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  1. #2271
    Mod cangiante L'avatar di Pey'j
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Aiden Urthadar

    Termino di curarmi e, prima che possa rientrare, assisto a Cassandra che attraversa il portale verso una destinazione ignota.




    Forse è solo una mia impressione, ma non credo di essere l'unico inquieto, perché ultimamente mi sembrano tutti strani: gente che va, gente che viene, gente che sparisce. Dovevo chiederle di sir Fanon... me ne ricorderò quando la vedrò di nuovo.


    Rimango a fissare il Glados per qualche minuto, interrogandomi sulla possibile meta del Primo e sul perché fosse tanto di fretta, quando decido che ne ho abbastanza della quiete del parco e mi dirigo in sala riunioni, dove prendo posto al capotavola vicino alla dispensa e chiamo immediatamente Agatha.


    <<Servi il pranzo, e avvisa gli altri che se hanno fame, possono raggiungermi>>, le ordino atono, appoggiando poi i gomiti sul tavolo e la testa sopra le mani a forma di coppa. Attenderò di trovarmi davanti un piatto e inizierò a mangiare... è un po' pesto per pranzare, ne sono consapevole, ma ho come l'impressione che durante la riunione di Lantis non avremo occasione di mettere qualcosa sotto i denti.

    Our wills and fates do so contrary run

  2. #2272
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    Avanzo lento verso l’uomo mentre la sua mano, forte e possente, stringe la mia trachea smorzandomi ancora di più il fiato. Stringete. Stringete. STRINGETE. Avanti, vi piace così tanto il potere, vero? E ora? Coraggio. Fate ancora pressione, perforate questa pelle.


    Le unghie dell’uomo graffiano per la troppa pressione e piccoli rivoli di sangue scivolano sul mio collo per poi mescolarsi con l’acqua. Alzo gli occhi che cominciano a bruciare per la mancanza d’aria, il dolore, i segni… tutto ciò mi inebria e posso quasi sentire l’odore del sangue che fuoriesce dalla mia pelle. Sorrido socchiudendo le labbra senza mostrare i denti quando la forza dell’uomo diventa quasi insopportabile. D’un tratto però… il Comandante molla la presa sul mio collo. Torno a respirare con foga tossendo di tanto in tanto. Alzo poi gli occhi inarcando un sopracciglio mentre l’aria riprende a invadermi i polmoni. L’uomo si guarda la mano, stranito prima di allontanarsi da me e uscire dalla vasca, rivestendosi. Che succede? Avere la scelta di vita o di morte su una persona così facilitata vi scombussola? «Buona continuazione»



    dice e nel momento in cui scappa via, scoppio in una fragorosa risata che si espande alta per le mura delle terme. Nel frattempo vedo delle ombre alzarsi accanto a me. Alzo gli occhi continuando a sghignazzare, due tizie verdognole tali e quali alla tipa in acqua fissano me e le due ragazze rimaste mentre sento la voce della terza accanto a me «vi basta una persona sola o preferite avere compagnia?»


    piego un labbro voltandomi verso quella al mio fianco e mi avvicino veloce provando a posarle una mano sul collo seguita dalle mie labbra che lente sfioreranno la sua pelle in piccoli baci per poi scendere e risalire lente fino al suo orecchio mentre con la mano scenderò in una carezza calma ma decisa partendo dal suo collo fino a fermarmi sul suo ventre dove comincerò a picchiettare con le dita mentre le sussurrerò piano, sfiorandole l’orecchio con le labbra «divertitemi Araneae…»


    se la donna di fronte a me sarà la vera Araneae, richiamerò a me il potere della mia famiglia liberandolo potente e in tutto il suo splendore sul palmo della mano che ho sul suo ventre. Ampie fiamme verdognole e azzurre si apriranno dalla mia mano fino a investire la pelle della donna tramutandosi nel classico e banalissimo fuoco. Se il colpo sarà andato a segno, mi allontanerò dalla donna uscendo fuori dalla vasca e andando a recuperare i miei abiti infilandomi i pantaloni e la maschera. «Alla prossima mie signore…» dico voltando loro le spalle e dirigendomi verso la mia stanza. Credo proprio che mi farò un sonnellino, Gildas, mi hai sfiancato oggi. Non hai fatto che lagnarti e invece? Io ho fatto più di te in un paio d’ore. Idiota. D’un tratto sento un urlo echeggiare per il corridoio e provenire dalla mia stanza. Oh, Gildas, il tuo amichetto sta morendo. Mi chiudo la porta della stanza e lo spettacolo di colori che si presenta ai miei occhi ha dell’incredibile, una miriade di fasci luminosi violacei e verdi si alzano fino al soffitto creando spettacolari giochi di luce. «Però… carino!» esclamo posando gli abiti sulla panca vicino all’entrata e perdendomi in quello spettacolo, abbasso gli occhi cercando la fonte di quello spettacolo ed eccolo lì… disteso mentre regge le lenzuola…


