si sieda e che mangi almeno un biscotto, poi, in ogni caso, le dirò, <<Ora l’ultima… La ribelle di Solumquae>>.

Sir Dreth finalmente esegue il disegnino che aveva come compiti per casa, che perlomeno è somigliante:
<<Così?>>



Annuisco rapida, quando vedo Theon entrare con.....che cazzo è quella roba?



<<Mi sono preso la briga di chiederli per Voi…>> mi dice il cavaliere.
<<Avete perso molto sangue, rischiate un calo di zuccheri, mangiate e poi continuiamo>>
Lo guardo incazzata....si certo sir, e dopo volete fatte anche le treccine?!?
Colpisco con un pugno il vassoio, facendo volare via tutto per l'aria:



<<Dite che ho un calo di zuccheri? Non sono abbastanza DOLCE?>> gli urlo addosso con voce gracchiante.
Mi fermo improvvisamente, avvertendo una fitta al fianco...cazzo. Ma che diavolo è oggi??!?! Rimango immobile, dubito si sia accorto di qualcosa...
Il soldato passa poi a chiedermi dell'altro soggetto del ritratto. Ora viene il punto dolente.
<<La ribelle...dunque....>> non ho idea manco di come si chiami.



Rimembro di quando l'ho incontrata al Glados, delle sue paure...chissà che starà combinando adesso!
Di certo non posso descrivergliela con la stessa dovizia di particolari che ho potuto ricevere nella zona neutra...
<<...bhe, come i tutti i ribelli, il cappuccio ha reso difficile distinguerne i tratti. Comunque sia da lontano è visibile...>> mormoro, incerta. Cosa dirgli?



<<...è bianca. Ma di un pallore oserei dire lunare. Ad un occhi esperto come il mio, è stato subito chiaro che si trattasse di una non-morta. Il viso tondo, con dei tatuaggi semi-trasparenti. Occhi rossi....>> cerco di dargli un'idea del viso, descrivendolo per quanto ricordo da Solumque. Devo omettere quello che ho scoperto in neutra, come il colore dei capelli che in battaglia avevo solo intravisto.

Vicent Dreth

Arrogante, presuntuosa ed anche maleducata. Ho semplicemente fatto la cortesia di farle portare qualcosa da mettere nello stomaco e lei fa volare tutto in aria urlandomi addosso con voce gracchiante, <<Dite che ho un calo di zuccheri? Non sono abbastanza DOLCE?>>.

Bah! Non sono né cieco, né stupido, e ciò che ho visto prima in infermeria so perfettamente che è stato un calo di zuccheri. Ha perso troppo sangue ma lei cerca inutilmente di nasconderlo… Sai che c’è? Se non vuole il mio aiuto che si arrangi: non perderò altro tempo o gentilezza per curare qualcuno che si rifiuta categoricamente di seguire un consiglio.<<Come vi pare>>, le rispondo freddo e pacato e poi torno sul foglio sforzandomi di seguire le indicazioni per tracciare il volto della ribelle.

<<...è bianca. Ma di un pallore oserei dire lunare. Ad un occhi esperto come il mio, è stato subito chiaro che si trattasse di una non-morta>>. Sbatto le palpebre e guardo l’anziana inarcando un sopracciglio. Se ha identificato subito la sua natura allora perché a tavola non è trapelata alcuna notizia al riguardo? Molto strano... Anche se ora ammetto che capisco la ragione per cui il Re ha bandito la negromanzia da Dohaeris imponendo la pena di morte a chiunque la pratichi: una contromisura per Targaryus che sta usando nelle sue file dei non morti… Assurdo... <<Il viso tondo, con dei tatuaggi semi-trasparenti. Occhi rossi....>>, riprendo a disegnare riflettendo attentamente proprio sul colore degli occhi. Non è un’estranea, questo è certo, o altrimenti le sue iridi sarebbero colorate di azzurro: vivendo al Nord ho sentito molte storie sui “mostri” che vivono oltre alla barriera, mito confermato dallo stesso Rickard Raeghar che perse suo fratello durante una battaglia per difendere il regno da questa piaga. Ancora sovrappensiero termino il disegno e lo mostro all’anziana chiedendole, <<E’ lei?>>.

Attendo il suo responso facendo gli ultimi ritocchi al disegno, in particolare per i segni sul viso, ed intanto le domando insospettito, <<Una curiosa coincidenza che tra le file di Targaryus vi sia una negromante assieme ad una non morta…>>. Spero che Efrem non stia davvero giocando con dei cadaveri perché i morti… Dovrebbero restare morti. Ascolterò una sua eventuale risposta o osservazione e poi mi congederò da lei limitandomi ad un <<grazie>> per andare in armeria mostrando ad Aiden il disegno di Elen.

<<Comandante. Vi è familiare?>>, chiederò, esponendo l’immagine.

L'anziana non mi è sembrata molto convinta... Ed io voglio esserne certo. Devo.

<<Come vi pare>> mi risponde infastidito sir Vicent. E finalmente, si, come pare a me, era così difficile capirlo?



Maledetta pazienza!
<<Una curiosa coincidenza che tra le file di Targaryus vi sia una negromante assieme ad una non morta…>> mi dice poi, mentre mi mostra il ritratto della ribelle....stringo il foglio tra le dita, per poi restituirglielo.
Alzo le spalle...non ho intenzione ne voglia di dirgli nulla al riguardo. Verrai pure dal Nord ragazzino, ma il vero gelo della morte non l'hai mai sentito, credimi....quindi fatti una bella barca di cavoli tuoi!
Ultimato anche il secondo disegno, sir Vicent prende la via per l'Armeria, lasciandomi sola.



Mi guardo intorno, prima di soffermare i miei occhi sui libri della sala...non ho bisogno di informarmi, non ho bisogno di leggere quello che già so.



Prima o poi doveva succedere, e mentirei a me stessa se non ammettessi che mi sono domandata spesso solo "quando" sarebbe dovuto accadere.
L'unica cosa che non comprendo è...perchè? Perchè oggi e non ieri...o domani?



C'entra qualcosa quello che....probabile, quasi sicuramente si. Faccio per avvicinarmi ai volumi, ma un nuovo giramento di testa mi convince che devo veramente mettere qualcosa sotto i denti, possibilmente di sostanzioso, penso pestando nell'uscita i biscottini che mi aveva fatto portare sir Vicent.