Vicent Dreth
<<Siete alla torre>>, asserisco gentile continuando ad accarezzarle la testa ed intanto mi sforzo di tenere premuto il ghiaccio contro il punto onde evitare che esca altro sangue. E’ un miracolo che non abbia ancora perso i sensi ma mi rendo conto che non è affatto lucida: si agita, parla a fatica e la sofferenza è ormai evidente.
Tra un colpo di tosse e l’altro farfuglia qualcosa, dei ringraziamenti credo, le sorrido benevolo facendo di tutto pur di tenerle il suo sguardo incatenato al mio: è meglio che non veda il braccio. Intanto conscio che l’effetto dell’aura di luce stia per terminare annullo il contatto fisico con Lady Araneae e sollevando i palmi cerco di richiamare la magia curativa dei Greatnova.
Stranamente il tatuaggio non produce più alcun effetto. Nessuna luce. Nessun movimento. Niente. Eppure vedo che dai miei palmi si condensa un fumo inizialmente nero che poi si illumina assumendo una tonalità rosso scarlatto. <<Sir!>>, distolgo lo sguardo dalla nube rossastra e guardo Lady Araneae, <<Vi... prego... Vi... scongiuro... aiutatemi...>>. Ha ragione. Dovrei muovermi e curarla invece che stare imbambolato a fissare la mia rigenerazione.Difesa e Recupero - Rigenerazione (avviene tramite tocco): Rigenera ferite di media entità (ferite profonde non mortali, ossa rotte, danni medi da elemento).
<<Voi... voi dovete... Uccidermi...>>. Eh? Mi blocco interdetto e sbattendo le palpebre fisso la dama dritto negli occhi.
Ucciderla… Come può arrendersi con tanta facilità? Deve essere fuori di sé per il dolore, non può esserci altra spiegazione per ciò che ho udito. Le mie iridi esprimono pura pena ma anche un pò di disapprovazione: è comunque una guerriera addestrata, un minimo di sopportazione per questa tipologia di danno si dovrebbe avere.
<<Non sempre la morte è la soluzione, sapete?>>, affermo con un tono di voce che sa di rimprovero ma poi rendendomi conto di stare parlando con una donna in pieno delirio per il dolore mi pento da subito della mia rigidità e cerco di porvi rimedio esclamando un <<Mi dispiace>> rammaricato e sincero. Gli anni come soldato mi hanno temprato in freddezza. Tenendo coperto il braccio con la maglia lo recupero dal catino e mi avvicino alla dama con l’intento di continuare a guarirla. <<E’ meglio se non guardate, fidatevi>>, le dirò cercando di coprirle gli occhi con una mano mentre con l’altra sposterò il ghiaccio e facendo scivolare il tessuto a terra provvederò a riattaccarle l'arto consigliandole un attimo prima di operare: <<Farà male solo all’inizio: prendete una boccata d'aria, stringete i denti e cercate di stare ferma. E' quasi finita>>.