    «no!» stai indietro. Mi reggo la testa con le mani piegando le gambe mentre stringo i denti per il dolore. Ispiro lento trattenendomi e mugugnando mentre Gildas scalcia e si arrampica su di me pur di uscire. Silenzio. Tutto si annulla. Il dolore svanisce e riapro gli occhi mentre le ultime immagini della risata di Nikah in catene invadono la mia testa. Scuoto il capo quando un fascio violetto mi investe il volto e scatto verso Vicent osservando il suo corpo. La pelle è arrossata ma ciò che mi spaventa di più e l’assenza di quel meraviglioso tatuaggio che mi ha incantato tante e tante volte. Lo afferro per le spalle ma ritraggo subito le mani spaventato dal calore emanato dall’uomo. «Vicent! Vicent svegliatevi!» dico a voce alta facendomi coraggio e afferrandolo nuovamente mentre con la mano destra provo a tirargli un forte schiaffo sul volto. Non odiatemi… vi prego…

    *Urlo e situazione di Vicent in camera concordata con Damnedgirl

    Distruzione:
    Esperto Palla infuocata – La fiamma prende forma in una sfera dal diametro di 1 metro, provoca ustioni di secondo/terzo grado

  3. #2273
    sim dio L'avatar di Damnedgirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Vicent Dreth

    Dolore. Caldo.



    Resto esanime finché d'un tratto non mi sento scuotere, è come se qualcuno stesse cercando di svegliarmi ma non ci riesco, il corpo mi fa troppo male, ogni millimetro della pelle mi brucia come se avessi lava incandescente al posto del sangue. Sento il mio nome ripetuto per un paio di volte ed a seguito un formicolio sulla guancia che mi costringe ad aprire di forza gli occhi e mi fa accasciare su un fianco. Respiro a fatica, ma sono vivo, ed il corpo mi trema a causa di brividi involontari peggiorati dagli spifferi d'aria provenienti dalla finestra.



    Guardo Gildas, tenendo le palpebre socchiuse per la sonnolenza, ed in un sussurro rauco lo imploro quasi chiedendogli <<acqua...>>.





    Poi smetto di guardarlo e prendo a fissarmi il mio corpo con sguardo visibilmente sofferente, sgranando d'improvviso gli occhi quando noto che manca un dettaglio... Un particolare fondamentale. Dove diamine è il mio tatuaggio...



    <<?!>>
    Ultima modifica di Damnedgirl; 10th September 2015 alle 01:06



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  4. #2274
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    Scuoto ancora, con forza il corpo di Vicent fin quando, grazie al ceffone che gli ho tirato, l’uomo non comincia ad aprire gli occhi, affaticato.


    Mi guarda per un po’ e io non posso fare a meno di sfilarmi la maschera, lanciandola sul mio letto e allontanandomi da lui per farlo respirare.


    «Acqua...» biascica. Faccio cenno di sì col capo e corro fuori dalla porta dove incrocio un servo con una brocca e alcuni calici in mano. Gli porto via tutto senza nemmeno degnarlo di uno sguardo e ritorno in camera dove verso quasi fino all’orlo l’acqua prima di porgerla al ragazzo.


    Cosa diamine sto facendo? Questo non è un comportamento che ho di solito. Perché l’ho fatto? Titubante gli porgo il bicchiere con l’acqua cercando di aiutarlo a sollevarsi mentre l’uomo si scruta il corpo privo del disegno


    e cerco di ricordarmi le esatte parole usate da lui quella sera.



    «Cosa... che vi è successo?»
    ho paura…

  5. #2275
    sim dio L'avatar di Damnedgirl
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Vicent Dreth

    Non capisco. I Greatnova non mi avevano mai accennato nulla al riguardo, dovrei fare alcune ricerche e... La rigenerazione! La mia abilità era legata a quel maledetto tatuaggio! Non posso averla persa... Quando Gildas esce dalla stanza provo ad alzarmi da solo, ma il corpo non collabora lanciandomi fitte allucinanti e decido quindi di stare fermo aspettando il cavaliere che dopo qualche istante torna in stanza con dell'acqua.



    <<Grazie>>, gli sussurro cercando di sorridergli nonostante la pelle tiri e mi lascio aiutare a sollevarmi per poter bere il bicchiere d'acqua tutto d'un fiato.



    Tossisco a causa di un pò di liquido che mi va di traverso ed abbozzando per il bruciore cerco di coprirmi alla buona con un lenzuolo. <<Cosa... che vi è successo>>, domanda lui spaventato e più confuso di me.



    Lo guardo di rimando, scuotendo la testa e biascicando <<non lo so...>>. Con lo sguardo indico poi uno dei cassetti contenenti alcuni medicinali di emergenza, <<c'è dell'aloe lì, puoi passarmela? E, per favore, dammi del tu, siamo amici ti ricordo, non ti fare questi problemi...>>.



    Nell'attesa mi fisso il dorso della mano e stranito comincio a spiegargli quel che mi è successo, con dovizia nei particolari, soffermandomi sul fumo nero. <<E' come se il tatuaggio fosse evaporato via...>>, commento infine lanciando un'occhiata al mio riflesso.



    Mi sento... Nudo...
    Ultima modifica di Damnedgirl; 10th September 2015 alle 01:10



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  6. #2276
    Master caotico L'avatar di SimsKingdom
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Gildas Demonar

    Vicent si alza a fatica e prende il bicchiere dalle mie mani bevendo tutto d’un fiato e strozzandocisi quasi.


    Mi ringrazia… per avergli passato un bicchiere? Si usa anche per questo? Lo vedo poi coprirsi come meglio può col lenzuolo e decido di allontanarmi dal letto per dargli spazio. Non lo capisco. Lo guardo confuso quando mi dice un semplice «non lo so...»


    prima di indicarmi con gli occhi uno dei suoi cassetti e… spiazzarmi. «C’è dell'aloe lì, puoi passarmela? E, per favore, dammi del tu, siamo amici ti ricordo, non ti fare questi problemi...»


    A-amico? Ancora questa parola buffa… comincio a capire cosa significa. Credo… gli rivolgo un sorriso sincero, diverso da tutti quelli che ho dispensato finora al resto della gente qui. E mi avvicino al cassetto cominciando a rovistare tra i suoi oggetti per cercare quello che mi serve mentre l’uomo mi spiega cosa gli è successo.


    D’un tratto un foglio piegato attira la mia attenzione, posto sopra le garze che lui cerca non posso fare a meno di spostarlo, ma è quando lo sposto che alcune parole mi balzano agli occhi. Perché lei? Richiudo il cassetto lasciando volutamente il foglio appena fuori e gli porgo il tutto sedendomi poco distante da lui. Ho visto come si copriva imbarazzato, non vorrei infastidirlo visto quello che gli ho… ha… abbiamo combinato in questi giorni. «È come se il tatuaggio fosse evaporato via...» dice guardandosi nello specchio. Un lampo verdognolo seguito da uno azzurro di quella strana aurora mi infastidisce e meraviglia al tempo stesso. Indico con un dito il soffitto e il resto della stanza mentre i colori brillanti illuminano il mio corpo in un piacevole spettacolo… un po’ fastidioso però...


    «lo spettacolo qui dentro è meraviglioso ma… come diamine si spegne?» dico guardandolo confuso. Mi trovo davvero in difficoltà… aiutatemi… fate qualcosa diamine…

    *Le luci che vedono Gildas e Vicent, sono solo una cosa prettamente scenica concordata con Damnedgirl

  7. #2277
    sim dio L'avatar di Maru1e1a
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali


    Il primo rumore che sento è la mia saliva stranamente poco amarognola, che gira e rigira nella mia bocca impastata dal sonno. Ho ancora gli occhi chiusi dati da un riposo lungo e rigeneratore, considerando quanto mi sento rilassata stamane. Ancora distesa e sonnecchiante, sbadiglio allargando la bocca, quando uno strano solletico mi pizzica il naso….che….fastidio…..ma cosa……eh-eehh-eeehhh….



    <<ECCIUUUUUU!!!!!!!!>>
    Spalanco gli occhi mettendomi a sedere, cavoli…questi maledetti capelli che mi vanno sul viso…dovrei…..dovrei? Capelli? CAPELLI?
    Guardo fisso il muro innanzi a me, aggrottando le sopracciglia: le mie mani vanno immediatamente sulla mia testa, incontrando in effetti un pagliericcio stepposo di…..



    <<Capelli! I miei capelli!!>> dico abbassando incredula lo sguardo cercandone i lunghi filamenti che sento arrivare fin sui fianchi, ma non so se esistono parole per descrivere quello che è il mio stupore.
    La mia bocca prende la forma di una “o” perfetta, mentre vedo le nuove sembianze del mio corpo.
    M’infilzo con un’unghia la coscia incredula, e quando la estraggo gemendo di dolore, con le gocce di sangue che vi colano sopra….realizzo che non sto sognando.
    <<Ma che cazz….>> mi guardo intorno, nella stanza.
    Nulla è cambiato…tranne me. Me…..me…..mememememememememme!!! Ahahahahahhahahah!
    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHA!
    Rido a crepapelle, mi rotolo sul letto, mi tasto le tette pensando che così piccole finalmente non daranno più fastidio, mi alzo in piedi sentendo il corpo agile e scattante come da…da….SEMPRE!



    Prendo a saltare sul materasso come una bambina, piego le ginocchia e il busto nei salti, finchè con la capoccia non sbatto sul soffitto: <<Aouch!>> ripiombo a peso morto sul baldacchino, tenendomi la testa…lacrime scendono calde sul mio sorriso ampio, singhiozzo mentre rido, gioisco mentre piango.
    E’ successo…..è andata……ce l’ho fatta! La mia risata infantile e gioiosa diventa presto un ghigno, un ridacchio mento di strega che, tutto sommato lo ammetto, era più incisivo con la voce gutturale di una vecchia secolare…..Ma chi se ne foooooooooooottttt!
    Non era questo che mi aspettavo, certamente, ma…..ma significa che ha funzionato!
    Balzo in piedi sul letto, tasto sotto la camicia da notte sentendo al tatto il mio anatema…ancora qui, al mio collo. Faccio grosse boccate d’aria, senza smettere di ghignare soddisfatta….le mani quasi tremano, mentre lo prendo tra le mani….ho vinto io. Ho. Vinto. IO!



    Lo stringo fino a conficcarci le unghie dentro, osservandolo attentamente….bhe? Nessun cambiamento, penso improvvisamente delusa.
    Che diavolo….ma perché? Dovrebbe essere…rotto!
    La mia faccia improvvisamente muta d’espressione….eh no, stronzo, non puoi rovinare tutto adesso….no, no, NO!
    Lo scuoto con energia, lo sbatto contro il comò, ma…hey….cosa c’è sul retro?
    Assottiglio gli occhi, avvicinando il retro dell’anatema al mio viso….una…breccia? Una minuscolissima crepatura, che….allungo un’unghia, infilandola all’interno.
    Faccio leva con la stessa, cercando di sollevare parte del rivestimento in pietra grezza….una volta…due volte…si vabbè figuria-OH CAZZO SI E’ ALZATO!
    Cioè….si è solo sollevato, ma cazzo! Si! Cerco di tenerlo su con l’unghia, osservo l’interno che è totalmente nero….a parte per un qualcosa che mi stupisce lasciandomi totalmente a bocca aperta.
    E no…non si tratta di qualsiasi cazzata io avessi mai potuto immaginare. E manco il covo di Gremlins che mi ero sognata, no…..questo è davvero….oltre ogni limite.
    Estraggo piano con l’altra mano quello che vedo, rilasciando poi l’unghia che faceva da perno all’apertura.
    Quello che ho tra le dita è..un piccolo ciuffetto di capelli…..biondi.



    Le mie labbra si serrano…no, questa è una presa in giro. Si è preso di nuovo gioco di me….ancora una volta.
    Poggio con la mano tremante il ciuffo sul comò, piegandomi su me stessa e abbracciando le ginocchia.
    La testa nascosta in un vortice di pensieri…<<Grifis….che cosa hai fatto?>>
    I capelli…i capelli contengono sempre un’infinitesima parte della nostra magia: se la si sa trattenere in essi, può continuare ad agire…è questo quindi quello che avevi in mente di fare? Non hai mai sigillato realmente un cazzo…Non posso tirare via tutti i poteri insieme, ma la mia giovinezza è tornata. Significa che pian piano, col tempo, potrò riaverli tutti!
    Questo è solo il primo passo....l'ultimo sarà sopra le vostre ceneri.
    Tornerà la mia magia, si…. e con essa la Strega dell’Ovest e….e la mia libertà….riprendo l’Anatema tra le mani, risollevando quella piccola apertura con l’unghia: trema la mia voce, nel richiamarne il nome….
    <<……………………………………………Zuzzolo?>> dico stringendomi subito dopo il labbro inferiore con i denti.
    Il nulla…ma ti tirerò fuori di li, brutta bestiaccia. Ormai sono vicina…..così vicina, penso lasciando di nuovo andare il siggillo.
    Trema la mia schiena, scossa dai sussulti interni che pian piano diventano spasmi di riso incontrollati….la mia risata esplode, malvagia e malaugurate….ora si comincia a fare sul serio.
    Qualsiasi cosa Grifis abbia avuto in mente, spero si gusti lo spettacolo da dove si trova, immagino ghignando.
    Rimango accovacciata a ridere, manco stessi facendo la miglior cagata della mia vita, quando mi lascio andare di schiena sul pavimento….l’anatema si appoggia tra i miei seni, lo reinserisco all’interno della camicia da notte, senza smettere di ridere.
    Fanculo a tutti…..a Grifis, a Lantis, a Elanor, alla Torre, a TUTTI!



    Mi rimetto a sedere improvvisamente seria: e se facessero domande –ma potrebbero anche non farle eh!- sulla mia nuova condizione? Forse devo……FOTTERMENE! SIIIIIIIIIIIIII!
    Mi alzo di buona lena, non so manco quanto ho dormito ma direi che è l’ora di farsi una bella passeggiata: prendo il ciuffetto biondo, lo chiudo in un sacchetto e lo reinserisco all’interno della crepatura. Stacco poi via un mio capello, rilasciandogli all’interno un’infinitesima parte di potere e lo avvolgo attorno al sigillo, carezzando poi la crepa: il mio capello svanisce, così come anche la crepa si rende invisibile alla vista e al tatto, tranne che al mio…questo è meglio che rimanga un segreto…un altro di una lunga lista.



    Apro la porta felice come il primo giorno che ho passato all’Abgruntis (e ce ne vuole, eh!): dovrei trovarmi dei vestiti, ora che ci penso….in infermeria c’è un baule con abiti civili per quando i servi escono al mercato…prenderò qualcosa da lì, penso cominciando a saltellare verso la mia meta.


    Note:
    1. Deirdre torna al suo allineamento passato d’età giovanile, il Caotico Malvagio (CM)
    2. Deirdre perde il tratto “Odia Denudarsi”, e acquista il tratto “Infantile”
    3. Per scaricare il nuovo PG di Deirdre, vi rimando alla sua Scheda PG.
    4. L’incantesimo eseguito sull’anatema è a puro scopo narrativo, concordato con i master.
    5. Ciò che Deirdre ha fatto per tornare giovane, sarà svelato man mano nel corso del GdR, in accordo con i master.
    6. Ci tengo a precisare che Deirdre non è libera dall'Anatema, semplicemente la piccola crepa ha fatto uscire una piccolissima goccia dei suoi vecchi poteri, tra cui l'incantesimo che la tiene giovane per un tot di tempo!
    7. Per quanto riguarda il riconoscimento da parte dei pg: i ritratti antichi che illustrano Deirdre sono tutti falsati, non è riconoscibile di primo acchito, ma ovviamente i suoi occhi sono inconfondibili, potete tranquillamente riconoscerla dalla sua eterocromia!


  8. #2278
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    ADAMANTIA FERALYS

    CONTINUA DA QUI

    Adamantia restò a terra, la schiena appoggiata alla porta e il volto tra le mani. Avrebbe voluto piangere, ma gli occhi erano asciutti, lei era riuscita a portarle via persino le lacrime! Dopo qualche minuto un gruppo di ancelle occupò la Sala delle Udienze per le solite pulizie e nel mentre chiacchieravano allegramente.
    Sembrano così felici, di sicuro lo sono più di me! - poi le sentì parlare del torneo e due di loro si diedero appuntamento al teatro delle marionette, dietro il venditore di salsicce. Adamantia si alzò di scatto e aprì la porta, le ragazze in sala si bloccarono e ammutolirono.
    “Se qui avete finito potete andare, tranne … te” - indicò una di loro che aveva più o meno la stessa corporatura e statura e, qualche minuto dopo, stava indossando i suoi abiti, scusandosi in cuor suo con la poveretta per aver usato lo charme su di lei in maniera così meschina.
    Riuscì senza difficoltà ad uscire dalla rocca attraverso le stanze riservate alla servitù, ma era già pomeriggio inoltrato quando arrivò all'Arco della Piana, l'ultimo ostacolo che la separava dall'agognata libertà. La volta prima, quando aveva provato a scappare con l'aiuto di Mirri, la figlia di una delle ancelle di sua madre, Illyria l'aveva riportata indietro poco prima di superare quel punto. Adamantia, in piedi di fronte all'Arco, si guardò intorno,sapeva che era un gesto stupido, contro potere del teletrasporto di sua madre non avrebbe certo avuto la meglio, ma quel gesto la rese più sicura e si arrischiò ad oltrepassare l'arco con un saltello.


    Fece un respiro profondo e attese immobile. Non successe nulla. Fece un altro piccolo passo avanti, poi un altro ancora e infine si ritrovò a correre lungo i gradini in marmo bianco che la separavano dalla Piana. Poteva vedere sotto di sé lo spazio pianeggiante antistante la città di Asshai brulicante di vita e il fiume Panther che scintillava argenteo e placido verso la capitale. Si sentì invadere da un'irresistibile felicità ed era grata agli dei che le avevano permesso di assaporare finalmente la libertà, poi il senso di colpa le fece frenare la corsa e ripensò a Ser Arlan: doveva avvisarlo, doveva cercare di rimediare a quello che gli aveva fatto Illyria, forse poteva aiutarlo col suo charme e annullare il potere di sua madre. Doveva provare o non si sarebbe mai data pace.
    S'incamminò lungo il dedalo delle bancarelle dove centinaia di mercanti vendevano la loro mercanzia urlando, chiamando, strattonando.


    Dall'alto era riuscita ad individuare il padiglione giallo dei Florent, ma ben presto finì col perdere il senso dell'orientamento, travolta dalla folla, dagli odori, dalle voci. Giocolieri, maghi e teatranti si aggiravano tra le bancarelle esercitando i loro mestieri, così come le prostitute e i borsaioli. Un senso di paura si impossessò di Adamantia, non sapeva più dove andare, né cosa fare e restò imbambolata a fissare un braciere colmo di carne sfrigolante e dall'odore invitante per qualche minuto.


    D'un tratto una brusca stretta alla spalla la fece sobbalzare e siritrovò immobilizzata contro il busto di uno sconosciuto che lastava chiamando tesoro.
    Cominciò ad agitarsi per divincolarsi dalla presa, il giovane non era poi così muscoloso, anzi, quindi riuscì a sfuggirgli mordendogli un bicipite, ma non fece più di due passi che quello la riacchiappò.
    “Quanta fretta! E' questo il ringraziamento per averti salvato?”
    Finalmente lo guardò in volto, aveva proprio la faccia da furfante, di quelli di cui le avevano insegnato a diffidare.
    “Salvato da cosa, di grazia, da una salsiccia sfrigolante?” - rispose lei, facendo la sua espressione più truce.
    Il ragazzo, alto, dalla pelle abbronzata e gli occhi color carbone,la guardò sbuffando: “Sei proprio tonta, un borsaiolo stava per infilare la mano nella tua tracolla! Ma da dove vieni, dal paese dei balocchi? Solo una stupida se ne poteva restare così imbambolata in mezzo a questo casino!”
    “Chiamami di nuovo tonta o stupida e ti farò assaggiare la frusta, magari scopri che ti piace!” - rispose Adamantia indignata per quel linguaggio.
    Quello la guardò per un attimo sbigottito poi si fece una grassa risata: “Chi sei una di quelle teatranti di Terrafredda?”
    “Dovresti essere punito per questi tuoi continui affronti! Il mio nome è Lady Ada ...” - mantia Feralys, stava per terminare la frase, ma si ricordò cosa stava facendo e perchè era lì e allora si limitò a stringere gli occhi e a mettere le braccia conserte.
    Il ragazzo, ancora scosso dalle risate, fece un profondo inchino edisse tra le lacrime: “Chiedo scusa, non sapevo che sotto quegli abiti da serva ci fosse un corpo da principessa. E che corpo ...” -tentò di sbirciare scostandole la camicia dal seno, ma ricevette una sonora sberla sulla mano. Continuava a ridere mentre le diceva, sventolando la mano colpita:“Lady Ada, io sono Gunnar, il vostro umido servitore. Al vostro servizio.”
    “Umile”
    “Mmmm?”
    “Ah, lasciamo perdere, ho altro da fare.” - ancora con le braccia conserte Adamantia si voltò e cominciò a camminare.
    “Non puoi andartene” - Gunnar le si parò davanti con balzo -“Non ho sentito ancora la paroletta magica, ragazza”
    Deglutì, quel tipo aveva forse scoperto qualcosa? Aveva percepito la sua magia? Non le sembrava possibile, lei non aveva sentito nessun tipo di potere scorrere in lui, era un ragazzo qualunque, un popolano e anche parecchio ignorante e fastidioso.
    “Levati di mezzo, devo cercare una persona.”
    “Vai a trovare il fidanzato? Dove sta? Ti porto io, così ti difendo dai furfanti”
    Adamantia sbuffò più volte, stava perdendo la pazienza, oltre che tempo prezioso e cercava di usare tutto il suo autocontrollo per evitare che le sue mani sviluppassero il fuoco e bruciassero la faccia di quel bifolco.
    “Il mio fidanzato combatte al torneo, devo andare da lui prima che cominci la giostra.” - sperava in questo modo di impressionare il ragazzo, ma lui continuò ad insistere dicendo che andava dalla parte sbagliata e strattonandola per un braccio. All'ennesimo tentativo fallito di liberarsi di lui, Adamantia sbottò: “Non vado al torneo dei poveracci! Ser Arlan è un nobile cavaliere valoroso e coraggioso, non un cencioso e puzzolente cavalcamuli come te! Adessofatti da parte e deciditi a lasciarmi in pace una buona volta!”
    Non lo aveva fatto apposta, non si era quasi nemmeno resa conto diaver rilasciato sui presenti la sua aura di tenebra. Non era un granché potente, all'epoca aveva appena 16 anni, ma quel poco bastò per fare dare di stomaco ad un bambino mezzo nudo che chiedeva spiccioli aggrappandosi ai calzoni dei passanti e ad innervosire un paio di cavalli, che imbizzarrendosi, riuscirono a sfuggire al loro custode e a lanciarsi in corsa proprio alle sue spalle. Prima che potesse rendersene conto Gunnar le finì addosso, spostandola dalla traiettoria degli animali, che poi riuscì ad afferrare per la capezza e a calmare parlando loro dolcemente mentre li accarezzava sul muso. Adamantia restò imbambolata a fissare tutta la scena, conaria mortificata: non voleva essere la causa della sofferenza degli altri eppure spesso lo era e non riusciva a fare nulla per cambiare lo stato delle cose.
    Devi abbracciare la tua natura, non combatterla. Solo così riuscirai a dominarla.
    Le parole di sua nonna le rimbombarono nel cervello e tutto il resto intorno sparì fino a quando non si sentì scuotere violentemente.
    “Oh, sei viva? Oh! Oh!”


    Guardò Gunnar negli occhi, le stava facendo male alle braccia, forse le avrebbe lasciato dei lividi. Sorrise al pensiero, non aveva mai portato un segno per più di un giorno, non vedeva l'ora di sapere cosa si provava ad essere una persona normale.
    “Grazie” - gli sussurrò mentre lui la lasciava e si allontanava per andar via - “Aspetta” - gli corse dietro scansando la folla -“Ti chiedo scusa per la mia maleducazione, mi farebbe piacere se mi accompagnassi. Posso pagarti”
    Gunnar si girò guardandola in malo modo: “Va bene le scuse, ma i tuoi denari tieniteli pure. A me non mi servono. Addio, Lady Ada.”
    Lo afferrò per una mano e lo strattonò: “Quanto vuoi essere pregato? Una, cento, mille volte? Fai conto che l'abbia fatto e dacci un taglio. Accompagnami”
    Era un ragazzo orgoglioso Gunnar e non gli era affatto piaciuto come lei gli si era rivolta poco prima, quindi decise semplicemente di ignorarla e continuare per la sua strada. Adamantia ci restò male, ma poi andò verso il bambino mezzo nudo che prima aveva subito involontariamente la sua aura, gli diede una moneta e, forse, per convincerlo con maggior fermezza usò anche lo charme. Fatto sta che il piccolo trotterellò in direzione del giovane alto e con ogni moina possibile lo convinse a tornare sui suoi passi.
    “Lo faccio solo per il bambino” - disse lui con l'aria imbronciata, una volta vicino. Lei alzò le spalle e sorrise, pensando che tutto ciò non aveva molto senso, poi fece scivolare un braccio intorno a quello di Gunnar e gli indicò la direzione da prendere.
    “Un nobile, eh? Sai cosa fanno i nobili alle ragazze carine come te? Gli danno un paio di botte, le mettono incinta e tanti saluti”
    “Potresti evitare di dire volgarità? E poi lui non è così, ha detto di volermi sposare”
    A quella frase Gunnar si toccò le parti basse con la mano libera, mentre sul volto di Adamantia si dipingeva una smorfia di disgusto.
    “Per carità, sposarsi! Sposarsi a una come te, poi. Forse non ti conosce bene.”
    “Perchè tu mi conosci?”
    “Abbastanza da non essere così scemo!”
    Per tutta risposta lei gli assestò un pizzicotto sul braccio così forte da farlo urlare, poi si ricordò delle sue di braccia e controllò se si vedevano i lividi: alzò gli occhi in segno di approvazione quando vide il contorno violaceo e la parte interna arrossata.
    Avevano camminato un bel po', era scesa la sera, a quell'ora, col buio non si sarebbero più tenuti scontri: Adamantia pregò gli dei di riuscire ad arrivare in tempo. Agli angoli delle strade, sulle bancarelle, nelle mani delle persone comparvero fiaccole accese e il calore del fuoco avvolse la piccola strega con la sua familiare sensazione di benessere.
    “Siamo arrivati al muro. Il tuo fidanzato sta di là.”
    Adamantia guardò davanti a sé: la palizzata realizzata in legno era alta il doppio di lei e quel punto era presidiato da soldati con i colori dei Feralys. A quella vista le sfuggì un'imprecazione e si voltò di scatto sperando che nessuno di quelli l'avesse riconosciuta.
    “Che ti prende? Devi solo passare il muro e poi auguri e figli maschi! C'è nessuno in quella testolina rossa? Lady Ad … ahia” - lei gli aveva assestato una gomitata nello stomaco con tutta la forza che aveva per farlo stare zitto, ma le guardie erano riuscite a percepire qualcosa, le vide guardarsi e parlottare. Non ci pensò due volte, fuggì.


    Gunnar le corse dietro e così i soldati a guardia del muro di legno che divideva la piana dei nobili dalla piana dei mendicanti.

    CONTINUA


  9. #2279
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Alinor Waters



    Continuo a fissare quel maledetto bracciale. Ci ho pensato abbastanza prima di indossarlo accettando così di far parte della setta? ...Potrei pensarci e ripensarci su fino all'ultimo dei miei giorni, ma lo scoprirò solo quando i segreti della Maga Bianca saranno svelati. Se vivrò fino ad allora, ovviamente.
    Davanti a me si prospetta un nuovo futuro, tetro per quando riguarda Dohaeris sotto il comando di Lantis, ma chissà se far parte di questa setta mi sarà davvero utile.



    Solo pochi istanti dopo mi accorgo d'essere ancora completamente nuda. "Spero di non dare spettacolo..." penso ad alta voce mentre osservo le finestre.
    M'incammino verso l'armadio, cercando quindi qualcosa per coprirmi.



    A metà strada, però, noto un asciugamano poggiato sulla sedia. Lo raccolgo e dopo averlo passato sui capelli per farli asciugare, lo cingo attorno ai seni, coprendomi così fino alle ginocchia.
    Proprio in quell'istante, le mie ancelle rientrano in stanza con tante prelibatezze e leccornie, pronte per finire nel mio stomaco.



    Assalgo i vassoi, strafogandomi di tutto quello che mi capita in mano. Dopo tutto quello che è successo, mi ci voleva proprio. Devo pur recuperare le energie perse! Soprattutto in vista della prossima riunione....
    Dopo aver riempito lo stomaco, Dora si offre di spazzolarmi i capelli. So che le piace farlo, quindi mi siedo sul letto e la lascio fare. Chissà, magari riesco pure a rilassarmi.
    "Non siete mai stata così tanto tempo chiusa nelle vostre stanze milady, fatta eccezione della notte..." comincia a dirmi.
    "...Non volete allenarvi quest'oggi?" mi chiede dopo un attimo di pausa.
    "So quello che state cercando di fare e lo apprezzo. Non riuscirete però a farmi distrarre..." replico con lo sguardo perso nel vuoto.



    "Stanno succedendo troppe cose ultimamente...non riesco proprio a non pensarci, a ...svagarmi." riprendo dopo un lungo sospiro.
    E avrei dovuto irrompere nelle prigioni per chiedere consiglio a Niniel sulla proposta avanzata da Lantis, invece sono qui a ...farmi pettinare i capelli.
    Mi alzo di scatto, facendo cadere la spazzola a terra. "Ma avete ragione voi, restando chiusa in queste quattro piccole mura, la situazione non migliorerà...anzi!" affermo osservando prima una e poi l'altra con un accenno di sorriso.
    "Preparatemi il vestito." ordino poi raccogliendo la spazzola da terra e riconsegnandola nelle mani di Dora.
    Una volta indossato l'abito, mi diletto con una serie di delicati ruttini. Le ancelle contrariate, corrono a chiudere le tende, fissandomi in malo modo, soprattutto Laila.
    "Sto digerendo." mi giustifico, accarezzandomi il pancino. "Non volete mica che lo faccia fuori di qui vero?"



    Infine, mi schiarisco la voce. Bene, ora sono pronta ad uscire da qui e ad affrontare un'altra giornata qui alla Torre.



    P.S. L'abito (che troverete nella categoria abiti formali) è già incluso nello zip che trovate nella scheda di Alinor.


  10. #2280
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    Re: [Deus ex Machina GDR] Quest Reali

    Vicent Dreth

    Prese le garze sollevo di scatto gli occhi e ciò che vedo mi lascia davvero basito: un gioco di colori si palesa su di noi partendo da me come origine del tutto.



    Per un attimo credo di essere impazzito o che magari, a causa del dolore, stia soffrendo di allucinazioni visive, ma Gildas esclama <<lo spettacolo qui dentro è meraviglioso ma… come diamine si spegne?>> e mi conferma che è tutto vero.



    Non sto sognando.



    Un sorriso spontaneo appare sul mio volto mentre sollevo una mano verso l’aurora del Nord e lascio che si unisca a me infondendomi una meravigliosa sensazione di benessere e di refrigerio. <<Forse ho capito…>>, dico con convinzione, socchiudendo le palpebre, ed in un battito di ciglia ecco che le luci scompaiono per poi riappare rapide nei miei palmi.



    Difesa e Recupero - Rigenerazione:Avviene tramite tocco; (Maestro) Rigenera ferite di entità grave o mortale.
    <<La rigenerazione di Heinirch Dreth, il capostipite della mia famiglia>>, a queste parole il verde splende con più prepotenza rispetto alle altre tonalità, <<unita a quella dei Greatnova>>, è la volta del lilla, <<e me>>, ed ora il bianco. La magia così si amalgama in un unione perfetta e tutto il dolore e la stanchezza che sto provando si annullano lasciando Il loro posto solo all'euforia e la felicità quando osservo quelle due piccole aurore boreali che si animano nelle mie mani fluttuando e brillando intensamente. E'... Meraviglioso. Mi sento più forte. Guardo Gildas negli occhi e poi sporgendomi leggermente cerco di sfiorarlo con il mio tocco curativo al collo notando alcuni lividi, segni residui da un allenamento... Credo.



    Se riuscirò nel mio intento gli domanderò, <<cosa senti?>>, sinceramente curioso del responso. Se invece non riuscirò allora la testerò direttamente su me stesso perché la mia rigenerazione è cambiata ed io devo capire se in modo positivo o in modo negativo.
    Ultima modifica di Damnedgirl; 10th September 2015 alle 02:15



    Visita il mio spazio ricordi! Dark Land

 

 

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